Nel nuovo album di Red Canzian il suo mondo fatto di musica ed esperienze - Prima parte - Martedì 20.02.2018
![Red Canzian - Foto di Alessandro Carlozzo Red Canzian - Foto di Alessandro Carlozzo](../foto/2018-02-16-red-canzian-fotoalessandro-carlozzo.jpg)
Venerdì 16 febbraio Red Canzian ha tenuto presso The Yard di Milano l'incontro per la stampa dedicato all'ascolto ed alla presentazione del suo nuovo lavoro discografico, dal titolo "Testimone del Tempo". L'album, la cui tracklist è composta da tredici brani, contiene come prima traccia "Ognuno ha il suo racconto", la canzone presentata al Festival di Sanremo di quest'anno.
Dentro "Cantico" c'è un pochino tutto: c'è la musica dei Pooh, della PFM, dei Genesis, degli Yes, di Emerson Lake & Palmer, perché è la musica che io ho suonato e vissuto. Red Canzian
Terminato l'ascolto, Red ha preso la parola, illustrando i
brani: «Sono canzoni che ho scelto in una rosa abbastanza
grande, perché ho scritto tanto in questo periodo: è uno di
quegli album che ti rimangono dentro in ebollizione tutta la
vita, che aspettano di essete tirati fuori. I questo disco si
possono riconoscere mille spunti di una musica che io ho
vissuto, che molti di voi hanno ascoltato: ci sono i sitar
dell'epoca di Ravi Shankar dei Beatles, piuttosto che il
Mellotron che fa i flauti, piuttosto che i violoncelli di "Eleanor
Rigby". Anche sul pezzo di Sanremo quel coretto
iniziale che riporta un pochino a "Mrs. Robinson" di
Simon & Garfunkel, queste risposte dei cori che assomigliano
un pochino al mondo dei Mamas & Papas di "California
dreamin'". E poi l'ultimo pezzo che avete ascoltato, che è
la musica Prog e lì detro c'è tutto quello che io ho vissuto
all'inizio, con la mia prima band, quei Capsicum: noi facemmo la
tredicesima sonata "Patetica" di Beethoven rock Prog, per
cui è una musica nella quale io mi riconosco, mi ritrovo. Poi ho
avuto la fortuna con i Pooh di fare "Parsifal",
di fare "Il
tempo, una donna, la città", brani di dieci minuti
anche quelli dove il Prog faceva il suo lavoro. Quindi dentro a
questo ultimo pezzo c'è un pochino tutto: c'è la musica dei
Pooh, della PFM, dei Genesis, degli Yes, di Emerson Lake &
Palmer, perché è la musica che io ho suonato e vissuto. E'
chiaro che per fare un pezzo così strano avevo bisogno di
qualcuno che avesse anche un modo un po' "visionario" di
raccontare questo "Cantico":
parte col recitato del "Cantico delle creature" si San
Francesco sotto e poi diventa un cantico attuale, haimé, sui
danni dell'uomo su se stesso e al mondo, per cui Renato Zero era
perfetto, poi in collaborazione con Vincenzo Incenzo.
C'è quel brano del sitar [...], avrete riconosciuto la voce di
Aldo Tagliapietra delle Orme. Eo un fan di Aldo perché loro son
partiti qualche anno prima di me e suo figlio, Davide
Tagliapietra, è l'arrangiatore del mio album, per cui i giri
della vita... [...]. Ho chiamato lui a cantare questo pezzo ed
il testo è di Fabio Ilacqua, un grandissimo autore che ho
scoperto da poco ma che amo come quelli che ho scoperto da tanto
perché è proprio forte. Ha scritto un po' il dialogo tra due
amici in questo disincanto di uno nei confronti di quell'epoca e
invece l'incanto che io ancora provo, per cui io dico che il
passato è lì, ci guarda da una fotografia in bianco e nero, ma
siamo ancora tutti qui, in piedi come allora. Invece Aldo mi
risponde che probabilmente eravamo anche dei bambini ingenui,
forse anche un poco stupidi. Si domanda dove sono finiti
Ginsberg, Kerouac o Hemingway. "L'urlo" di Ginsberg credo
di averlo letto otto volte, era diventata la mia bibbia, ho
anche provato a scrivere dei testi all'epoca sulle canzoni
perché eravamo dentro a questo mondo. C'è tutto questo.
