I Pooh tornano in cinque per la reunion del cinquantennale - Martedi' 29.09.2015
Lunedì 28 settembre si è tenuto all'Hotel Boscolo di Milano la conferenza stampa forse più significativa della vita dei Pooh, quella che ha permesso loro di comunicare quali sono i progetti e le iniziative che li vedranno impegnati nei prossimi mesi, soprattutto in quel 2016 che segnerà il cinquantesimo anno di attività del gruppo.
L'incontro è stato aperto da Ferdinando Salzano, Amministratore Delegato di F&P GROUP srl, azienda specializzata nell'organizzazione di tour ed eventi. Proprio in veste di tale ruolo ha dato il primo annuncio: «Oggi è una giornata importante per la musica italiana. Per la riunione di questa grande famiglia che oggi compie cinquant'anni abbiamo scelto due location importanti: i Pooh saranno a San Siro il 10 di giugno e allo Stadio Olimpico il 15 di giugno».
L'incontro è proseguito con la proiezione del video della nuova edizione di "Pensiero", suonata e cantata a cinque, di cui scriverò nel prossimo articolo.
Il momento più atteso dai presenti in sala è stato l'ingresso dei Pooh nella nuova formazione a cinque elementi: sfilando nell'ordine di Stefano D'Orazio, Dodi Battaglia, Roby Facchinetti, Red Canzian e Riccardo Fogli, hanno raggiunto il tavolo preparato per l'occasione.
Il primo a prendere la parola è stato Roby Facchinetti, visibilmente emozionato quanto gli altri artisti al suo fianco, come se i tanti anni trascorsi sotto i riflettori e davanti gli obiettivi non ne avessero "anestetizzato" la capacità di emozionarsi. «I Pooh sono nati nel lontano gennaio del 1966, esattamente il 28 gennaio, fra quattro mesi saranno cinquant'anni che la nostra storia esiste. Lo abbiamo giurato, lo abbiamo promesso a noi stessi che questo era un traguardo che meritava la nostra storia sia musicale che umana. Questa è la fotografia che ci siamo sempre immaginati ed era così che noi l'abbiamo sognata. Certo, manca un grande assente, che è il fondatore dei Pooh: senza di lui noi non saremmo qui, il nostro poeta Valerio Negrini».
Dopo un lungo applauso la parola è passata a Dodi Battaglia: «Siamo veramente molto contenti di aver pensato a questa reunion e di avere coinvolto due persone che hanno vissuto con noi gran parte di quelli che sono stati questi cinquant'anni che andremo a festeggiare dal 2016, Stefano D'Orazio e Riccardo Fogli. Ci tengo anche a dire che sono due amici coi quali non abbiamo mai interrotto il cordone ombelicale.Quando Stefano ha cominciato a fare i suoi musical abbiamo collaborato con lui, ci siamo visti e ci sono un'amicizia ed un rispetto profondi. La stessa cosa è con Riccardo, in maniera particolare io e lui ci vediamo spesso perché tutti e due abitiamo a Bologna ed a volte partecipiamo a qualche serata insieme. Per cui questa reunion è una grande occasione per noi di grande emozione e credo e spero che questa grande emozione arriverà a tutti nel corso del 2016».
Red Canzian, completamente ripresosi dopo il malore che lo ha colpito alcuni mesi fa, ha dichiarato: «Non avrei mai pensato di ritrovarmi sul palco con il bassista che mi aveva preceduto, sono cose che di solito non avvengono. Ma l'altra sera, vedendo la foto di noi cinque, ho avuto un'emozione particolare, come se quella fosse stata la formazione che doveva essere da sempre. Io credo che chi è stato coi Pooh rimane un Pooh per tutta la vita e Riccardo è entrato con una tale delicatezza da un lato ed allo stesso tempo con determinazione, con un gusto... Io sono quello che lo conosceva meno, adesso sta nascendo una bellissima amicizia e credo che questa sia la cosa più importante. Per questo cinquantennale andremo a prendere tutti i "figli" più belli della nostra storia perché la nostra è una storia che è partita da molto lontano: abbiamo canzoni che parlano dell'amore, del sociale ad esempio e quindi cercheremo di dare una fotografia anche in questo caso musicale di tutto quello che ci ha rappresentato. E' una storia lunga, non sarà facile rappresentarla, ma noi vorremmo farlo con un concerto grande, importante».
