Il sogno di Donato e il coraggio di Dodi - Sabato 08.10.2022
Esistono sogni che vengono coltivati una vita intera. Importanti o leggeri che siano, ci accompagnano per anni, muti e rassicuranti compagni di un viaggio di cui nessuno conosce la destinazione. A volte un sogno può divenire il fine ultimo di una intera esistenza, lo scopo per cui imparare, lavorare, lottare contro un destino, o contro eventi, che cercano di imporre un cammino completamente diverso.
Così come può bastare un piccolo colpo di fortuna, un incontro casuale per vedere divenire realtà quanto sperato e cullato, altresì un semplice metaforico inciampo, un gesto compiuto nel momento sbagliato possono rendere vani gli sforzi di anni.
Come recitano le parole scritte da Valerio Negrini per una canzone dei Pooh, «per fortuna il primo amore / non ci chiede mai l'età». La storia d'amore tra la musica ed un bambino di appena 4 anni nacque davanti la vetrina di un negozio di strumenti musicali di Bologna, quando una lucente fisarmonica seppe catturare l'emozione e le fantasie di una mente tanto giovane quanto vivace e determinata. L'arrivo un anno dopo del tanto desiderato strumento, l'intenso studio, il repentino e drastico cambio di rotta a 14 anni grazie alla scoperta della chitarra elettrica (la Fender Stratocaster di Hank Marvin), l'ingresso nei Pooh, questa è la storia che tutti conosciamo. Così come conosciamo Dodi, il virtuoso compositore, il musicista che ha saputo avvicinare alla chitarra chissà quanti ragazzi, l'interprete dotato di una duplice vocalità: quella propria della sua voce, unita a quella dello strumento. Perché è così, è innegabile: la chitarra di Dodi è stata sempre, costantemente la quinta voce dei Pooh.
Chi non ci è dato conoscere è Donato. Da sempre riservato e timido al punto da sembrare a tratti ombroso, se non scontroso, così attento nel tutelare la propria privacy, l'uomo ha sempre avuto cura che fosse l'artista ad avere a che fare con il mondo della musica. È stato l'artista a gestire la vita pubblica, gli anni randagi spesi portando i concerti di città in città. L'artista ci ha regalato autografi, foto, dischi indimenticabili. L'artista, con la mano dell'uomo poggiata sulla spalla, ci ha permesso di assistere a performances cariche di magia. Perché è con il cuore, è con l'anima, è con il lato più profondamente umano che si crea la bellezza, che si regala emozione e meraviglia.
La sera del 04 ottobre, a Bologna, i ruoli si sono invertiti. Chi era in Piazza Maggiore per assistere alla realizzazione del sogno nato da un bambino incantato davanti ad una vetrina di strumenti musicali, ha visto l'uomo sorretto dall'artista.
Ciò che Donato Battaglia ha fatto, è stato salire sul palco allestito sul sagrato della Basilica di San Petronio e strappare a morsi ogni singolo minuto di esibizione. A qualsiasi costo. Drizzando la schiena ogni volta che le gambe gli chiedevano il contrario. Reggendo il peso di quella chitarra che, vibrando sotto le sue mani, sembrava fare di tutto per divenire sempre più leggera, per non pesargli inutilmente addosso.
Non c'era più Dodi. C'era Donato, c'era la sua fragilità. C'erano il coraggio, la caparbietà, la fiera cocciutaggine di un uomo che ha fatto del suo nome una regola di vita. C'era Battaglia su quel palco, c'era la lotta tra un uomo che doveva assolutamente vedere realizzato il suo sogno e quell'inciampo imprevisto che voleva mandare a rotoli tutto quanto. C'era la volontà di mantenere una promessa fatta al suo pubblico, in nome di quel rispetto che da oltre cinquant'anni è un punto d'onore dell'artista. Ed il pubblico, con il cuore stracciato, ha compreso.
Facciamo tesoro di chi dimostra di amare con tale dedizione ciò che sa fare. Sosteniamo, proteggiamo chi, per il proprio pubblico, mette in gioco tutto. Proprio tutto.
Chi ammira Dodi, sono certa che sa voler bene a Donato, pur non sapendo nulla di lui. Chi tiene in grande considerazione l'artista, sa comprendere l'uomo. Perché quando qualcosa nasce dalla volontà di condividere bellezza, ognuno di noi è più ricco e più consapevole.
Autore - Michaela Sangiorgi