Nota
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1977
Luglio 1977 - Nuovo Sound - Numero 7 - "La strumentazione di Stefano D'Orazio"
[...] elenchiamo di seguito tutte le marche di strumenti usati da Stefano.
BATTERIA - 1 cassa, 4 tom, 1 timpano: NORTH (in distribuzione in Italia da settembre u.s. dalla Ditta Crumar di Castelfidardo); rullante: LUDWIG; 9 piatti più coppia charleston, 2 gongs (cm. 90 e 75), serie gongs piccoli, 10-15-20-25-30 cm.: UFIP; campane tubolari doppia ottava, vibrafono: MUSSER; flauto traverso: YAMAHA; 4 cembali in scala, 2 bongos, 1 cassa, 2 timpani sinfonici: LUDWIG; campanelli concentrici: UFIP; mixer 8 canali: LOMBARDI.
Luglio 1977 - Nuovo Sound - Numero 7 - "I Pooh a Trani - Concerto e intervista", di Vincenzo Palmieri
Al teatro Impero di Trani si sono tenuti due concerti dei Pooh. Lo spettacolo è stato organizzato da tre bravi ragazzi (organizzazione Arte e Spettacolo). Ad anticipare i Pooh il bravo cantautore Gianni Togni che presenta i suoi ultimi successi tra cui il suo nuovo 45 giri "Ma tu non ci sei più". Dopo Gianni Togni, una grande base musicale, un pezzo classico russo, chiama alla esibizione i Pooh. Il concerto con trovate sceniche e musicali, presenta anche unìampia strumentazione, che penso siano gli unici in Italia ad averla.
Il Polymoog di Roby, la batteria ideata da Billy Cobham, i campanellini di Stefano, e Calimba, uno strumento fatto di lamelle che si suona graffiando con le unghie suonato dal bassista Red.
[...] Quali sono le vostre attività per il futuro?
Dody: "Abbiamo finito d'incidere un 45 giri, 'Linda' in inglese, poi abbiamo un programma più vasto, un LP in lingua inglese dove è raccolto il meglio dei Pooh, un LP diretto al mercato europeo. Però c'è una possibilità anche per il mercato statunitense in caso 'Linda' dovesse andare bene".
[...] Red: "La tournée è iniziata il 28 gennaio e ci porta in quasi tutti i maggiori teatri italiani. Trani non ha una piazza grossa, però ha il pregio di avere un teatro buono, capiente che può contenere il nostro spettacolo [...]. La tournée si snoda in tutta Italia, abbiamo fatto il Nord, poi il Sud, adesso la parte centrale e per finire a Nord a metà aprile. Una nota dolente perché il nostro mezzo con cui ci spostiamo è andato distrutto per un incidente".
Cosa ne pensate e chi ascoltate dei cantautori cosiddetti impegnati, restando nel campo della musica italiana.
Red: "[...] Ascoltiamo la buona musica che può essere sia quella dei Pink Floyd, dei Genesis, gli Yes, di chiunque faccia della buona musica. Dei cantautori cosa ne pensiamo, di quelli che vogliono fare gli impegnati quelli che lo sono realmente, sono in buona fede ne pensiamo tutto il bene possibile [...]".
21 agosto 1977 - Bolero - N°1581 - Pag.24 - "Fame, folli amori e successo", di Roby dei Pooh
Sul piatto del registratore c'è il nostro «Rotolando-Respirando» il nuovo long-playing che uscirà tra qualche mese: ne stiamo riascoltando i pezzi per l'ultima volta [...].
Siamo emozionati e stanchi, perché questo album ci è costato tanti giorni di lavoro, tante notti passate a discutere su una frase, un passaggio, un suono, e adesso che tutto questo è finito ci prepariamo a vivere quella fase ancor più emozionante che accompagna sempre l'uscita di un disco, il suo gradimento da parte del pubblico, la curiosità di scoprire quale pezzo funziona meglio, seguire gli indici di vendita, aspettare con ansia le classifiche per vedere se entriamo in zona «hit parade».
[...] i Pooh [...] li ho conosciuti [...] allo «Sporting club» di Bologna, nel marzo 1966. Facevo parte di uno di quei complessi da night che suonano ore e ore per far ballare la gente [...]. Quel giorno [...] suonammo prima noi e poi i «Pooh» come attrazione della serata. Quando ci ritrovammo nei camerini li conobbi meglio: erano Valerio, batterista, Mauro, chitarra solista, Gilberto, bassista, Mario, chitarrista, e un ragazzo inglese. [...] mi chiesero se volevo andare a suonare con loro, perché l'rganista, l'inglese, aveva dei problemi [...].
