Pooh: come un amore... - Lunedì 30.12.2019
Da stamane su Facebook ci capita di imbatterci nei post
pubblicati dai fan nei quali viene ricordato l'ultimo
concerto dei Pooh, tenuto il 30 dicembre 2016 a
Casalecchio di Reno, pochi chilometri da quella Bologna dove
tutto era cominciato cinquant'anni prima. Leggiamo ancora la
sofferenza, condivisa in modo pressoché unanime, per quell'addio
che tanti ancora non sanno spiegarsi, cui non riescono a trovare
un ragionevole perché malgrado le spiegazioni fornite a più
riprese dai diretti protagonisti: Roby Facchinetti, Riccardo
Fogli,Dodi Battaglia, Stefano D'Orazio, Red Canzian. Fornite ma
non condivise, a onor del vero.
È una forma di collettiva inconsapevole elaborazione del lutto,
ora ce ne rendiamo conto.
Dovrebbe essere come quando termina una grande, grandissima
storia d'amore: non rimpiangere ciò che sarebbe potuto essere,
ma fare tesoro di ciò che rimane. Non incolpare l'altra parte
per una decisione che non si vuole accettare, ma ringraziare per
quanto c'è stato. Non gettare via con rabbia quanto vissuto
insieme, ma custodire quanto si è condiviso e ciò che ne è
scaturito.
Cosa è scaturito, per noi fan, dalla storia dei Pooh? Dischi su
dischi, canzoni indimenticabili, testi che ci hanno descritti e
che ancora ci impartiscono importanti lezioni di vita.
Chi ha parallelamente percorso, in parte o totalmente, il
proprio vissuto con la musica dei Pooh si è trovato ad avere in
dono la macchina del tempo perfetta: la loro musica ha fatto da
colonna sonora della propria vita, del proprio film personale. E
ad ogni canzone una scena che è solo tua, di cui sei il solo
regista ed il solo spettatore. Così ti trovi a ricordare dov’eri
la prima volta che l’hai sentita. Ricordi dove eri anni dopo,
quando ti ci sei specchiato dentro ed hai finalmente capito e
magari ti ci sei riconosciuto. Ricordi magari quel che eri, con
qualche anno in meno, quando stringevi il disco appena comprato
e tanto atteso e non vedevi l’ora di arrivare a casa per
tuffarti in quelle canzoni nuove, leggerne i testi, sognare
imparando a cantarle. Ricordi le emozioni, la gioia, gli
abbracci e le risate, quando sudato alla fine del concerto
ripetevi senza parole in testa che "ancora tra un anno"
ci saresti stato e li avresti rivisti, come avresti rivisto quei
tanti amici accomunati dalla stessa passione. Per infiniti
giorni in più...
Cosa abbiamo ottenuto, noi fan, dalla storia dei Pooh?
Occasioni di incontro, nuove amicizie, nuovi amori, addirittura
nuove famiglie costruite con le loro canzoni ad accompagnarle
nei momenti di gioia e di incertezza. Ma anche ispirazione,
voglia di imparare a suonarla quella musica, curiosità di
imbracciare uno strumento, ostinazione nel cercare di mettere in
fila parole e versi.
Loro non lo sapevano, non lo sanno, ma ci hanno tenuti per mano.
Hanno asciugato le nostre lacrime. Hanno dato una risposta ai
nostri "Perché?". Hanno fatto intrecciare le nostre
mani a quelle di sconosciuti che poi hanno fatto breccia nei
nostri cuori incerti e spaventati.
"Sempre sorridenti, dietro gli strumenti" o dalla
copertina di un disco, da una foto trovata su un rotocalco o
fortunosamente scattata al volo, hanno saputo essere quella
certezza che serviva per sognare ancora, quando la vita si
dimostrava più dura di quanto pensassimo, mentre crescevamo
aspettando di emozionarci ancora, di scoprire la magia che
scaturiva dall’alchimia perfette di parole e musica.
30.12.2016, i Pooh.
Clicca per ingrandire.
Loro non lo sanno, ma hanno reso le nostre vite migliori.
Proprio come un grande amore, restituendoci quel pezzetto di
anima che sempre ci manca. Insieme alla speranza che,
quell'anima, troverà l'altra sua metà grazie ad una canzone.
E non importa più che sia una canzone nuova oppure no, perché
comunque sarà per sempre la nostra canzone.
Autori - Michaela Sangiorgi, Antonio Russo