C'è quel pezzo mraviglioso col testo di Ermal Meta che dice "La
notte è un'alba con gli occhi chiusi se aspetti un po' li
riaprirà", una maniera di interpretare l'ottimismo molto
profonda, perché in fondo è così: dopo una discesa c'è sempre
una risalita e quindi ho cercato di mettere tutto questo in
questo disco».
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Credo che le emozioni che può dare un musicista anche con le sue imperfezioni non possono essere imitate o raccontate dall'elettronica. Red Canzian
Red ha poi spiegato l'approccio adottato nel realizzare
l'album: «L'ho fatto "alla vecchia": non perché io abbia
qualcosa contro l'elettronica, ma perché credo che le emozioni
che può dare un musicista anche con le sue imperfezioni non
possono essere imitate o raccontate dall'elettronica. Per cui
nel mio studio qui a Milano, in Via Salomone, ci siamo messi in
cerchio, Davide Tagliapietra, Will Medini alle tastiere, io, mio
figlio alla batteria, Chiara che veniva ogni tanto a capire dove
intervenire coi cori e l'abbiamo suonato. Quando il pezzo
"girava" dicevamo a Nappo: "Nappo, registra!". Poi
andavamo ad abbellire, andavo a mettere a posto le cose per
farle meglio [...]. C'è solo una cover nell'album, è uno dei due
pezzi che ho fatto con Enrico Ruggeri: non è mia la musica, è di
un inglese che non ha avuto assolutamente successo, ma l'aveva
data a Johnny Hallyday che invece ha preso il disco di diamante
con questa canzone e si intitola "Meravigliami
ancora". Tra l'altro, con i miei amici discografici
della BMG avevamo tentato di fare un duetto con Johnny Hallyday:
purtroppo all'inizio di ottobre la sua manager ci ha chiamato
dicendoci che sarebbe stato impossibile, non ce la faceva più.
La versione di Johnny Hallyday si intitola "Vartan" e
parla di quando lui aveva vent'anni, di questo mondo haimé
lontano per noi che ne abbiamo 66, almeno io: però Enrico è
riuscito a scrivere una cosa bellissima che parla comunque di
noi che ancora partiamo ogni giorno per suonare, per fare le
tournée, per cantare, per dare il peggio e il meglio di noi, ma
comunque sempre con grande onestà e abbiamo bisogno di questa
gente seduta in prima fila, di questo pubblico. E allora è
venuto un "quadro" che userò come secondo pezzo del concerto,
proprio per dire: questi siamo noi, ora comincio a raccontarvi
la storia. C'è anche qualche ballata d'amore: un altro pezzo di
Ermal Meta che si intitola "Da
sempre" su una musica mia che è proprio la tipica
ballata.
L'arrangiamento dell'album è stato fatto da Davide Tagliapietra:
mi piaceva scegliere un arrangiatore che non fosse un
tastierista, perché quando tu prendi gli arrangiatori
tastieristi arrivano subito i sequencer, i computer. Invece lui
è uno che ancora deve accordarlo il suo strumento se vuol
suonarlo, per cui a mano un chitarrista arrangia in una maniera
diversa.