[...] debuttammo a Cattolica, al «Moulin Rouge», senza che io avessi provato con loro una volta. Ma andò tutto benissimo. Alla vigilia dell'estate ci aspettava il «Piper» di Milano, inaugurato da pochi giorni [...]. Proprio lì conoscemmo Riccardo Fogli, il bassista degli «Slanders», gruppo che si alternava con noi al Piper, e destinato a diventare anche lui un «Pooh» [...]. A settembre fummo invitati al «Festival delle rose» [...].
Presentammo «Brennero '66», un pezzo tratto dal nostro long-playig, ma il testo fu bocciato dalla Rai, che lo considerava troppo politico e così la nostra canzone non ebbe mai né un passaggio radiofonico né televisivo.
L'anno volgeva alla fine. Ci chiamarono ancora per qualche serata qua e là (una, due al mese) con un cachet di cento, centoventimila lire da dividere in cinque: il minimo per sopravvivere, mangiando panini con la mortadella e andando a dormire in pensioni dove si pagava quattrocento lire per notte [...].
Nel 1967 uscì il 45 giri «Nel buio» [...], ma il successo vero, quello che ci fece conoscere al pubblico, arrivò l'anno dopo con «Piccola Ketty». Avevamo preso in affitto, alla periferia di Bologna, una stanza in un casolare e tutte le mattine andavamo là con le più buone intenzioni: io e Riccardo [...] passavamo a prendere Mauro, Mario e Valerio [...], poi passavamo a comprarci qualcosa da mangiare e finalmente ci avviavamo per queste benedette prove. Erano i giorni del «teatro», un po' perché immaginavamo di trovarci a dare un concerto in un grosso teatro e allora ci sentivamo molto ispirati, e un po' perché ci divertiva recitare la parte dei divi della canzone...
[...] Valerio frequentava una discoteca di Bologna, l'«Art Club», dove si riunivano ogni pomeriggio un po' tutti i giovani della città, e lì ritrovò un ragazzo che, qualche mese prima, aveva sentito suonare la chitarra in uno dei tanti concorsi per nuovi talenti che si tenevano nel nostro paese. Quel ragazzo si chiamava Dody Battaglia e qualche giorno dopo faceva già parte del nostro gruppo [...].
Intanto preparammo anche il nostro secondo album, «Memorie» [...]. Cominciavano anche a sorgere seri problemi con la casa discografica, che voleva a tutti i costi il prodotto commerciale [...].
Nel '70, al «Wun Wun» di Roma conoscemmo Giancarlo Lucariello: nel giro di pochi giorni, firmammo il nostro primo contratto con [...] la CBS Sugar [...]. Forse, la presenza accanto a noi di questo «quinto elemento» seppe darci quello stimolo e quella carica che ci servivano per superare la barriera che ci separava dal vero successo: venne così il momento di «Tanta voglia di lei» e «Pensiero» [...].
[...] incidemmo «Opera prima» [...]. Per noi, un LP era un modo per parlare con gli altri, per portare avanti certe nostre idee, certi nostri modi di vedere la realtà, e non una raccolta di pezzi slegati tra loro e messi insieme tanto per fare numero [...].
[...] al «Wun Wun» di Roma, avevamo trovato in Stefano D'Orazio, che allora suonava con «Il Punto» l'elemento giusto [...].
[...] la prima serata ufficiale che fece con noi fu [...] un «triplaggio», cioè tre locali uno dopo l'altro in cui vai, trovi degli strumenti già preparati alla meno peggio, suoni e, mentre ritiri i soldi, sei già pronto per andare nell'altro posto dove già ti aspettano più o meno nelle stesse condizioni.
[...] Facemmo una memorabile tournée in Sud America dove fummo accolti come i Beatles dei tempi migliori, con tanto di scorta armata e banda per il benvenuto [...].
Durante l'inverno [...] ci presentammo in pubblico con tutti i professori d'orchestra che di solito ci accompagnavano nei dischi: fu un successo incredibile, che comunque ci costò un impegno economico quasi da fallimento [...]. Con Red, proveniente da un gruppo rock, arrivarono anche le idee spettacolari che i gruppi stranieri avevano adottato già da tempo: fondali colorati, giochi di luci, effetti speciali, e tutti i nostri strumenti montati sul palco [...].
