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Roby Facchinetti a IMAGinACTIOn - Terza parte - Lunedì 03.05.2021

Roby Facchinetti

Con questa terza ed ultima parte prosegue e si conclude il resoconto dedicato all'intervista della quale Roby Facchinetti è stato protagonista lo scorso 10 aprile al Palazzo Facchi di Brescia, in occasine del secondo appuntamento della rassegna "IMAGinACTIOn, il festival internazionale del videoclip giunto alla sua quinta edizione. La prima parte è disponibile alla pagina "Roby Facchinetti a IMAGinACTIOn", la seconda alla pagina "Roby Facchinetti a IMAGinACTIOn - Seconda parte".

Andare in negozio, aspettare, prendere in mano il vinile, un oggetto che si apre, si odora... Roby Facchinetti

Il discorso sugli inizi degli anni Settanta è stato introdotto proponendo un video del 2016 del brano "Pensiero". Roby ha spiegato: «"Pensiero" parla di un uomo che ingiustamente è stato accusato di un qualcosa che non ha fatto. Si trova in prigione e chiede al proprio pensiero di andare da lei a raccontare la verità. "Quella notte giù in città non c'ero / male non ne ho fatto mai davvero"».
Paolo Giordano: «Quindi un caso di mala giustizia...».
Facchinetti: «Come purtroppo succede [...]».
Paolo Giordano: «Perché non potevate metterci la parola "prigione" dentro?».
Facchinetti: «Devo dire che il merito o la colpa fu del nostro produttore, Giancarlo Lucariello, il primo e unico nostro produttore. Se i Pooh sono diventati quello che sono, lo dobbiamo veramente a lui. Arrivò nel '70 nel momento di grande, profonda crisi. Stavamo rischiando quasi di scioglierci perché, come dicevo prima, "Mary Ann" non aveva ripetuto il successo. Facemmo l'album "Memorie", un concept album».
Giordano ha spiegato: «Il disco concept è un racconto in musica, una storia. Può essere un romanzo, può essere una fiaba, può essere anche un manifesto politico se vuoi. Nel caso dei Pooh è stato, forse in quel momento, un passo un po' più lungo della gamba e quindi c'è stata una battuta d'arresto».
Roby: «Sì, perché non eravamo adeguatamente di successo per poter pretendere un album così importante e non ha avuto il successo che speravamo, per cui eravamo realmente in crisi. Un pomeriggio d'inverno arrivò una telefonata a casa mia, io abitavo con i miei e dall'altra parte c'era Giancarlo Lucariello che mi disse: "Io avrei voglia, desiderio di diventare il vostro produttore"».
Paolo Giordano: «Lui era già conosciuto allora».
Facchinetti: «Aveva già fatto un paio di successi di milioni di dischi in seno alla CGD. Noi andammo in CGD con lui e dopo pochissimo firmammo il contratto della nostra vita. Con lui facemmo il primo album, "Opera Prima"».
È stato proposto un altro grande successo del 1971, "Tanta voglia di lei", proiettando filmati live del 1971, del 2006, del 2011, del 2016. A seguire una interpretazione del 2006 di "Tutto alle tre", lato B del 45 giri. Roby ha spiegato: «Si vendevano milioni di dischi e si telefonava tutti i giorni, anche più volte al giorno, per sapere com'era l'andamento. Poi è arrivato il mercato degli album, quindi ancora di più. Tu considera che "Tanta voglia di lei" fu un milione e mezzo, un milione e tre "Pensiero" e si telefonava chiedendo: "Oggi quanto abbiamo venduto?". "Oggi 100 mila copie. No ragazzi non si vende più niente, perché ieri abbiamo venduto 150 mila copie!" [...]. Si annunciava il giorno dell'uscita e il pubblico, soprattuto i fans, alle otto erano davanti al negozio per essere i primi, per la paura magari di perderlo. Purtroppo queste cose non avvengono più, avvengono altre cose sotto altre forme. Però andare in negozio, aspettare, prendere in mano il vinile, un oggetto che si apre, si odora... Poi si passavano ore a leggere i crediti, i musicisti, dove è stato inciso, i ringraziamenti. Abbiamo perso tante cose belle».
Del brano "Opera prima" è stata proposta l'introduzione recitata dal noto doppiatore Christian Iansante, già autore dell'omaggio "Voci per Valerio".

