1973 Tour Parsifal

1973 Tour Parsifal

AGOSTO

08 - Trieste - Castello di San Giusto - I Pooh si esibirono senza Stefano D'Orazio.
11 - Forlì
Data non disponibile - Frosinone

Scaletta del concerto

La set-list di ogni concerto veniva decisa in camerino, subito dopo l’arrivo e ad ogni concerto alcuni dei brani cambiavano.

«Si partiva con unìintroduzione, poi un brano tutto stacchi e tempi dispari che avevo importato dal repertorio della mia precedente band, Il Punto, per far capire che sapevamo suonare; a seguire, altri pezzi complessi ma nostri, per spostare l'attenzione sulle composizioni. E poi una hit riconoscibile, un cosiddetto 'pezzolone', che in quel tour fu Parsifal, e via a scalare nel repertorio. Qua e là testavamo anche inediti». Stefano D'Orazio

Rassegna stampa

09 agosto 1973 - Corriere della Sera - «I «Pooh» a Trieste senza batterista - È finito in carcere»

09.08.1973 - Corriere della Sera - I «Pooh» a Trieste senza batterista - È finito in carcere

Al castello di San Giusto doveva esibirsi ieri sera il quartetto dei «Pooh» per la replica di uno «show»; lo spettacolo si è svolto, ma senza il batterista Stefano D'Orazio. Il giovane era stato arrestato nel pomeriggio e rinchiuso nelle carceri sotto l'imputazione di oltraggio a pubblico ufficiale.
L'episodio era accaduto sulle Rive, dove il capitano dei carabinieri Leonardo Betrucci, che era in borghese, stava rimproverando una giovane straniera che aveva attraversato la strada fuori dalle strisce, costringendo l'ufficiale, al volante della sua auto, a compiere una brusca manovra per non investirla. Il D'Orazio, testimone del fatto assieme ai suoi compagni di lavoro e a un gruppo di «fans», aveva ritenuto di intervenire prendendo le difese della ragazza. Il capitano si è allora qualificato, ma il D'Orazio ha continuato a offenderlo.
La moglie del D'Orazio, appresa la notizia dell'arresto al castello di San Giusto dove era in allestimento lo spettacolo, colta da malore, è svenuta e ha dovuto essere soccorsa dalla Croce rossa e trasportata all'ospedale per la necessaria rianimazione.

11 agosto 1973 - Corriere della Sera - «Il batterista dei Pooh condannato a quattro mesi»

11.08.1973 - Corriere della Sera - Il batterista dei Pooh condannato a quattro mesi

Il complesso dei «Pooh» tornerà a ricomporsi stasera a Forlì, dopo la disavventura che ha trattenuto per tre giorni in carcere a Trieste il batterista Stefano D'Orazio. Questi, infatti, durante l'esibizione dei «Pooh» al castello di San Giusto è incappato in una denuncia per oltraggio a un capitano dei carabinieri ed ha dovuto attendere in cella il giudizio, non essendogli stata accordata la libertà provvisoria, bensì il procedimento per direttissima.
Il processo si è svolto stamane davanti al pretore Losapio, che infine ha condannato il D'Orazio a quattro mesi di reclusione con i benefici di legge, subordinati al pagamento di una ammenda di 20 mila lire. Celebrato il dibattimento nella tarda mattinata, il batterista ha potuto ottenere subito dopo la scarcerazione [...].
L'incidente che ha portato in carcere il D'Orazio era accaduto mercoledì scorso sulle rive di Trieste: l'ufficiale dei carabinieri, il capitano Leonardo Bertucci, stava transitando in auto (ed in abiti civili) allorché una ragazza jugoslava gli ha attraversato la strada, obbligandolo ad una difficile manovra per evitare l'investimento. L'ufficiale aveva quindi redarguito la ragazza,richiamandola all'osservanza delle regole del traffico. Il D'Orazio e il clan dei «Pooh» stavano pranzando nel posteggio esterno di un ristorante sulle rive. Testimoni alla scena, erano intervenuti in difesa della ragazza; il D'Orazio più vivacemente degli altri, tanto da farsi arrestare per oltraggio.
Davanti al pretore ha respinto l'accusa ed in sua difesa hanno deposto quattro «fans», ma la deposizione del capitano dei carabinieri è stata determinante per la condanna.

