Musica e parole con Dodi Battaglia - Lunedi' 20.02.2017
Per prima cosa va detto che il Campus di Fisciano (Università degli Studi di Salerno) è una struttura modernissima e pluriattrezzata, dotata di un teatro detto Ateneo, sito nei pressi della struttura che ospita il Rettorato.
Gli intervenuti all'evento "Musica e Parole con Dodi Battaglia" programmato per le ore 18:30 del 16 febbraio, sono stati circa trecento persone, di cui un centinaio già presenti prima delle 17:00.
Dopo la presentazione avvenuta in presenza del Rettore dell'Università di Salerno, è iniziata l’intervista. Dodi ha fatto subito presente che gli anni di musica fin qui maturati non sono solo i quarantotto con i Pooh, bensì sessanta, in quanto ha cominciato da quando era bambino. Pertanto non può fermarsi e continuerà con la sua carriera artistica: in programma c'è una estate in tour con un gruppo di musicisti scelti, nel corso della quale eseguirà live brani del suo repertorio da solista e brani scritti ed editi per i Pooh. Ha affermato che finalmente ha dato una risposta alla domanda “Chi fermerà la musica?”: un deficiente.
Rispondendo ad una domanda dell’intervistatore, Dodi ha spiegato che durante l'ultimo concerto dei Pooh tenuto il 30 dicembre scorso vi era una strana aria, quasi irreale, ma è rimasto comunque molto concentrato. La mattina del 31 dicembre si è svegliato con sintomi influenzali, tra cui un fastidioso “colpo della strega” che lo ha tediato per giorni; probabilmete si è trattato di disturbi psicosomatici legati alla nuova dimensione iniziata. A proposito della costituzione della nuova band, Dodi ha risposto alle critiche ricevute sui social dicendo che, nei giorni seguenti allo scioglimento dei Pooh, non poteva certo “portare a pascolare il cane ai giardinetti”, mutuando una battuta di Maurizio Costanzo a proposito di pensionati.
In merito alla composizione in futuro di nuovi brani, Dodi ha ammesso di avere il personal computer pieno zeppo di composizioni inedite realizzate per i Pooh e scartate dalla maggioranza in sede di scelta per gli album. Ha però spiegato che tale materiale non verrà mai utilizzato, perché come musicista non se la sente di impiegare composizioni nate in un dato momento storico e adatte per le funzioni della band: non vi si riconoscerebbe. Quindi eventuali nuovi brani rispecchieranno quello che lui sarà in quel dato momento.
La prima esecuzione alla chitarra elettrica ha visto Dodi proporre la parte strumentale di “Dove comincia il sole”, accompagnato da una base strumentale. A seguire ”Vale”, brano dedicato a Valerio Negrini e tratto dal suo album inciso con Tommy Emmauel.
L'intervista è poi ripresa e, a proposito della dimensione storica di una composizione, Battaglia ha spiegato che una eccezione è stata per il brano “D’assolo”, composto nel 1990 come sigla di un programma televisivo che non ebbe successo e riutilizzato per l’album omonimo edito nel 2003. In merito a questo, Dodi ha precisato che anche se può sembrare contraddittorio con quanto prima affermato, comunque un vero musicista può essere sempre in anticipo con i tempi. Sotto questo profilo, alcune canzoni di “Un po’ del nostro tempo migliore”, come ad esempio “Mediterraneo”, erano molto in avanti per quel periodo, il 1975. A proposito di quell’album, Dodi ha accennato al fatto che fu un LP di sperimentazioni, nato in un periodo (1973 / 1975) nel quale i Pooh furono molto ispirati e con voglia di sperimentare.
Tra i chitarristi che hanno influenzato Battaglia ci sono senza dubbio Jimy Hendrix e George Harrison, poi Al Di Meola ed infine Tommy Emmanuel. In merito al metodo di suonare, Dodi si è soffermato sul fatto che in Italia vi è una precisa tendenza, divenuta scuola, di apprendere da questi grandi stranieri, per poi trasporre nel modo di suonare la chitarra elettrica la melodiosità tutta nostrana, scuola alla quale dichiara di essere fiero di appartenere. I chitarristi di matrice anglo-americana non hanno questa dote tipicamente italiana perché, a differenza nostra, non hanno nella loro storia musicale Verdi e Puccini, i quali hanno lasciato un marchio indelebile nel nostro modo di fare musica.
A proposito della personalità di alcuni artisti, Dodi ha affermato che una forte e particolare personalità è una caratteristica importante per il successo. Dodi ha portato come esempio Vasco Rossi, col quale ha collaborato. Il brano “Piu' in alto... che c'e'!...!?...”, scritto a quattro mani proprio con Vasco, cantato da Dodi è una cosa, mentre cambia copletamente nell'interpretazione di Vasco. Tale canzone è stata rilanciata di recente proprio da Vasco Rossi con una personale interpretazione ed inserita nella raccolta "Non stop". Battaglia ha poi voluto ricordare il suo primo incontro con Vasco: all'uscita nel 1977 dell'album "Rotolando respirando" al chitarrista bolognese toccò, nella suddivisione con gli altri, di promuovere l’LP presso Radio Zocca, dove il Vasco faceva il D.J. Ospite nella trasmissione di quest’ultimo, che conduceva con molta energia e velocità, rimase talmente travolto da uscirne smarrito: «Al temine della diretta di circa due ore non ricordavo più perché ero lì, che avevo presentato e come dovevo fare per rientare». Quindi la personalità dirompente genera quel carisma che è ingrediente del successo.
Tornando ai Pooh, Dodi ha spiegato che le fondamenta del gruppo sono stati tre punti cardini: la vena compositiva di Facchinetti, la poesia all’avanguardia di Valerio Negrini, il talento del chitarrista. Inoltre le altre doti, anche extra-musicali, di Red Canzian e Stefano D’Orazio, come ad esempio le capacità di menagement e di gestire l'aspetto comunicativo.
Una nota personale: ho trovato un Dodi migliorato al 101% nella comunicativa. Non vi è più traccia di quel carattere che, fino ad una decina di anni fa, lo faceva apparire introverso e restio a parlare in pubblico. Cambiamento che avevo già notato nel precedente incontro / stage tenuto nel 2014.
Imbracciata la chitarra acustica, Dodi ha eseguito per il pubblico gli strumentali “D’Assolo”, “Treno per il mare” e l'inedita “Buonanotte U.S.A.”. Alla termine dell'interpretazione, Battaglia ha parlato di Tommy Emmanuel: secondo Dodi, ad oggi è il miglior chitarrista al mondo. Ha spiegato che alle convention di chitarristi, prima di partecipare, gli altri chiedano della presenza del musicista australiano; in caso di risposta affermativa, avvengono delle defezioni perché ritengono impari il confronto.
Un'ultima parola sul suo futuro come musicista: non ci saranno esecuzioni per pochi intimi come chiestogli da tanti (ad esempio il Club Blue Note di Milano), ma sempre posti con tanta gente anche se in paesini di mille anime che poi si riempiono anche dai vicini comuni. Questo perché, ha aggiunto scherzando, preferisce suonare sempre con sotto gente che gli urla “Dodi quant’ si bell’ e bravo!“ (recitato in dialetto napoletano).
I saluti finali sono stati preceduti dall'esecuzione con la chitarra elettrica della parte strumentale di “Parsifal”, accompagnato da una base musicale. Al termine Dodi ha avuto per tutti saluti, strette di mano e autografi, eseguiti anche su chitarre portate da fans e studenti..
Autore - Agostino Iaccarino