Dodi Battaglia a Radio RTR 99: "Valerio aveva una marcia in piu', una sensibilita' superiore" - Sabato 08.06.2013
Mercoledì 5 e sabato 8 giugno (in replica) è andata in onda su Radio Ti Ricordi RTR 99 una intervista a Dodi Battaglia realizzata da Fabio Martini e Guido Tognetti nel corso della trasmissione "Retropalco".
L'incontro ha preso il via con la compiaciuta e scherzosa esclamazione di Dodi "Sono il miglior chitarrista dei Pooh!". Ha proseguito raccontando il suo primo approccio con la musica, scaturito a cinque anni con il desiderio di possedere una fisarmonica, desiderio soddisfatto grazie alla vincita ad una lotteria in cui proprio tale strumento era stato messo in palio: ricevuto all'ora di pranzo dalle mani del padre, la sera era già in grado di suonarla, tali erano il trasporto e l'entusiasmo.
L'innamoramento per la chitarra elettrica sbocciò a 14 anni, quando da un jukebox di un supermercato di Bologna udì una Fender Stratocaster degli Shadows. Dietro consiglio dello zio, per 3.000 Lire acquistò una chitarra acustica ed iniziò a prendere lezioni da un insegnante della periferia di Bologna. Dopo un paio di mesi l'insegnante non sapeva più cosa insegnargli, anche grazie al suo background dovuto al fatto di appartenere ad una famiglia di musicisti. Dodi cominciò a frequentare le orchestre, poi giunse la proposta dei Pooh di entrare nel loro gruppo: era il 1968 e Battaglia aveva 17 anni. Roby lo spronò con queste parole: "Tu devi diventare persino più bravo di Alberto Radius della Formula Tre!", dandogli uno di quegli input che servono nella vita a raggiungere grandi risultati.
Battaglia ha spiegato che il suo modo di suonare non è solo quella del chitarrista, ma di una persona che intende il chitarrismo nell'eccezione più ampia. Considera la vita fatta di treni che passano e da prendere al volo; ma nel frattempo occorre aver comprato il biglietto. Per fare ciò, per realizzare il suo sogno, Dodi è letteralmente vissuto in simbiosi con la chitarra, esercitandosi costantemente ed affinando la sua tecnica, perché "i musicisti non smettono mai di suonare nella loro testa".
Martini ha citato il brano del 1975 "Orient Express" in quanto musicata ed interpretata da Dodi. Ha un sapore ed un clima unici, con un connubio particolare tra musica e testo, ma nel contempo non è un pezzo complicato da suonare.
Dodi ha confessato che è riuscito ad imparare molto grazie al fatto che, essendo la sua prima moglie americana, aveva spesso l'occasione di recarsi negli Stati Uniti per studiare, sviluppare un know how rivolto anche al jazz ascoltando gli altri artisti durante le loro esibizioni. Perché, secondo Battaglia, i musicisti devono confrontarsi e aprirsi; appunto per questo Dodi non ha mai avuto problemi a condividere: "Se sei un grande puoi regalare il tuo know how". In base a questo principio ha sempre cercato di raffrontarsi con altri musicisti, giungendo così a suonare ad esempio con Tommy Emmanuel, con Di Meola.
Battaglia ha confessato che quando imbraccia una chitarra la prima cosa che fa "è ritrovare un clima di grande amore con lo strumento". Se all'inizio la chitarra era principalmente uno strumento per esprimersi, ora è un qualcosa di più fisico, soprattutto quella acustica.
Parlando di "D'Assolo", l'album solista pubblicato nel 2003, Dodi ha spiegato che in occasione della rimasterizzazione ha aggiunto il brano "4.3.2012" dedicato a Lucio Dalla (scomparso quell'anno) accompagnato dal trafiletto "Poi tutti accolsero il nuovo ospite con occhi pieni di felicità". "Primavera a New York" invece è stata scritta nel 1990 e, una volta ascoltata da Roby Facchinetti, lo condusse ad esortarlo a fare un secondo disco solista.
In merito agli inizi dei Pooh, Dodi ha spiegato che un gruppo senza furgone non era un gruppo, era scomodo spostarsi; costituiva un vero e proprio status symbol. Inoltre quando non c'era nessun contratto per suonare la domenica stava tappato in casa per non farsi vedere in giro e non fare brutte figure.
L'esperienza con il gruppo dei Sorapis è stata una maniera di intendere la vita, la musica, in modo goliardico ed approssimativo, ma con un feeling molto emiliano. Fio Zanotti, Torpedine, Maurizio Vandelli, Zucchero Fornaciari, Dodi ne erano i componenti e con loro si è molto divertito, soprattutto durante le prove. Comprarono un Volkswagen con scritto sulla fiancata Sorapis ed in occasione del Festival di Sanremo, il venerdì sera, accompagnarono la figlia di Zucchero nella sua esibizione.
Parlando di Hendrix, Battaglia ha affermato che non darebbe mai fuoco ad una chitarra, perché la considera sacra. Quando nel 1966 Hendrix suonò a Bologna venne organizzato un concorso tra gruppi emergenti; al tempo Dodi militava nei Meteors e propose "Foxy Lady", in quanto era il brano che gli riusciva meglio. L'esibizione di Hendrix però non fu al meglio, in quanto ebbe problemi per la corrente che aveva cicli diversi rispetto alla taratura dei suoi amplificatori.
