Pooh - Rassegna Stampa Anni '70 - 1972 - 2° parte

Nota

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1972

02 luglio 1972 - TV Sorrisi e Canzoni - N°27 - "Scrivono le loro canzoni all'oratorio", di Fabrizio Soletti

02.07.1972 - TV Sorrisi e Canzoni - N°27 - Scrivono le loro canzoni all'oratorio, di Fabrizio Soletti   02.07.1972 - TV Sorrisi e Canzoni - N°27 - Scrivono le loro canzoni all'oratorio, di Fabrizio Soletti

[...] «No, non siamo presuntuosi [...]. Solo che non ci sentiamo catalogabili. In effetti non abbiamo cercato né ora lo desideriamo di essere in qualche maniera un gruppo "di moda" [...]. Oggi i tempi sono sempre più corti, per quel che oggi è "in" domani è "out". Noi cerchiamo di non essere mai troppo "dentro" il favore popolare proprio per non trovarci improvvisamente fuori».
Giancarlo Lucariello portavoce, produttore, amico e convivente del gruppo, che completa la comune con Valerio Negrini [...] ci tiene ad un'ulteriore precisazione: «I Pooh non hanno fretta. Preferiscono durare a lungo nel tempo, perciò lavorano - senza copiare nessuno - facendo solo quello che gli piace. Anzi, quello che ci piace, perché discutiamo su tutto e a lungo; finché uno di noi non è convinto, non si incide. E quando si incide tutto è previsto sin nei minimi particolari. Cerchiamo il miglioramento sempre, perché invecchiando vogliamo migliorare, come il vino. Cioè vogliamo essere un "complesso d'annata", e della migliore vendemmia possibile».
Il lungo momento che precede l'incisione di un disco è [...] ormai una specie di cerimoniale. Innanzi tutto si «ritirano» a Bergamo, in un oratorio messo a disposizione da un prete amico di Roby Facchinetti che è l'unico Pooh bergamasco (e fu un prete milanese a scoprirli). Lì [...] sviluppano l'embrione di idea che già hanno approvato all'unanimità.
«[...] l'iter consueto dei nostri pezzi è abbastanza lento. Li lanciamo in sordina ma poi, a poco a poco, prendono e diventano le canzoni del giorno».
«Senza rete», «Giovanissimi» (la nuova rubrica di musica pop che la Tv sta realizzando a Torino) e il Festivalbar sono i tre veicoli promozionali scelti [...]. Il primo appuntamento col pubblico, però, è «Senza rete». «Siamo capitati in una puntata fortunata [...] perché le vedette sono Mimmo Modugno e Gabriella Ferri. Eseguiremo tre pezzi, tra cui, naturalmente, Noi due nel mondo e nell'anima» [...].
La vacanza, però, i Pooh se la sono presa recentemente. In occasione del lancio in Inghilterra di Tanta voglia di lei hanno trascorso qualche giorno nella capitale britannica [...]. «Una esperienza piacevole, tutto sommato. Peccato però che il lancio di Tanta voglia di lei tentato contemporaneamente anche in America, non abbia dato i risultati sperati. Ma ci riproviamo con Pensiero» [...]. L'estate, i Pooh la spenderanno in quasi un centinaio di serate e nella registrazione di un trentatre giri i cui primi titoli sono Nascerò con te, La nostra età difficile, Io in una storia (che vede il debutto come autore di Dodi Battaglia), Per me solo lei e Col tempo, con l'età e nel vento [...].

09 luglio 1972 - Bolero Teletutto - Pagina 30 - "Il pubblico vuole canzoni sincere", di Ruggero Bossi

09.07.1972 - Bolero - Il pubblico vuole canzoni sincere, di Ruggero Bossi09.07.1972 - Bolero - Il pubblico vuole canzoni sincere, di Ruggero Bossi

