"Ciao Valerio", settima parte - Gli ospiti - Mercoledi' 08.01.2014
Prosegue con questo articolo il racconto dell'evento "Ciao Valerio" organizzato per il 03 gennaio al Teatro Donizetti di Bergamo.
Dopo il ricordo di Negrini condiviso da Red Canzian e di cui abbiamo scritto nell'articolo "Ciao Valerio", sesta parte - Red Canzian ricorda Valerio Negrini, è tornato sul palco il giornalista Andrea Pedrinelli, il quale ha esposto una attenta analisi di Valerio Negrini come paroliere e poeta. Tra le varie cose ha detto: «Valerio è stato un innovatore, un caposcuola sia dal punto di vista dei contenuti che ha saputo mettere in tre, quattro minuti di canzone, sia dal punto di vista del modo di scrivere le canzoni». Ha proseguito spiegando come Valerio scriveva dell'amore senza mai cadere nel banale, parlando ad esempio di quando nell'amore subentra la normalità come nel caso di "Una donna normale", oppure come nel testo particolare di "Non si può rifare il mondo in due". Pedrinelli ha proseguito affermando: «Valerio parlava delle donne non soltanto nel momento in cui noi uomini ci innamoriamo, cercando di capire il loro segreto, il loro mistero. Ha parlato delle donne verso i quaranta, ha parlato delle ragazze normali, della ragazza occidentale». Ha poi disquisito sul tema dei viaggi affrontato in più occasioni da Valerio, citando "Vienna" e "Oceano" come riferimenti a luoghi specifici, il viaggio dentro una coppia in "Se sai, se puoi, se vuoi", ma anche l'immaginifico racchiuso in "Il tempo, una donna, la città" e "Dove comincia il sole".
Pedrinelli ha attribuito a Negrini l'iniziativa di affrontare per primo determinati argomenti: «Non sono stati i cantautori i primi a parlare dell'apartheid in sudafrica di Nelson Mandela, è stato Valerio Negrini con "Senza frontiere". Non sono stati primi i cantautori a parlare di omosessualità, degli zingari, della prostituzione, è stato Valerio Negrini con i testi di "Poohlover". E' stato lui che ha cantato la polvere nucleare, che ha cantato anche la paura e la gioia di attendere il primo bambino, o l'ansia di invecchiare, ed ha saputo mettere dentro le canzoni la letteratura, la "Terra desolata" di Elliot, il mito di Parsifal, la storia vera». Ha raccontato della collaborazione di Negrini con Eugenio Finardi, quando nel 1981 scrisse per lui delle vere e proprie istantanee della società.
Il giornalista ha poi spiegato che c'è la volontà di far diventare "Ciao Valerio" un appuntamento annuale, un premio che serva a spingere giovani autori a scrivere le loro canzoni discostandosi dall'uniformismo e dalla scontatezza che in questi tempi caratterizza la musica italiana.
I doppiatori Franco Mannella e Desirée Noferini hanno interpretato "Il tempo, una donna, la città", presente in "Voci per Valerio", il lavoro di Christian Iansante contenuto nel "Pooh Box".
Successivamente è stato il turno del doppiatore Christian Iansante raccontare e spiegare, in questo caso come si è sviluppato "Voci per Valerio: «Il progetto è nato da un mio desiderio di fare un regalo ai Pooh dopo essere stato ospitato all'interno del loro tour come voce del monologo iniziale. Avevo pensato dieci canzoni, avevo scelto sette testi di Valerio, tre erano di Stefano e volevo farne un regalo. Non è passato neanche un mese, Valerio ci ha lasciato e a quel punto ho trasformato l'idea in qualcosa di più complesso». Portato a venti il numero dei brani, Iansante ha coinvolto quarantasei doppiatori perché recitare tutti i pezzi unicamente con la sua voce sarebbe potuto risultare noioso. Ne è così scaturito un progetto artistico unico nel suo genere, mai realizzato prima e che ha trovato i Pooh talmente entusiasti da volerlo includere nel cofanetto "Pooh Box", di recente pubblicazione. Christian ha parlato del brano inserito erroneamente, "La leggenda di Mautoa", perché di Stefano D'Orazio, sostituito da "Uno straniero venuto dal tempo". «Siamo arrivati a ventotto, un'ora e quaranta, tre mesi di lavoro, tantissime sale, più di cento persone coinvolte».
Raggiunto sul palco dai colleghi doppiatori Rossella Acerbo e Nisim Onorato, Christian Iansante ha proposto con loro un medley composto dai testi "Dall'altra parte", "Il giorno prima", "Uomini soli". L'ultimo brano è stato poi ripreso dai Pooh, saliti sul palco nella formazione storica a quattro elementi, Stefano D'Orazio incluso.
Ringraziato il pubblico intervenuto da tutta italia per assistere all'evento e la città di Bergamo per l'ospitalità, i Pooh e Stefano D'Orazio sono stati raggiunti da Riccardo Fogli ed hanno intonato il primo grande successo del gruppo, "Piccola Katy". Fogli ha colto l'occasione di raccontare un aneddoto in merito all'intermezzo: «Valerio ebbe l'idea di fare un parlato. Gli venne il colpo di genio, in dieci minuti scrisse il parlato. E chi lo doveva parlare il parlato? Nessuno lo voleva parlare e quindi disse: "Vabbé, fallo te"». Riccardo ha proseguito, spiegando come una prima lettura con accento toscano non sortì l'effetto sperato, portandolo quindi ad optare per un finto accento inglese.
Continua con "Ciao Valerio", ottava parte - I fan.
Autore - La Redazione