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Quell'orso di nome Winnie the Pooh - Martedi' 18.10.2016

Christopher Robin Milne con il suo orsacchiotto

C'era una volta un orsetto che, nel lontano 1914, fu acquistato da un soldato canadese.
Quello che potrebbe sembrare l'incipit di una fiaba è in realtà l'inizio della storia dell'orso più famoso ed amato dai bambini. Nel 1914 il Capitano Harry Colebourn, veterinario arruolato nell'esercito canadese, partì per un campo di addestramento vicino Quebec dove si sarebbe unito al Canadian Army Veterinary Corps, il cui compito sarebbe stato quello di avere cura dei cavalli sul fronte occidentale della Prima Guerra Mondiale.
Durante l'attraversamento del White River, in Ontario, Colebourn scese dal treno per sgranchirsi le gambe ed ebbe modo di notare un uomo che teneva legato un cucciolo di orso ad una panchina. Supponendo che l'uomo fosse un cacciatore e che l'orso fosse rimasto orfano, il Capitano acquistò il cucciolo per la cifra di 20 dollari e le diede il nome di Winnie: si trattava infatti di una femmina ed il veterinario pensò di chiamarla con il diminutivo del nome della sua città d'origine, Winnipeg.
Winnie dimostrò suito di possedere alcuni tratti del carattere che l'avrebbero accomunata al personaggio delle fiabe, prima di tutti l'appetito: impazziva letteralmente per le bottiglie di latte condensato in dotazione ai soldati.

Il Capitano Hary Coleburn e Winnie   Il Capitano Hary Coleburn e Winnie
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Quando per il reggimento di appartenenza di Coleburn, il Second Canadian Infantry Brigade, giunse il momento di partire per la Gran Bretagna, Winnie non fu lasciata in Canada ma attraversò con i militari l'oceano Atlantico rivestendo il ruolo di mascotte.
Una volta giunti a destinazione, Winnie si adattò subito alla sua nuova vita a Salisbury, nel Wiltshire, trascorrendo la notte accucciata accanto alla brandina di Coleburn e svegliandolo ogni mattina arrampicandosi in cima al palo che sorreggeva la tenda.
Quando per il Second Canadian Infantry Brigade giunse il tempo di partire per il fronte, Winnie posò insieme ai militari per la foto ricordo, ma non le fu possibile partire con loro. Il Capitano Colebourn prese un giorno di permesso e la portò allo zoo di Londra, al quale la affidò con il proponimento di riprenderla quando fosse giunto il momento di tornare in Canada. Ma una volta dichiarato l'armistizio l'11 novembre 1918 e recatosi allo zoo, Colebourn constatò quanto bene Winnie si fosse ambientata nella sua nuova casa, divenendo una vera e propria star del London Zoo: la sua docilità era tale che i guardiani permettevano ai bambini di avvicinarsi a lei e nutrirla. Colebourn decise così di tornare a Winnipeg senza l'orsa.

Statua del Capitano Hary Coleburn e Winnie   La targa che illustra la statua del apitano Hary Coleburn e Winnie
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Occorre attendere il 1924 perché entrino in scena gli altri due protagonisti di questa storia. Quell'anno Alan Alexander Milne portò con se allo zooh di Londra il figlio Christopher Robin, di soli quattro anni. Il bambino rimase molto colpito dall'orsa, tanto da voler cambiare nome a Edward, il suo orsacchiotto, ribatezzandolo Winnie e aggiungendo the Pooh a ricordo di un cigno con cui aveva familiarizzato durante le vacanze. L'amicizia che nacque tra Christopher Robin e l'orsa spinse Milne a pubblicare il 14 ottobre 1926 "Winnie-the-Pooh", la raccolta delle storie che lo scrittore aveva inventato per il figlio, le quali vedevano come protagonisti Christopher Robin ed i suoi animali di pezza. Ad Ernest Howard Shepard, artista e illustratore britannico, venne affidato il compito di illustrare il libro con i ritratti del bambino e dei suoi giocattoli divenuti protagonisti del Bosco dei Cento acri: Winnie the Pooh, Piglet (Pimpi, personaggio ispirato ad un'amica d'infanzia dello scrittore, Veronica Rushworth-Lund), Tigger (Tigro), Eyore (Ih-Oh), Kanger (Kanga, personaggio ispirato ad Olive, la bambinaia di Christopher’s Robin), Roo (Ro). I primi quattro di essi nel 1987 furono donati alla biblioteca pubblica di New York ed è possibile amirarli presso lo Stephen A. Schwarzman Building.

La statua dedicata all'orso che ispirò Winnie the Pooh   La targa che ne racconta la storia
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Al primo libro seguì nel 1928 "The House at Pooh Corner", entrambi divenuti subito dei bestseller, vendeno fino ad oggi più di 70 milioni di copie in 86 nazioni. A contribuire fortemente alla consacrazione di Winnie the Pooh nell'immaginario collettivo contribuì la Disney che, acquistatene i diritti nel 1961, ne modificò l'aspetto e ne fece il protagonista di una serie di cartoni animati.
Tale personaggio involontariamente diede il propio nome ad un gruppo pop emergente: nel 1966 i bolognesi Jaguars, nel momento fatidico della firma del primo contratto, si resero conto che il loro nome era già in uso da parte di un gruppo romano. Nel corso della riunione con Armando Sciascia, proprietario della Vedette Records, la segretaria Aliki suggerì di utilizzare il nome Pooh, spiegando che si trattava del personaggio di una serie di favole inglesi. I Pooh fecero così la loro comparsa nel panorama discografico italiano, condicendo una fortunata carriera che il 28 gennaio di quest'anno ha compiuto 50 anni di storia.

L'orsa Winnie morì al London Zoo nel 1934. Salvata da un uomo compassionevole diretto al fronte della Prima Guerra Mondiale, con la sua dolcezza e docilità ha conquistato quanti l'andarono a trovare allo zoo. Il suo alter ego ha compiuto pochi giorni fa 90 anni, quel Winnie the Pooh nato dalla fantasia di un padre che, con i suoi racconti, ha saputo creare un bosco dove potersi rifugiare e tornare tutti bambini.

1926, Christopher Robin ed Alan Alexander Milne

Autore - Michaela Sangiorgi