23 agosto 1977 - Il Monello - N°34 - "Qui Milano"
[...] Il complesso, per circa un anno e mezzo, non farà più serate. Si limiterà a incidere dischi. Lo hanno deciso all'unanimità i quattro componenti che dalla fine di agosto si metteranno «in ritiro» [...]. In questo lasso di tempo, i quattro Pooh, intendono fare nuovi esperimenti musicali, tentare nuove strade [...].
Agosto 1977 - TV Sorrisi e Canzoni - Pagina 66 - "I Pooh: una notte all'Arena un anno in America", di Gherardo Gentili
Ci lasciano. Il congedo avrà luogo il 3 settembre all'Arena di Verona, per la finalissima del Festivalbar [...]. Vogliono conquistare il pubblico degli altri paesi, ma in modo diverso da come sinora hanno tentato gli altri [...]. Il programma è ambizioso. Riguarda l'America, ma anche altri paesi e si traduce in tournée più o meno lunghe in Spagna, Francia, Germania, paesi dell'Est. Poi Stati Uniti, Canada, Sud America e Giappone.
«Ci incoraggiano le due tournée dell'anno scorso, in Bulgaria-Romania e in Canada-Stati Uniti», dicono. Abbiamo capito che anche il pubblico di quei paesi ci seguiva bene. Senza esagerare quei successi, senza montarci la testa, desideriamo ampliare l'operazione. In fondo, se Miguel Bosé è riuscito a entrare in superclassifica in Spagna, presentando "Linda", perché non dovremmo farcela anche noi?».
[...] È previsto un LP in inglese per il mercato statunitense. «Sarà una selezione dei nostri pezzi migliori. In dieci anni di carriera abbiamo inciso una decina di 33 giri: più di cento canzoni. Non sarà facile sceglierne dieci o dodici per gli americani».
D'altronde, non è stato nemmeno facile trovare il pezzo giusto per l'«arrivederci» di Verona. Problemi per la musica, il testo, persino il titolo [...].
Il pezzo è pronto. Si intitola: «Dammi solo un minuto». È la storia di un addio [...].
Il disco era inciso, ma per effettuare il cosiddetto transfert, cioè il passaggio dal nastro alla matrice per la stampa, è stato convocato da Londra un tecnico di fama mondiale.
Si chiama Arun Chakraverty, 35 anni. È l'indiano che cura le incisioni di Elton John e dei Pink Floyd [...].
Sono stati due mesi piuttosto duri per loro: 16-18 ore di lavoro al giorno. L'ultima notte avevano fatto l'alba assieme a Luciano Tallarini, l'art director che realizza le copertine dei loro dischi, per trovare qualcosa di nuovo.
«L'idea è scaturita dal titolo stesso dell'album: Rotolando, respirando". L'uovo! Una forma perfetta, nella sua semplicità, e nello stesso viva, che respira. Sulla copertina dell'album campeggerà dunque un uovo con infilato dentro un fiore di papavero, simbolo dell'arte che nasce dalla vita. "Rotolando, respirando" è il titolo di una canzone del 33 giri. Un'altra è "Fiore nell'acqua". Ne è autore, insieme a Facchinetti e Negrini, anche Red. Un'altra ancora: "Che ne fai di te" di Stefano D'Orazio e Facchinetti» [...].
27 ottobre 1977 - Grand Hotel - N. 43 - "Aggredito il bello dei «Pooh»: gli strappano la camicia", tavola del pittore Walter Molino
È accaduto in un paesino nei pressi di Modena. Red Canzian, il bassista dei «Pooh», all'uscita di un locale dove si era esibito con gli altri ragazzi del complesso, è stato aggredito da un gruppo di ragazze. Erano delle ammiratrici che volevano ad ogni costo come «souvenir» un lembo della sua camicia. Come sfuggire alle scatenate fans? Red, con l'aiuto dei suoi colleghi Dody, Stefano e Roby, è riuscito per fortuna a rintanarsi nell'abitacolo di un camion. Vi è rimasto «prigioniero» per molte ore. Poi sono intervenuti alcuni agenti di polizia che l'anno «scortato» fino all'albergo più vicino. D'ora in avanti Red, concordemente definito il «Bello dei Pooh», dovrà viaggiare con una dozzina di camicie di ricambio.
