I Dossier di iPooh.it - "Voci per Valerio"

Da "Voci per Valerio" di Christian Iansante, "Brennero 66" - Lunedi' 11.11.2013

 

"Brennero 66" è il primo brano ufficiale targato Pooh: come poteva non esserci e all'inizio del lavoro, a ricordare questo primato? Un testo forte, che addirittura all'epoca subì il taglio della censura. Ma quella era un'Italia diversa, ancor più bacchettona ed ipocrita di quella che viviamo oggi.
Ci sentivo una voce graffiante, direi quasi inusuale, rispetto all'idea generale che si ha delle "voci da poesia". Volevo un timbro già di suo polemico, direi (con tutta la stima e l'effetto che provo da sempre per il mio amico) addirittura antipatico. E cosi' ho pensato di chiamare uno tra i miei colleghi più particolari, per vocalità appunto, ma anche per stile recitativo: Luca Dal Fabbro.
Si parla poco di questa traccia quando si nomina "Voci per Valerio". Io invece la trovo molto originale, anche per la scelta della base. Qualche tempo prima, il mio amico e anche lui collega, Alessandro Quarta, durante la lavorazione di un film che stavamo doppiando, intitolato "Una notte da leoni", mi regalò una copia di un CD da lui realizzato e prodotto, dove con altri tre suoi amici cantava brani molto particolari a "cappella". Questo quartetto dal nome "Quarta Dimensione" mi colpì al punto che mi venne in mente di commissionare ad Ale una delle basi del mio CD e quella di "Brennero 66" mi sembrava la più giusta, sia perché mi piaceva l'idea di aprire il lavoro per Valerio con una "non musica", sia perché, seppur con le dovute differenze, le voci mescolate in quel modo mi ricordavano vagamente i cori alpini, tipici dei luoghi presso i quali, la tragedia descritta nel brano, si è consumata!

Christian Iansante

La canzone

"Brennero 66" è una delle più importanti canzoni dei Pooh, perchè:

1. E' il terzo singolo mai pubblicato in assoluto del gruppo, che reca come B-side la canzone che darà il nome al loro primo album.
2. E' il primo della nuova formazione (la seconda in ordine cronologico) che vede affiancarsi i nuovi arrivati Facchinetti e Fogli ai fondatori del gruppo, Negrini, Bertoli e Goretti.
3. E' in assoluto la prima canzone cantata da Roby Facchinetti una volta entrato nei Pooh.
4. E' la prima canzone scritta dal binomio Negrini / Facchinetti.

Dopo i primi timidi tentativi de "L'uomo di ieri" e "Bikini Beat" (la prima scritta insieme a Bertoli, Faggioli e Goretti, la seconda dal solo Negrini anche per la musica), "Brennero 66" rappresenta per l'allora ventenne batterista e fondatore dei Pooh il vero e proprio esordio come autore di testi, nonchè in seguito autore della maggior parte delle loro canzoni.
Presentata al III° Festival delle Rose organizzato all'Hotel Cavalieri Hilton di Roma dal 12 al 14 ottobre 1966, la canzone parla degli attentati in Sud Tirolo, prendendo spunto dall'assassinio di un giovane militare della Guardia di Finanza da parte di terroristi altoatesini, come fin troppo spesso succedeva in quegli anni nel Trentino Alto Adige.
La "Commissione di ascolto preventivo e di controllo sui testi" della RAI la censurò chiedendo la modifica del brano, pena l’esclusione dal concorso. Negrini a malincuore la trasformò in "Le campane del silenzio" per evitare il collegamento ai sanguinosi fatti di cronaca che avevano ispirato la canzone, ed eliminò la frase “t’hanno ammazzato quasi per gioco”. Il sacrificio, accettato pur di non perdere la “vetrina” del festival, non venne preso bene dalla casa discografica che perse interesse nel promuovere il singolo, di cui fra l'altro non esiste alcuna registrazionea causa di problemi tecnici di trasmissione insorti nel corso del festival.
Nella medesima edizione del Festival delle Rose, Gianni Morandi si vide censurare "C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" per motivi analoghi: per l'Italia bacchettona di allora non era bello che una canzone parlasse di cose così reali piuttosto che di papaveri e papere. Morandi ed i Pooh furono in quell'occasione gli alfieri della canzone di protesta proposta al grande pubblico dei festival, con la sorte comune di vedersi censurati per gli scottanti argomenti trattati.

«Erano di moda le canzoni contro la guerra. Noi, però, a differenza degli americani, non avevamo un Vietnam da cantare. La nostra guerra era là, sui monti dove si minavano i tralicci della luce in Alto Adige». Valerio Negrini

La particolare rabbia con cui Roby interpretò questo brano ben sottolineava le immagini che già così abilmente Valerio sapeva disegnare con poche parole.

