Red Canzian intervistato presso Il Mattino di Padova - Giovedi' 31.01.2013
Nel pomeriggio di giovedì 31 gennaio Red Canzian ha partecipato ad una intervista in streaming presso la redazione de Il Mattino di Padova.
Tra le cose dette, tra poco sarà pronto il suo sito www.redcanzian.it, nel quale tra l'altro verranno pubblicati tutti i bassi in suo possesso. Il preferito è un Fender del 1966, molto usato insieme ad un altro Fender del 1964.
Tra tutte le canzoni del repertorio dei Pooh, Parsifal ha per Red un significato particolare perché rappresenta l'inizio della sua storia con i Pooh.
Parlando di Valerio Negrini, Canzian ha detto: "Quando è andato via Stefano c'era il dubbio se andare avanti o no, lui ci ha sempre detto: "Voi dovete andare su palco, spaccare, siete una forza". Lui ha fondato i Pooh, lui ha scritto il linguaggio dei Pooh, le cose importanti dei Pooh [...]. I grandi capolavori dai quali anche Stefano ha detto sempre che ha imparato, li ha scritti Valerio. Adesso purtroppo Valerio è andato via, è andato via per sempre. [...] E' stato un momento di grande smarrimento anche perché non vogliamo porci il problema di come saranno le nuove parole dei Pooh e di chi saranno. In questo momento vogliamo solo onorare la sua voglia di vederci salire sul palco e andare a suonare".
Alla domanda se esista qualche canzone inedita di Negrini, Red ha risposto: "Ci sono delle cose, però in questo momento non ci voglio pensare".
L'immediato futuro: "Noi speriamo di ritornare in estate. Dovrebbe esserci il tour estivo, visto che è andato così bene quello invernale.[...] Verso la fine di agosto andremo in Giappone a fare un concerto con la grande orchestra mista, un po' italiana e per tre quarti giapponese: abbiamo i primi violini nostri e il direttore".
"Valerio ha scritto delle canzoni che sono passate magari... non dico inosservate, ma che non hanno avuto il giusto peso. Un po' perché magari non erano i singoli in promozione ed erano nascoste tra le tracce di un album. Io credo che lui comunque, che si professava [...] ateo, io credo che lui sia stato un uomono invece che credeva tantissimo in un Dio probabilmente diverso da quello che ci viene raccontato, ma lui credeva tantissimo. Quel Dio delle città e delle immensità che lui ha inventato come entità che governa e guarda su di noi in questa vita moderna che ci porta alla solitudine, credo sia una delle invenzioni poetiche più belle [...]".