Pooh - In silenzio / Piccola Katy

In silenzio / Piccola Katy
Lato B

Lato A e lato B della copertina.

Dati

  • Titolo = In silenzio / Piccola Katy
  • Pubblicazione = Aprile 1968
  • Data matrici = 02 febbraio 1968
  • Versione = Singolo vinile 45 giri
  • Editore e codice = Vedette VVN 33148
  • Matrice lato A: VVN 33148 A
  • Matrice lato B: VVN 33148 B
  • Tipo audio = Mono
  • Arrangiamenti = Pooh
  • Edizione promozionale = Vedette Records VVN 33148 (con allegati spartiti dei due brani)
  • Versione jukebox = Vedette Records VVN 33148
  • Versione jukebox = Vedette Records VVN 33150
  • Ristampa della prima edizione = Vedette Records VVN 33148, etichetta con dicitura "D. R.".

Formazione

  • Roby Facchinetti = voce e tastiere
  • Riccardo Fogli = voce e basso
  • Mario Goretti = voce e chitarra
  • Valerio Negrini = voce, batteria e percussioni

In silenzio

  • Testo: Armando “Pantros” Sciascia (*)
  • Musica: Francesco “Lee Selmoco” Anselmo (*)
  • Voce solista: Riccardo Fogli
  • Timing: 3:02 ca.

C'è molto lontano un mondo strano
strano e fantastico
là non è mai sera
la primavera dura una vita
ma trovarlo non potrò, è finita
c'è silenzio tra di noi, sì...
Qui, qui nel silenzio
dove nascondo l'anima mia per te
qui si ferma il tempo
si asciuga il pianto e tace il vento
perché sei andata via in silenzio
e la colpa è stata mia, sì...
Perché sei andata via in silenzio
e la colpa è stata mia, sì...
Qui, qui nel silenzio
sto ritrovando l'anima mia perché
qui in un momento ritorna il pianto
mi scuote il vento
ma se il fuoco tra di noi non si è spento
io con te ritornerò sì, con te...

Note sulla canzone

(*) La canzone è stata in realtà scritta (e successivamente accreditata) da Valerio Negrini per i testi e da Roby Facchinetti per la musica.

Editore: Eliseo Edizioni Musicali.

Questo brano è stato poi ripreso in una nuova versione, più lenta, da Riccardo Fogli ed inserito nel suo secondo album solista "Riccardo Fogli" (CBS 81284) del 1976. In questo nuovo arrangiamento si è fatto ricorso all'impiego dell'orchestra diretta dal maestro Danilo Vaona, rallentando la canzone ed aggiungendo un'introduzione che ricorda Infiniti noi, sempre dei Pooh. Dopo questa prima versione la canzone è stata riproposta successivamente, anche con nuovi arrangiamenti, in alcuni degli album successivi di Fogli, diventando una delle canzoni più acclamate ai suoi concerti.
La canzone è stata successivamente pubblicata, oltre che su innumerevoli ristampe non ufficiali della produzione del periodo Vedette (1966/1970), su:

chiave di violinoLa canzone originale è in tonalità di RE maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/In_silenzio

chiave di violinoPer ascoltare il singolo su Youtube: http://youtu.be/KN-ClYRt_c8
Per ascoltare la versione incisa da Riccardo Fogli: http://youtu.be/r6NUduCKFE0

"Riccardo Fogli" (CBS 81284), pubblicato nel 1976

1976 - Riccardo Fogli

Commenti sulla canzone

Roby Facchinetti

«Se mi chiedessero di salvare qualcosa dei primi cinque anni dei Pooh, direi Piccola Katy e In silenzio. Sono i due pezzi che hanno dato un senso ai Pooh prima maniera».

Dodi Battaglia

«Un gran pezzo, sia come musica che come testo. Quando lo sentii per la prima volta non facevo ancora parte dei Pooh: ricordo perfettamente quel momento, stavo guidando l’automobilina di un autoscontro. La cosa buffa è che ero convinto che lo cantasse Gianni Morandi».