Ottobre 1977 - Sogno - Pag. 7 - "I Pooh", di Simonetta Martellini
Non è facile dire qualcosa di nuovo su «I Pooh». Il gruppo fa parte di quella ormai esigua schiera di complessi che, dopo il boom degli anni '66-'68, ha resistito alla moda e ai gusti del pubblico giovane. Puntuali come sempre, hanno pubblicato da poco il loro nuovo album («Rotolando respirando») e la loro canzone autunnale «Dammi solo un minuto» è già nelle classifiche dei dischi più venduti [...].
DODY: [...] Recentemente ho scritto anche qualche canzone tutta mia ed è stata una gran bella soddisfazione. Infatti, prima che per il mio gruppo, io compongo per me stesso, anche se, naturalmente, sono influenzato dalla nostra vita in comune e da certi canoni che ormai sono classici dei Pooh [...]. Dody Battaglia, questo l'avevo dimenticato prima, è anche l'autista dei Pooh. Per libera scelta, è ovvio, perché mi piace guidare la macchina e mi piacciono le corse... anche se agli altri non piacciono le «mie» corse sulla «loro» macchina [...].
ROBY: [...] Da quasi dodici anni ormai compongo la maggior parte dei pezzi dei Pooh e per i Pooh suono pianoforte, mellotron e moog [...].
RED: [...] In quest'ultimo longplaying, Rotolando respirando, ho cominciato a scrivere delle musiche insieme con Roby. I miei hobbyes sono la pittura (faccio quadri naif), le ragazze e la produzione di altri cantanti (per esempio: Genova & Steffan) [...].
STEFANO: [...] Suono le percussioni: batteria, timpani, tubular bells, bongos, tutte quelle cose che fanno rumore, aborrite dalle mamme e dai vicini di tutto il mondo [...]. Il mio hobby è uno solo: riuscire a stare tranquillo, con me stesso [...].
Siete entrati a far parte dei Pooh in periodi molto diversi. Come vi siete conosciuti?
STEFANO: Chi più chi meno, eravamo tutti dell'ambiente. Ci siamo incontrati spesso nei locali, negli alberghi, sui treni. Ci accomunava lo stesso modo di concepire la musica, la stessa voglia si esprimerci semplicemente, senza maschera; appena abbiamo potuto, ci siamo riuniti, anche a costo di cambiare le attitudini di qualcuno di noi [...].
Siete molto amici dunque...
RED: Posso rispondere sì senza paura di essere smentito. Siamo profondamente amici, anche al di fuori del lavoro. I problemi e le gioie di uno di noi sono i problemi e le gioie di tutti [...].
Progetti per il futuro?
RED: Il primo, e il più importante, è la nostra partenza. Stiamo già preparando le valigie per la più lunga tournée dei Pooh: staremo via un anno. Gireremo l'Europa, il Canada, e termineremo questo lungo viaggio con un disco a Los Angeles. Torneremo in Italia solo a Natale, a Pasqua, delle parentesi umane e non professionali. Quest'anno all'estero ci servirà per uscire dalla routine, ci permetterà di arricchire il nostro bagaglio musicale [...].
Novembre 1977 - Nuovo Sound - N°11 - Pag. 19 "Rotolando respirando", di N. S. - Pag. 41 "Ancora tra un anno", di Gilberto Lupi
Pagina 19 - Ennesimo album per i Pooh (ho veramente perso il conto), il gruppo che forse più di ogni altro suscita polemiche essendo sempre stato preso come linea di confine tra due modi di concepire la musica (melodia tradizionale e non), tra due sfere distinte di pubblico, tra quei due mondi inconciliabili [...]. Viene spontanea una considerazione: perché proprio loro assumono questo ruolo di termine di paragone? La risposta non può che essere una ed è che i Pooh, nel loro genere, sono dei capiscuola. "Rotolando respirando", un album che [...] trasuda vero professionismo da tutti i solchi aprendo la via ad un nuovo corso che si preannuncia suscettibile di interessanti sviluppi. Abbandonate le atmosfere megasinfoniche dei precedenti lavori, l'attenzione è ora tutta rivolta verso la restituzione di un aspetto "umano" dei Pooh inteso nel senso di ricreare su disco l'atmosfera di cui il gruppo sa circondarsi sul palcoscenico, affidando soltanto alle possibilità polistrumentistiche dei quattro la mole di un lavoro sempre più di precisione.
