Nota
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1975
17 luglio 1975 - Il Monello - N°16 - Pag. 80 - "Tanto piacere...", di Claudio Lippi
[...] Proprio di questi giorni è la notizia della separazione di Riccardo Fogli, ex bassista del complesso, dalla Patty Pravo. [...] care ammiratrici dei Pooh, state tranquille: Red si è ormai perfettamente inserito, e niente al mondo lo staccherà dagli attuali compagni [...].
18 agosto 1975 - Oggi - N°34 - "I mesi caldi dei Pooh: notti bianche e giorni a colori"
I Pooh [...] presentano il guardaroba anti-caldo [...]. Sono capi della «King's» [...]. I ragazzi stanno portando per l'Italia il loro spettacolo, riscuotendo successo ovunque. Lo show è stato montato con sapiente regia: su un palcoscenico bianco spiccano gli strumenti, dello stesso colore, mentre i quattro componenti, anch'essi candidi, eseguono le canzoni in un gioco di luci e fumi colorati.
[...] terminata la tournée estiva che li vede impegnati per 58 serate fino a metà settembre, entreranno in sala di registrazione per terminare un longplaying che uscirà in novembre; nei primi mesi del 1976 andranno in America.
[...] Il loro ultimo LP, «Un po' del nostro tempo migliore», è ai primi posti di vendita. (Le foto sono state eseguite nel centro residenziale di «Milano 2»).
19 dicembre 1975 - Nuovo Sound - Numero 47 - Pagina 8 - "Pooh: "Con noi o contro di noi!"", di Roby, Stefano, Dody, Red
[...] Stefano: "I Pooh hanno cominciato nel 1966 a fare un discorso musicale che per quei tempi era abbastanza azzardato: parlavamo di quelli che erano i problemi che in Italia in quel momento venivano vissuti, come appunto quello che era successo per il Brennero [...]. [...] tanta malafede ci ha fatto lentamente allontanare dal filone "politicizzato" [...]. Da allora abbiamo cominciato la metamorfosi musicale passando a quello che è il nostro discorso condotto fino ad oggi [...]".
Dody: "Parliamo dei Pooh del grosso successo: penso che siano stati una scoperta del pubblico, in quanto noi abbiamo sempre mantenuto le caratteristiche che ci contraddistinguevano fin dal "Brennero '66", evolvendoci internamente, e ad un certo punto, un pezzo, "Tanta voglia di lei", ha incontrato fortunatamente quelli che erano i gusti del pubblico al momento".
Red: "E da quel momento, avendo cominciato a vendere molti dischi, siamo stati tacciati di commercialità spudorata: e questo, dentro di noi, non lo abbiamo accettato [...]".
Roby: "Il nostro pubblico, d'altronde, è molto vasto: veramente dagli otto agli ottanta anni [...]".
Red: "C'è anche il fatto che nei nostri testi parliamo di storie assolutamente vere, storie vissute nelle quali molti possono trovare un'identificazione personale [...]".
Roby: "La linea classica o classicheggiante della nostra musica, poi, è dovuta al fatto che io ho studiato musica classica, e questo bagaglio me lo porto dentro in tutto quello che scrivo [...]".
Stefano: "Spesso ci hanno chiesto com'è stato possibile, per me e per Red, che veniamo da gruppi di hard rock, adattarci a quella che è la musica dei Pooh di oggi. Io penso che non ci sia stato nessun adattamento, bensì una emancipazione [...]. Abbiamo unito la nostra esperienza precedente e la ricerca della melodia fondendola nella musica che Roby scrive: continuiamo a fare ognuno quello che sente di fare, e quello che conta è che tutto ciò crea un'armonia [...]".
Stefano: "[...] noi non vogliamo entrare per nessun motivo in un discorso musicale che non ci interessa, per indole, per emancipazione, per quello che noi riteniamo sia il nostro filone musicale e che portiamo avanti da un po' di tempo [...]. Comunque questa polemica si è scatenata circa tre anni fa, quando il pubblico, che stava vivendo un'emancipazione e una culturizzazione musicale era molto prevenuto nei confronti di coloro i quali vendevano i dischi [...] perché erano giustamente disgustati da quelli che erano i fenomeni esclusivamente discografici, quelle quattro facce messe in un certo modo, impostate in sala d'incisione, aiutate da veri e anonimi musicisti, che quando si presentavano a contatto diretto con il pubblico erano un disastro spaventoso. Così il pubblico ha cominciato a dividere i musicisti in due gruppi precisi: quelli che vendono i dischi (che non sanno suonare) e quelli che non li vendono (e che quindi sono quelli che suonano per quelli che li vendono)".
Red: "Noi non risentiamo molto delle critiche [...]: che anzi, sono diminuite sempre più grazie alla serie di concerti che facciamo (circa 150 all'anno, e non sono pochi) e che danno l'immediata verifica di quello che possiamo fare. [...] andiamo quasi pari con il nostro cachet e le spese per sostenere uno spettacolo che, a quanto ci risulta, in Italia ancora non fa nessuno [...]: giriamo con dodici tecnici d'equipe, due camion di strumentazione, un impianto luci di oltre centocinquanta riflettori e curiamo tutto lo spettacolo nei particolari, dal colore delle luci alla scelta delle atmosfere, delle situazioni di nebbia e altri accorgimenti [...]".
Stefano: [...] subito dopo "Tanta voglia di lei", quando ci annunciavano "...signori, i Pooh", c'era una grossa fetta di pubblico che ci accoglieva a suon di fischi, per poi venire a dire, alla fine "Ah, ma allora sapete anche suonare?". Il nostro successo è stato del tutto personale, conquistato sera per sera a diretto contatto con il pubblico [...]".
26 dicembre 1975 - Nuovo Sound - Numero 48 - Pagina 18 - "Pooh - Forse ancora poesia", di Franco Schipani
Tornano i Pooh con un album molto interessante soprattutto per le nuove proposte contenute in alcuni episodi, primo fra tutti "Wild track", un tema country interpretato con un certo gusto e indubbia classe; il tentativo del quartetto di Facchinetti di trovare strade nuove è estremamente lodevole in quanto non sarebbe difficile per loro proseguire sul consueto cammino che tanto piace a gran parte del pubblico. Come hanno confermato i recenti spettacoli, il gruppo è capace di realizzare una musica ben più interessante di quella proposta nei dischi, e in questo "Forse ancora poesia" il desiderio di rinnovamento è più tangibile del solito, i momenti meno scontati sono più di uno (mentre nel precedente LP forse solo "Eleonora mia madre" usciva dagli schemi usuali).
Le canzoni più interessanti ci sono sembrate "Quinta stagione" (strumentale), la succitata "Wild track" e "Peter Jr.".