Riccardo Fogli

«Alla luce dei fatti, In silenzio è una delle canzoni che io ho più volte rivisitato. Prima di cantarla con i Pooh la provai mille volte in sala di incisione, perchè il nostro discografico, il maestro Sciascia, e la produttrice artistica volevano che la interpretassi con swing. Ma a me, che sono nato metalmeccanico a Pontedera e ho vissuto gommista a Piombino, sembrava una gran ca...volata cantare con swing 'C'è, molto lontano, un mondo strano'. Mah! Insomma, non smettevo più di provarla, ma secondo me per un italiano esisteva un solo modo di cantarla. Ricordo che in sala di incisione c'era anche il nostro tecnico 'Janco', road manager, facchino, autista, e io dissi: 'Spegnete la luce, così mi concentro meglio'. Mi tirai giù i pantaloni e cantai In silenzio in mutande, col sedere di fuori come forma di protesta nei confronti di Sciascia e della sua assistente, che mi avevano proprio esaurito. Prendendoli in giro, perchè al buio non mi vedevano, dimostrai loro che avrei cantato in quel modo lì anche col sedere di fuori. E la cantai da Dio! In seguito, quando sono uscito dai Pooh, In silenzio è diventata una delle mie canzoni più importanti, che ho ricantato con un arrangiamento sinfonico d'archi e continuando ad avere grandi consensi di critica».

Valerio Negrini

«C'è molto lontano un mondo strano, strano e fantastico. Là nessuno ti ruba i microfoni dentro un teatro di provincia per poi chiederti il riscatto, non becchi la dissenteria col misto mare da Pino il Tarantino, nessun musicista viene preso a calci sul treno da vecchi alpini ubriachi reduci dal raduno nazionale.
La primavera dura una vita. Avete mai attraversato l'Irpinia con la neve, in Ford Transit, la notte di Natale, quando non c'era l'autostrada? Amore mio, se sai montarmi le catene ti sposo. Poi smetto di fare l'imbecille in giro per la nazione, di fare buchi col disco intorno e mi laureo, così facciamo domanda alla Manzotin.
Qui, qui nel silenzio dove nascondo l'anima mia, nascondo anche il corpo, braccato dai venditori di strumenti musicali insoddisfatti del mio comportamento sul versante economico. È peggio del Vietnam per Nixon. Siamo allegramente impiccati ai fili degli amplificatori, alle cravatte dei venditori di fumo, al primo amore che non si scorda mai, mentre le nostre chitarre contro la guerra lo fanno sempre.
Perchè sei andata via in silenzio... Ma non hai sentito cosa ha detto il discografico editore e signore? Quest'anno si andrà in televisione sul serio. Special di due minuti a il Mezzogiorno dello Zappatore, in diretta da Pantelleria, viaggio e sussistenza a spese nostre, apparizione a Cantagiro il Giorno Dopo, con breve ma tempestiva interruzione audio-video sul circuito nazionale; Festival della Salsiccia a Tolentino in contemporanea con lo sbarco della missione Apollo in Mondovisione.
Si asciuga il pianto e tace il vento. Si asciugano calzini e mutande lavati personalmente e stesi sul balcone dell'albergo, tace l'impresario che ci aveva promesso la luna. L'hanno presa gli americani la luna, quelli là di Woodstock che suonano con cinquecentomila watt, arrivano sul palco con gli elicotteri e tirano le chitarre da duemila dollari in testa alla gente. C'è di che telefonare alla mamma e chiederle perdono per non aver fatto il ragioniere. Oppure menarla perchè non si è fatta mettere incinta a S.Francisco, California».
(Le Guerre Poohike (4) - continua in Tanta voglia di lei)

Piccola Katy

  • Testo: Armando “Pantros” Sciascia (*)
  • Musica: Francesco “Lee Selmoco” Anselmo (*)
  • Voce solista: Riccardo Fogli
  • Timing: 3:02 ca.

