Pooh - Notizie e novità del 2025 - Gennaio

Roby Facchinetti ed il suo Parsifal - Giovedì 13.02.2025

Roby Facchinetti a Pompei

Lo scorso 13 gennaio Roby Facchinetti è stato ospite del canale YouTube Filmusik Channel, dove ha parlato del progetto musicale dedicato a Parsifal, della sua carriera, dei preparativi relativi alla celebrazione dei 60 anni di carriera dei Pooh in programma nel 2026. In merito a ciò, il compositore bergamasco ha detto: «Nel 2026 ahi me o fortunatamente arriviamo al sessantennale: è qualcosa che mi è veramente difficile da pronunciare, perché mi sembra un un traguardo che non appartenga a noi, ma a qualcun altro. Però lo viviamo come un grande traguardo e dobbiamo veramente inventarci qualcosa di straordinario. Faremo un tour lunghissimo e ancora tutto da stabilire: alcune cose le abbiamo già in qualche modo messe sul tavolo, però non ne voglio parlare per scaramanzia, poi deve essere assolutamente una sorpresa».
Finalmente Roby ha fornito qualche dettaglio sul progetto musicale portato avanti con Stefano D'Orazio: «Il 21 marzo uscirà l'opera che si intitolerà "Parsifal - L'uomo delle stelle"». Ha poi proseguito, riferendosi al 33 giri "Parsifal": «Sicuramente più di qualcuno saprà, soprattutto nell'ambito dei nostri fan, che nel '73 noi facciamo questo album straordinario, sicuramente uno degli album più importanti musicalmente. Perché quel lavoro rappresenta per i Pooh un punto di partenza e di arrivo: grazie a quell'album, grazie soprattutto al brano "Parsifal" che, lo voglio dire per chi non lo sapesse, è fra i cinquanta brani prog del Novecento».
Ricordando come è nata la canzone dedicata al cavaliere della Tavola Rotonda, Facchinetti ha raccontato: «Ho sempre avuto nel mio cuoricino la voglia di completare quest'album, questo brano, perché "Parsifal" del '73 dura dodici minuti e Valerio è stato bravissimo: innanzitutto ha avuto questa intuizione. Quando mi disse per la prima volta: "Su questa suite [...] io ci vedrei molto Parsifal". Wagner lo conoscevo perché [...] quando ero bambino suonavo la fisarmonica e il mio maestro aveva formato questo grande organico di trenta, quaranta bambini; giravamo i teatri della Lombardia e facevamo anche pezzi d'opera e fra questi brani c'era anche il "Coro dei pellegrini" di Wagner. Conoscevo Wagner ma non conoscevo Parsifal e dissi a Valerio: "Come Parsifal? Dai Valerio no, rischia di non essere capito. A chi può interessare questo?". Valerio come sempre quando era sicuro di quello che diceva, di quello che aveva in mente [...] mi diceva: "Facchinetti fidati di me!". E nacque questa questa cosa straordinaria».
Tornando a parlare del suo nuovo progetto discografico, Roby ha spiegato: «Stavo dicendo appunto prima che ho sempre ho avuto nel cuoricino mio di voler completare quest'opera e avevo iniziato nel 2011 con Valerio [...]. Abbiamo iniziato, poi dopo un testo o due lui purtroppo ebbe un grosso problema al cuore, perché ebbe un infarto. A dire il vero io questa idea la volevo sfruttare per il cinquantennale con i Pooh [...]. Purtroppo Valerio ha avuto questo problema e allora non mi sono sentito di andare avanti perché non ce l'avrebbe fatta. Poi nel 2013 Purtroppo se andò. Noi facemmo la Reunion, richiamammo sul palco Stefano. Alla fine della Reunion del 2016 dissi a Stefano: "Ho avuto questa idea che ho dovuto interrompere [...] con Valerio, perché purtroppo se n'è andato. Te la senti di iniziare questo questa avventura straordinaria? Perché la vorrei fare con te". Lui la abbracciò immediatamente, lavorammo per tre lunghi anni: non ventiquattro ore al giorno, ma quasi e devo dire che Stefano fece un lavoro di testi incredibili. Questo personaggio mitologico siamo riusciti a a colorarlo un po' di più e a renderlo anche un filino forse più umano. La leggenda racconta che Parsifal era questo cavaliere senza macchia che aveva qualcosa divino per quello che che faceva, per come si comportava. Il nostro Parsifal si sposa, perché una delle fanciulle fiore si innamora di lui e viceversa; ha un figlio [...]. Insomma l'abbiamo umanizzato; continua ad avere in sé qualcosa di magico e di straordinario e sotto certi aspetti anche disumano». Poi, riferendosi all'anno 2020: «Insomma siamo riusciti a a portarlo a termine: abbiamo finito "Parsifal" alla fine di agosto, i primi di settembre e lui purtroppo il 6 novembre se ne andò, per cui abbiamo anche seriamente rischiato di lasciare quest'opera incompiuta. Invece era destino, chiaramente sono felicissimo e sono riuscito anche ad inciderlo [...]. Ci sono due orchestre sinfoniche, ci sono dei musicisti straordinari, tutti gli arrangiamenti sono stati fatti da Danilo Ballo che è il nostro storico arrangiatore [...]. I direttori di queste orchestre, una di Budapest e l'altra è un'orchestra sinfonica italiana, hanno fatto un lavoro straordinario. È un lavoro importante: [...] sono tre album vinili e due CD [...]. Sono emozionato perché è una cosa che ho sempre sognato di fare, di realizzare [...]. Lo step successivo è di poterlo portare sul palco perché è un'opera che meriterebbe assolutamente di essere portata sul palco».

