Le perle di Dodi Battaglia - Martedì 30.04.2019
Lo scorso 15 marzo si è tenuta al Mondadori Megastore in Piazza Duomo a Milano la presentazione del doppio album live "Perle", il lavoro discografico scaturito dalla tournée "PERLE - Mondi senza età" portata da Dodi Battaglia nei teatri italiani dallo scorso ottobre e conclusasi il 06 aprile.
Il tour, centrato sulla produzione discografica dei Pooh, ha voluto dare risalto ad una serie di brani rimasti pressoché sconosciuti al grande pubblico perché mai (o quasi) eseguiti in ambito live. Pezzi non per questo "minori", ma anch'essi caratterizzati da un livello compositivo e poetico di spessore, tanto da saper suscitare intense e profonde emozioni nel pubblico che ha assistito alle date del tour. Quel "Mondi senza età" sta infatti a sottolineare come il ricco immaginario scaturito dalle parole di Valerio Negrini e di Stefano D'Orazio, unite alle musiche composte dal resto della band, abbia saputo dar vita a mondi racchiusi nelle canzoni con personaggi, storie, emozioni, come squarci in esistenze e mondi, appunto, a noi estranei ma cristallizzati nel tempo.
Ospite della presentazione Roberta Bellesini Faletti, moglie di Giorgio, «artista a tutto tondo, un uomo che amava intensamente la vita e che sapeva coglierne gli aspetti da una angolatura sempre originale e inaspettata», come ha avuto occasione di scrivere Dodi. A moderare l'incontro nella sala gremita di pubblico, la giornalista e speaker radiofonica Marta Cagnola.
Roberta Bellesini Faletti, Dodi Battaglia e la giornalista Marta Cagnola.
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Giorgio era un artista a tutto tondo, un uomo che amava intensamente la vita e che sapeva coglierne gli aspetti da una angolatura sempre originale e inaspettata. Dodi Battaglia
L'evento ha preso il via con la proiezione di un videoclip di presentazione del singolo "Un'anima" e della tournée teatrale. Marta Cagnola ha osservato: «Roberta è qui perché è nato qualcosa di bello in questo "Perle", una "perla tra le perle". Che cos'è?».
Dodi Battaglia: «Il progetto di "Un'anima", che appunto è la perla di questo disco che si chiama "Perle", nasce ancora prima del progetto teatrale e di conseguenza del disco [...]. Un giorno, facendo un'intervista in un giornale del mezzogiorno mi è stato detto: "Ma tu fai soltanto quello che facevi? Una volta ci avevi abituato a delle cosine nuove, scrivevi delle canzoni. Adesso non fai più niente di tutto ciò? Sei andato in pensione compositivamente?". Io ho detto: "Sinceramente, per uno come me, o come noi, come i Pooh che hanno fatto tali e tanti successi, rimettersi in gioco, in discussione non è facile, perché l'asticella è stata così alzata nel cordo degli anni che è difficile fare una cosa che regga il confronto di quello che abbiamo fatto fino adesso. Ci sarebbe bisogno di una grande, grandissima motivazione". E l'intervistatore mi ha chiesto: "Ma quale potrebbe essere?" [...]. Siccome la sera prima avevo visto uno spettacolo su Canale 5, un'intervista di Antonio Ricci che parlava dei grandi artisti che avevano fatto parte del Derby, dei suoi "Drive In", c'era uno spazio dedicato a Giorgio, col quale avevo un rapporto di amicizia particolare fantastico e allora mi è venuto spontaneo dire: "Se a casa Faletti ci fosse un testo in qualche cassetto che mi desse le stesse emozioni che mi ha dato, che ha dato a tutti noi, un brano come 'Minchia Signo Tenente', sarebbe una buona occasione per rimettersi in pista, in gioco per dedicarsi a questo progetto". Così è stato e siccome io sono molto mansueto, carino, gentile, ma quando dico "Faccio una cosa!" la faccio immediatamente, la mattina dopo ho interpellato la qui presente Roberta e le ho fatto esattamente questo discorso [...]. Lei immediatamente mi ha detto: "Guarda, sto partendo, appena rientro [...] guardo in casa: dovrei avere qualcosa, rovisto qui e là". Appena rientrata mi ha mandato subito una serie di brani nel quale svettava secondo me questo brano che non è esattamente come lo sentite voi adesso: era incompleto nella parte del testo perché Giorgio è mancato e non era riuscito a finirlo e aveva un ottimo embrione musicale che non ho fatto altro che sviluppare e portare a compimento [...]. Dopo di che ho fatto il disco, il brano è stato aggiunto come bonus track, come "perla delle perle" in questo disco di trentanove brani: è arrivato a fagiolo come quarantesimo brano».
