Pooh - Notizie e novità del 2017 - Febbraio

Riccardo Fogli: un uomo che vive per la musica - Martedi' 14.02.2017

Riccardo Fogli

Un uomo che ha vissuto - Storia di tutti i miei giorni"Un uomo che ha vissuto - Storie di tutti i miei giorni", la biografia di Riccardo Fogli edita da Sperling & Kupfer, è nelle librerie dal 31 gennaio e giovedì 09 febbraio si è tenuta la (si spera non unica) presentazione a Roma, presso la libreria Feltrinelli sita in Galleria Alberto Sordi.
Il cantante e bassista ha incontrato in una sala gremita quanti sono accorsi per ascoltare il suo racconto raccolto in un volume di 181 pagine, i cui capitoli sono scanditi con titoli che richiamano capi di abbigliamento. Tra i presenti anche Giancarlo Lucariello, produttore dei Pooh nei primi anni '70 e successivamente di Fogli quando scelse di intraprendere la carriera solista.
La giornata romana di Fogli lo ha condotto anche a tenere una intervista radiofonica ed una televisiva: la prima si è tenuta ai microfoni di radio RTR 99, condotta da Fabio Martini. L'artista ha spiegato che nel suo libro: «[...] ho cercato di ricordare da dove vengo, quanto sono felice, quante volte alzo gli occhi al cielo per dire grazie a mia madre, grazie a Dio che mi protegge... e qui c'è un po' tutto quello che dovevo dire».
Alla domanda se sia stato semplice scrivere, Fogli ha risposto: «Ho usato il freno a mano in alcune cose, perché ci sono dei momenti di verità che bisogna portarsi dietro nella tomba. Ci sono alcune cose di famiglia, di separazioni che non si possono dire, non si devono dire ma è facile invece dirle. Però è stato liberatorio parlare, rivedere alcuni angoli del mio vissuto».
Martini ha osservato come debba essere stato per certi versi liberatorio reinterpretare i brani dei Pooh e chiudere un cerchio umano ed artistico venutosi ad infrangere nel 1972. «Sì, è stata un'emozione che è difficile da tradurre» ha spiegato Fogli, «perché ero scappato via da degli amici fraterni, perché Facchinetti mi è sempre mancato come un fratello maggiore, mi è mancato Lucariello come produttore che poi avrei ritrovato. Mi mancava Stefano, la sicurezza, la batteria. Mi mancava Dodi coi suoi assoli. Però a 23 anni mi sembrava l'unica strada per sopravvivere all'amore. Io ero un ragazzo innamorato che faceva di professione il cantante bassista. Io facevo bene, giuro, lo facevo bene... però a un certo punto l'oppressione giusta o ingiusta... troppa... io scappai. [...] io vedevo ogni tanto un Pooh e notavo che se io stavo con un Pooh c'era un'armonia meravigliosa; quando arrivava l'altro Pooh, il "testimone", la dolcezza svaniva e si usava nei miei confronti una prudenza secondo me a volte eccessiva. Alla fine abbiamo giocato a carte scoperte, ci siamo abbracciati, messo via i ricordi non troppo ben riguardabili e io ho vissuto un anno indimenticabile».

Si alza grande nel sole
la mia voglia di te
non c’è posto nel buio
per nasconderti a me
ma il senso della mia poesia
non muore con la tua follia
se hai coraggio e guardi in te
c’è ancora un po’ di me.
.
"Si alza grande nel sole, la mia voglia di te"

La pausa musicale ha visto la messa in onda del brano "Si alza grande nel sole, la mia voglia di te", lato B del 45 giri "Io ti porto via" pubblicato nel 1978 e che vede come autori Luigi Lopez e Carla Vistarini. Alla ripresa dell'intervista, Martini ha domandato come mai Fogli abbia deciso di usare per i titoli nomi di abiti. «Per dividere e per cercare di ricapitolare» ha spiegato Riccardo, «perché io non essendo uno scrittore [...] stimolavo il ricordo e partivo per la tangente: parlavo di musica, d'amore, di tradimenti, di sofferenze, di Pooh, di lasci, della Maremma, dell'infanzia, di quand'ero chierichetto che son venuto in gita premio dal Papa [...]. Scavando scavano mi è venuto in mente che noi vivevamo in una casa mezza bombardata perché non era nostra, ce l'avevano data in affitto, quindi c'era il tetto con le macerie e mamma diceva "Non giocate nelle macerie che ci sono le bombe", perché non avevano ancora [...] bonificato. questa parola l'ho imparata tardi, l'ho dovuta imparare perché ogni cento, duecento, cinquecento metri si sentiva "Boom!": scoppiava una bomba perché c'erano i bambini che giocavano o i muratori che scavavano. Questo è. Se non le vai a cercare nei meandri della memoria queste cose non le puoi guardare, forse è meglio che tu non le ricordi [...]. Ho cercato di scrivere come parlo [...], all'editore ho chiesto anche questo: "Aiutatemi ad essere quello che sono quando sto con i miei amici". Non voglio pensare che mentre scrivo sono illuminato da un occhio di bue. Io devo parlare... Io non l'ho letto il mio libro perché mi fa paura rileggermi».
Il discorso si è successivamente spostato sul produttore Giancarlo Lucariello: «Con Lucariello io ho avuto degli scontri nel periodo in cui lui pensava, secondo me sbagliando, che il mio rapporto con Nicoletta facesse male ai Pooh. Io quando mi sono innamorato di una donna non mi sono detto "Mi innamoro o non mi innamoro? Farà bene o farà male?". Cioè erano cose che riguardavano solamente il mio cuore e la mia professionalità e quindi c'è stato un momento di durezza, anche di scontro. Poi ho reincontrato Giancarlo produttore al quale io devo molto e poi l'ho incontrato dopo come amico, come fratello, come uomo col quale hai vissuto tanti anni belli e brutti».
Alla domanda se il libro rappresenti un punto della propria vita da cui ripartire, Fogli ha risposto: «L'averlo scritto mi ha aperto, mi ha "spolverato" certi meandri del cervello. Come uomo non sono turbato perché le verità io le conoscevo [...]. Quando mio figlio ha letto questo libro in tre notti mi ha chiamato piangendo perché "Papà, ma io non lo sapevo questo, non lo sapevo quest'altro, ma veramente accidenti papà. Ti stimo ancora di più, ti voglio ancora più bene". Non dev'essere un libro che fa scuola, però noi abbiamo superato queste difficoltà. Oggi i ragazzi ne hanno altre. Un giorno scriverete il vostro libro. Io continuo a fare musica perché non saprei farne a meno».