Roby Facchinetti a Pompei

Roby Facchinetti sul palco allestito il 22 luglio 2024 nell'anfiteatro di Pompei.
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Il discorso è poi tornato sulle iniziative in programma nel 2026 e, alla domanda del conduttore se è prevista la realizzazione di un film sulla storia dei Pooh, Roby ha risposto: «Su questi fronti abbiamo già avuto delle proposte che stiamo portando avanti. Diciamo che il sessantennale potrebbe essere veramente la volta buona per una cosa del del genere. Noi poi avendo avuto una carriera così lunga, così ricca di musica [...] avremmo veramente tanto da raccontare, da dire e la nostra storia meriterebbe un film, una fiction una puntate perché non credo che si possa raccontare tutto in in una sola puntata o in due ore».
Il conduttore di Filmusik Channel ha ricordato che il prossimo autunno l'album "Forse ancora poesia" compirà cinquant'anni dalla pubblicazione. Roby ha aggiunto: «Ci sarà una commemorazione e uscirà sicuramente un'edizione speciale, perché lo stiamo facendo un po' per tutti i nostri album. Sicuramente qualcosa faremo per festeggiare anche questo compleanno che è doppiamente speciale e particolare perché è il quinto lavoro che noi facemmo con Giancarlo Lucariello, l'ultimo». Poi, in merito all'interruzione della collaborazione con il produttore: «È stato sicuramente un divorzio consensuale con Giancarlo, perché avevamo capito che potevamo andare avanti da soli. Dopo il '71 arrivò il successo, i concerti... per cui noi andavamo avanti per la nostra strada acquisendo sempre esperienze, cercando di capire sempre di più il nostro mestiere, il nostro lavoro, la ricerca musicale. Lui non non c'era in questa convivenza molto importante. Se io e te si condivide e facciamo un pezzo di strada insieme, abbiamo la possibilità di condividere tutto, non solo certe cose. Perché accade che tu cresci in un certo modo, io cresco e prendo altre strade: sono due modi di crescere e le nostre idee molte volte non possono più coincidere come prima. Con Giancarlo è successo un po' questo, per cui abbiamo consensualmente deciso di interrompere [...]. Lui lo dobbiamo ringraziare continuamente, io in modo particolare, perché lui è riuscito a capire quello che per me poteva essere, musicalmente parlando, nella composizione la strada più più giusta, più vicino a quello che è il mio modo di intendere la musica e la strada più funzionale, quella che poteva poteva veramente gratificarci di più [...]. Con "Forse ancora poesia" abbiamo interrotto e abbiamo sentito il bisogno di recuperare un po' la band: i primi album erano stati fatti, la maggior parte dei brani se non tutti, con un organico sinfonico, con l'orchestra. Questa esigenza si è sviluppata maggiormente con l'album "Rotolando Respirando" [...]. La nostra storia stava crescendo sempre di più, avevamo sempre più pubblico per cui si sentiva sempre di più l'esigenza di far emergere la band, che la band fosse sempre più protagonista anche nella scelta dei brani [...]. E poi soprattutto Dodi è sempre più protagonista, perché sentivamo sempre di più il suono elettrico, il suono "metallico" della della chitarra con la tastiera. Questa è stata la nostra evoluzione e abbiamo sempre cercato di perfezionarla nel tempo, negli album».
Roby ha così spiegato un aspetto caratteristico dei concerti dei Pooh: «Noi forse, anche senza forse, siamo stati fra i primi a fare il potpourri di sette, otto, dieci brani che durava venti minuti, perché avevo sempre l'esigenza di fare più brani possibile. Noi facevamo mediamente un album all'anno, per cui dovevamo o rischiare di lasciare a casa parecchi brani, oppure cercare di concentrare. Quando tu fai anche il brano conosciuto (due strofe, inciso, finale), la sensazione del brano l'hai data, piuttosto che "lasciarlo a casa". Noi facciamo mediamente dai cinquanta ai cinquantacinque brani: se noi di questi cinquantacinque brani rispettassimo per ognuno la stesura (il minimo sono quattro minuti o cinque minuti), sarebbero [...] quattro ore. Ci abbiamo provato l'anno scorso e il concetto durava tre ore e un quarto ed era quasi considerato un sequestro di persona!».
Il conduttore di Filmusik Channel ha chiesto a Facchinetti come è nato il brano "Che ne fai di te", incluso nell'album "Rotolando Respirando". «Il testo è di Stefano», ha spiegato Roby. «Noi eravamo stati in Canada e Stefano si era innamorata di questa bellissima italo-canadese, una ragazza e in quel brano parla proprio di lei. È un brano che ho sempre amato perché ha [...] un'anima speciale. Quello è un brano che non assomiglia a nessun altro brano, assomiglia solo a se stesso e poi è molto armonizzato [...]. Stefano si innamorò veramente tantissimo, moltissimo di questa donna; la la distanza non li ha aiutati chiaramente, però parla di un amore autentico».
Non rimane che attendere il 21 marzo per poter ascoltare il nuovo lavoro compositivo di Facchinetti. Ma soprattutto, potremo ascoltare le parole pensate e scritte da Stefano D'Orazio, in questa storia dedicata all'amore ed alla spiritualità.

Autore - Michaela Sangiorgi