13 ottobre 1973 - Settimana TV - N°41 - Pag. 32 - "Le giornate mozzafiato dei POOH", di Livia Hendel

13.10.1973 - Settimana TV - N°41 - Pag. 32 - Le giornate mozzafiato dei POOH, di Livia Hendel13.10.1973 - Settimana TV - N°41 - Pag. 32 - Le giornate mozzafiato dei POOH, di Livia Hendel

[...] i Pooh [...], guardati a vista dal produttore Giancarlo Lucariello, si limitano a puntarmi addosso otto occhi, di vario colore, ma tutti ugualmente furbastri [...].
"[...] ti raccontiamo una tipica giornata dei Pooh. Dunque, quando siamo impegnati nelle tournée estive, riusciamo a fare anche quattrocento chilometri al giorno. Quindi la macchina è praticamente la nostra casa, proviamo i nuovi pezzi con le chitarre, sentiamo i nastri di vecchie e nuove incisioni che ci interessano, discutiamo, facciamo progetti per l'avvenire, parliamo di vacanze che non riusciremo mai a fare e, se qualcuno di noi ha un problema, lo risolviamo in macchina. Arrivati a destinazione, scendiamo in un albergo, tutti nello stesso, naturalmente.
"Al pomeriggio andiamo nel locale per le prove, dove i nostri sei tecnici, che ci seguono sempre con un TIR strapieno di strumenti, hanno già approntato tutto. Perché il nostro è un vero e proprio spettacolo, che viene rinnovato ogni sei mesi [...]. Prima dello spettacolo ci ritiriamo in camerino per un po' di relax, è un rito per noi, dovrebbe, perché non accade mai. C'è sempre il proprietario del locale che ci vuole fotografati con la figlia, o l'amico che non vediamo da anni! Durante lo show perdiamo in media un chilo" [...].
"E, al termine, riceviamo la gente, i ragazzi che vogliono conoscerci, parlare dello spettacolo. [...] dobbiamo dire di avere avuto molto successo quest'estate. Novanta serate, con una presenza media di duemila persone. Mentre cantiamo, alternandoci anche ai vari strumenti, inseriamo delle proiezioni, per unire l'immagine al suono, che chiariscono il discorso musicale che stiamo facendo. Il pubblico [...] è preparato e, per interessarlo sempre meglio, bisogna dare di più. È per questo che non crediamo e di conseguenza non partecipiamo a nessuna manifestazione canora. Sono formule vecchie, sorpassate" [...].

28 ottobre 1973 - Bolero Teletutto - Numero 1382 - «I Pooh: hanno riscoperto Wagner a 33 giri», di Velia Veniero

28.10.1973 - Bolero Teletutto - N. 1382 - I Pooh: hanno riscoperto Wagner a 33 giri, di Velia Veniero

[...] Red, il più giovane, si sta concedendo delle vacanze di... lavoro. È andato a Londra, Parigi, Amsterdam per vedere un po' le novità dei complessi stranieri, specie in fatto di luci e di effetti luminosi. Questo, in vista del nuovo spettacolo che i Pooh vogliono realizzare prima dell'inverno. Finite le vacanze, il 1° novembre, i Pooh torneranno a riunirsi e si recheranno in «ritiro collegiale» a Roncobilaccio, sull'Appennino tosco-emiliano, assieme a Giancarlo Lucariello, il loro giovane e dinamico produttore. E qui getteranno le basi dell'attività artistica per la nuova stagione.

13 giugno 1979 - Boy Music - N. 23 - Pagina 3 - "I Pooh - Lo sbarco in USA", di Mario Luzzatto Fegiz

13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz    13.06.1979 - Boy Music, n. 23 - I Pooh - Lo sbarco in USA - Mario Luzzatto Fegiz

[...] Oggi i Pooh possono vantarsi d'essere il primo complesso ad aver lanciato negli spettacoli dal vivo la tecnica dello show. Come è nata questa svolta artistica?
«È cominciata nel 1973, insieme a Parsifal, che ha rappresentato per noi l'abbandono del melodico italiano per cercare una linea di rock sinfonico. C'era bisogno di qualcosa che sottolineasse queste nuove sonorità e allora ci procurammo due lanciafiamme, di quelli militari a gasolio che producevano fiamme alte una decina di metri. Con questo rudimentale artificio rischiavamo ogni volta di finire arrosto, bucavamo i tetti dei teatri, però l'effetto sulla gente era sconvolgente. Cosicché ci improvvisammo artificieri e cominciammo, prima degli spettacoli, a predisporre polveri e materiale pirotecnico per il gran finale. E, sempre con la paura di finire allo spiedo, riuscivamo a ottenere dei finali sempre più esaltanti».