Forse ancora poesia - Giancarlo Lucariello si racconta a radio RTR 99 - Domenica 31.01.2016
Nella vita ci sono incontri che possono essere determinanti, al punto da cambiarne il corso in modo drastico e proficuo. Una tale eventualità accadde nel 1970 quando Giancarlo Lucariello, giovane collaboratore della United Artists-CBS con il sogno di divenire produttore musicale, riuscì ad ingaggiare e far mettere sotto contratto i Pooh presso la CGD, uno dei colossi della discografia italiana.
Lunedì 25 gennaio Lucariello è stato ospite degli studi della romana RTR 99 Radio Ti Ricordi, intervistato nel primo dei due appuntamenti condotti da Fabio Martini. Il produttore si è prestato a rispondere alle molteplici domande relative al suo periodo di collaborazione con i Pooh, seguendo un insolito percorso cronologico a ritroso.
Parlando degli anni '70, la prima metà dei quali trascorsi collaborando con i Pooh, Lucariello ha ammesso che
«erano meravigliosi: avevamo tutto davanti, c'era solamente da seminare, erano anni veramente straordinari».
Il primo album ad essere menzionato è stata la raccolta "I Pooh 1971-1974", uscito nel 1974 e contenente i successi del gruppo ed i brani pubblicati solo su 45 giri come "Se sai, se puoi, se vuoi", "E vorrei", "Per te qualcosa ancora". Relativamente a quest'ultimo brano, Lucariello ha spiegato come in esso Roby Facchinetti abbia dimostrato di essere il leader vocale, coinvolto in un brano sinfonico dal gusto molto classico. Ed è appunto la musica classica un componente molto importante nel bagaglio culturale del produttore, al punto da guidarne gusto e linee direttive nel tracciare l'evoluzione stilistica dei Pooh: suo scopo fu quello di creare insieme a loro un suono che fosse solo dei Pooh, che li rendesse riconoscibili e distinti dal restante panorama musicale. Così ha spiegato: «Ho dato a loro tutto l'amore, tutta la mia sensibilità, le mie conoscenze, la mia cultura, la passione per la musica classica, l'opera [...]. Mio padre è quello che mi ha portato a questa grande passione per la musica».
Al termine dell'ascolto di "Se sai, se puoi, se vuoi", il singolo che sancì il termine della collaborazione tra il produttore ed i Pooh, il discorso si è spostato sull'album "Forse ancora poesia", l'ultimo LP di inediti realizzato con i Pooh e pubblicato nel 1975. «Sono sempre alla ricerca della poesia» ha spiegato Lucariello, «è la mia vita che è alla ricerca della poesia, ma forse l'ho trovata nella vita, nelle canzoni, nella musica, nella passione per questo mestiere».
Alla domanda su chi decidesse quali nomi attribuire alle canzoni ed agli album, la risposta è stata che «l'ultima decisione spetta di solito al produttore, poi certe volte potevano nascere da me, altre volte nascevano da Valerio, da Roby o dall'insieme. Però l'ultima parola spetta a chi ha la responsabilità della produzione». Dopo l'ascolto di "E vorrei" Lucariello ha aggiunto: «E' l'ultimo disco, l'ultimo album fatto insieme [...]. E' un disco che ho amato tantissimo anche se inizialmente è stato molto criticato, ma il tempo gli ha reso giustizia. L'album si chiama "Forse ancora poesia", ma c'era tanta poesia, tanta voglia di cercarla questa poesia».
Al termine della messa in onda di "Ninna nanna", alla domanda se la registrazione di una canzone strumentale comportasse delle differenze di approccio rispetto ad una cantata, Lucariello ha risposto: «Assolutamente no, perché prima di cantare un brano si faceva la base, si completava con gli archi e tutto era strumentale; si aggiungevano poi il testo, la voce [ ...]. Il lavoro era costituito dalla realizzazione di un brano che già avevi pensato, al quale il compositore insieme al produttore, insieme all'arrangiatore avevano già lavorato. Un momento di vita dello studio molto bello per me era quello nel quale l'orchestra realizzava quel sogno; nello strumentale devo dire che l'emozione era forte perché l'attore principale era l'orchestra, era il suono».
Il discorso si è poi spostato sull'album
"Un po' del nostro tempo migliore": «E' un disco che adesso si dice sia uno dei più belli dei Pooh, ma il risultato commerciale non fu strepitoso. Subito si volle fare una altro album, "Forse ancora poesia", ce lo chiese la casa discografica, alla fine noi ne sentimmo forse il bisogno. Questo fu un disco realizzato più in fretta degli altri, ma con tanto pensiero dentro».
