Pooh - 1974 Tour Parsifal

1974 Tour Parsifal

GENNAIO

13 - Bordighera (IM) - Discoteca Esagono

13.01.1974 - Bordighera - Discoteca Esagono - Foto di Enrico Marengo

21 - Brescia - Teatro Moretto - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
22 - Varese - Teatro Impero - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00. Una recensione del concerto è disponibile nell'articolo del 10.03.1974, "Alba" n.10, pagina 28, «Credono ancora in qualche cosa», di Umberto Longoni.
23 - San Remo - Teatro Ariston - Ore 21:00.
24 - Genova - Sampierdarena - Teatro Massimo - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
25 - La Spezia - Teatro Monteverdi - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
28 - Crema - Teatro Politeama - Ore 21:00.
29 - Vighizzolo (CO) - Teatro Fumagalli - Ore 21:00.
30 - Lecco - Teatro Europa - Ore 21:00.
31 - Novara - Sala Borsa Congressi - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.

FEBBRAIO

01 - Torino - Good Music Club - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
04 - Fano - Teatro Politeama Rossi - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
06 - Mestre - Teatro S. Marco - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
07 - Carvico (BG) - Teatro Nuovo - Ore 21:00.
08 - Fiorenzuola - Teatro Risorgimento - Ore 21:00.
11 - Ferrara - Teatro Verdi - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
12 - Modena - Teatro Storchi - Ore 21:00.
13 - Firenze - Teatro Astoria - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
14 - Foligno - Teatro Politeama Clerici - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
15 - Latina - Teatro Giacomini - Ore 21:00.
17 - Napoli - Teatro Bracco - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
18 - Lecce - Teatro Massimo - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
19 - Brindisi - Teatro Di Giulio - Ore 21:00.
20 - Taranto - Teatro Alfieri - Doppio spettacolo: ore 16:00 / ore 21:00.
26 - Ragusa - Villa di Pasquale - Concerto tenuto in occasione del veglione di Carnevale.

26.02.1974 - Ragusa - Villa di Pasquale - Concerto tenuto in occasione del veglione di Carnevale

MARZO

07 - Cinisello Balsamo (MI) - Palasport.

Scaletta del concerto

La set-list veniva decisa in camerino, subito dopo l’arrivo e ad ogni concerto alcuni dei brani cambiavano.

«Si partiva con una introduzione, poi un brano tutto stacchi e tempi dispari che avevo importato dal repertorio della mia precedente band, Il Punto, per far capire che sapevamo suonare; a seguire, altri pezzi complessi ma nostri, per spostare l'attenzione sulle composizioni. E poi una hit riconoscibile, un cosiddetto 'pezzolone', che in quel tour fu Parsifal, e via a scalare nel repertorio. Qua e là testavamo anche inediti». Stefano D'Orazio

Rassegna stampa

28 ottobre 1973 - Bolero Teletutto - Numero 1382 - «I Pooh: hanno riscoperto Wagner a 33 giri», di Velia Veniero

28.10.1973 - Bolero Teletutto - N. 1382 - I Pooh: hanno riscoperto Wagner a 33 giri, di Velia Veniero

[...] Red, il più giovane, si sta concedendo delle vacanze di... lavoro. È andato a Londra, Parigi, Amsterdam per vedere un po' le novità dei complessi stranieri, specie in fatto di luci e di effetti luminosi. Questo, in vista del nuovo spettacolo che i Pooh vogliono realizzare prima dell'inverno. Finite le vacanze, il 1° novembre, i Pooh torneranno a riunirsi e si recheranno in «ritiro collegiale» a Roncobilaccio, sull'Appennino tosco-emiliano, assieme a Giancarlo Lucariello, il loro giovane e dinamico produttore. E qui getteranno le basi dell'attività artistica per la nuova stagione.

10 marzo 1974 - Alba - N.10 - Pagina 28 - «Credono ancora in qualche cosa», di Umberto Longoni

10.03.1974 - Alba - N.10 - Credono ancora in qualche cosa - Di Umberto Longoni    10.03.1974 - Alba - N.10 - Credono ancora in qualche cosa - Di Umberto Longoni