Due brani li ha arrangiati invece Phil, mio figlio. Ha fatto "a
sottrazione" l'arrangiamento del pezzo di Ivano Fossati: a
sottrazione nel senso che eravamo partiti per fare il pezzo che
suonava tanto, invece poi siamo arrivati a fare il pezzo che
suona per quello che serviva, per supportare il testo bellissimo
che Ivano ha scritto; è un pezzo fatto soltanto con pianoforte,
voce e orchestra. Phil, pur avendo 35 anni, ha arrangiato "Cantico",
un pezzo Prog, musica che lui non ha vissuto ovviamente data
l'età; anche se nei duecento concerti che ha fatto coi Pooh si
era un pochino reso conto di che cosa era il Prog, perché noi
suonavamo dal vivo "Parsifal". E devo dire che ha fatto
un lavoro bellissimo, poi mescolato insieme all'orchestra
sinfonica di Budapest diretta da Renato Serio ne è venuto fuori
un "quadro" che racconta quel momento, perché io volevo con
questo disco raccontare, tracciare tutti quei famosi "quadri"
della mia vita che son passati attraverso tantissima musica,
musica che a oggi secondo me ha ancora un senso, perché è una
musica "vissuta", non è una musica soltanto da ascoltare».
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Da adesso, da domani cominciate a immaginarci come delle persone singole. Siamo uomini, siamo singoli, una storia grandissima, incredibile e irripetibile è finita. Adesso ne cominciano altre, forse più piccole, forse diverse, ma storie che comunque meritano rispetto, che nascono da un amore per questo mestiere assoluto. Red Canzian
Dopo aver accennato al fatto che entrambi i figli hanno
collaborato allo sviluppo dell'album, Canzian ha parlato dei
partner lavorativi: «Ho avuto la fortuna di trovare una casa
discografica giovane, attenta e appassionata, con un capo che va
ancora per i mercatini a comprare i dischi vecchi, perché è un
grande collezionista: Dino Stewart. E' una squadra meravigliosa
di ragazzi da Edo Tozzi a Raffaele Viganò a Riccardo Loda...
tutti quanti loro sono veramente bravissimi.
Dall'altra parte la F&P che ha fatto la Reunion
dei Pooh è rimasta con me, nel senso che produrrà questa mia
tournée che parte a maggio: è solo l'inizio, sono quindici
teatri, giusto per far capire che cosa sto preparando, perché io
vorrei farne cento di teatri con questo spettacolo, perché è
veramente una cosa che mi appassiona da morire. Ci sto lavorando
da tantissimo e sta venendo veramente molto bene».
Red ha poi condiviso una riflessione molto significativa: «Ho la
fortuna di avere tanta attenzione, tanta cura intorno a me, in
una ripartenza nella quale mi son buttato con coraggio. Ho
voluto fare qua la presentazione dell'album perché qua
vi ho salutato l'ultima volta con i Pooh: qui è stata l'ultima
conferenza e mi sembrava corretto ripartire da qua, perché
era giusto segnalare, mettere un punto finale perché è stato un
finale [...]. Da adesso, da domani cominciate a immaginarci come
delle persone singole [...]. Siamo uomini, siamo singoli, una
storia grandissima, incredibile e irripetibile è finita. Adesso
ne cominciano altre, forse più piccole, forse diverse, ma storie
che comunque meritano rispetto, che nascono da un amore per
questo mestiere assoluto».
Farò questo spettacolo dove racconto la grande musica del mondo, i grandi cantautori italiani da Paoli a Tenco. Red Canzian
Il discorso si è spostato nel dettaglio sulla struttura del
live che prenderà il via il 04 maggio dal Teatro Geox di Padova:
«Sono una quarantina comoda di brani [...]. E' tutto visual lo
spettacolo: c'è un film che gira "agganciato" alla musica e che
racconta tutto quello che io farò sul palco. Ci sarà questo
bambino di 6 anni col ciuffo che va a girare le manopole di una
grande radio, quella che aveva portato a casa il mio papà, che
guarda dentro le fessure, perché ci sono le valvole che facevano
luce e pensava che ci fosse qualcuno che stava parlando dentro e
c'era una canzone che lo divertiva molto di Little Richard.