I Pooh, il complesso che lo scorso anno con "Tanta voglia di lei" e "Pensiero" monopolizzò le classifiche di «Hit parade» per parecchie settimane di seguito, detronizzando anche il «divino» delle vendite discografiche, Lucio Battisti, è di nuovo entrato in graduatoria e si appresta a salire verso le prime posizioni. "Noi due nel mondo e nell'anima" è il motivo che i Pooh hanno appena lanciato [...].
Tra l'altro questo ultimo prodotto [...] deve ancora essere lanciato in televisione. Oltre a partecipare al Festivalbar, il complesso apparirà infatti al video in "Senza rete", "Adesso musica" e "Giovanissimi" [...].
All'appello manca solo Valerio Negrini, fondatore del complesso ed ex-batterista, che dall'ottobre scorso ha smesso di suonare per dedicarsi esclusivamente alla stesura dei testi delle canzoni [...].
«Quali sono le ragioni che hanno indotto Valerio a dividersi da voi, pur continuando a scrivere i testi dei vostri motivi?».
«Bé, non c'è stato» risponde Riccardo Fogli «un motivo ben preciso, bensì un insieme di cose. Come tu sai nell'ottobre scorso Valerio si è sposato e già da tempo aveva intenzione di cambiare vita, di condurre un'esistenza... tranquilla. Bene, il matrimonio non ha fatto altro che maturare e rafforzare questa sua decisione. Niente più serate e quindi più tempo libero da dedicare non solo alla famiglia, ma anche all'attività di autore. Ecco un altro motivo: curare di più e meglio le nostre canzoni: da tempo lavora alla stesura di un libro, una raccolta di racconti e poesie che, ci ha detto, sarà pubblicato tra qualche mese. Infine l'ultima ragione: Valerio è costituzionalmente un pigro. Non se la sentiva più di correre da una città all'altra, di fare serate e di stare alzato fino a tarda sera o di passare addirittura le notti in bianco. Ecco perché ha smesso di suonare con noi... Niente rottura perciò; ma, come vedi, una separazione ragionata e più che motivata».
[...] «A che cosa attribuite il successo delle vostre canzoni?».
«Il loro successo? Semplice: sono canzoni in cui credevamo, che sentivamo» dice Roby Facchinetti, che è l'autore della musica. «E' tutta farina del nostro sacco, nessuno ce le ha imposte, nemmeno la casa discografica. Spesso nel comporre una canzone si è suggestionati dall'idea che anzitutto debba essere commerciale, cioè di facile presa. E si sbaglia, perché il pubblico è meno impreparato di quanto si creda [...]».
«Perché dopo il "boom" di "Pensiero" e prima di questo vostro ultimo motivo, siete usciti all'improvviso dalla mischia e non avete più fatto parlare di voi?».
«Vedi , noi non siamo delle macchine per sfornare canzoni» riprende a parlare Riccardo Fogli. «Ogni pezzo che incidiamo è frutto di riflessione, di preparazione. Dopo "Pensiero" non avevamo buone canzoni da riproporre al pubblico. Oggi non si può imbrogliare la gente propinandole bidoni e vivendo sulla rendita dei passati allori. Questa è una realtà che tutti gli esponenti della musica leggera italiana è ora che si mettano ben bene in testa».
«Quali sono per ognuno di voi le aspirazioni più nascoste?».
«La mia» continua Roby «è di scrivere un giorno una buona musica da film».
«Io invece, che ho il mare nel sangue», afferma Riccardo Fogli «vorrei tanto una bella villa su una scogliera. Passerei le giornate a pescare...».
[...] Dodi Battaglia. «Il mio sogno invece è di poter un giorno tenere concerti per chitarra classica. La chitarra è il mio grande amore. Non potrei concepire la vita senza di essa».
[...] Stefano D'Orazio [...]. «Vorrei fare sempre meglio e mi piacerebbe tanto suonare un giorno in un complesso jazz...» [...].

13 agosto 1972 - Bella - N°33 - Pag.11 - "Dik Dik e Pooh: i trionfatori dell'estate canora"

13.08.1972 - Bella - N°33 - Pag.11 - Dik Dik e Pooh: i trionfatori dell'estate canora

Le alte vette di Hit Parade registrano già da molte settimane il successo delle loro canzoni, e i juke-box diffondono chiassosamente nell'aria le note di Viaggio di un poeta e Noi due nel mondo e nell'anima. Ecco, i complessi dell'estate sono senz'altro i Dik Dik e i Pooh [...].
I Pooh, già trionfatori dell'estate scorsa con Tanta voglia di lei e Pensiero, sono tornati in Hit Parade con un'altra suggestiva canzone, Noi due nel mondo e nell'anima. [...] «Facciamo solo cose che sentiamo, che nessuno ci impone, e in cui crediamo veramente. Spesso, quando si compone, si è suggestionati dall'idea di fare una cosa commerciale, cioè di facile presa. Ma è uno sbaglio, perché il pubblico ormai è in grado di ricevere cose qualitativamente superiori alle solite canzonette da due soldi».