Passando alla collaborazione con Vasco Rossi, il quale ha sempre avuto rispetto per i concerti e la musica dei Pooh, Dodi ha spiegato che è nata grazie alla convivenza territoriale ed alla comunicazione di Guido Elmi, suo produttore e compagno di scuola di Dodi al liceo. Propose a Battaglia di andare in sala di incisione per realizzare un arpeggio per "Una canzone per te", sapendo che caratteristiche del suo stile di suonare sono appunto l'arpeggio, i contrappunti melodici. Dodi si presentò con una Telecaster, senza amplificatore, si limitò ad attaccare la chitarra direttamente al banco d'incisione. Iniziò così una serie di collaborazioni che lo portarono a suonare in"Toffee" e "Va bene va bene", inciso a Modena con Gallo e Lele Melotti e che tentò di interpretare dopo averne inciso la base, con un risultato che non lo soddisfece. In occasione della pubblicazione di "Più in alto che c'è!?", il primo album solista di Dodi, Vasco ha scritto il testo della canzone che ha dato il titolo all'LP, con suo intervento alla fine nel coro.
Tornando a parlare dei Pooh, il gruppo è stato impegnato in tournée all'estero nel corso degli anni '70. Erano ritenuti i rappresentati della tradizione melodica italiana legata alla nuova strumentazione ed all'approccio rock. Nel 2012 sono tornati ad esibirsi in Giappone proprio con brani di quel periodo, in quanto gli anni '70 è stato uno dei momenti più creativi per la musica italiana.
Passando a disquisire sulle scalette dei concerti, Dodi ha ammesso che con un repertorio composto da più di 300 canzoni è difficile rinunciare a quelle più popolari. Si cerca così un compromesso. Nel caso di "Opera Seconda", i Pooh hanno tracciato un itinerario, unendo i grandi successi e brani meno popolari. Battaglia ha però ammesso che è così tanto il materiale musicale a disposizione che sarebbe bello dedicare agli appassionati un concerto con brani particolari, magari proprio quelli mai pubblicati negli LP o mai eseguiti dal vivo.
Alla domanda perché nell'album non sia stata inclusa "Se sai, se puoi, se vuoi", Dodi ha risposto che l'esclusione è da imputare al fatto che nell'esecuzione della sua melodia è già stata utilizzata l'orchestra, in quanto scopo di "Opera Seconda" è quello di dare una nuova veste ai brani che non hanno avuto l'apporto orchestrale.
Battaglia ha riconosciuto a Giancarlo Lucariello il merito di averlo spronato a cantare affidandogli nel 1971 l'interpretazione di "Tanta voglia di lei" e di avergli dato modo di scoprire di saper scrivere musica con "Piano piano" (pubblicata con il titolo "Io in una storia") e "Signora", contenute nell'album "Alessandra".
Tornando a parlare dei progetti da solista, Battaglia ha ammesso che dopo "D'Assolo" si era ripromesso di realizzare un altro disco strumentale: al momento sta pensando di farne uno con la collaborazione di Tommy Emmanuel e lo vuole sviluppare come un progetto che non deve essere settoriale, unicamente per chitarristi e audiofili; vorrebbe includere anche brani cantati, magari con contributi di artisti ospiti. Vi si dedicherà alla fine dell'anno, al termine della tournée "Opera Seconda in Tour".
Nel ricordare Valerio Negrini, scomparso lo scorso 3 gennaio, Dodi ha ricordato che se a Roby Facchinetti va riconosciuto il merito di averlo spronato a suonare, a Lucariello di averlo messo nella condizione di cantare e scrivere musica, Negrini ebbe l'intuizione più importante: quello di vedere in lui il chitarrista che sarebbe poi divenuto.
Battaglia conobbe Valerio un anno prima di entrare nell'organico dei Pooh, quando Negrini si recò al locale Dipendenti Comunali per ascoltarlo suonare. "I Pooh a Bologna erano come i Beatles a Liverpool. [...] Valerio aveva una marcia in più, una sensibilità superiore".
In merito al futuro artistico del gruppo: "Non so che ne sarà della creatività che i Pooh hanno esternato nel corso di quasi 50 anni, trovo che non ci siano più parole, non riesco a legare la mia creatività ad una persona che non sia lui. Non so, non voglio essere negativo, mai dire mai, è troppo presto. Era parte di una unità così consolidata, così vincente, così bella... mi risulta impensabile . Mi accorgo di scrivere cose nuove pensando che non ci sarà la persona che metterà la ciliegina sulla torta. Vedremo".
Una piccola considerazione a chiusura di questo articolo.
È comprensibile lo sconforto ed il senso di smarrimento provato da Battaglia e dai suoi compagni dell'avventura musicale che da una vita ormai li vede insieme. Non bastano pochi mesi per riprendersi dalla perdita di una persona che per quasi cinquanta (CINQUANTA) anni ha creato le parole che risuonano nelle voci dei Pooh, ne ha costruito l'anima poetica ed ha contribuito in maniera fondamentale a quella umana del gruppo.
Come fan, noi di iPooh.it possiamo solo essere vicini con il nostro affetto e la nostra stima ai Pooh, certi che sapranno riprendersi e continuare a portare avanti nell'unico modo possibile il ricordo di Valerio: suonando.
Per ascoltare il podcast dell'intervista: http://www.radiotiricordi.it/puntate_retropalco.php?id_evento=255&id_stagione=14