Pooh - Notizie e novità del 2016 - Novembre

"Pierre", la canzone che da quarant'anni ci insegna la tolleranza - Giovedi' 17.11.2016

I Pooh nel poster del'album Poohlover

Il tour Reunion - L'ultima notte insieme che dallo scorso giugno sta portando i Pooh in Italia ed all'estero in un nutrito calendario di eventi live, presenta nella sua scaletta un brano che proprio in questo 2016 compie quarant'anni. Si tratta di "Pierre" (Negrini - Facchinetti), terza traccia di quel "Poohlover" che costituì l'album della svolta nella carriera del gruppo. Un LP scritto e composto a Predore, un paesino in riva al lago d’Iseo, quando ormai il rapporto lavorativo con il produttore Giancarlo Lucariello si era definitivamente concluso e la CGD non poneva alcuna fiducia nelle capacità di autogestione del gruppo, atteggiamento che non fu certo tenuto nascosto ai quattro artisti ed a Valerio Negrini, paroliere e fondatore dei Pooh. Venne concesso loro di realizzare l'album perché incluso nel contratto firmato in precedenza, ma ciò non tolse che i turni concessi in sala di incisione fossero nei tempi morti di altre produzioni, per non parlare poi del budget ristretto che permise la realizzazione unicamente di una copertina a busta e non apribile, come invece era accaduto fino a "Forse ancora poesia". I Pooh dovettero inoltre occuparsi in prima persona della promozione del disco.
Dal punto di vista creativo, per la prima volta Negrini si trovò nella condizione di poter scrivere in totale libertà, senza l'obbligo di sottostare a censure o direttive, con la possibilità di poter affrontare quei temi che fino ad allora erano forse sembrati troppo "crudi" a quel produttore che comunque vanta il merito di averli disciplinati e dato loro una precisa identità stilistica.
"Poohlover" è indubbiamente un album dedicato alla diversità, sia essa sociale, emotiva, geografica, anagrafica. Tra i tanti brani di spessore spicca "Pierre", dedicato alla libertà di poter esprimere il proprio io e trovare la realizzazione che ogni essere umano merita. Non era la prima volta che Valerio si cimentava con un argomento così difficile, il precedente era costituito da "Lei e lei" (Negrini - Battaglia), brano contenuto nell'album "Parsifal" del 1973. In quel caso l'argomento fu appena sfiorato, in quanto la narrazione fu centrata più sul triangolo amoroso che sulla difficoltà di vivere la propria identità sessuale. Il periodo storico e sociale non era certo dei più semplici, era impensabile poter parlare in pubblico di identità di genere, del diritto di vivere la propria sessualità. In questo suo porre la penna per la seconda volta un tema così scottante, Negrini scavalcò pregiudizi ed incomprensioni, affrontando in modo garbato ed attento il tema della dignità di ogni persona di poter essere, di poter vivere alla luce del Sole il proprio vero io. Tutto questo spiegato con garbo e dolcezza, invitando chi ascolta a cercare di comprendere, o almeno a tentare di considerare per un attimo il punto di vista dell'altro.
La narrazione si dipana lungo le riflessioni del protagonista, il quale mosso da un incontro inaspettato si ritrova a ripensare ad un compagno di scuola di tanti anni prima. Lo ha riconosciuto nella nuova identità che l'uomo ha scelto per sè, quello sguardo è andato oltre l'ombretto ed il rimmel, rivelando quanto dolore e quanta vergogna sia ancora costretto a subire non a causa del corpo che possiede, ma per il giudizio arbitrario degli altri.
Il testo si Negrini si conclude con il protagonista che prende coscienza di una realtà che probabilmente ha sempre scelto di ignorare, capendo che forse è più libero Pierre dietro il trucco e la parrucca, di tanti che si trincerano dietro il perbenismo ed una facciata di normalità solo apparente. Ricorda Dodi Battaglia nel volume 10 di "POOH 1966 - 2016 - La Collezione": «Quando Roby ci fece ascoltare il brano accompagnandosi con il pianoforte, provai ad immaginarlo interpretato con la Ovation che poco tempo prima avevo acquistato negli USA. Idea messa in pratica con la chitarra acustica quando fu il momento di incidere l'LP». «Il Maestro Monaldi, arrangiatore dell'album» spiega Roby, interprete del brano, «accettò la nostra decisione di inserire un semplice quartetto d'archi. Ci volle un po' di tempo perché il nostro pubblico scoprisse questa canzone e le attribuisse la giusta importanza, a tutt'oggi una delle più rappresentative del nostro repertorio».
Questo il pensiero di Stefano D'Orazio: «Il non essere accettati è di certo frustrante, come invece l’essere compresi può accendere il senso di appartenenza ad un mondo che se non ci respinge, facilmente può diventarci amico. In fondo il tempo è pieno di diverse verità ed aggrapparsi disperatamente alle proprie rende faticoso provare a comprendere quelle degli altri».
Nel 1993 Milva eseguì una sua interpretazione del brano nell'album “Uomini addosso”, ma è in questo 2016 che finalmente la storia ha trovato la sua trasposizione nel cortometraggio realizzato da Cosimo Alemà, dove il messaggio di Valerio trova forma nei due attori protagonisti, un padre di famiglia che dopo tanti anni ritrova casualmente un amico che vive la propria identità alla luce del giorno, perfettamente inserito nel contesto sociale ma non per questo esente da battute sprezzanti. Il racconto per immagini riesce a rendere la sensibilità di Negrini, evitando luoghi comuni ed eccessi che avrebbero potuto far perdere d'efficacia il messaggio centrale, come ad esempio proponendo un Pierre che attraverso la fotografia racconta a modo suo il mondo e le donne, dimostrando giorno per giorno di non essere disposto a rinunciare alla propria identità.

 

La musica è occasione di evasione e di allegria, ma sa dimostrare la sua duttilità quando sa essere uno strumento che smuove le coscenze ed invita alla riflessione. "Sono solo canzonette" ha detto qualcuno di grande. A volte sì, a volte possono essere lo spunto per affrontare la realtà e smettere di trincerarsi dietro certezze autoimposte per paura del mondo e della sua incessante evoluzione.

Autore - Michaela Sangiorgi