17 agosto 1972 - Qui Giovani - N°33 - Pag.44 - "È nata la 'Linea Pooh'!"

17.08.1972 - Qui Giovani - N°33   17.08.1972 - Qui Giovani - N°33 - Pag.44 - È nata la 'Linea Pooh'!17.08.1972 - Qui Giovani - N°33

C'è ancora chi si ostina a ripetere con monotonia che i Pooh sono un complesso vecchio, che suonano all'antica, che non hanno estro, che non sono affatto originali (vedi Maurizio Vandelli). Eppure [...] il quartetto da quasi due anni [...] non sbaglia un disco [...].
La rinascita dei Pooh [...] ebbe inizio nell'estate del 1971 con "Tanta voglia di lei" che rimase fino a settembre prima assoluta. A brevissima scadenza seguì "Pensiero" a cui toccò la stessa... sorte; poi venne l'ottimo album intitolato "Opera prima".
[...] nell'autunno dello scorso anno, i Pooh si concessero una meritata pausa discografica, limitando la loro attività alle serate, a qualche fugace ma efficace apparizione televisiva, alla registrazione in inglese di "Tanta voglia di lei" e alla preparazione del nuovo 45 giri [...].

14 settembre 1972 - Il Monello - Numero 37 - "I Pooh - Tanta voglia di... successo", di Claudio Lippi. Caricatura di Magistrelli Spadoni.

14 settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi

«I'll close the door behind me» è il titolo di una canzone che sta per essere lanciata in questi giorni sul mercato inglese e, caso abbastanza raro, è la versione di una canzone italiana: «Tanta voglia di lei». L'hanno registrata in inglese i Pooh, che già erano stati gli interpreti della versione italiana, con la quale per tante settimane ha capeggiato la classifica di Hit Prade.
I Pooh hanno realizzato questo disco per la CBS Inglese, in Theobald's Road a Londra. L'autore delle nuove parole è Robert, Hallen, mentre arrangiatore, come al solito, è Roby Facchinetti, organista e compositore dei Pooh. È un fatto molto positivo che le industrie discografiche straniere, per la prima volta nella storia della nostra musica leggera, si interessino ad un complesso italiano. Già in Argentina, Portogallo, Brasile, i Pooh avevano ottenuto un grosso successo con «Tanta voglia di lei», ma non è una cosa nuovissima il fatto che un cantante italiano entri nelle classifiche discografiche di questi paesi, mentre appunto rarissimo è il fatto che siano Stati Uniti ed Inghilterra ad interessarsi di artisti italiani. Molto probabilmente suonando e interpretando brani cosiddetti tradizionali i Pooh si stanno rivelando il complesso italiano più originale del momento e quindi non sono una brutta copia dei complessi inglesi che per primi hanno lanciato un certo tipo di musica, con suoni ed effetti particolari [...].
Dalla descrizione data dei quattro Pooh, appare chiaro quanto diversi siano i quattro caratteri, ma forse proprio questa enorme differenza permette ai Pooh di essere tanto uniti, non solo ora, nel successo, ma soprattutto quando bisognava lottare e la vita era dura.
[...] I primi momenti felici sono arrivati dunque da poco. «Il primo lo abbiamo vissuto», dice Roby, «quando è giunta la notizia che la nostra canzone dall'ottavo posto della Hit Parade era salita al secondo, in un balzo. Allora ci siamo convinti che ce l'avevamo fatta».
La canzone in questione è appunto «Tanta voglia di lei» a cui seguì «Pensiero» e ultima «Noi due nel mondo, nell'anima».