Marta Cagnola: «Hai già visto la perla del 45 giri?».
Dodi, mostrando il singolo su vinile bianco: «Questa è di una bellezza [...]!».
Roberta Bellesini Faletti e Dodi Battaglia mentre mostra il 45 giri in vinile bianco.
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Per me è sempre stato fondamentale, il momento in cui affrontavo un lavoro che riguardava la produzione di Giorgio, avere attorno delle persone che fossero dei grandi professionisti, ma soprattutto degli amici. Roberta Bellesini
Marta Cagnola: «Volevo chiedere a Roberta come è stato aprire i cassetti, aprire gli armadi... Cos'hai pensato quando Dodi ti ha chiesto: "Senti, ma a me piacerebbe..."?».
Roberta Bellesini: «Innanzitutto ovviamente mi ha fatto molto piacere non solo in quanto era Dodi Battaglia, ma in quanto amico di Giorgio. Chi ha avuto modo di sentire le mie interviste relativamente ad altri progetti sa che per me è sempre stato fondamentale, il momento in cui affrontavo un lavoro che riguardava ovviamente la produzione di Giorgio, avere attorno delle persone che fossero dei grandi professionisti, ma soprattutto degli amici. Quindi nel caso di Dodi lui era anche un grande amico di Giorgio: avevano un sacco di passioni in comune, non solo la musica, ma anche ad esempio le macchine da corsa e quindi mi sono sentita tranquilla, sapevo che nel momento in cui avessi aperto questo cassetto e avessi tirato fuori il lavoro di Giorgio, lo affidavo veramente in ottime mani, lo affidavo nelle mani di un grande professionista ma soprattutto di un grande amico».
Marta Cagnola: «Però tu hai affidato un testo che non era ancora completato, che è una lettera d'amore e quindi tu hai affidato un materiale prezioso che riguarda anche la tua vita, i tuoi sentimenti e andava completato. Quindi per te un lavoro emotivamente non facile». Poi, rivolgendosi a Dodi: «Per te una responsabilità pazzesca».
Dodi Battaglia: «Sì [...]. In effetti quando Roberta mi ha dato il testo in realtà [...] era completo per la prima stesura della canzone. Poi io, avendola modificata a livello di stesura con parti musicali nuove, il testo non ci stava più: c'era più musica che parole [...]. Io ho avuto sinceramente molto riguardo, imbarazzo e circospezione a inoltrarmi in un terreno che non conosco più di tanto. Io sono un musicista, sono un cantante, sono un compositore, ho scritto anche dei testi in vita mia, anche con un discreto successo, ma non è proprio la mia priorità. Allora ho pensato a un certo punto di affidare parte del testo che era incompleto a qualcuno che potesse darmi una mano e chiedevo in giro, ma più chiedevo in giro più mi immaginavo "di Battaglia, Faletti, Tricarico", "di Battaglia, Faletti, Mogol", "di Battaglia, Faletti, Pacifico"... Non stava in piedi la cosa, nel senso che c'era un terzo incomodo in un rapporto di amicizia, di cose vissute assieme e di quella che è la fusione di questo brano. Per cui mi sono rimboccato le maniche, ho tirato il mio sasso poi ho detto: "Mamma mia, speriamo che funzioni". Ho cercato, scrivendo questa parte, di immedesimarmi un pochino in quella che era la maniera di scrittura di Giorgio. Però io sono un grande chitarrista, un grande cantante, un grande scrittore, ma Giorgio era VERAMENTE un grande scrittore, per cui aiuto! Avevo paura veramente di mettermi alla prova e di fallire. Male che vada Roberta mi dirà: "Senti, lascia perdere, fai il tuo mestiere". Invece devo dire che ai primi ascolti...». Rivolto a Roberta Bellesini: «Allora non gli diciamo qual è la parte che ho scritto io!».