Oh, oh, piccola Katy
oh, oh, piccola Katy
oh, oh, oh!
Piccola Katy, stanotte hai bruciato
tutti i ricordi del tuo passato
tutte le bambole con cui dormivi
ed il tuo diario che sempre riempivi
solo con ciò che faceva piacere
a chi di notte l'andava a vedere
piccola Katy
oh, oh, piccola Katy
oh, oh, oh!
Piccola Katy, stanotte hai capito
che carezzandoti ti hanno tradito
e alle tue mani han negato il calore
che si conquista in un'ora d'amore
e in questo mattino di grigia foschia
di colpo hai deciso di andartene via
piccola Katy
vai, vai, piccola Katy
vai, vai, vai!

(Parlato)
Piccola Katy, fermati un momento e ascolta: Ti ricordi quel ragazzo ieri alla festa che ti guardava negli occhi senza parlare e che ti ha accompagnato mano per mano e ti ha detto soltanto "Arrivederci"? Adesso, adesso lui sta sognando di te e quando si sveglierà si accorgerà di volerti rivedere presto, molto presto. Piccola Katy, il mondo è buio, è cattivo, non è fatto per te, non andare, non gettare al vento i tuoi sedici anni favolosi!

Vai, vai piccola Katy
vai, vai piccola Katy
vai, vai, vai!
Piccola Katy, la porta è socchiusa
non devi nemmeno inventare una scusa
dormono tutti di un sonno profondo
e questo silenzio è la fine del mondo
chiudi pian piano, ritorna a dormire
nessun nel mondo ti deve sentire
piccola Katy
ciao, ciao, piccola Katy
ciao, ciao, piccola Katy...

Note sulla canzone

(*) La canzone è stata in realtà scritta (e successivamente accreditata) da Valerio Negrini per i testi e da Roby Facchinetti per la musica.

Editore: Eliseo Edizioni Musicali.

Il brano è stato ispirato dalla canzone "She's leaving home" dei Beatles sul cui tema Valerio Negrini aveva scritto una poesia successivamente recuperata fortunosamente da Roby Facchinetti.
Nel 1991 Riccardo Fogli ha ripreso la canzone sul suo album "A metà del viaggio" (Columbia) introducendola ufficialmente per la prima volta nella sua discografia solista, pur eseguendola già da anni in concerto.
La canzone è stata successivamente pubblicata, oltre che su innumerevoli ristampe non ufficiali della produzione del periodo Vedette (1966/1970), su:

chiave di violinoLa canzone originale è in tonalità di LA maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Piccola_Katy