Li ho seguiti fin qui, al teatro Impero di Varese per ascoltarli dal «vivo». Il sipario è ancora calato. Genitori e figli incredibilmente uniti almeno una volta nei gusti musicali, aspettano pazienti. Aspettano i Pooh. Un hippy accanto a me, assicura che lui è venuto soltanto per ridere, perché «quei quattro lì» non sanno mica suonare e non sono neppure stranieri. Lo ribadisce come fosse una colpa [...].
Le luci si accendono su Dody che si staglia quasi ascetico e irreale sullo sfondo piatto. Poi, uno ad uno, vengono illuminati dai riflettori. Termina la prima canzone «Infiniti noi», il primo applauso scrosciante. Il ghiaccio è rotto, il pubblico si è già lasciato conquistare: ormai è in loro balia. Quattro voci, quattro anime mirabilmente fuse alla ricerca di una musica intima, del cuore. Non si può restare insensibili alla voce di cristallo di Dody il chitarrista, a quella metallica e calda insieme di Roby l'organista o a Stefano il batterista. Red [...] sembra modulare la voce sulla corda tesa di un violino, in una gara di armonia per scoprire chi trova note più delicate [...].
Cantano le cose di ogni giorno anche se per un attimo hanno ascoltato la musica degli angeli, ma le ali erano troppo fragili. L'amore il sentimento l'amicizia: ecco i temi fondamentali che non toccano mai la banalità, anzi talvolta diventano pura poesia accordata sui violini, arrampicata sulle corde dei violoncelli, esplosa nel tocco romantico del pianoforte. Ne risulta un'armonia delicata che «strappa» dentro, ci fa rivivere sensazioni e ricordi seppelliti nel tempo. Il merio dei Pooh è soprattutto quello di aver scoperto qualcosa di nuovo, proprio in quel filone romantico sentimentale che pochi anni fa sembrava sull'orlo del fallimento. Il beat, la musica pop, underground, sembrano aver lasciato poche tracce apprezzabili su di loro che, come all'estero i Bee Gees, hanno continuato per un'unica strada, convinti di ciò che facevano [...]. Tuttavia, proprio i Pooh, dimostrano che noi abbiamo qualcosa di buono, pur essendo talvolta sminuiti dal pubblico meno intelligente forse perché sono quattro bravi ragazzi che non si drogano, non spaccano chitarre in pubblico, non si abbandonano a stupidi esibizionismi e soprattutto non creano scandali a scopo pubblicitario. Perché credono ancora in qualcosa: a un Dio, a un amore, alla solidarietà umana e non vogliono cambiare il mondo e distruggere la società [...].
«Parsifal»: l'ultimo trentatré giri che ricalca il successo di «Opera Prima» e di «Alessandra», comprende canzoni notevolissime per significato poetico e per talento musicale ed esecutivo. Ecco le note di «Io e te per altri giorni»; «Solo cari ricordi»; «L'anno, il posto, l'ora» [...]. È il canto rassegnato di un uomo che muore tra i ghiacci azzurri, aridi giganti: insensibili e immoti. La sua anima è colma di ricordi: parole, luoghi, persone. Nell'attimo supremo pensa alla casa lontana, alla moglie, al figlio [...]. Qui sboccia in pieno la delicatissima poesia dei Pooh che sublima le semplici cose di ogni giorno. Anche i particolari più banali. Il significato si riallaccia a «Parsifal», la canzone da cui il long-playing prende il titolo: il protagonista si muove sullo sfondo epico dei cavalieri. Destinato a grandi imprese, abbandona le armi sulla sponda di un fiume, preferendo l'amore di una donna alla gloria. La mediocrità umana alla solitudine dell'eroismo. Il messaggio di Parsifal è tuttora valido: la realizzazione dell'individuo non è nella sublimazione di se stesso, ma in valori ridimensionati, umani. Modesti, antichi [...].

13 giugno 1979 - Boy Music - N. 23 - Pagina 3 - "I Pooh - Lo sbarco in USA", di Mario Luzzatto Fegiz

13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz

[...] Oggi i Pooh possono vantarsi d'essere il primo complesso ad aver lanciato negli spettacoli dal vivo la tecnica dello show. Come è nata questa svolta artistica?
«È cominciata nel 1973, insieme a Parsifal, che ha rappresentato per noi l'abbandono del melodico italiano per cercare una linea di rock sinfonico. C'era bisogno di qualcosa che sottolineasse queste nuove sonorità e allora ci procurammo due lanciafiamme, di quelli militari a gasolio che producevano fiamme alte una decina di metri. Con questo rudimentale artificio rischiavamo ogni volta di finire arrosto, bucavamo i tetti dei teatri, però l'effetto sulla gente era sconvolgente. Cosicché ci improvvisammo artificieri e cominciammo, prima degli spettacoli, a predisporre polveri e materiale pirotecnico per il gran finale. E, sempre con la paura di finire allo spiedo, riuscivamo a ottenere dei finali sempre più esaltanti».