E' toccato a Riccardo Fogli dare l'annuncio più triste: «Ho una cosa dentro, qua... mi dà una cosa qua il fatto che... si chiuda. Come la possiamo definire? Me la sono scritta: i Pooh chiudono la carriera. Sì, mi dà una cosa dentro, come se succedesse qualcosa di molto grave, ma non è così. Stefano... non è così, vero?».
Stefano D'Orazio: «Come dice Riccardo, sicuramente questa emozione che ci deriva dall'idea che questa sarà veramente la nostra ultima notte insieme, chiaramente comporterà una serie di emozioni che non saranno molto gestibili. Ma noi cercheremo di trasformare questo nostro ultimo atto in un momento di aggregazione, di festa e speriamo che possa essere sia per noi sia per il pubblico che ci ha seguito in tutto questo tempo un momento indimenticabile. Devo dire che quando mi hanno chiesto di partecipare a questo compleanno io sono rimasto abbastanza spiazzato, un po' impaurito, perché dopo sei anni dalla mia scelta di uscire dai recinti nei quali mi ero abituato a vivere pensare di risalire su quel palco che era stato il palco della mia vita mi poneva veramente di fronte ad una scelta non facile. Devo dire che poi invece i miei colleghi, l'affetto, la determinazione di Facchinetti... Mi sono reso conto che avevano perfettamente ragione, perché come avrei fatto a giustificare, soprattutto a me stesso, il fatto di non esserci in questo ultimo valzer che abbiamo deciso di ballare insieme e come spiegarlo a quel pubblico che in qualche maniera ci ha accompagnato per la tutta la vita lasciandoci sognare, sognando insieme a noi?».
Ha poi ripreso la parola Roby Facchinetti, il quale ha ricordato il ragazzo di Bologna che fondò il gruppo: «Non posso che avere un grandissimo senso di gratitudine per tutte le persone che hanno fatto parte di questa lunga storia, anche solo per un giorno. E sono tanti, innanzitutto voglio rifare il nome di Valerio Negrini perché lui è stato il vero protagonista della nascita dei Pooh e per tutto quello che ci ha lasciato, che ha scritto. E poi vorrei ringraziare Stefano, Dodi, Red, Riccardo, vorrei aggiungere anche Mario Bertoli della primissima formazione, Mario Goretti, Gilberto Faggioli che fu il primo bassista dei Pooh. Grandissima gratitudine anche nei confronti del pubblico straordinario che non ci ha mai abbandonati: quello rappresenta il nostro vero patrimonio e un senso di gratitudine nei confronti del pubblico è assolutamente dovuto».
Dodi Battaglia: «Magari qualcuno sta pensando "Ma perché?". La domanda sorge spontanea. Noi in questi due anni ci siamo riuniti molto spesso, abbiamo parlato a lungo di quello che doveva essere questa celebrazione, cinquant'anni di lavoro insieme e abbiamo pensato che in questo momento siamo ancora molto forti, quindi questo è il momento per finire alla grandissima, questa deve essere la fotografia che noi dobbiamo lasciare a noi, ai nostri figli, alle nostre famiglie, a tutti coloro che vogliono intraprendere la carriera di chi vuol fare il musicista all'interno di un gruppo. La nostra carriera finisce qui non solo per quanto riguarda i concerti dal vivo, ma anche per quanto riguarda la produzione discografica. Da adesso fino a giugno del 2016 questa macchina, che è sempre stata una macchina da guerra, oltre che per la musica, sarà dedicata a quelli che saranno questi due grandi concerti ai quali teniamo in maniera particolare, perché credo sia la maniera migliore per consacrare cinquant'anni di attività. Già da domani mattina cominceremo a fare le prove musicali perché dev'essere una cosa pensata con una scaletta straordinaria, con degli interventi da parte di Stefano e Riccardo che abbiano veramente un senso: loro ne devono far parte, come hanno fatto parte dei Pooh».