Le mani di Roby Facchinetti.
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Dopo aver ascoltato la canzone "Sara nel sole" nella versione del 2012 contenuta nell'album "Opera Seconda", Paolo Giordano ha accennato al brano "Rinascerò, rinascerai", il singolo a scopo solidale nato dalla collaborazione di Roby Facchinetti come compositore e Stefano D'Orazio come autore del testo durante il lockdown messo in essere per fronteggiare la diffusione a livello mondiale del virus COVID-19. «Una canzone nata sul bisogno non solo di trasmettere il dolore, ma anche di spronare chi stava soffrendo quel dolore», ha osservato Giordano.
Roby: «Di reagire. Fu veramente un grido, della serie "Ma no, bisogna fare qualcosa!". Dopo che ho visto, come tutti, le famose immagini dei camion militari dell'esercito che portavano via, che non si capiva... Io per un attimo avevo addirittura pensato ad un colpo di stato. Erano veramente a cinquecento metri in linea d'aria da casa mia. Per cui fu un momento molto duro. Andai nel mio studio a casa perché volevo ascoltare musica, perché la musica è realmente la medicina migliore, soprattuto in questi momenti. Mi misi al pianoforte. Lo abbiamo depositato in SIAE e tutti i proventi di questo brano andranno al nostro ospedale Giovanni XXIII di Bergamo. Mi sono trovato questa melodia, ne ho capito subito l'anima bella, di speranza, perché è un inno alla vita. Chiamai Stefano e devo dire grazie, anche in questo caso la sua generosità esplose ed ha fatto il testo. Lui in pochissime ore ha scritto quella poesia incredibile. In cinque giorni, stando ognuno a casa nostra l'abbiamo inciso, io l'ho cantato nel mio studio, ho fatto il pianoforte, ho chiesto ai miei amici medici di fare la fotografia. Ogni volta che lo vedo mi chiedo ancora oggi come abbaimo fatto, perché era in estrema emergenza. Abbiamo messo in rete questo video ed arrivò in pochissime ore in tutto il mondo: è stato tradotto in almeno quindici lingue diverse. Per me e Stefano è davvero il nostro più grande successo, perché se tu vai in Vietnam (l'hanno fatto tra l'altro in vietnamita) probabilmente D'Orazio e Facchinetti li conoscono, tramite "Rinascerò, rinascerai". Anche questo devo dire che mi fa riflettere non poco».
Il brano, uscito in digitale il 27 marzo del 2020, è stato incluso nell'album "Inseguendo la mia musica live", pubblicato il successivo 25 settembre. «È l'ultimo dei tre inediti» ha spiegato Roby. «Gli altri sono "Cosa lascio di me", "Fammi volare" e "Invisibili". I testi sono di Stefano. In modo particolare vorrei parlare di "Invisibili", dedicato alle persone anziane che sono troppo spesso dimenticate, anche dai propri figli [...]. Anche qui devo dire che Stefano ha dimostrato la sua generosità, perché questo è l'ultimo testo che lui ha scritto e l'ha voluto dedicare proprio a loro».

Roby Facchinetti.
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Facchinetti ha poi finalmente parlato dell'opera pop dedicata al personaggio di Parsifal, un progetto al quale stava lavorando da tempo insieme a Stefano D'Orazio e che grande curiosità sta suscitando nel pubblico dei Pooh: «Ho trovato dei compagni di viaggio per questo progetto straordinario mio e di Stefano. C'è anche il primo "Parsifal", "spalmato" su tutta l'opera, perché il primo "Parsifal" fatto con Valerio Negrini ed inciso nel 1973 durava e dura dodici minuti. Ora invece "Parsifal" grazie a Stefano dura due ore, dove chiaramente ci sono anche quei dodici minuti lì "spalmati" in tutta l'opera. Io ho promesso a Stefano che avrei fatto di tutto per portarlo prima possibile sul palco. Ho trovato dei compagni di viaggio che si sono innamorati veramente tanto di quest'opera [...]. Purtroppo "Parsifal", o per fortuna, è una storia imponente, perché c'è Parsifal, c'è Re Artù, c'è la tavola rotonda, ci sono le Crociare, c'è il Santo Graal. Questa storia l'abbiamo modificata un po', abbiamo aggiunto delle cose, questo Parsifal lo abbiamo fatto diventare, soprattutto grazie a Stefano per quello che ha scritto, un uomo quasi d'oggi, un uomo fuori dal tempo. Per cui diciamo che la mia missione è di portarlo prima possibile sul palco [...]. È più facile che ciò avvenga nel 2022».

Il domani deve essere per ognuno di noi una grande e straordinaria opportunità di vita nuova, diversa e migliore. Roby Facchinetti

Il giornalista Gigi Zini ha osservato come la batteria di D'Orazio fosse peculiare. Roby ha convenuto: «L'amplificazione di Stefano era particolarissima [...]. Veniva applicata sulle pelli della batteria e grazie anche a questo il suono di Stefano era particolarissimo: era un suo modo, una sua tecnica e anche in questo caso l'aveva pensata e ideata e realizzata lui».
Alla domanda di Zini se verrà organizzato un concerto dedicato a D'Orazio, Roby ha risposto: «Questa è una proposta, ne prendiamo atto».
Facchinetti si è poi spostato al pianoforte per proporre alcuni brani, tra i quali "Domani" dall'album "Ascolta" pubblicato nel 2004. Ha spiegato: «Questo domani che ci fa sempre paura, soprattutto in questi momenti. E invece il domani deve essere per ognuno di noi una grande e straordinaria opportunità di vita nuova, diversa e migliore».
Facchinetti ha inoltre eseguito "Noi due nel mondo e nell'anima" e "Rinascerò, rinascerai".
Sul palco si sono aggiunti i Pinguini Tattici Nucleari, descritti così da Roby: «Hanno questa capacità, questo sapore del divertimento che riescono veramente a trasmettere. Devo dire che questa è una band particolarissima: hanno un loro modo di intendere la musica ed è veramente un piacere ascoltarli. Poi son bergamaschi. Cosa posso dire di più?». Insieme hanno infine eseguito "Piccola Katy".

Viene da augurarsi che sempre più spesso personaggi come Roby Facchinetti siano protagonisti di interviste così focalizzate ed approfondite. Il know-how di Roby è un vero e proprio patrimonio artistico ed umano: un tesoro di esperienze, aneddoti, situazioni vissute in prima persona che possono essere di sprone a quanti si stanno approcciando alla musica. O più semplicemente appagare la curiosità di quanti da anni ammirano tale artista.

Autore - Michaela Sangiorgi