PAGINA 41 - Come era facile prevedere fin dal primo ascolto dell'album "Rotolando respirando", i Pooh stanno scalando velocemente le classifiche di vendita nonostante l'assenza dai palcoscenici italiani che generalmente costituiscono in'importante base di lancio per un nuovo disco.
Sicuri del proprio lavoro, Facchinetti, Battaglia, D'Orazio e Canzian hanno lasciato l'Italia programmando di tornare ad esibirvisi tra almeno un anno: "Nei nostri piani - ci hanno detto in un recente incontro alla vigilia della partenza per la Spagna - c'è la ferma intenzione di verificare il successo che ci ha decretato il pubblico italiano affrontando le platee del mondo. Per tutto il mese di novembre saremo in Spagna, in Svizzera e in Germania, dove già siamo in classifica con "Dammi solo un minuto" in edizione spagnola e italiana. A dicembre torneremo nei paesi dell'Est, che abbiamo piacevolmente sperimentato l'anno scorso e che ci hanno riconfermato questa volta: Romania, Bulgaria e Cecoslovacchia. Gennaio sarà dedicato al Canada, febbraio agli Stati Uniti, marzo al Sud America, aprile al Giappone, maggio all'Australia. A giugno torneremo di nuovo in Italia per entrare in sala d'incisione e preparare il nuovo LP che forse è anche l'ultimo per la nostra attuale etichetta, la CGD: abbiamo infatti cinque case discografiche interessate a prenderci sotto contratto, e tra i nostri problemi ci sarà anche quello di vagliare le migliori proposte... naturalmente, ci teniamo molto al mercato estero, da oggi in poi non vogliamo che possa rimanere fuori da qualunque tipo di accordo".
[...] Non è vero, come è stato detto, che spariremo per un anno dalla circolazione: in Italia torneremo spesso per partecipare a programmi televisivi - puntualizza Roby - e soprattutto per realizzare, come sembra ormai quasi sicuro, una colonna sonora per un importante sceneggiato televisivo. Dopo la fortunata esperienza de 'La gabbia' ci piacerebbe che questo nuovo lavoro sfociasse in un intero album strumentale, uno dei miei grandi sogni di compositore. Ho anche idee che mi attirano molto e che vanno molto oltre la musica leggera, ma non è ancora tempo di parlarne: bisogna dar tempo al tempo".
Per rispondere alle domande che alcuni lettori hanno posto ai Pooh, interviene Stefano: "Qualcuno ci chiede se, eliminando i supporti orchestrali, ci dirigiamo verso il rock. Dobbiamo puntualizzare che non abbiamo intenzione di far sconfinare la nostra impostazione mediterranea in culture diverse, anche se sotto l'aspetto ritmico ci possiamo avvicinare al rock che comunque è nelle intenzioni, e resterà un rock al limite, ma mediterraneo, fedelmente nostrano".
Dicembre 1977 - Best - N. 12 - Pagina 37 - "Classifiche italiane" - Pagina 38 "Pooh"
Dalle ceneri dell'era beat italiana soltanto tre gruppi sono ancora tizzoni più o meno ardenti: i Nomadi, l'Equipe 84 e naturalmente i Pooh. Ma mentre per i primi due sopravvivere ha significato il completo stravolgimento dei canoni musicali sotto i quali erano nati, per i Pooh il trascorrere degli anni ha segnato più semplicemente una evoluzione, naturalmente grandissima, di quella linea melodico-aggressiva che aveva caratterizzato fin dall'inizio le loro incisioni.
Roby Facchinetti, Dody Battaglia, Stefano D'Orazio e Red Canzian [...] devono la loro popolarità ad una sapiente formula di semplicità, assoluta padronanza vocale e strumentale, intuizione circa il valore e la scelta dei contenuti che il loro pubblico è sempre immediatamente in grado di recepire, continuo aggiornamento e studio di nuove tecniche sonore sia in fase di registrazione che di esibizione dal vivo [...].
Li si può accusare di non offrire quasi mai alla gente contenuti stimolanti sotto il profilo mentale, ma non si possono davvero fare appunti alla loro coerenza artistica e alla indiscussa capacità di svolgere il proprio mestiere [...].
Dicembre 1977 - Best - N. 12 - Pagina 56 - "C'era una volta...", racconto di Valerio Negrini
NOTA IMPORTANTE - Il racconto che segue si intitola "C'era una volta..." ed è fortemente surreale. Ispirato dalle dinamiche che ruotavano attorno al mondo discografico dell'epoca, il testo è connotato dalla pungente ironia propria di Negrini.