17 settembre 1972 - Ciao 2001 - N°37 - Pag.72 - "I Pooh - Ora li vuole l'Inghilterra", di Armando Gallo

17.09.1972 - Ciao 2001 - N°37 - Pag.72 - I Pooh - Ora li vuole l'Inghilterra, di Armando Gallo17.09.1972 - Ciao 2001 - N°37 - Pag.72 - I Pooh - Ora li vuole l'Inghilterra, di Armando Gallo   17.09.1972 - Ciao 2001 - N°37 - Pag.72 - I Pooh - Ora li vuole l'Inghilterra, di Armando Gallo

POOH: I'll Close The Door Behind Me (CBS): Un complesso italiano e un disco di grande successo là. Inizia un po' lentamente, ma il ritornello è veramente ottimo. Il complesso mi ricorda l'atmosfera dei Bee Gees, e ciò non è assolutamente male». (Peter Jones - Record Mirror).
In questi giorni è uscito in circolazione in Inghilterra il primo disco dei Pooh; si tratta della versione inglese di «Tanta voglia di lei» e quella di Peter Jones è una delle tante recensioni che il disco ha ricevuto presso la stampa specializzata inglese [...]. «È una cosa differente» dicono alla casa discografica inglese. Incaricano subito un paroliere inglese per l'adattamento fedele del testo, mandano a Milano un produttore esecutivo e i Pooh si trovano in sala a incidere «Tanta voglia di lei» in inglese [...].
I Pooh sono venuti a Londra per una settimana approfittando così di concedersi una vacanza e per incontrare il «boss» inglese [...].
[...] Giancarlo Lucariello loro produttore e manager personale. «[...] Era la prima volta che venivamo a Londra e ad eccezione di Clarke, il produttore esecutivo che aveva aiutato Riccardo e Dody nell'incisione in inglese di «Tanta voglia di lei» non conoscevamo nessuno alla CBS inglese».
[...] Roby. «Siamo dei veri dormiglioni, eppure alle nove del mattino eravamo sempre in piedi e pronti a fare qualcosa. Abbiamo fatto i turisti andando a King's Road, Portobello, Westminster, London Tower. Poi nei pomeriggi era la volta degli studi d'incisione, dal distributore inglese dei Moog Synthetizers dove ci siamo sbizzarriti con il Moog grosso. Alla sera, via nei clubs; Marquee, Greyhound, Speackeasy vedendo innumerevoli complessi. Ci sono piaciuti i Vinegar Joe» [...].
«Siamo orgogliosi di "I'll Close The Door Behind Me" [...] perché in un certo senso sta contribuendo all'espandersi della canzone italiana all'estero che fino ad oggi è rimasta a "Sole mio" e "Volare". Avevamo già fatto la versione in spagnolo e in Sud America è andata al primo posto in molte parti». «Quello che ci dà più soddisfazione è che "Tanta voglia di lei" sia stata accettata per il mercato inglese e americano. In America il disco è uscito da un mese; non è successo ancora nulla di eccezionale, ma proprio prima di venire a Londra abbiamo ricevuto un comunicato che la stanno battendo da costa a costa e viene suonata da quasi tutte le stazioni radiofoniche. In un certo senso si è aperto un nuovo mercato, quello mondiale e dopo "Tanta voglia di lei" insisteremo con "Pensiero" che dovremmo incidere in inglese tra 15 giorni e speriamo che al secondo tentativo, se nulla succederà con "I'll Close The Door...", qualcosa si muova. Qui a Londra ci hanno detto che anche se i testi sono in inglese le canzoni rimangono sempre molto italiane, come se avessero una specie di marchio, e questo ci riempie di soddisfazione perché dimostra a tutti che nelle nostre composizioni siamo stati sempre sinceri [...]».
Ho chiesto ai Pooh quale sia la loro reazione alle voci che li definiscono i Camaleonti del '70. «Tutta questa gente credo che non ci abbia ancora visti dal vivo e fino a un certo punto non posso dargli torto» mi ha detto Roby. «In passato sono stati a vedere i vari complessi che erano nelle hit-parade e nel maggiore dei casi sono sempre stati delusi dalle loro povere esibizioni. La differenza con noi è che componiamo, scriviamo, arrangiamo e suoniamo nei nostri dischi. Non suoniamo la versione italiana dei successi stranieri. Spesso nelle nostre incisioni c'è un arrangiamento orchestrale e dal vivo dobbiamo lavorare tremendamente per sostituirlo con i nostri soli strumenti - e ci riusciamo! C'è molta gente che ci preferisce dal vivo che su disco...».
[...] Dody[....]. «Ci sono molte persone in Italia che hanno avuto la possibilità per la radio o attraverso la stampa di far sentire la urgenza del rinnovo della musica italiana per andare a pari passo con quella più avanzata inglese e americana. Molti musicisti hanno risposto al loro appello immediatamente facendo il passo più lungo della gamba: per arrivare allo stesso livello straniero almeno 9 complessi su 10 hanno preso a copiare illudendosi di essere simili, anche migliori delle formazioni che copiano. Pochissime persone si sono rese conto che per arrivare a quel certo livello bisogna arrivarci passo per passo, gradino per gradino, dalle fondamenta; altrimenti arrivi in cima e tutto ti crolla addosso come se tu fossi sopra un castello di carte. Noi abbiamo fatto tutto ciò con il tempo, pazientemente e se abbiamo venduto un milione di dischi durante lo scorso anno significa che una gran maggioranza del pubblico italiano si identifica con le nostre canzoni, che sono moderne altrimenti non sarebbero state accettate dal mercato inglese-americano, portando avanti il livello della musica italiana con ogni disco che abbiamo scritto, suonato e inciso. Ci siamo riusciti e dimmi quanti in Italia possono dire lo stesso».