Commenti sulla canzone

Roby Facchinetti

«Questo pezzo è nato un po’ per caso. Valerio aveva scritto una poesia e aveva lasciato quel foglietto sul lunotto del furgoncino che usavamo in quel periodo. Io lessi questa poesia, mi piaceva. Tornato a casa, l’appoggiai sul pianoforte. Una notte, rientrando nella mia casa di Astino dopo aver festeggiato un addio al celibato, eravamo un po’ alticci e ci mettemmo a cantare in coro. Presi la poesia abbandonata sul pianoforte e iniziai a improvvisarci sopra una melodia. Per coinvolgere gli altri mi misi a cantare: “Oh oh oh Piccola Katy” in modo che gli altri potessero seguirmi. Io leggevo e gli altri ripetevano cantando. C’era il registratore acceso: quando cantavamo poi volevamo riascoltarci così, tanto per ridere. Finimmo alle quattro di mattina. Il pomeriggio del giorno dopo dovevo andare in sala d’incisione. Mangiai qualcosa a casa di mia madre tenendo il registratore acceso. Così riascoltai Piccola Katy: mi sembrava un pezzo davvero carino, portai il registratore in sala con me per farlo ascoltare anche agli altri. Lo incidemmo in quello stesso pomeriggio. Però la canzone durava meno di due minuti, era un po’ corta, bisognava inventare qualcosa. Lasciammo uno spazio vuoto, ma a nessuno venne un’idea decente, così dopo vari esperimenti Valerio propose di inserire un parlato. Lo scrisse sul momento e Riccardo, dopo un paio d’ore spese a cercare la giusta intonazione, lo recitò con una cadenza da finto inglese che contribuì a rendere il pezzo ancora più interessante. Comunque Piccola Katy uscì come lato B del 45 giri. Sul lato A c’era In silenzio, che musicalmente è decisamente superiore, è più emozionante. Ma appena fu pubblicato il 45 giri fu subito chiaro che la gente preferiva Piccola Katy: piacque a tal punto che diventò un grande successo. Un giorno ci invitarono in TV a cantarla a Settevoci, però non vollero tutto il complesso: c’era soltanto Riccardo Fogli perché alla RAI i gruppi non erano ben visti. Riccardo era tutto vestito di viola e cantò rigorosamente in playback».

Roby Facchinetti

«[...] a proposito di quella famosa parte centrale [il parlato di Riccardo Fogli, n.d.r.] le cose ancdarono così. D'accordo sul fatto che una pausa era necessaria per spezzare il ritmo, lasciammo un certo numero di misure vuote pensando di inserire uno strumento, un piccolo solo o qualcosa del genere. Provammo uno sviso d'organo, la chitarra, il pianoforte, il sitar allora così in voga ma... nulla. Nulla che ci piacesse, che si adattasse al resto: non restava che la voce. Tentammo dunque con un parlato. Valerio Negrini inventò sul momento le frasi, le scarabocchiò su di un foglio e le fece leggere a Riccardo; una breve scorsa e via con la registrazione. Andò bene».
( Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - "Pooh ad un passo dalla leggenda", di Paolo Battigelli)

Dodi Battaglia

«È stato il primo disco dei Pooh che ho comprato. E anche la prima canzone del repertorio che ho imparato a suonare. In quel periodo facevo parte dei Judas, un gruppo bolognese antagonista dei Pooh: noi eravamo quelli “cattivi”, loro i “buoni”; ogni tanto succedevano delle scazzottate… Poi qualche anno dopo sono finito nei Pooh».

Riccardo Fogli

«Valerio Negrini inventò una filastrocca e Roby Facchinetti ci mise la musica. In questo caso, dunque, si partì prima dal testo. Poi, come capitava di solito in quei primi anni di Pooh, sistemammo il brano nella sua versione definitiva in sala prove e in sala di incisione, nel momento in cui il nostro discografico Armando Sciascia, proprietario della Vedette Records, ci invitò a inciderlo. Ricordo che provavamo da Guidetti a Bologna, com'era nostra abitudine tutti i giorni, tranne quando non avevamo neanche i soldi per stare in albergo ed eravamo allora costretti a tornare ognuno a casa propria. Guidetti era un ex musicista che guidava pulmini per le orchestre bolognesi. Mentre eravamo da lui a suonare Piccola Katy, storiella di una bambina che vuole scappare da casa, stimolai Valerio a scrivere un parlato nella parte centrale del brano, sul genere di quelli di Elvis che in quel periodo spopoplavano. Geniale come sempre, Negrini lo scrisse in un quarto d'ora e io lo interpretai con accento inglese teneramente ridicolo. Negli anni '60, il settanta per cento delle canzoni che si cantavano era in inglese. Io, che avevo studiato francese, usai un inglese maccheronico per esorcizzare la mia cadenza toscana: sembravo Mal dei Primitives o Don Lurio!».