Giorni cantati insieme,
giorni da ricordare,
giorni da stare male,
ma quando sembra sia finita
si torna ad abbracciar la vita
.
"Giorni cantati"

Seconda pausa musicale, questa volta con "Giorni cantati" (autori Maurizio Piccoli e Laurex) dall'album "Le infinite vie del cuore" del 1987, dove Fogli duetta con i Pooh.
Alla richiesta di condividere il ricordo di un momento particolarmente emozionante del Tour Reunion - L'ultima notte insieme vissuto come Pooh nel corso del 2016, Fogli ha raccontato: «Ricordo Roma. Noi siamo in cuffia quando si canta, abbiamo degli auricolari che ci sparano centinaia di watt, infatti ho una membrana che la devo portare dal carrozziere a restaurare. Non mi ricordo per quale motivo mi sono tolto uno degli auricolari quando ho cercato di fare il discorso all'Olimpico e c'è stato un momento in cui ho capito l'affetto del popolo del mondo Pooh perché sentivo gridare il mio nome: "Riccardo! Riccardo!"... Mi avevano detto che succedeva questo, ma la cuffia minimizzava [...]. Me lo sono goduto proprio. Mi sono rimesso subito in cuffia perché non è di questo che io vivo, io devo vivere d'altro e ho cominciato a cantare; però me lo ricordo con tanto affetto. E poi cantare "C'è molto lontano..." da solo, pianoforte, due note, voce, anche la responsabilità...».

Storie di tutti i giorni
vecchi discorsi sempre da fare
storie ferme sulle panchine
in attesa di un lieto fine
storie di noi brava gente
che fa fatica s'innamora con niente
vita di sempre ma in mente grandi idee
.
"Storie di tutti i giorni"

Il discorso si è infine spostato sulle origini di Fogli e la sua infanzia: «A quattordici anni lavoravo in fabbrica, avevo i calli e i geloni nelle mani, ho ancora qualche traccia di quei dolori. Ho lavorato subito perché in famiglia c'era bisogno anche delle mie 2.500 lire a settimana, quello che prendevo, che equivale veramente a poco, però meglio che stare a casa a far niente. Era evidente che non potevo studiare perché vivevamo in una casa che era tre metri per sei, tutti e quattro. Sottolineo spesso che pur essendo nato poverissimo io e la mia famiglia, non avevo il complesso del poverissimo perché mamma mi dava una spruzzatina del dopobarba del mi babbo dietro le orecchie, controllava che avessi puliti gli occhi, mi faceva lo shampoo con uno shampoo che fabbricava lei a casa e quindi non mi hai mai messo in condizione di sentirmi disperatamente povero, diverso dagli altri. Devo dire che forse più alle scuole medie c'era qualche prof che annusava i ragazzi. Io capivo di non avere il profumo gradito a lei, ma non ho mai puzzato di miseria, di tristezza».
L'incontro si è concluso con "Storie di tutti i giorni", vincitrice nel 1982 della XXXII edizione del Festival di Sanremo, scritta da Maurizio Fabrizio, Riccardo Fogli, Guido Morra.

 

Sempre giovedì 09 febbraio Fogli è stato ospite della trasmissione TG3 Linea Notte, condotta da Maurizio Mannoni (il filmato è disponibile a questo link). Alla domanda su come sia vincere il Festival di Sanremo, il bassista ha risposto: «Vincere è bello, prestigioso, fai il giro del mondo, sei il vincitore, hai una gratificazione. Se fai il cantante, Sanremo è la manifestazione più importante. Non è che vinci qualcosa di soldi [...], però ti dà la possibilità di lavorare di più, di essere conosicuto. Poi nel tempo cantare, scrivere una canzone così importante è positivo. Però c'è sempre da lavorare».

Riccardo Fogli

Mannoni ha domandato come sia, dopo le luci e la ribalta di Sanremo, tornare alla routine, anche a serate non così prestigiose: «Si vive faticando, quello è un vero lavoro. Vuol dire che devi bussare a delle porte, devi fare il lavoro "sporco", quello che i cantanti di maggior successo non vogliono fare. Perché in questo mestiere non c'è nessuna certezza: non è che quando scrivi una canzone hai la certezza di aver scritto il tuo capolavoro e se anche lo fosse non hai la certezza di venderlo. Quindi devi farti i calli sulle dita e andare a cantare perché sei un cantante e non puoi decidere tu dove andare a cantare, ma devi essere così gradito da essere richiesto. Questa è la parte più complicata, poi in realtà cantare è bello».

Autore - Michaela Sangiorgi