Quando la musica è un bene trascurabile: il "Dodi Day" trasloca - Martedì 09.01.2018
Cinquant'anni di vita artistica, di musica condivisa da un
palco e attraverso decine di album è un anniversario che non
capita spesso di poter festeggiare. Quindi cosa c'è di meglio di
organizzare una grande festa, di rendere partecipi di tale
evento colleghi, amici, pubblico, la propria città natale?
Questo è stato il pensiero di Dodi Battaglia quando ha
cominciato a porre le basi per la grande festa, il "Dodi Day",
che si sarebbe dovuta svolgere l'1 giugno 2018: data
corrispondente al giorno del suo 67esimo compleanno, ma anche
distante cinquant'anni da quell'estate che vide Valerio Negrini
e Roby Facchinetti arruolare Dodi come nuovo componente dei
Pooh.
Nel 1968 Mario Goretti, chitarrista del gruppo pop, aveva
annunciato l'intenzione di ritirarsi adempiuti i contratti
estivi. Negrini, accompagnato dal tastierista e compositore
Facchinetti, si recò in un locale di Bologna per assistere alla
performance di un promettente chitarrista appena 17enne, di nome
Donato Battaglia, componente dei Rigidi Rhythm and Blues.
Lo ascoltarono interpretare l'assolo di un brano dei Procol
Harum dal titolo "Fortuna", ma anche "Something"
di George Harrison. Come Dodi ha avuto occasione di raccontare
nel corso della rassegna "Panorama d'Italia", «Devo
dire grazie alla proiezione che certe persone hanno del futuro,
io sono diventato chitarrista dei Pooh grazie a quella cosa che
è accaduta intorno al mio compleanno, per cui sono cinquant'anni
di professionalità [...]. Quando Valerio e Roby mi chiesero di
entrare a far parte del gruppo dei Pooh, che sarebbe avvenuto
appunto a settembre, mi dissero: "Però acqua in bocca, non
parlarne con nessuno, neanche con tua madre" [...]. Io
scoppiavo di gioia e invece muto [...]. La prima volta mi sono
venuti a prendere sotto casa con un furgone che loro avevano
acquistato a botte di cambiali [...], un Ford Transit. Io avevo
la valigia di cartone, come nei film di Totò, però avevo un
giubotto di pelle bellissimo che avevo comprato con una estate
di sacrifici lavorando a Cattolica col mio ex gruppo ed ero
fighissimo: la valigia di cartone, ma il giubotto di pelle!».
Risale alla prima metà di aprile 2017 l'annuncio di Dodi relativo alla sua intenzione di organizzare una grande festa che avrebbe coinvolto il suo pubblico, con il musicista e compositore affiancato sul palco da amici e colleghi in duetti che avrebbero vivacizzato un concerto certo unico. Scenario d'eccezione: Piazza Maggiore a Bologna. Il luogo ideale per celebrare un concittadino che ha dedicato alla composizione ed al canto la sua intera vita, proprio in quella città divenuta dal 2006 "Città Creativa della Musica UNESCO", prima in Italia e seconda in Europa dopo Siviglia. Una festa gratuita per i bolognesi e le tante persone che negli anni hanno imparato ad apprezzare Dodi prima come cantante e chitarrista dei Pooh, poi come artista in grado di gestire in modo autonomo la propria carriera.
Dopo un primo parere positivo da parte del Comune del capoluogo
Emiliano, purtroppo la vigilia dello scorso Natale Battaglia si
è visto costretto a dare una brutta notizia al suo pubblico,
diramata tramite la sua pagina
Facebook: «Ciao a tutti, ci tengo ad avvisare tutti i miei
fan che già si stanno muovendo per prenotare treni e hotel, che
il "DODI DAY" del 1° giugno non si terrà in Piazza Maggiore a
Bologna. Definiremo nelle prossime settimane la nuova location,
che vi promettiamo sarà altrettanto bella e spaziosa per fare
una grande festa in occasione dei miei 50 anni di attività!
Con mio grande dispiacere il Comune di Bologna, nonostante
avesse appoggiato il progetto fin da prima dell’estate, si è ora
tirato indietro per problemi tecnici e di concomitanza con altri
eventi.
Beh, che dire, io sto già pensando ad un bel 1° giugno, magari
in un posto di mare al quale sono legato.
Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Dodi».
Una brutta notizia per quanti già avevano cominciato a
programmare ferie e spostamenti per essere presenti all'evento.
Tra l'altro, tra gli ospiti figuravano nomi come Gianni Morandi,
Luca Carboni, Mario Biondi.
Il progetto però non sfuma: Battaglia ed i suoi collaboratori
stanno già vagliando altre località che possano accogliere tale
evento, così importante e particolare. Tanti sono stati i
messaggi di solidarietà giunti dai fan.
Legittimo o meno che sia il dietro-front del Comune di
Bologna, certo è che si è persa l'occasione di dare spazio ad un
evento musicale centrato su un cittadino che, come altri
bolognesi, ha saputo tenere alto il nome della città felsinea in
ambito musicale ed artistico. Una occasione già persa quando
passò sotto totale silenzio la scomparsa di Valerio Negrini, lo
straordinario paroliere che proprio a Bologna fondò i Pooh e che
con le sue parole ha saputo toccare tante vite.
Rimane la certezza che, qualunque sarà la località scelta da
Dodi Battaglia per celebrare i 50 anni di un ininterrotto
dialogo condotto attraverso le corde di una chitarra, a rendere
importante tale evento non sarà il luogo che lo ospiterà, ma la
musica, la storia artistica di un uomo che su quel palco ha
offerto da sempre talento, estro e grande passione.
Autore - Michaela Sangiorgi