Questo bambino a 5 anni non sapeva cos'era l'inglese o
l'italiano, sentiva uno che diceva una cosa strana ed era "Tutti
Frutti" e io comincerò proprio con quella. Da lì passerò a
"Love me tender", perché poi il rock è stato raccontato
in maniera dolce e quindi ci sarà un elogio a Elvis Presley. Poi
ci sarà Ed Sullivan che presenta i Beatles per la prima volta
nel '64 al "Ed Sullivan Show" e faremo "She loves you"
[...] che ha cambiato il mondo.
Poi racconterò del mio incontro con Paul McCartney, del fatto
che abbiamo fatto insieme un video contro il maltrattamento
degli animali, però questo tre anni fa: immaginate la mia
emozione a incontrare questo signore che ha scritto e cantato la
prima canzone che io ho interpretato da solo prima di mettere su
il primo complesso e col quale ho vinto un festival. La canzone
era "Yesterday", il festival era un festival molto serio
organizzato dalle Cantine Sociali di Conegliano Veneto e si
chiamava "Lo Stroppolo d'Oro". Era un festival serio, lo
presentava Pippo Baudo [...].
Farò questo spettacolo dove racconto la grande musica del mondo,
i grandi cantautori italiani da Paoli a Tenco. Ci saranno dentro
le canzoni di protesta, quelle americane e quelle italiane: loro
avevano il Vietnam, noi avevamo il Brennero. I nostri finanzieri
morti quando hanno tirato giù i tralicci in Alto Adige. Sono
andato al Giornale Alto Adige a farmi dare le prime
pagine dei giornali del '66, le abbiamo scannerizzate e verranno
proiettate coi titoli di allora. Per cui c'è un racconto
storico, filologico, che ha un senso in tutto quello che porterò
in scena. Un po' c'è il periodo del "flower power" degli hippy,
meraviglioso [...]. Poi il rock Prog, quindi i Pink Floyd, i
Pooh, "The shine on a crazy diamond" che si incrocia con
gli stacchi di "Parsifal", per cui un mondo così che mi
serve per introdurre "Cantico", l'ultimo pezzo che avete
sentito e che è il mio Prog di oggi».
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E' stato un periodo che ha cambiato il mondo, ha cambiato mode e modi di vivere e che anche se ha fallito in certe cose, è comunque un periodo che è rimasto nella mia vita, dentro di me. Red Canzian
Il discorso è così proseguro: «Il secondo tempo sarà la musica italiana: quella che ho scritto, quella che ho cantato. Prenderò anche qualche pezzo dei Pooh ma con grande rispetto, perché io amo quando i Pooh cantano i Pooh e farò solo alcune canzoni, quelle più adatte alla narrazione. Non farò di sicuro "Tanta voglia di lei" o "Pensiero" per dire. Porterò a termine questo racconto che è un viaggio nella musica e voglio prendere per mano la gente e per quelli che hanno la nostra età e l'hanno vissuto sarà un ripasso. Per chi non l'ha vissuta quell'epoca [...] sarà una maniera di raccontare un periodo che purtroppo non hanno vissuto, periodo che ha cambiato il mondo, ha cambiato mode e modi di vivere e che anche se ha fallito in certe cose, è comunque un periodo che è rimasto nella mia vita, dentro di me. Quando io devo pensare a un momento bello, penso a quel momento, a quel periodo, a quando ero seduto a Picadilly Circus e la piazza non era ancora tagliata da quell'orrenda strada che hanno fatto dopo ed eravamo ragazzi che arrivavano da tutto il mondo. Quando dormivo a casa di Armando Gallo che scriveva per "Ciao 2001" ed era amico dei Genesis: una sera mi sono trovato a cena con questi che non sapevo chi erano, poi lui mi ha spiegato due anni dopo che erano i Genesis! Era un mondo incredibile! Carnaby Stret, Mary Quant che ha inventato le minigonne che noi bambini, ragazzini abbiam rischiato la cecità tutti quanti perché dalle gonne lunghe improvvisamente abbiam visto uno splendore... è stato un periodo fantastico! C'è tutto questo in questo mio disco».
Fine prima parte...
Autore - Michaela Sangiorgi