Dodi Battaglia a Lugo si racconta con la musica e con le parole - Domenica 09.03.2014
Si è tenuto ieri pomeriggio a Lugo, presso il Teatro Istituto S. Giuseppe, uno dei seminari didattici che Dodi Battaglia sta portando in giro per l'Italia, coadiuvato come sempre dall'efficiente Gaetano Simone. Come lui stesso ha tenuto a precisare: «Credo che questi siano un po' degli incontri, perché ho ben poco da insegnare, preferisco imparare sia nella vita che nel mio mestiere. Posso solo raccontare quella che è la mia esperienza e confrontarmi con voi».
L'appuntamento pomeridiano era stato preceduto con un incontro svoltosi la mattina e che ha visto come auditorio i ragazzi della scuola media, un giovane pubblico che ha saputo gratificare il chitarrista dei Pooh con una entusiasta partecipazione.
Battaglia ha voluto parlare del suo percorso artistico partendo dagli inizi, quando a cinque anni e per i nove successivi cominciò a studiare la fisarmonica e fu proprio in quel contesto che conobbe l'amico Fio Zanotti. Quello della passione per la musica era per certi versi un suo "destino", in quanto nato e cresciuto in una famiglia nella quale quel mezzo d'espressione faceva parte della vita di molti sei suoi componenti, sia come passione sia a livello lavorativo: «Chi fa musica oltre a farsi sentire quando fa delle cose ha anche la grande caratteristica di farsi sentire ma anche di saper ascoltare gli altri».
Il cambio di percorso giunse all'età di 14 anni quando, in un grande magazzino di Bologna gli capitò di imbattersi in un juke-box dal quale uscivano le note di una canzone degli Shadows, inammorandosi immediatamente del suono di una Fender Stratocaster: «In un attimo ho messo da parte nove anni di studio di fisarmonica. Perché avevo avuto una folgorante emozione che mi portava a dedicare tutto me stesso allo studio di questo strumento».
Poi nel 1968 la grande svolta, la proposta da parte di Valerio Negrini di entrare a far parte del suo gruppo, i Pooh: «Ogni volta che mi si è presentata un'occasione nella vita non l'ho mai sprecata perché probabilmente doveva arrivare».
Parlando del suo approccio nei confronti dell'esecuzione musicale, Dodi ha spiegato che, una volta entrato nei Pooh, lui e gli altri colleghi si trovarono di fronte ad un bivio: suonare secondo lo stile piuttosto semplice del periodo, oppure cercare di sviluppare un nuovo modo di fare musica perché, come ha spiegato, «Le scelte nella vita, quelle importanti, si fanno prendendo un grande spunto da dentro».
Nel presentare l'esecuzione della parte strumentale di "Dove comincia il sole", Battaglia ha spiegato che l'album omonimo è nato dalla coesione, dalla forza, dall'amicizia che hanno tenuto unito il gruppo dopo l'uscita di Stefano D'Orazio. Successivamente ha raccontato della sua collaborazione con Vasco Rossi, sfociata nei suoi fraseggi contenuti in "Una canzone per te", "Toffee" e "Va bene va bene".
Dodi ha regalato al pubblico "Vale", un brano non ancora inciso su album, presentato per la prima volta il 3 gennaio scorso in occasione della serata "Ciao Valerio", organizzata per celebrare Negrini, paroliere e fondatore dei Pooh. Così ha detto dell'amico: «Era una persona molto atipica, molto particolare. Si poteva permettere il lusso di fare poco perché lui valeva tanto, perché lui era uno che in due parole tipo "Dio delle città e delle immensità" ti comunicava quello che noi anche pensando per decine d'anni non riusciremmo a formulare in modo così bello. [...] Ho avuto il grande istinto di mettermi al pianoforte a scrivere questa cosa perché era quello che volevo fare in quel momento. [...] Credo che ci stia vedendo in questo momento e che quello che ho voluto raccontare in questo brano sia un po' la sensazione che sta vivendo l'anima di Valerio: per lui, che ha avuto una vita molto tormentata, ho voluto pensare a una musica che mi ispirasse serenità. Credo che lui in questo momento ci stia vedendo, che stia vivendo una situazione di tranquillità, di serenità, di beatitudine. Così sono convinto che lui stia, così lo voglio immaginare».