24 settembre 1972 - Ciao 2001 - N°38 - Pag.70 - "Le Classifiche"

24.09.1972 - Ciao 2001 - N°38 - Pag.70 - Le Classifiche

Nella classifica italiana dei 45 giri pubblicata dal periodico "Ciao 2001", il singolo "Noi due nel mondo e nell'anima" si trova alla posizione n°8.

19 novembre 1972 - Ciao 2001 - Numero 46

19.11.1972 - Ciao 2001 - Numero 46

03 dicembre 1972 - Ciao 2001 - Numero 48

03.12.1972 - Ciao 2001 - Numero 48

10 dicembre 1972 - Ciao 2001 - N°49 - "A Londra con Alessandra", di Armando Gallo

10.12.1972 - Ciao 2001 - N°49 - A Londra con Alessandra, di Armando Gallo

Sono tornato a Londra da un breve viaggio in Italia portandomi dietro l'ultimo album dei Pooh, «Alessandra». L'ho ascoltato e riascoltato e devo dire che Roby, Riccardo, Dody e Stefano sono venuti fuori veramente bene. L'album comprende 12 brani tra cui «Noi due nel mondo e nell'anima • Nascerò con te» che pur essendo stati due successi dell'estate, ora, a confronto con gli altri 10 brani, quasi scadono di efficacia. Ancora una volta l'intero album è stato scritto, arrangiato e musicato dai Pooh. I testi di Negrini riescono a prenderti alla gola e le musiche di Facchinetti con l'occasionale aiuto di Battaglia si amalgamano a questi in modo perfetto. Le armonie vocali dei Pooh sono superlative e migliorano da una incisione all'altra e «Alessandra» li pone senza dubbio tra i migliori vocalisti in campo internazionale [...]. La copertina è ottima per la bellissima semplicità e i brani da segnalare sono «Alessandra» che termina il microsolco proprio in uno splendido esempio di maturità vocale, «Signora», «Via lei, via io» con un bellissimo seppur nascosto sottofondo di un occasionale pianoforte, la sinfonica «Donna al buio, bambina al sole», «Mio padre, una sera» che mi ricorda l'ottimo giro musicale di «La valigia» e la canzone di apertura «La nostra età difficile» che può reggere il confronto con le migliori composizioni di Burt Bacharach.

11 dicembre 1972 - Corriere della Sera - "Oggi a Milano Tamara e i Pooh"

11.12.1972 - Corriere della Sera - Oggi a Milano Tamara e i Pooh

[...] Al Teatro di via Manzoni, stasera i «Pooh» daranno un concerto insieme a un'orchestra sinfonica. La singolarità della serata consiste nel connubio tra «pop» e «classico».