Nella prima parte viene utilizzata la parola "neg*o" riferita ad un personaggio presente nella narrazione. Ci teniamo a sottolineare che all'epoca tale vocabolo in Italia non aveva ancora assunto il significato offensivo che ha ora e quindi nel contesto non è da ritenersi come tale, ma piuttosto con l'accezione di "persona di colore".
"C'era una volta..."
La Radiosveglia fece il suo impietoso dovere a mezzogiorno in punto. Un raggio impertinente di sole, sfuggito al controllo delle quasi impenetrabili tendone azzurre, rimbalzava sulla mezza dozzina di dischi d'oro appesi alla parete e puntava l'indice sulla pupilla indifesa del cantautore. Egli subì la violenza. Cercò a tentoni quel certo pulsante su comodino, lo premette, e dopo pochi istanti comparve l'universitario eritreo col vasosio fumante e il suo sorriso a mezzaluna. - Salve, fratello nero! - Compagno Buana, benvenuto nel nuovo giorno! - L'africano attraversò la stanza e scostò le tende. - Le gemelle sono andate via da due ore. M' zuri sana, m'zuri padroncino! Pelle di latte e valigie pesanti. - L'artista si sedette sul letto, avviluppato nel morbido pigiama giapponese. - Taci, mio fido cannibale e leggimi invece, come ti compete, la Hit Parade di oggi. - L'Etiope, togliendosi dai capelli alcuni frammenti di paglia, obbedì prontamente.
La classifica mise di buon umore il cantautore che uscì dal letto con insolita agilità. - Oggi mi sento creativo! - lo si udì esclamare dentro il bagno; - C'è molta folla che aspetta in strada? - egli chiese. Il neg*o sbirciò dalla finestra e scosse il capo: - Come ieri e come domani. Il popolo non prende coscienza in una notte! - Lo sguardo di Carlo Marx nel manifesto gigante sul muro e lo sguardo dell'uomo di colore si incrociarono intensamente. Dal bagno giungevano rumori di cantautore intasato che si purifica e dalla strada saliva un vociare indistinto che montava con lo scorrere dei minuti. Il neg*o pensò a una barzelletta che gli raccontava spesso il missionario quando lui era bambino, e rise silenziosamente in swahili. In quel preciso istante gli Hare Krisna smisero di cantare in una certa piazza di Amsterdam e risero ritmicamente di una gustosissima facezia su Giscard D'Estaing. In quel preciso istante il cantautore beniamino di una generazione uscì dal bagno.
Il catamarano Rolls Royce è una sofisticatissima vettura inglese che non vediamo molto spesso circolare sulle nostre strade. Esso consta di due Rolls Royce Silver Shadow perfettamente identiche, parallele e unite fra loro da una struttura tubolare (tipo piroga melanesiana, che dispone di un sedile anatomico, sterzo pedaliera e cruscotto digitale, praticamente un flying - bridge, come nei cabinati per la pesca d'altura. Questo è l'inusitato oggetto sul quale alcuni pensionati di passaggio video salire il cantautore di cui tutti parlano, uomo fra gli uomini, uscito di casa come un popolano qualsiasi a godere i residui di sole di un novembre metropolitano. I vecchi sorrisero bonariamente, osservando il cespuglio di ragazzine multicolori che si aggrappavano al veicolo, ululando a contendersi il profilo rigido dell'diolo che si allontanava come un volo di fenicotteri. Restarono lì, scarmigliate sulla strada le fanciulle, e nell'aria passava odore di Patchouli e di caldarroste, e il venditore di magliette riponeva la merce.
L'artista sente esistenzialmente lo scorrere del tempo e il dipanarsi delle emozioni crea il suo impegno. Egli è alternativo, distilla nei suoi visceri il vino della vita, e cede acquavite rovente al mondo. Ragazzi dal viso dipinto avevano acceso un fuoco in mezzo a un'aiuola e non lo riconobbero subito quando si unì a loro. Non l'avevano visto quando, prima di uscire dalla grande casa, era entrato in un certo ripostiglio dove, circondato di candele accese, egli teneva celata una effige di pelouche, grandezza naturale del Giaime Pintor famoso censore, non l'avevano visto tratte da un astuccio segreto lo spillone dorato e infiggerlo tre volte nel pube morbido del manichino, cantilenando un'oscura filastrocca di Haiti, nessuno aveva mai visto ciò. Gli passarono volentieri la chitarra e lo spinell*, suonarono i bongos sotto i larghi cappelli, nel pomeriggio che sapeva di pomeriggio, ed egli sentì di amarli. Segue ora un elenco di cose che succedevano nel mondo in quel preciso momento: George Harrison giocava a backgammon con un famoso bramino in una taverna del Bangla Desh, Robert Shaw mangiava zuppa di pesce a Key West, Biermann discuteva con un gondoliere di Torcello sul divieto di sosta di Mongolia Esterna, Garcia Marquez si soffiava il naso e il Piave mormorava. Il cantautore si sentì espropriato. Le casse di pino svedesi contenenti i suoi proventi dell'ultimo semestre cigolarono sinistre nella soffitta della sua coscienza. Si sentì chiuso a respirare in un armadio.
