Pooh - Notizie e novità del 2016 - Settembre

I 48 anni di Dodi Battaglia nella macchina della musica - Giovedi' 15.09.2016

Valerio Negrini, Dodi Battaglia, Riccardo Fogli, Roby Facchinetti

«No, dai! Mi state prendendo in giro!».
«Proprio per niente. Alla fine dell'estate, pensiamo verso settembre, tu sarai il nuovo chitarrista dei Pooh. Quando Mario sarà andato via, se vuoi...».
«Caspita se voglio!».
«Ok allora, però non dovrai dirlo a nessuno. Nemmeno ai tuoi genitori... Devi prometterlo!».
«Certo che sì, avete la mia parola!».

E così dal 15 settembre 1968 feci parte dei Pooh.
Ricordo una valigia beige di cartone, un giubbotto di pelle, una chitarra e tanta felicità. Partii a bordo di un furgoncino con su scritto "Pooh Vedette Records". A bordo c'erano delle persone che avrebbero plasmato la mia vita: Roby, Riccardo e il mio punto di riferimento, essendo come me di Bologna, Valerio.
Credo che qualcuno più in alto di noi abbia voluto posare una buona stella su quel furgoncino carico di strumenti e di sogni ed accompagnare il mio viaggio fino a qui.
Grazie a quella buona stella e soprattutto grazie a voi tutti!
Dal cuore.

Dodi

Con queste parole, pubblicate oggi sulla sua pagina Facebook, Dodi Battaglia ha voluto rievocare il suo ingresso nei Pooh, avvenuto il 15 settembre 1968, quarantotto anni fa.
Alcuni mesi prima Valerio Negrini, insieme a Roby Facchinetti, Riccardo Fogli e probabilmente anche a Mario Goretti, chiese all'allora appena diciassettenne Donato Battaglia da Bologna di unirsi a loro dopo che, al termine dell'estate, Mario avrebbe assolto gli obblighi contrattuali del tour che stava portando i Pooh e "Piccola Katy" su e giù lungo la penisola e lasciato la band.
Il 15 settembre 1968 Donato, da allora Dody poi modificato in Dodi, sarebbe salito sulla macchina della musica che, almeno inizialmente, era un furgone scassato con la scritta "I Pooh" sul lato, mentre all'interno sapeva di panini alla mortadella consumati in viaggio e di una pessima aerazione.
In seguito quella macchina della musica si sarebbe trasformata in altri mezzi di trasporti che avrebbero portato i Pooh ad attraversare non solo le autostrade del nostro paese ma anche i cieli per portare le loro canzoni sui palchi, palchi dai quali spiccare il volo verso i cuori di migliaia di fans.
Quarantotto anni con i Pooh sono, in questo 2016 che li vede raggiungere il raro traguardo per un gruppo musicale dei cinquant'anni di attività ininterrotta (ma ininterrotta davvero, diciamolo a dispetto di tanti che vantano questo "primato" passando però attraverso stravolgimenti di formazione e abbandoni clamorosi), quarantotto anni in cui quella parola data da Dodi in un fumoso locale bolognese che forse non esiste più, ha mantenuto il suo valore.

«Tu devi diventare il miglior chitarrista italiano!» gli diceva Roby, il suo nuovo ed entusiasta amico dagli occhi azzurri e dal forte accento bergamasco. Se ci fosse stato un commentatore esterno, un'entità al di sopra del tempo e dello spazio, avrebbe esclamato «Detto e fatto!».
Dodi Battaglia è senza dubbio il miglior chitarrista italiano, anche se nella nostra patria se ne parla poco. E poi, come a volte ha detto anche lui, «Ad un chitarrista non interessa cantare: noi abbiamo già la chitarra...», perchè alla fine di tutto è solo quello che conta: saper esprimere se stessi con un linguaggio universale che sia comprensibile a tutti e che travalichi le barriere di cultura, lingua o età. E chi può dire sinceramente di non emozionarsi davanti ad assoli come quelli di "Parsifal" o di "Dove comincia il sole"?

Dodi è nato figlio unico ma ha trovato dei fratelli nei Pooh, ed è inutile stare a parlare di screzi o discussioni perchè questo non fa che confermarlo: chi non ha mai litigato con il proprio fratello o sorella? Però la forza dei sogni condivisi e della musica sa unire e appianare qualsiasi divergenza. La dimostrazione sono gli sguardi complici e consapevoli delle tante cose, belle o brutte, condivise con i suoi compagni, amici... fratelli. Più di tutti, Valerio che per lui è stato davvero sempre un fratello, il primo a credere nel talento di quel ragazzo incredibilmente dotato che si permetteva, in un open-act ad un concerto di Hendrix, di suonare addirittura un brano del mitologico chitarrista!
E poi, più di qualsiasi esperienza condivisa da Dodi e i suoi compagni, a noi restano le canzoni scritte insieme, esempio evidente che, prima per Battaglia ma anche per i suoi amici, è stato un onore ed una gioia essere uno dei Pooh, tanto da dedicarvisi completamente e senza cercare strade che se ne allontanassero.

«Sono il miglior chitarrista dei Pooh» è una battuta che Dodi sarcasticamente fa negli ultimi tempi, perchè tutti sanno che c'è un solo chitarrista nei Pooh. Quindi quel senso dell'humour e della battuta fulminante, che deflagrava con effetti inimmaginabili (e non noti ai più) in Valerio, deve essere propria dei bolognesi. Del resto, viene spesso dimenticato che i Pooh nascono come band al 100% a Bologna, per diventare poi il gruppo italiano per antonomasia: il migliore gruppo italiano!

Magari ai più "tecnici" sarebbe piaciuto poter leggere una disquisizione sui vertiginosi progressi in tecnica e virtuosismo sul suo strumento, ma Dodi al di là dei facili effetti strabilianti e da "axe-man", ha cercato e perseguito l'efficacia e la comunicatività, insomma che quelle note che escono dalla sua "compagna che tutti sanno" andassero dritti al cuore, partendo dal suo ovviamente. Con lui, anche una semplice "pentatonica", un "legato" o un "tapping" diventa da brivido, senza cercare l'effetto fumambolico. Del resto se Tommy Emmanuel, uno dei cinque migliori certificati chitarristi al mondo, oltre ad essere legato da una profonda amicizia ci ha fatto un disco ed un tour insieme, non è cosa da poco.
Lo può essere per noi italiani, ma potete star certi che non lo è.

Per noi di www.ipooh.it la chitarra di Dodi è sempre stata la voce in più dei Pooh, non importa che loro fossero tre, quattro o cinque. Quella più vera, quella più sincera.
Sì, i Pooh scenderanno ufficialmente dal palco il 31 dicembre di quest'anno, ma dal nostro cuore non andranno mai via.
Auguri per questi 48 anni nei Pooh, Dodi, e grazie dal profondo del cuore per averli condivisi con noi.

Autore - Antonio Russo