12 dicembre 1972 - Corriere della Sera - "Le canzonette dei Pooh con orchestra sinfonica"

11.12.1972 - Corriere della Sera - Le canzonette dei Pooh con orchestra sinfonica

Winny the Pooh è il nome di un orsetto disegnato da Walt Disney, popolarissimo negli Stati Uniti. In Italia ridotto semplidemente a Pooh è popolare, invece, per via di quattro ragazzi, impastati di antico sentimentalismo, che chitarra, basso, tastiere e batteria alla mano hanno da tempo conquistato i favori di un certo pubblico giovanile. Sono un complesso «da classifica», per usare un termine da gergo discografico, gente cioè che scala spesso le classifiche di vendita dei dischi. "Tanta voglia di lei", per fare un solo esempio di canzone dei Pooh, dopo aver tenuto banco per mesi in Italia è diventata "El verdadero amor" in Spagna, in Venezuela, in Argentina e "I'll Close The Door Behind Me" in Inghilterra, ovunque accolta con grande entusiasmo, appunto dai giovani.
E sono stati i giovani, ieri sera al Teatro di via Manzoni a tenere a battesimo un nuovo esperimento dei Pooh, i quali seguendo una moda ormai abbastanza diffusa, hanno suonato e cantato molte delle loro canzoni, facendosi accompagnare da una orchestra sinfonica. La sala non gremita ma abbastanza piena, era afollata anche da «esperti» della canzone e del disco. C'era Caterina Caselli, un po' diva e un po' padrona di casa (i Pooh, infatti, incidono per la casa discografica del marito della cantante, Piero Sugar) e erano presenti direttori artistici e talent scouts, giovani cantanti in attesa di un possibile lancio e curiosi di vario genere, da coloro che si chiedevano semplicemente cosa potesse nascere dal connubio canzone-sinfonismo, a coloro che speravano di cogliere Patty Pravo in atteggiamento romantico. Le cronache rosa, infatti, dicono che ad uno dei Pooh, Riccardo, vadano attualmente i pensieri della ex-stella del Piper.
Sui settecento posti del Teatro di via Manzoni, trecento circa erano per gli invitati. Gli altri erano ammiratori (o piuttosto ammiratrici) di Roby Facchinetti (24 anni) il musicista del complesso che suona le tastiere, di Riccardo Fogli (23 anni) bassista e cantante, di Dody Battaglia (21 anni), compositore, chitarrista e cantante e di Stefano D'Orazio (22 anni) batterista e cantante. Per tutti e quattro grandi applausi dopo ogni esecuzione, e non solo da parte degli invitati.

12 dicembre 1972 - Corriere della Sera - "I Pooh: un Villa «quadruplicato»"

12.12.1972 - Corriere della Sera - I Pooh: un Villa «quadruplicato»

17 dicembre 1972 - Bolero Teletutto - N.1337 - Pag. 25 - "I Pooh - Una grande orchestra tutta per loro", di Velia Veniero

17.12.1972 - Bolero Teletutto - N.1337 - I Pooh - Una grande orchestra tutta per loro

In pochi anni, dopo inizi difficili e stentati, i Pooh, vale a dire quattro ragazzi in gamba, Roby, Riccardo, Dody e Stefano, hanno fatto molta strada e sono riusciti a entrare nella rosa dei «big» della musica leggera. Le loro canzoni (basterà citare tre titoli «Tanta voglia di lei», «Pensiero», «Noi due nel mondo e nell'anima») si sono imposte non soltanto in Italia ma anche all'estero, soprattutto in Sud America. In Venezuela, ad esempio, i Pooh sono stati a lungo al primo posto nelle classifiche di vendita con «Tanta voglia di lei» e hanno ricevuto un disco d'oro. Sempre tesi nello sforzo di migliorarsi e di dar vita a varie iniziative artistiche, i Pooh stanno effettuando in questi giorni una tournée nelle principali città italiane nel corso della quale si esibiscono con l'accompagnamento di una grande orchestra sinfonica. I quattro ragazzi presentano, oltre ai loro maggiori successi, alcuni motivi del loro ultimo LP intitolato «Alessandra». È forse la prima volta che un complesso italiano si fa accompagnare da un'intera orchestra, senza per questo perdere le proprie caratteristiche, anzi valorizzandole al massimo. Ma per i Pooh la distinzione tra musica leggera e musica seria non ha quasi più senso; per loro esiste solo la musica e la grande tradizione melodica italiana alla quale, pur essendo moderni, continuano a rimanere fedeli.