Per parlare del suo approccio con la chitarra acustica, sfociato nella pubblicazine nel 2003 dell'album "D'Assolo", Dodi ha raccontato della sua amicizia con Tommy Emmanuel, proponendone "Those who wait", sua fonte di ispirazione per "Treno per il mare".
Una vera sorpesa è stato ricevere qualche anticipazione in merito al 2016, quando i Pooh festeggeranno i 50 anni di attività del gruppo: «Abbiamo preso questo periodo per dedicarci appieno a quello che sarà il festeggiamento di 50 anni di lavoro insieme. Stare 50 anni assieme penso che denoti un certo tipo di intelligenza, di garbo, di comprensione, di voglia di essere comprensivi anche nei confronti di altre persone che non la pensano come noi. [...] Credo che faremo delle cose assolutamente fantastiche nel 2016. Purtroppo non abbiamo più con noi il nostro grande compagno di viaggio che è appunto Valerio Negrini, però in qualche maniera riusciremo a dare un cenno a quello che è una voglia di comunicare ancora delle cose nuove, per cui sicuramente nel 2016 ci sarà un inedito».
Al termine del coinvolgente monologo in musica e parole di Dodi Battaglia è stato possibile rivolgere delle domande. Noi di iPooh.it abbiamo chiesto: «Il vostro, inteso come Pooh, lavoro discografico più recente è stato "Opera Seconda", con il quale avete rivestito vostri brani molto importanti. Prossimamente tu, come dodi Battaglia, ti dedicherai a un nuovo album. Qual è la differenza d'approccio nel riscrivere la musica per un brano nato tempo prima, rispetto a crearlo da zero?».
Dodi Battaglia ha così risposto: «Spesso risulta, almeno a me, più difficile reinterpretare un brano vecchio piuttosto che scriverne uno nuovo, perché un brano vecchio ormai ce l'hai nell'orecchio. Faccio un esempio: se io sento "Yesterday" di Paul McCartney fatto con la Filarmonica di Londra, io continuo a sentire lui con la chitarra acustica perché così ce l'ho in mente, così sono abituato a sentirlo, così mi ha dato delle grandi emozioni. Per cui è molto difficile andare a cambiare quello che è un approccio che hai avuto con un arrangiamento. E' stato abbastanza difficile il lavoro di "Opera Seconda" perché reinventarsi dopo tanto tempo non è facile; devo dire che per esempio Mario Biondi è riuscito a dare un po' una svolta a questo lavoro. Però io sono convinto che le cose fortemente motivate sono quelle che arrivano poi a bersaglio come è accaduto con "Dove comincia il sole", che credo sia uno dei dischi più ispirati, come io credo che anche il brano che abbiamo eseguito adesso e che si chiama "Vale", forse non è la più bella canzone che io abbia mai scritto, però è la musica più centrata, perché quando mi sono messo a scriverla volevo fare quella. Sono convinto che, essendo grande l'obiettivo che noi abbiamo in mente, cioé quello di festeggiare degnamente i 50 anni di lavoro assieme, sicuramente quello che faremo sarà assolutamente all'altezza. Considera sempre che uno dei più grandi spauracchi degli artisti e non solo degli artisti, ma anche delle persone di successo, anche degli imprenditori non è tanto il futuro, ma quanto il passato perché abbiamo fatto tali e tante cose belle. Perché quella è l'aspettativa che il tuo pubblico ha, non puoi deluderlo. Per cui sono convinto che il nostro ultimo, nel senso di tempo, per il 50ennale sarà sicuramente un grande disco, nonostante saremo un po' "mutilati" dalla mancanza di Valerio che nella nostra maniera di fare musica era, non dico il 50%, ma il 51%».
L'incontro si è concluso con un Dodi Battaglia estremamente disponibile nel firmare autografi e scambiare qualche parola con i presenti.
Non abbiamo raccontato tutto del racconto di Dodi e dei brani proposti perché questi incontri meritano d'essere vissuti in prima persona.
Autore - La Redazione