Un giovane uomo in divisa, morente, con rassegnazione sente la vita sfuggirgli pian piano ("tanto ma tanto silenzio lì intorno / non fa paura / si muore bene in silenzio"). Come consuetudine già da allora, un ragazzo del sud arruolatosi nella Guardia di Finanza per finire a prestare servizio in Alto Adige, in un luogo tanto lontano da casa ("Nella tua casa di pietra bruciata / non han mai visto la neve"). Rimane solo una foto di lui, che una donna lontana aspetterà invano ("ora sul muro è rimasta soltanto / quella tua foto / stringevi in mano il fucile"). C'è anche il tempo per ricordare che proprio quei monti han visto da sempre degli uomini morire per degli ideali ora dimenticati, come Valerio aveva sicuramente imparato dai rari racconti del padre ex-partigiano ("T'hanno ammazzato quasi per gioco / per dimostrare alla gente / che tra quei monti la voce del tempo / e degli uomini uccisi / non deve contare più niente"). E c'è il suono della campana, per la donna che ne sente i rintocchi a tanti chilometri di distanza ("e una campana in paese racconta a una donna che piange / di quel tuo fucile che non servì a niente") e per chi la sente negli ultimi istanti della propria vita ("e una campana tra i monti racconta alla gente lontana / di te che sei morto per niente lassù"). Rassegnato, il protagonista accoglie il silenzio della morte, udendo gli stessi rintocchi che avevano accompagnato l'arpeggio in La minore con cui la canzone era iniziata e sul quale si conclude ("e la campana un po’ triste che a te sembra tanto lontana / potrebbe tacere e lasciare il silenzio per te").

La canzone, pubblicata come singolo "Brennero 66 / Per quelli come noi" il 3 ottobre 1966 (data della matrice), è successivamente apparsa sul primo album del gruppo "Per quelli come noi", uscito in pratica il giorno dopo la conclusione del Festival delle Rose, il 15 ottobre 1966.
Una ristampa in vinile di questo album, pubblicata nel 2006, ne presenta una alternate-take.
Nel 1995 i Pooh, in occasione del completamento del loro "Pooh Book" di cui era iniziata la pubblicazione due anni prima, registrano delle nuove versioni di alcune delle canzoni incise per la Vedette negli anni '60 e le includono nel primo dei sei dischi che formano il cofanetto. Fra queste, una nuova versione di "Brennero 66" che vede in pratica il solo Facchinetti della vecchia formazione nella line-up che la reincide, ma con la stessa immutata energia e rabbia di quasi trent'anni prima.
Dopo l'uscita fuori catalogo del Pooh Book, la CGD ristampò tre anni dopo "Un minuto prima dell'alba", il primo CD che includeva appunto i remake di 11 canzoni del periodo Vedette dandogli il titolo di un'ennesima canzone dello stesso periodo ma non presente su questo album perchè non re-incisa, e fra esse appunto il remake di "Brennero 66" inciso nel 1995.

Le voci

Luca Dal FabbroLUCA DAL FABBRO

Luca Dal Fabbro è attore, doppiatore, direttore del doppiaggio, dialoghista.
La sua voce viene associata al volto dell'attore Steve Buscemi: alcuni dei suoi film che ha doppiato sono "Armageddon", "Con Air", "Fargo", "Fuga da Los Angeles", "Le iene". Ha doppiato anche Ron Howard in "American Graffiti", Brad Pitt in "Vite dannate", John Turturro in "Crocevia della morte" e "Vivere e morire a Los Angeles".
Nel campo dei cartoon è lo scienziato malvagio Heinz Doofeshmirtz in "Phineas e Ferb", Randall Boggs in "Monsters University", Lenny in "Toy Story - Il mondo dei giocattoli", Fiocco in "Alla ricerca di Nemo", e tanti altri.

Quarta DimensioneQUARTA DIMENSIONE

Nato nel 2006 da un'idea del musicista, attore e doppiatore Alessandro Quarta, questo quartetto vocale si dedica alla realizzazione di repertori a cappella molto eterogenei, deidcandosi alla musica d'autore, alla musica popolare e medioevale, ai tanghi, alle colonne sonore ed alle sigle dei cartoni animati, non trascurando un proprio repertorio originale solitamente accompagnato da percussioni.
Composto da Alessandro Quarta, Alessio Moncelsi, Sara De Santis, Alberto Berettini, ai Quarta Dimensione capita si affianchino percussionisti, ballerini, fotografi ed artisti visivi per la realizzazione delle coreografie e delle scene.

Note tecniche

Parole e musica: Valerio Negrini, Roby Facchinetti.
La voce di Luca Dal Fabbro è stata incisa da Franco Mirra presso Fono Roma Film Recording - Roma.
Il canto dei Quarta Dimensione (Alessandro Quarta, Alessio Moncelsi, Sara De Santis, Alberto Berettini) è stato inciso presso lo Studio Sorry America - Tarano (Rieti).

Autore - La Redazione