I Pooh organizzano la reunion aspettando Sanremo - Mercoledi' 03.02.2016
Risale a ieri la pubblicazione del nuovo videoclip dei Pooh, dove la formazione a cinque elementi è impegnata nella rivisitazione, dopo "Pensiero", di un altro grande classico del gruppo risalente al 1972: "Noi due nel mondo e nell'anima", per la regia di Gaetano Morbioli.
In occasione delle interviste rilasciate nel corso della conferenza stampa organizzata in coincidenza con il "compleanno" del gruppo, lo scorso 28 gennaio, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli hanno aggiunto qualche particolare in più in merito all'organizzazione del tour ed al prossimo appuntamento televisivo che li vedrà ospiti di Sanremo la sera di giovedì 11 febbraio. Riferendosi al festival, D'Orazio ha detto: «Ricordo quando nel '90 decidemmo di partecipare a Sanremo e proponemmo scelleratamente, secondo i nostri discografici, una canzone che non era da Sanremo perché secondo la tradizione funzionavano le canzoni [...] con melodie facilissime. Sanremo è stata un'esperienza meravigliosa proprio perché abbiamo imparato tutto quello che in realtà nella musica non si dovrebbe fare [...]. Sanremo è cambiato e noi ci ripresentiamo dopo 26 anni questa volta in qualità di ospiti [...], assisteremo a ciò che sarà la musica magari di domani o di dopodomani, o che forse finirà, proposta per una notte soltanto e poi sparirà come tanti altri hanno fatto. Però in qualche maniera l'emozione ci sarà tutta perché anche da quel palcoscenico, il più importante per la musica italiana e forse non solo, era giusto che passasse il cinquantennale».
Riccardo Fogli, proiettato nel mondo professionale dei Pooh dopo essersene allontanato nel 1973, sta vivendo con impegno e rinnovato entusiasmo il coinvolgimento artistico in questo capitolo conclusivo della storia del gruppo: «Stare in sala d'incisione con loro è stata un'esperienza bellissima in questi due o tre mesi». Poi, riferendosi ai preparativi per il tour "Reunion - L'ultima notte insieme": «Mi ospiteranno in una decina di canzoni, quelle che io amavo ascoltandole per radio, vivendo la mia vita. Ho detto loro "Non potete non chiamarmi quando suonate 'se il mondo assomiglia a te non siamo in pericolo'!", quindi me la sto imparando, me la sto studiando e suonerò la seconda chitarra, la chitarra acustica [...]. Li guarderò suonare per un'oretta; per altre due ore sarò sul palco a cantare quei sette anni durante i quali sono stato uno dei Pooh, quindi mi immergerò nei nuovi inediti e vivrò con loro gli applausi e questa cosa che si muove intorno. Perché quello che si muove intorno ai Pooh è un "partito dell'amore"».
Sempre in merito ai concerti, Canzian ha aggiunto: «Ho sempre pensato che suonare per dieci persone o per 100 mila richieda comunque rispetto per chi ti sta davanti. Fa effetto sentire 60 mila persone che gridano e urlano, ma noi arriveremo preparati [...]. San Siro sarà la consacrazione, come quando aspetti una grande festa e ti ritrovi con tanti amici che ti abbracciano, per cui sarà tutto molto bello». Battaglia ha così assicurato: «Sarà il più grande concerto che noi abbiamo mai fatto. Siamo famosi per gli allestimenti faraonici, per i palcoscenici immensi, gli impianti di amplificazione fantastici: questa sarà l'apoteosi di tutto quello che abbiamo fatto nel corso di questi anni, avrà la più bella scaletta che abbiamo mai affrontato. Ci saranno degli inediti, per cui non sarà soltanto una celebrazione di quella che è stata la nostra storia, ma sarà anche una parte propositiva di quello che i Pooh stanno facendo. Ci sarà un grande senso di aggregazione».
Riflettendo sui ritmi che la carriera artistica ha imposto negli anni ai Pooh, Facchinetti ha detto: «In questi cinquant'anni abbiamo veramente vissuto tanta musica, tantissime cose belle, ma come sempre accade per vivere quello che tu fai dovresti fermarti e riflettere per assimilare le cose belle. Non c'è stato tempo per fare questo e lo troveremo magari dopo il 31 dicembre 2016, troveremo il tempo per riflettere su tutte le cose straordinarie che abbiamo vissuto e che non abbiamo avuto il tempo di assaporare. Ma questi cinquan'tanni non ce li sentiamo addosso».
Riferendosi alla pausa di due anni presa dal gruppo e che ha visto tre di loro realizzare progetti solisti in collaborazione con altri musicisti, Dodi ha spiegato: «Sono contatti che portano a nuove esperienze, nuove tecniche di espressione. Questi due anni ci hanno messo in condizione di riflettere su quello che avrebbe dovuto essere questo cinquantennale e credo che ognuno di noi abbia un po' sentito la mancanza della presenza dei Pooh. E' bello sì fare delle esperienze soliste, ma chiaramente ognuno di noi preso singolarmente non è che un quarto dei Pooh, per cui scendere dal palcoscenico dei Pooh con 10/15 mila persone è ben diverso da un teatro con 1000/2000 persone, comunque un grande successo preso singolarmente. Certo che l'immagine, l'emozione che tu hai scendendo dal palcoscenico dei Pooh è ben diversa. Per cui questo ci fa assaporare ancor di più ciò che stiamo per vivere adesso, cioé questa reunion».
Tornando all'organizzazione del cinquantennale, Red ha spiegato: «Stiamo scrivendo degli inediti che presenteremo più avanti, non a Sanremo perché li vorremmo vivere durante il concerto, in un contesto più simile al nostro mestiere vero e proprio. Sarà una bella e grande emozione. Inoltre condividere e dividere in cinque i brani che abbiamo magari cantato solo noi quattro diventerà una cosa in più, parte di questa bellissima fotografia che abbiamo dato con la reunion».
I testi dei tre brani inediti, più uno strumentale, attualmente in lavorazione sono stati affidati a D'Orazio, il quale ha spiegato: «E' un ruolo impegnativissimo, soprattutto dal momento che non ho più alle mie spalle Valerio Negrini, il vero poeta del gruppo. Mettermi lì e sentirmi solo solo in qualche maniera mi fa sentire anche abbastanza sgomento. C'è da dire che i miei colleghi mi hanno aiutato parecchio incoraggiandomi, dicendomi che sto facendo delle belle cose [...]. Ma la grande fortuna è di essere tornato a scrivere delle parole, delle piccole storie sopra delle musiche veramente emozionanti. I Pooh hanno ancora tantissime cose da dire e se decidono di scendere dal palco è perché hanno pensato che questo è il momento giusto per dire basta ad un sogno e per non rovinarlo portandolo avanti più di quanto non sarebbe stato giusto».
Autore - Michaela Sangiorgi