Pooh

«Uno degli enigmi che ha turbato maggiormente il sonno degli italiani in questo scorcio di secolo è: chi era Piccola Katy? Da chi e dove voleva scappare, chi le aveva fornito il combustibile per bruciare tutti i ricordi del suo passato, quanto c'entravano i servizi segreti nella sua decisione di rinunciare all'ultimo istante, benchè il suo diario fosse stato decifrato e reso pubblico? Scartata l'ipotesi che la canzone si riferisse a una congiunta o fidanzata di qualcuno di noi, smentito senza appello chi, volta per volta, insinuava si trattasse di Nilde Jotti, dell'Olandesina, di Anastasia Romanov, figlia superstite dello Zar di tutte le Russie o addirittura di Raffaella Carrà, l'immaginario popolare degenerò fino al punto di tirare in ballo Lucrezia Borgia, la madre dei Gracchi, Madama Butterfly e la Fata Turchina. Tutti avevano la loro teoria, la loro candidata e l'asso nella manica per lo scoop del millennio. Ebbene, le recenti rivelazioni di un pentito, ex collega dell'epoca e attualmente sotto protezione con nuova identità in un paese straniero, hanno finalmente ridato al popolo la nuda e cruda verità: Piccola Katy non esiste, non è mai esistita e se mai dovesse spuntarne una verrà immediatamente arrestata e fatta sparire. La leggenda nacque durante un interminabile viaggio sul furgone promiscuo con cui la nostra premiata ditta si trasportava da posti lontanti ad altri posti più lontani per diffondere il messagggio di una generazione e pagare le cambiali. Il Negrini, vate del gruppo, che non aveva la patente e viaggiava sempre dietro, decise di ammazzare il tempo tentando di passare giustamente alla storia con una poesiola in rime alternate, scritta con grafia traballante sul quadernone dei conti di cassa. La musa ispiratrice era l'ignota protagonista di un brano dei Beatles (Sapete chi erano?) nel quale una ragazzotta britannica spezzava il cuore alla famiglia scappando di casa con un camionista. Perchè non farne una storiella nostrana magari col lieto fine edificante che in fondo riabilitasse la torbida fama di stracciamutande che circondava noi musicanti? Il foglietto dopo aver bighellonato per il camioncino per giorni, finì una sera sul pianoforte del Facchinetti che, rientrato dopo libagioni prealpine con alcuni suoi simili, partendo da un coretto di stampo etilico, ne trasse ciò che ora tutti conosciamo. Piccola Katy è inventata, parto di fantasia, figlia dell'Autostrada del Sole e dei vini di Bergamo, il parlato dell'edizione originale c'è perchè avevamo registrato la base musicale più lunga del testo e un assolo di tromba ci stava male, era una facciata B perchè i discografici non ci credevano». (1995)