Rabbiosamente puntò l'indice sul mento dell'indianina dagli occhi grigi e gridò: - Possibile che io sia trasparente? ... - La fanciulla lo guardò tranquilla e bevve ancora da un bottiglia verde senza etichetta. Poi rispose: - Io ti conosco, signore, ma io sono mia. - Due carabinieri a cavallo osservavano alcuni ragazzi colorati danzare attorno alla fiamma e un cantautore che si odiava nel tramonto. Al quattordicesimo piano della città un discografico progressista riponeva in un cassetto la foto dei suoi cari e ascoltava i passi degli impiegati che se ne andavano. Dieci radio libere trasmettevano lo stesso disco nello stesso momento, e certe massaie delle Langhe si guardavano Piccolo Slam in Tivvù. - Eppure c'ero a Villa Pamphili quel giorno, - il cantautore disse tra sé mentre il fiato fumava nell'aria. - Eppure gemevano le assi del palco sotto il pianoforte d'avanguardia, e sul microfono gocciolava sudore sincero. E ho sempre preferito Leonard Cohen a Lucio Battisti, e sono andato in India due volte. Dov'è che ho sbagliato? - Si alzò e si allontanò lentamente. La macchina lo aspettava come un grosso animale scuro ai bordi del parco e su un sedile stava una copia spiegazzata di Nuovo Sound con la sua faccia in copertina. Una trentottenne rossa di capelli passando lo guardò e sorrise. Lui abbassò gli occhi e si guardò il bordo sfrangiato dei jeans, gli stivaletti inglesi a punta, e il rugoso asfalto italiano sotto di essi. Passava parecchia gente frettolosa, ma solo un ragazzino in tuta da ginnastica aveva lo skate-board sotto il braccio. Quasi tutti gli altri avevano dei giornali non tutti avevano lo stesso giornale, quasi nessuno aveva giornali ungheresi. Un ragioniere con gli occhiali guardava le vetrine, della strada, dall'altra parte della strada, e dentro c'erano delle magnifiche combinations da Stenmark On The Rocks. Sedici pistoni Rolls Royce si mossero contemporaneamente e fu completamente sera.
Il produttore discografico riscalda i giornalisti musicali con premure di Mamma. Egli è giullare, meretrice e maggiordomo. Egli sa dove farli sedere, come nutrirli al banchetto promozionale. Sulla parete in fondo al salone sta appesa una riproduzione gigantesca della nuova copertina, il bel fotocolor analizzato per mesi, molti adesivi fioriscono qua e là come margherite. È nato il Nuovo ELLEPÌ! Il produttore ha spedito ancora rose negli ultimi giorni, e ha passato molte ore al telefono, e ha camminato leggero su moquettes colorate e in tanti lo hanno visto sorridere. Il produttore non è servile, è buono! Molti camerieri si incrociano nella sala e alcuni di loro avranno un dono quando avranno fatto il loro dovere. - Una cartolina firmata, signore. Non è per me, sa, è per il mio nipotino mutilato... - Molti giovinetti senza speranza sono stati salvati da una cartolina firmata. I giornalisti musicali invece li salvi trattandoli umanamente. Il loro lavoro è umile, misconosciuto, pericoloso. Alcuni bocciofili birmani ne hanno visto uno un giorno, che compilava classifiche per otto mercenari cinesi sulle pendici di un colle. Aveva una rosa italiana all'occhiello ed è parso loro molto sincero. Ma occhi lucidi e riconoscenti incontrano già lo sguardo del produttore, mentre aperitivi e salatini si allineano all'ombra delle persone.