Roberta Bellesini: «No assolutamente!».
Ai presenti è stata offerta la proiezione del Videoclip di "Un'anima", uscito quel giorno e realizzato grazie a Marco Rossi della casa discografica Azzurra Music.
Marta Cagnola ha poi ripreso la parola: «Si è detto che poteva andare a Sanremo. L'avevi presentata per Sanremo [...]. Un tentativo c'era stato poi a volte il destino è diverso».
Dodi Battaglia: «Quando ho cominciato il mio rapporto con Roberta [...], tutto l'itinerario fino ad arrivare al video di oggi, ci siamo scambiati questa idea e ci siamo detti che la cosa fantastica sarebbe stato il fatto di portare su un palcoscenico come quello di Sanremo questo brano, perché Sanremo era stato un grande palcoscenico per Giorgio».
Roberta Bellesini ha aggiunto: «Oltretutto sarebbero stati 25 anni da "Signor Tenente" quest'anno, quindi poteva anche essere un bel ritorno».
Dodi Battaglia ha proseguito: «Per cui a noi piaceva l'immagine [...]... L'itinerario era appunto di portare su quel palcoscenico questo brano dove Giorgio aveva trionfato con "Minchia Signor Tenente". La mia immagine, la nostra immagine era il fatto di vedere Battaglia / Faletti / Sanremo: questo trittico era vincente. Abbiamo iniziato un percorso di avvicinamento per questo obiettivo, ma son solito anche dire che ci siamo annusati, sai come i cani [...], probabilmente non ci siamo piaciuti più di tanto ed è finita lì [...]. Non so quanto un brano così di spessore sarebbe potuto assomigliare a certe altre cose di Sanremo [...]».
Ho cominciato a "collezionare" una lista di canzoni che avrebbero dovuto fare parte secondo me di quello che avrebbe dovuto essere il tour del cinquantennale, perché secondo me dovevano rappresentare in un certo senso anche la grande storia dei Pooh. Dodi Battaglia
Marta Cagnola, prendendo in mano l'album costituito da un libro e due CD: «Parliamo anche delle altre perle. Che bello questo oggetto!».
Dodi Battaglia: «Questo è un album nato di conseguenza alle prime serate che abbiamo fatto di questo tour, al quale io ho sempre creduto profondamente perché era una idea non mia [...]. Quando io vedo l'idea di un altro e mi fa vibrare di emozione, vuol dire che c'è qualcosa di veramente profondo. L'idea era del pubblico che era venuto a vedere un sacco di concerti dei Pooh ed alla fine uscivano fuori e dicevano: "Ma che bella 'Chi fermerà la musica', 'Pensiero', 'Tanta voglia di lei', 'Uomini soli', 'Piccola Katy'. Ma perché non mi hai fatto..." [...]. Di più di trecento canzoni che abbiamo fatto, la storia di noi Pooh è stata che gli autori di queste trecento canzoni eravamo sempre noi, per cui non è che un giorno scrivi "Pensiero", il giorno dopo scrivi "La Marianna la va in campagna" [...]: non abbiamo mai scritto delle cose orrende per cui il livello è sempre stato quello. Poi alcune canzoni erano più congeniali alla promozione, alcune canzoni arrivavano un po' più lontano perché in un periodo della nostra vita abbiamo dovuto fare gli stadi, i palazzi dello sport, essere meno intimisti, meno raffinati, per cui più "facili", arrivare più lontano. Siccome credo che la gente non parli per dare fiato alla bocca, quando mi venivano a dire queste cose rimuginavo [...]. Ho cominciato a "collezionare" una lista di canzoni che avrebbero dovuto fare parte secondo me di quello che avrebbe dovuto essere il tour del cinquantennale, perché secondo me dovevano rappresentare in un certo senso anche la grande storia dei Pooh, ma questo non è stato e allora ho detto: "Beh, una volta finita questa roba prendo in mano la mia vita e do un senso a queste cose qua" e ho creduto fermamente di fare una cosa che andava fatta, perché sarebbe stato veramente un peccato non farla. Ma alla prima di questa tournée ho subito capito che c'era qualcosa nell'aria di particolare, tale e tanto che il secondo e il terzo e il quarto concerto sono stati siglati da dei sold-out fantastici, standing ovation ogni sera e allora ho detto: "Ragazzi, abbiamo fatto una cosa veramente fantastica!" [...]. Io credo che le cose belle come queste, come tirare fuori un brano come questo di Giorgio, come fare un tour e un disco come "Perle" sono cose che vanno fatte, indipendentemente da chi le fa. Io dico sempre che se uno dei miei colleghi avesse fatto questa cosa qua, con scritto un altro nome qui» indicando la copertina di "Perle", «io avrei preso il biglietto e il disco e sarei andato a vederlo perché mi sarei divertito da morire e questo è quello che accade ogni sera».