Valerio Negrini

«Autostrada Roma-Napoli, novanta all'ora, direzione sud, motivo del viaggio: incassare abbastanza per tornare indietro. Pecore e nuvole sullo sfondo.
Stanotte hai bruciato tutti i ricordi del tuo passato. Anche me! Pazienza. Quest'anno è andata peggio ai Kennedy, a Luther King e al nostro vecchio furgone, il cui cadavere abbiamo barattato a peso con dieci bidoni di colla per attaccare i manifesti dei concerti in piazza. Il sessantotto! In ordine di apparizione: i Vietcong, i Beatles coi baffi, il Maggio Francese, il Laureato, la pillola, i carri armati russi a Praga, qualche chilometro in più d'autostrada del sole verso il tropico.
Tutte le bambole con cui dormivi... Con chi dormi adesso?
Ed il tuo diario che sempre riempivi solo con ciò che faceva piacere a chi di notte l'andava a vedere... Certo che ci spiano! La nostra generazione va tenuta d'occhio. Però fra vent'anni potremo dire che abbiamo fatto il Sessantotto! Per ora in questo mattino di grigia foschia, vestiti come il divano di Nonna Speranza, noi menestrelli mastichiamo chewing-gum e chilometri, qualcuno succhia un tubetto di latte condensato, ognuno pettina i suoi problemi. Maledette ragazze normali!
Alle tue mani han negato il calore che si conquista in un'ora d'amore... Chi, io? Oppure una famiglia babbuina, il libro Cuore, il Centrosinistra, le suore...
Di colpo hai deciso di andartene via... Brava! Mandaci una cartolina da Londra, salutaci Jimi Hendrix. Ma perchè alla fine quasi tutte vi fate riportare a casa dai Carabinieri come Pinocchio? Villa S.Giovanni, Scilla e Cariddi, traghetto, nausea. Chissà se fra vent'anni esisteranno telefoni che ti porti in tasca per i momenti stretti. Chissà se i posteri diventeranno maggiorenni a diciott'anni. Intanto stasera suoniamo su un palco a gazebo quindici metri sopra il livello della piazza. Mi gratto il mento e l'anima, convalescenti di vecchi e nuovi traumi e mi sottraggo truffaldinamente al sollevamento dell'organo Hammond, venti metri cubi di musica leggera in legno di sequoia coi tasti in marmo di Carrara e alabastro pakistano. C'è chi sgobba e chi pensa, è legge di natura. Tu pensa a te: chiudi pian piano e ritorna a dormire, che i tempi sembrano maturi ma non è vero».
(Le Guerre Poohike (3) - continua in In silenzio)

Note sul singolo

La copertina

Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - "Pooh ad un passo dalla leggenda", di Paolo Battigelli

[...] copertina old fashioned e tocco intellettuale dato dal libro, si noti l'edizione inglese, «I Fiori del Male» di Baudelaire [...].

Seconda edizione

Pubblicazione: 1968.
Editore e codie: Vedette Records VVN 33148, etichetta con dicitura "D. R.".

Versione promozionale

Etichetta: Vedette Records VVN 33148.
Formato: Vinile 45 giri, versione promozionale.
Pubblicazione: 1968.
Tracce: Lato A "In silenzio" - Lato B "Piccola Katy".
Inserto: Incluso inserto pieghevole contenente i testi e gli spartiti dei due brani.

Versione per i jukebox

Etichetta: Vedette Records VVN 33148.
Formato: Vinile 45 giri, versione promozionale.
Pubblicazione: 1968.
Tracce: Lato A "In silenzio" - Lato B "Piccola Katy".

Sticker per jukebox
Sticker per jukebox

Versione per i jukebox

Etichetta: Vedette Records VVN 33150.
Formato: Vinile 45 giri, versione promozionale.
Pubblicazione: 1968.
Tracce: Lato A "Piccola Katy" - Lato B "Love me two times" di The Doors.

Piccola Katy versione jukebox
Piccola Katy versione jukebox

Seconda edizione

Etichetta: Vedette Records – VVN 33148.
Formato: Vinile 45 giri.
Collana: "Quei Favolosi Anni '60", n. 18, Fabbri Editori.
Pubblicazione: 1998.
Tracce: Lato A "In silenzio" - Lato B "Piccola Katy".

In silenzio - Piccola Katy
In silenzio - Piccola Katy

Ristampa anastatica

"I Pooh 1968/1969 - 7” Vinyl Collection"
Pubblicazione: 30.11.2018.
Box contenente n°4 vinili colorati da 7” riproducenti i singoli “In silenzio / Piccola Katy”, “Buonanotte Penny / Il tempio dell’amore”, “Mary Ann / E dopo questa notte", “Goodbye Madama Butterfly / Un minuto prima dell’alba”.
BMG Rights Management, ASIN B07K1L6GN4.
Edizione a tiratura limitata di 800 copie.

Edizioni per l'estero

  • Anno 1968. Edizione per l'Argentina. Music Hall, 31.082. Edizione promozionale.
  • Anno 1968. Edizione per la Grecia. Vedette Records, 7013 VVN 33148.