Alla domanda se fosse mai venuta l'idea di realizzare un album interamente strumentale, in virtù delle qualità dei Pooh in quanto strumentisti, Lucariello ha risposto: «Sì, ho vissuto per questo, pensando che un giorno avremmo fatto un album concerto di sola musica».
Al termine di "Quinta stagione" Lucariello ha spiegato che "Cara bellissima" avrebbe meritato di divenire un 45 giri, considerato il suo forte impatto poetico ed emotivo; scelse invece "Ninna nanna", il cui lato B fu "E' bello riaverti". Proprio questo brano è stato incluso nell'album "Opera Seconda" nel 2012. «Mi è piaciuto molto, fatto molto bene devo dire, riarrangiato dandogli il giusto valore», ha ammesso il produttore. «Facemmo sempre in modo che i singoli avessero una facciata B molto importante, sempre di uguale potenziale: due facciate A».
Dopo l'ascolto di "Cara bellissima" Lucariello ha considerato che «Siamo stati molto fortunati, è stata una generazione fortunata perché noi avevamo davvero tutto davanti, tutto da fare, tutto da seminare. Oggi è un po' più difficile». Poi, riferendosi ai Pooh: «C'è una grande stima, stimo moltissimo i ragazzi per il percorso che hanno fatto sia con me che senza di me. Hanno talento, hanno professionalità, sono molto seri. Io sono molto contento, come se avessi visto crescere dei figli, li ho visti crescere bene, anche se eravamo coetanei e poi per me l'amicizia ha un grandissimo senso, un grandissimo valore».
Dopo l'alscolto dello strumentale "Forse ancora poesia" il discorso è stato centrato sulla scelta dei titoli e delle copertine degli album: «I titoli degli album erano preveggenti, premonitori di qualcosa che forse stava finendo, forse avevamo ancora da dire e da raccontare un po' il tempo migliore che sarebbe arrivato, una poesia che ancora non era stata raggiunta [...]. Nel disco la cosa più importante sono le canzoni: per me era importante come è importante tutto il resto. Le copertine degli album non sono le copertine dei CD attuali, le copertine degli album erano straordinariamente importanti, sono come un libro e con "Un po' del nostro tempo migliore" abbiamo dato il massimo nella realizzazione. E' durata una settimana, lì nasceva un fotografo importantissimo come Mauro Balletti, il fotografo ufficiale di tutti gli album di Mina. Siamo andati un una villa nel bergamasco, ma l'idea era di farla in un castello. L'idea nasceva dall'atmosfera del disco».
"Preludio" è stato lo spunto per tornare a parlare dell'idea di un album interamente strumentale: «C'era nei miei progetti, ma ci siamo lasciati prima di queste follie [...]. Li avrei portati solo nei teatri [...]. Era lontano dall'attualità forse». Poi, tornando a "Un po' del nostro tempo migliore", Lucariello ha proseguito dicendo: «In questo disco c'è Stefano all'esordio come autore di testi e come strumentista al di là della batteria, come flautista. Questo album non ebbe singoli. Stava crescendo l'idea delle vendite dei 33 giri, infatti questi dischi dei Pooh hanno continuato a vendere man mano che cresceva il mercato dell'LP che poi è diventato CD, hanno continuato a vendere per anni perché in quel momento sono andati molto bene ma era ancora prematuro, il 45 giri era determinante e allora decisi di non far uscire il singolo. Se fosse dovuto uscire un singolo sarebbe stato "Una storia che fa ridere"».
Dopo l'ascolto di "Oceano", l'esecuzione di "Mediterraneo" è stata preceduta da questa considerazione: «Qui di fu una ricerca di sonorità con Dodi sulla scelta della chitarra, la steel guitar [...]. E' stato molto pensato questo brano, è stato molto pensato il sound». Al ritorno in studio: «C'è una canzone a cui tengo moltissimo che si chiama "Eleonora, mia madre": qui c'è l'esordio di Stefano come autore dei testi [...]. E' stata una prima volta cercata, voluta, un po' come quella di Dodi come cantante. Cercata anche per dare un po' un cambio a Valerio, non un cambio totale ma un'alternativa, per non affaticare Valerio nella completa realizzazione di tutti i testi».
L'intervista si è conclusa con la messa in onda del brano "Il tempo, una donna, la città", il viaggio suggestivo ed a tratti enigmatico nel mondo onirico di Negrini.
Autore - Michaela Sangiorgi