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Dodi Battaglia: tra vocazione, volontà e ricerca del bello - Seconda parte - Venerdì 19.01.2018

Dodi Battaglia

Riprende con questo articolo il resoconto dell'intervista tenuta lo scorso 16 gennaio da Dodi Battaglia ai microfoni dell'emittente radiofonica romana RTR 99 dove, ospite di Fabio Martini durante la trasmissione "La Strana Nostalgia", ha parlato di sé e dei prossimi progetti. La prima parte è disponibile alla pagina "Dodi Battaglia: tra vocazione, volontà e ricerca del bello - Prima parte".

Se c'è un po' di strana nostalgia è non tanto nei confronti dei momenti che ho vissuto, ma nei confronti di questo tipo di purezza, di un approccio elelgante, bello, sano nei confronti della musica. Dodi Battaglia

Martini ha osservato come un tempo la musica fosse anche motivo di aggregazione, molto più di oggi. Alla domanda su quale supporto abbia usato di più, Battaglia ha risposto: «Io ogni radio, quando ero proprio ragazzino, bambino. Mi ricordo che ho adoperato molto più Radio Luxembourg che qualsiasi altra cosa all'inizio della mia carriera. Musicassette, vinili, di tutto mi viene in mente. Oggi mi viene da sorridere [...], ho degli amici che fanno anche i deejay, mi chiamano: "Sai, se vuoi io vengo, ti suono questa roba qua". "Sì, fammi sto pezzo, prendi la chitarra in mano e suona". Loro suonano dei dischi di altri, è un concetto che mi fa sorridere, non fa parte del mio vocabolario. Nelle stesse feste magari ci può essere qualcuno che dice: "Vieni e mi porti la tua playlist". Questa è la maniera di fare musica che è molto cambiata. Se c'è un po' di strana nostalgia è non tanto nei confronti dei momenti che ho vissuto, ma nei confronti di questo tipo di purezza, di un approccio elelgante, bello, sano nei confronti della musica. Io stesso sono stato anni ed anni in casa a studiare, andavo in giro e pensavo a fare sempre questa roba qua. Vedo oggi meno passione sotto questo profilo».
Poi, riferendosi al diverso approccio nei confronti della fruizione della musica che l'attuale generazine ha rispetto alla sua: «Questi giovani hanno un background musicale che è formato sì dalle canzoni della nuova classifica, dei nuovi deejay, magari un po' di hip hop, ma nella loro maniera di esistere non disdegnano qualche "Piccola Katy", qualche "Piccolo grande amore".  Noi abbiamo rifiutato [...] da un certo punto in poi tutto ciò che era considerato "vecchio", per cui i Claudio Villa, le Nilla Pizzi. Abbiamo detto: "No, da un certo punto in poi non vogliamo più sentire tutto ciò che è andato di moda fin al 1970". Mentre i giovani di oggi, cioè di cinquant'anni dopo, comprendono nel loro vocabolario musicale anche "Piccola Katy", anche "Parsifal", anche "Chi fermerà la musica", per loro è tutto uguale. Siamo in un mondo, grazie probabilmente ai media, grazie alle capacità di immagazzinamento dei computer, che ti permette di essere al centro della musica dal '60 fino a oggi. Mi ricordo quando per esempio gli Articolo 31 fecero "Dammi solo un minuto" che loro chiamarono "Un attimo ancora", i giovani non sapevano che era un brano nostro. Mio figlio che andava a scuola diceva: "Guarda che questo è il brano di mio padre!" [...]. Tutto questo che noi abbiamo fatto è venuo a confluire in un grande cervellone musicale [...]: se fai sentire a un ragazzino "Satisfaction" lo conosce, se fai sentire a un ragazzino "Tanta voglia di lei" te lo canta. Stiamo vivendo un momento molto particolare, io non sono un filosofo e non riesco a valutare appieno, però ne ho il sentore».
Invitato a scegliere un altro brano per la messa in onda, Battaglia ha proposto: «C'è una canzone che amo in una maniera profonda e che è legata a un periodo un cui ascoltavo con grande attenzione quello che Stevie Wonder faceva. Quando lui ha scritto questo brano, si chiama "Overjoyed", ho detto: "Eccolo lì! Lui è la luce guida di noi musicisti!".

Valerio Negrini quando scriveva e aveva voglia di emozionarci era una roba devastante. Dodi Battaglia

Alla ripresa dell'intervista, Martini ha chiesto come mai il brano "Lettera da Marienbad" fu incluso nello Stereo8 di "Parsifal", ma non nella versione su 33 giri.
Dodi:«Probabilmente [...] da un breve consulto lì in sala d'incisione tra noi, Valerio e magari i nostri amici tecnici era quello che risultava essere un pochino meno "facile", tant'è vero che è un brano molto particolare».
Martini ha osservato di come il testo di Negrini sia talmente vivido da mettere in grado l'ascoltatore di visualizzare la storia come una successione di fotografie. «Quello è il signor Valerio Negrini», ha affermato Dodi. «Quando scriveva e aveva voglia di emozionarci era una roba devastante. "Lettera da Marienbad" piuttosto che "Ci penserò domani" sono dei ritratti: non sono testi, non sono canzoni, quelli sono dei video ancora prima che si facessero i video musicali. Lui ha inventato il video musicale soltanto coi testi».