Red Canzian ha poi accennato qualcosa sull'organizzazione dei due concerti:
«Andremo a ripescare quelle cose che noi per primi abbiamo fatto perché le "prime volte dei Pooh" sono state tante, quindi sarà ovviamente una grande produzione a livello di scenografie e sarà la più grande di quelle che abbiamo mai portato sul palcoscenico. Prima Roby diceva che i Pooh sono nati il 28 di gennaio, noi scaramanticamente con Artist First il 28 di gennaio faremo uscire un doppio picture disc che conterrà venti canzoni. Però queste canzoni vogliamo che sia il pubblico, il nostro pubblico più affezionato, a sceglierle, per cui probabilmente non sarà un disco fatto di grandi successi. Sarà una tiratura limitata, anche questo sarà uno dei tanti doni che cercheremo di mettere in questo cinquantennale. Ce ne saranno altri ma ve li racconteremo poi strada facendo».
Dodi Battaglia ha successivamente aggiunto: «La filosofia di questa compilation è di inserire i brani che hanno un grande valore intrinseco, ma che non hanno avuto l'eclatanza che meritvano. Nella scelta di questi brani credo che il nostro pubblico possa aiutarci molto perché non siamo dei fantastici giudici di noi stessi quando facciamo il nostro mestiere».
E' poi toccato a Ferdinando Salzano annunciare ai presenti che la prossima primavera RAI 1 dedicherà una serata evento alla carriera dei Pooh.
Alla domanda del giornalista
Leonardo Iannacci sulla pubblicazione di un nuovo album, Facchinetti ha risposto: «E' chiaro che questo progetto richiede una colonna sonora inedita. In che misura, in che quantità lo dobbiamo ancora stabilire, però è chiaro che ci sarà qualcosa di inedito, assolutamente».
Alla domanda di Luzzatto Fegiz sul futuro dei Pooh dopo il fatidico 31 dicembre 2016, Dodi Battaglia ha risposto: «I Pooh non saliranno mai più dopo il 2016 su un palco né mai più faranno dei dischi assieme. Questo non vuol dire che magari noi singolarmente non si possa continuare a fare i musicisti: io non conosco altro mestiere migliore al mondo, per cui singolarmente magari faremo ancora il nostro mestiere». Successivamente ha aggiunto: «Ho cominciato a fare il Pooh a diciassette anni, non ho fatto cinquant'anni con i Pooh ma ne ho fatti quarantotto. Credo che non sarà un punto e virgola della mia vita, sarà sicuramente un punto a capo. E fare un punto a capo per me l'anno prossimo quando avrò sessantacinque anni, penso sia una delle cose più devastanti. Questo non vuol dire che sia brutto, magari sarà bellissimo, magari farò altri sei dischi con Tommy Emmanuel o altri progetti».
Stefano D'orazio ha poi aggiunto: «Ogni volta che incontriamo qualcuno c'è una frase ricorrentissima che ci viene detta: "Siete stati la colonna sonora della mia vita". Tutto sommato se abbiamo attraversato cinquant'anni, tre generazioni vuol dire che strada facendo qualche emozione carina l'abbiamo lasciata, soprattutto se c'è ancora gente che a quanto pare ha ancora voglia di venirsi a emozionare ancora con la nostra musica».
Devo ammettere che è stato difficile assistere alla conferenza stampa ed accogliere serenamente il fiume di parole ed emozioni che i cinque artisti hanno riversato senza parsimonia. Da fan non avrei mai voluto dover sentire l'annuncio della chiusura definitiva del marchio Pooh, una costante della vita mia e di tantissime altre persone che con la musica di quei signori hanno gioito, hanno riflettuto, hanno sfiorato corde emotive che solitamente vengono tenute nascoste.
I Pooh hanno toccato tante vite, quelle di coloro che li amano, ma anche quelle di coloro che li denigrano, perché se qualcuno si prende il disturbo di criticare o ridicolizzare, allora significa che qualcosa di consistente, di significativo in realtà esiste.
Valerio Negrini e tutti coloro che hanno condiviso il suo sogno di fare musica per poter esprimere la propria individualità, per poter affermare la propria esistenza in questo mondo e la capacità di creare bellezza attraverso parole e note, meritano tutto l'affetto e la stima per questi anni che ci hanno visti davanti ai vinili che giravano, in auto a cantare a squarciagola, sotto i palchi a rubare note ed euforia.
Sì, i Pooh termineranno il loro cammino il 31 dicembre 2016. Ma la loro musica continuerà a risuonare della eco di ciò che "come il vento niente mai lo fermerà /
non si disperderà”...
Autore - Michaela Sangiorgi