Spartiti

Spartito di "In silenzio"

1968 - In silenzio - Edizioni Musicali Sciascia, Milano

Spartiti di "Piccola Katy"

Spartito di Piccola Katy
Spartito di Piccola Katy

Rassegna stampa

30 maggio 1968 - Giovani - "Pooh: "La piccola Katy esiste davvero!"", di G. B.

Portfolio Item

12 settembre 1971 - Sorrisi e Canzoni TV - Numero 37 - Pagina 26 - "I campioni della musica morbida", di Fabrizio Soletti

12.09.1971 - Sorrisi e Canzoni TV - I campioni della musica morbida, di Fabrizio Soletti     12.09.1971 - Sorrisi e Canzoni TV - I campioni della musica morbida, di Fabrizio Soletti     12.09.1971 - Sorrisi e Canzoni TV - I campioni della musica morbida, di Fabrizio Soletti     12.09.1971 - Sorrisi e Canzoni TV - I campioni della musica morbida, di Fabrizio Soletti

La statuetta dell'Oscar [...] fu battezzata così perché una segretaria del premio trovò che somigliava straordinariamente a suo zio Oscar. il nome dei "Pooh", il complesso che sta dando la scalata alle Hit Parade, è dovuto ad un'altra segretaria, stavolta impiegata presso un'azienda discografica che, appassionata di fumetti, suggerì di chiamare "Pooh" una neonata formazione musicale, dalla musica "morbida", proprio come la camminata indolente di un orsetto. Winnie Pooh, infatti, è il nome di un orsetto di pezza inventato dallo scrittore inglese A. A. Milne e che, trasformato in un personaggio dei cartoni animati da Walt Disney, non ebbe però mai la fortuna degli altri personaggi disneyani.
Avuto il nome il complesso cominciò a vagire, e fu subito successo. Un successo che si chiamava "Piccola Katy" canzone che ebbe un quarto d'ora di grande popolarità [...]. La loro voce tuttavia non echieggiò a lungo. Coinvolti nella recessione che seguì al boom, i Pooh ritornarono subito nell'ombra; però, al contrario di tanti altri gruppi ben più titolati, ebbero la forza di non sciogliersi [...].

29 settembre 1971 - Ciao 2001 - N°39 - Pag. 13 - "I Pooh - «Tanta voglia.... d’affermazione»", di A. G.

29.09.1971 - Ciao 2001 - N°39 - Pag. 13 - I Pooh - «Tanta voglia.... d’affermazione», di A. G.   29.09.1971 - Ciao 2001 - N°39 - Pag. 13 - I Pooh - «Tanta voglia.... d’affermazione», di A. G.29.09.1971 - Ciao 2001 - N°39 - Pag. 13 - I Pooh - «Tanta voglia.... d’affermazione», di A. G.

[...] Ho chiesto ai Pooh come si vedano nel mondo musicale italiano e se non pecchino dello scarso tentativo di inserirsi tra i complessi d’avanguardia quelli cioè che seguono il filone “rock”. È ancora Roby che mi risponde.
«Vedi, noi siamo una formazione italiana ed abbiamo sempre cercato di svilupparci nella maniera tradizionale. Questo lo abbiamo deciso dopo le nostre primissime uscite, quando facevamo il repertorio degli Who con il cataclisma finale incidevamo pezzi come “Keep On Running” in italiano, alla gente piacevamo, ma ci siamo resi conto che eravamo solo dei bravi esecutori. Musicisti sì, ma non facevamo altro che prendere il materiale degli altri e trasmetterlo al pubblico italiano che cio apprezzava forse perché non avevano mai visto i veri creatori di quello che suonavamo ogni sera. Così decidemmo di guardarci attorno: vivevamo in un paese con i suoi problemi interni e con la sua tradizione musicale che è quasi più considerata all’estero che in Italia. Facemmo “Brennero 66” affrontando il problema dei disordini e incidenti in Alto Adige, venimmo bocciati dalla RAI perché il pubblico sembrava non ancora preparato alle canzoni di protesta. Poi incidemmo “Piccola Kathy” nel quale descrivevamo il problema delle “Groupies”, quelle ragazzine che seguono i complessi per vari indefiniti motivi. Un problema che vedevamo nascere tra noi giorno per giorno in misura sconcertante. Questo lo considero stare all’avanguardia, perlomeno con la prima consegna dei fatti. Oggi è ridicolo: basta che un complesso faccia lo stile dei Grand Funk o degli Iron Butterfly o degli Zeppelin perché venga considerato d’avanguardia. Dovevamo considerarci tali quando suonavamo come gli Who cinque anni fa? Eravamo solo dei bravi copiatori, mentre ora abbiamo un discorso nostro, scriviamo materiale nostro rispecchiando le nostre impressioni di giovani, uomini e musicisti. Il pubblico l’accetta, quindi pensiamo di essere sulla buona strada» [...].

Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - "Pooh ad un passo dalla leggenda", di Paolo Battigelli

[...] Pooh: [...] Il ventennale merita di essere festeggiato nel migliore dei modi, perciò ci siamo messi a lavorare su questo album con grande anticipo dedicando più tempo alla composizione del materiale e alla realizzazione in studio, più di tre mesi, proprio perché non volevamo ci assalissero, magari a distanza di tempo, i classici dubbi del senno di poi. Abbiamo iniziato a ottobre dell'anno scorso per concludere solo ai primi di luglio: per non parlare della scelta del materiale, una ventina di brani a testa già pronti nel cassetto tra i quali operare una selezione. Il tutto al fine di ottenere un lavoro equilibrato a livello di sensazioni, segnali sonori e totale recupero della melodia à la Pooh.
T.: Lo staff non è più lo stesso.
P.: Infatti, non abbiamo collaborato con Monaldi bensì con Fio Zanotti [...].
T.: La musica mi pare abbia più spazio che in precedenti lavori.
P.: E' più incisiva, più presente, più protagonista. Questo grazie anche a collaborazioni preziose, all'aiuto di amici blasonati come Claudio Pascoli, Demo Morselli e Amedeo Bianchi [...]. Suonare nuovamente Parsifal con il supporto del Fairlight che funge da orchestra e i fiati è stata un'esprienza unica [...].
T.: Che sia un disco "diverso", lo si avverte già dalla confezione.
P.: Un'inchiesta condotta da Musica & Dischi ha accertato che siamo coperti al 50% dal falso, come dire che ciò che sappiamo di vendere è solo la metà di quello che realmente vendiamo: siamo i più falsificati! [...]
T.: Ci saranno dei video in supporto a Giorni infiniti?
P.: Non abbiamo mai voluto identificare la nostra musica nei quattro minuti di una clip. Per più motivi: perché gli americani lo sanno fare molto meglio, in virtù, diciamolo, di budget quasi impensabili; perché il nostro genere di proposte musicali non si pone nel fantasmagorico delle immagini. Giriamo dei reportage, quelli sì, ma unicamente come testimonianze a livello documentaristico [...].

Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - "Pooh ad un passo dalla leggenda", di Paolo Battigelli

Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - Pooh ad un passo dalla leggenda, di Paolo Battigelli    Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - Pooh ad un passo dalla leggenda, di Paolo Battigelli    Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - Pooh ad un passo dalla leggenda, di Paolo Battigelli    Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - Pooh ad un passo dalla leggenda, di Paolo Battigelli    Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - Pooh ad un passo dalla leggenda, di Paolo Battigelli    Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - Pooh ad un passo dalla leggenda, di Paolo Battigelli    Dicembre 1986 - Tastiere - Numero 11 - Pagina 6 - Pooh ad un passo dalla leggenda, di Paolo Battigelli