22 dicembre 1972 - Qui Giovani - N.57 - Pag. 30 - "Non bastano 31 violini per accoppiare il pop con il classico", di Carlo Tumbarello

22.12.1972 - Qui Giovani - N.57 - Non bastano 31 violini per accoppiare il pop con il classico

NOTA - L'articolo è chiaro ed incisivo, permette di comprendere perché la critica musicale avesse costantemente toni critici nei confronti dei Pooh.

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Concerto dei Pooh a Milano: "Roby, Riccardo, Dody, Stefano con l'orchestra sinfonica", diceva il programma. Qualcuno ha pensato di vedere nell'insolito accoppiamento un incontro (il primo in Italia!) tra la musica pop e quella classica, sulla scia di molti gruppi d'avanguardia stranieri che già da anni, e non soltanto nei concerti, interpretano brani classici, sinfonici e operistici in chiave rock. Tutto ciò però non è avvenuto al Teatro di via Manzoni "Renato Simoni". I Pooh accompagnati da 31 violinisti (diretti dal maestro Angiolini) hanno presentato tutti i loro più grossi successi da "Tanta voglia di lei" a "Pensiero", da "Noi due nel mondo e nell'anima" all'ultimo singolo "Cosa si può dire ti te?". In pratica quasi tutti i brani incisi nei due album "Opera prima" e "Alessandra": 16 canzoni dalla linea melodica gradevole tipicamente italiana perseguita con monotona coerenza dal quartetto da tre anni a questa parte.
E l'incontro tra pop e sinfonico? Nemmeno l'ombra. Quello che hanno fatto i Pooh esiste da quando si parla di musica leggera non solo in Italia ma nel mondo. Anzi vi dirò che è un accoppiamento ormai in disuso [...]. La fusione tra i due generi ci sarebbe stata se i Pooh anziché cantare "Tanta voglia di lei" avessero messo nel loro repertorio una sonata di Beethoven, un brano di Vivaldi, una fuga di Bach. Invece il quartetto ha semplicemente ripetuto dal vivo quello che fa in sala d'incisione: arricchire, cioè, la parte strumentale con archi e violini, da sottofondo ai quasi perfetti virtuosismi vocali [...].
Oltretutto mi sembra che i Pooh non si siano trovati a loro agio con questa orchestra che sinfonica non è. Finora, entro i limiti di un filone melodico che per l'ampiezza di certe melodie riesce a conservare una sua dignità, i Pooh avevano brillato non soltanto per l'apprezzabile affiatamento vocale ma anche per le ottime qualità di strumentisti. Dal vivo riuscivano a rendere quanto e forse più che in sala.
Nel concerto di Milano, invece, il disagio di Roby Facchinetti e compagni è stato notevole. Inoltre si è voluto dare all'avvenimento un'importanza che in realtà non aveva e non poteva avere, indipendentemente dal valore del gruppo. I Pooh scrivono e cantano brani decorosi, seguono un filone melodico che, volente o nolente, ha e avrà sempre una larghissima schiera di "seguaci" sia in veste di protagonisti sia in quella si spettatori.
Tempo fa avevo accennato infatti a una "linea Pooh", in quanto il quartetto riesce spesso a nobilitare un genere mortificato dalla maggior parte dei nostri cantanti e complessi. Ma non bisogna dimenticare che la loro è musica leggera nel vero senso della parola, cioè frivola, di evasione. Lo stesso Stefano D'Orazio (batterista), all'inizio di serata, dice che il loro discorso musicale rifugge da temi politici, sociali e di contestazione. Il loro tema preferito è l'amore. Si contesta fin troppo nella società, lasciamo quindi che almeno la musica rimanga estranea a questo fenomeno dilagante. Questo il succo del discorsetto fatto da Stefano.
Benissimo, cioè malissimo, perché se è vero che i divi hanno tanto ascendente sui loro fans, un discorsetto diverso dal solito "ti voglio bene" potrebbe indirizzare i giovani verso scelte meno tradizionali. Comunque i Pooh hanno confessato il loro disimpegno totale. E allora che suonino questo tipo di musica frivola senza il frac, la pretenzione e la pomposità che mi è parso di riscontrare l'altra sera al Manzoni.

Rassegna Stampa Anni '70 - Anno 1972 - 1° parte