Marta Cagnola: «Noi ci eravamo incontrati prima dell'inizio del tour e tu eri entusiasta, contento ma non ti aspettavi una cosa del genere».
Dodi Battaglia: «No. Credo che chi fa questo mestiere sia sempre in balia di quello che è il momento fuggente: un disco, un libro, uno spettacolo possono o non possono andare bene più di tanto. Sicuramente la sensazione ce l'abbiamo: quando senti qualche cosa che ti vibra dentro, se è vero che dà grandi emozioni a te, mediamente il pubblico dovrebbe recepirlo. Però devo essere sincero: non immaginavo di essere a questi livelli, tale e tanto che oggi solo in prenotazione questo disco è secondo nelle classifiche, per cui questo fa sperare ad ottimi risultati e la cosa ancora più bella è che questo disco accompagnerà questo tour da qui al prossimo novembre, dicembre quando riprenderemo le date di "Perle" perché è stato tale e tanto l'afflusso di pubblico e il successo di questo spettacolo che i vari impresari [...] hanno già prenotato per la prossima campagna teatrale di novembre e dicembre, per cui sicuramente torneremo a Milano, sicuramente torneremo a Roma, sicuramente torneremo a Verona, sicuramente torneremo a Catania [...]».
Marta Cagnola: «Dodi devo farti ancora una domanda sul tour: perché "Un'anima" non l'hai ancora suonata? Lo farai?».
Dodi Battaglia: «No, non ancora. Lo farò perché aspettavo questo giorno, perché è un brando da affrontare con garbo, con rispetto, con grande devozione, con il giusto approccio da parte mia, da parte dei musicisti che suonano insieme a me e non è la canzoncina da mettere sotto così: la devi suonare, risuonare, trovare il giusto equilibrio, andare sotto a fare l'ascoltatore [...], sentire sulla gente l'effetto che fa e poi suonarla [...]».
Mentre è attesa per la prima metà di giugno l'uscita del DVD live del tour "PERLE - Mondi senza età", il prossimo 24 maggio verrà pubblicato l'album "Perle" su triplo vinile bianco con album fotografico, in edizione limitata a 999 copie. Prenotando su Azzurra Music alla pagina http://bit.ly/dodi-battaglia-perle-3-vinili verrà inclusa una foto in formato 30x30 autografata.
La mia speranza, in quanto fan, è che Dodi Battaglia trovi nuovamente quella che lui ha definito «una grande, grandissima motivazione» e regali al suo pubblico un nuovo album di inediti. Se a livello compositivo ed interpretativo ha raggiunto da anni i livelli che ben conosciamo e che gli sono valsi premi e lauree ad honorem, anche come paroliere abbiamo avuto prova delle sue capacità prima con il brano "Ciao amore... buon appetito" del 1985, poi con l'intero album "Dov'è andata la musica", inciso nel 2015 con Tommy Emmanuel.
Se Dodi artisticamente ha già dimostrato tutto il suo valore, ciò non vuol dire che questo nuovo corso della sua carriera debba costituire un punto d'arrivo: la bellezza e la creatività non hanno vincoli di tempo o di esperienza.
Autore - Michaela Sangiorgi