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"Perle" è un tour assolutamente ed eclusivamente teatrale, non accetteremo altri spazi che non siano teatri perché è un repertorio che va gustato seduti, con calma, con i suoni giusti e l'approccio giusto. Dodi Battaglia

Battaglia ha poi parlato del suo tour teatrale "Perle" dedicato ai brani meno noti dei Pooh, una iniziativa molto attesa dai fan:«E' un progetto che mi coinvolge molto, mi prende molto e al quale sto cominciando a lavorare: ho già fissato le prime date con i miei collaboratori intorno alla metà di gennaio, per cui siamo a ridossissimo. Alcune cose le ho già sentite embrionalmente, a livello di preproduzione e ho fatto delle riunioni con i miei musicisti, col mio agente per capire un po' dove stavamo andando. Ci siamo seduti appunto per sentire questi brani, avevamo tutti gli occhi lucidi, abbiamo fatto un viaggio di una bellezza, di una eleganza... tale e tanto che abbiamo detto: "Ragazzi, noi dobbiamo fare una roba fantastica!". Ho intenzione di cominciare adesso:  questo tour avrà una gestazione nella primavera di quest'anno, durante l'estate io riproporrò il tour che ho fatto l'anno scorso, a settembre cominceremo le prove ufficiali e prima della fine del 2018 faremo qualche rappresentazione già in teatro. Questo è un  tour assolutamente ed eclusivamente teatrale, non accetteremo altri spazi che non siano teatri perché è un repertorio che va gustato seduti, con calma, con i suoni giusti e l'approccio giusto. Per poi continuare nel 2019 in un tour che io credo se dovesse piacere come io credo che piacerà questa idea, faremo non meno di cinquanta, cento concerti».

Credo fermamente che chi fa il mio mestiere più suona meglio suona, più canta meglio canta. Dodi Battaglia

Martini ha osservato come esista una schiera di persone che si meraviglia del fatto che, nonostante lo scioglimento dei Pooh, i singoli componenti stiano continuando a fare musica singolarmente. «Ricordo sempre una frase del grande Pino Daniele» ha ribattuto Dodi, «che dice: "Il musicista fa musica finché campa". Un vero musicista quello fa. Però devo anche dire che a onor del vero lo scioglimento dei Pooh risulta essere abbastanza inspiegabile agli occhi di tutti, soprattutto alla luce del fatto che ognuno di noi sta facendo questo mestiere. Ormai è storia e andiamo avanti così». Poi, riferendosi alle date live in calendario in questi primi mesi dell'anno: «Il concerto del 27 di gennaio al Cross Roads di Roma è  stata una decisione che io ho preso insieme ai miei amici musicisti alla fine del tour estivo [...]. Credo fermamente che chi fa il mio mestiere più suona meglio suona, più canta meglio canta. Se ci sono dei posti [...] che assomigliano alla mia maniera di suonare rimaniamo in attività, non ci sciogliamo, non ci perdiamo di vista per due, tre mesi».

Martini ha osservato come la celebrazione dei cinquant'anni di vita artistica di Dodi segnerà anche una grande ripartenza. Il chitarrista ha spiegato: «Devo dire ufficialmente e sono un po' rammaricato, un po' amareggiato di questa cosa, ma nonostante un inizio favorevole nei confronti dell'amministrazione di Bologna a un certo punto, non si sa per quale motivo, il Comune si è tirato inditero per una concomitanza di altri eventi, per altre cose [...]. Non si farà più a Bologna, ma assolutamente si farà sempre il 1° di giugno: molto probabilmente, ve la dò al 99,99%, lo si farà in un posto che assomiglia alla mia storia. La mia storia è molto legata o a Bologna, o alla Riviera Adriatica dove ho passato la mia infanzia, dove ho suonato come tutti i musicisti bolognesi nel corso delle estati. Non è esclusa anche una terra a me amica, che è la Puglia, non dico quale potrebbe essere la città ma è una ipotesi abbastanza meno percorribile perché ci sarebbero delle problematiche legate ai trasporti [...]. Per cui Rimini potrebbe essere sicuramente uno spazio congeniale perché non ti nego che c'erano delle persone che avevano già prenotato alberghi per il 1° di giugno a Bolgna che vengono dalla Svizzera, dalla Germania, dalla Calabria, da tutta Italia, per cui una location che sia comoda un po' per tutti [...]. Appena avrò la certezza ve la comunicherò, magari spenderemo qualche parola in più su questo progetto, parlando di quelli che sono gli ospiti che interverranno, la location, come sarà organizzato. Non escludo anche la possibilità che ci siano le telecamere, per cui magari sarà una bella occasione per fare una bella festa ancora più bella».
Dodi ha poi motivato così la scelta musicale a chiusura dell'incontro: «Siccome abbiamo parlato sempre del passato [...], vorrei fare adesso un riferimento ad una grande artista che è giovane, è salita in scena da poco tempo, che ha fatto questo brano belllissimo che si chiama "Turning tables": Adele. E' una voce, è una donna, è un atteggiamento artistico che io amo in paniera particolare perché è elegante, è coinvolgente, distaccato al tempo stesso, scrive canta, mi piace tanto.


Fine seconda e ultima parte.

Autore - Michaela Sangiorgi