Il cantautore entrò e il produttore lo guardò con sollievo. I giornalisti musicali lo video illuminarsi e scomporsi leggermente, seguirono il suo sguardo e i suoi passi e tintinnarono nelle coppe gli spiedini con l'oliva, mentre un tecnico attento, mixi-mixi, celebrava in un angolo, fra suoni e lampadine. Si distribuivano esemplari preziosi della nuova creatura, fra discorsi intelligenti e flatulenze discrete, e un quarantatreenne dimagrito e superbo faceva sfavillare gli occhi nelle medagliette punk di certe fanciulline con registratore e microfono TMC, mentre Radio Alice non era presente e il Faraone passava il Mar Rosso via Satellite e scusa Negrini ma questo non c'entra. Il cantautore si sedette a cena e moltiplicò pani e discorsi. I pesci nuotavano nell'Adriatico senza problemi. Segue un elenco di chi aveva problemi in quel momento preciso qua e là per il mondo: stavano sempre peggio cinquecento svizzeri scambiati per italiani, la suocera di un paroliere bravissimo digeriva malissimo e Sandokan cavalcava Furia al Teatro Antoniano. Tutti i giornalisti musicali invece amarono in breve l'inusitata nuova di un Cantautore Battagliero e in un vassoio rimasero parecchi centimetri cubici di risotto al caviale.
Il produttore evitò sedici volte il vino e cadde invece vinto da una ventinovenne redattrice che gli fece intravedere Odeon e una qualunque festa celtica dell'uva, mentre un certo cantautore lucidava un dolmen. Il cantautore si sentì felice; in determinati specchi si vedeva finalmente tutto intero, un certo roteare di occhi del fantoccio magico nello stanzino segreto non lo aveva impensierito. Due pernacchiette sommesse di un critico minore e bipede in un angolo non gli avizzirono il sorriso. Aveva vinto la sua bella guerra, era in procinto di penetrare come una salmonella, come l'enzima maligno nel ventre del Potere, di scavalcare gli schemi e spalancare la fronte al bacio dei suoi nuovi angeli colorati. In un luna-park macedone arrugginiva il mostruoso alambicco meccanico suo vanto e vettore di poco tempo prima. Sette zingari traci e un cronista mondano avevano osservato due mesi prima un bravo cantautore italiano spogliarsi del suo giocattolo di lusso e di sedici pregiudizi su una spiaggi invernale, accanto a un laureando africano all'ombra delle cui mani vibrava un tam-tam. Questo due mesi prima. Ora si fece d'improvviso silenzio, fra i cocktails e le confidenze a mezz'aria. E il produttore trasse dalla ventiquattr'ore di ippopotamo grigio una pergamena che lentamente srotolò, l'occhio lucido ed equino: - Signori, ottocentocinquantamila copie del Nuovo Ellepì e unmilioneventotto del Nuovo Quarantacinque Giri, solo di prenotazione. È un record assoluto! La C.I.A. Records mi autorizza ad annunciare che ci viene rinnovato il contratto per dieci anni, con opzione fino al millenovecentonovantadue! - E i giornalisti musicali che applaudivano lo videro piangere.
Il cantautore invece si morse un'unghia e vide muoversi le tende. Un breve soffio di vento che nessuno avvertì. Ma egli seppe che non era una cosa buona. Segue ora un breve elenco di cose buone e meno buone che avvenivano nel mondo in quel preciso momento: Michele Sindona giocava a Monopoli con alcuni portoricani in una bettola del Village, alcuni guerrieri Yali della Nuova Guinea festeggiavano il compleanno della Luna bevendo birra giapponese, un solo giapponese fotografava Bob Dylan, certi ragazzi colorati dagli occhi grigi erano tutti d'accordo contro un imprecisato cantautore infiltrato, e il bel manichino Life-Size dello sgabuzzino ridacchiava maliziosamente nel buio.
***
P.S. Ogni riferimento a personaggi esistenti è puramente voluto. Si ringraziano: la Savelli Editore Pane e Rose, Mogol, l'Opus Dei, Al Fatah, alcune razze inferiori, il generale Firmato Cadorna, Giancarlo Lucariello, il governo dell'Irian Barat, King-Kong, Pinochet e i suoi Intillimani, la Findus, la Rolls Royce, Stefania Rotolo, la Valanga Azzurra, l'Autotassazione di novembre, l'E 123, il Futuro Pontefice, alcuni agenti segreti, la Guida Michelin e i Pooh.
(Fine)
Valerio Negrini