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Dossier "Parsifal i 40 anni": Dialoghi - Mercoledi' 18.09.2013

Rigo di spartito

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti, Dodi Battaglia
  • Voce solista: Dodi Battaglia, Roby Facchinetti
  • Timing: 4:26 ca.

Prepotente la sveglia risolve tutti i sogni
quinto giorno d'estate accettato come gli altri
esco dalla semioscura stanza
apro solo una finestra
entro nei vestiti e torno sui miei passi per un bacio a chi
dorme ancora
Cara piccola ragazza che mai ti svegli presto
alla mia colazione per strada penserò
io t'ho scelta per amore un giorno
ti dissi "Siamo un altro mondo”
quindi non ti chiedo niente
mi va bene ciò che fai
e non fai
Un istante e affondo dentro la città
i miei passi ormai sanno dove si va
vado a rendermi utile a chi nemmeno
so chi è
Dentro grandi stanze illuminate io

fino a questa sera mi rinchiuderò
ma la mente segnala un pensiero
certo insolito
Mi hanno detto che in questa città invisibilmente
meridiano o qualcosa, ma passa proprio qui
se d'un tratto mi ci sento sopra
a un filo che fa il giro del mondo
e questo rade i miei pensieri e nasce limpida un'idea
dentro me
Quanto tempo ho perso fino adesso io?
Mi son fatto dunque attraversare anch'io
dalle nuove stagioni in silenzio senza vivere?
Ha chinato il capo la mia fantasia
disperdendo l'ansia che sarebbe mia
di raccogliere dialoghi d'aria e farne poesia
E semplicemente stando al posto mio
ho dimenticato che respiro anch'io
e scoprirlo un mattino d'estate può pesare un po’...

 

Valerio NegriniNel 1973, in un mondo alternativo, Valerio Negrini è un uomo normale, impiegato presso un ufficio qualunque dalla mattina alla sera. Un uomo semplice e comune. Al suo fianco una donna, forse la stessa di "Infiniti noi", convintasi che "siamo un altro mondo" e tutto il resto non importa.
Lei dorme ancora quando Valerio si alza, dà luce ed aria alla stanza per poi andare incontro ad un "quinto giorno d'estate", un giorno come tutti gli altri accettato di buon grado. Come si accetta una vita quotidiana fatta di guadagnate certezze, in un Italia dei primi anni '70, in cui il passato da "ribelle" del protagonista è diventato un opaco ricordo, riposto come i sogni della gioventù, quasi inavvertitamente, in un cassetto.
Anche nel nostro mondo il "vero" Valerio ha sempre amato molto Milano, si dice, ed il suo "doppio" alternativo si tuffa per le strade di una città che sa tanto di Milano, per raggiungere il posto di lavoro...
"Dialoghi" è l'altro brano dell'album scritto a quattro mani da Facchinetti e Battaglia. Facile intuire che la parte iniziale sia a firma del chitarrista bolognese: un tempo moderato da ballata "west coast", aperto da una chitarra acustica con una pennata insolita, che sembra come provenire da un'altra canzone, forse un brandello di quel sogno del protagonista interrotto bruscamente dalla sveglia.
La voce di Battaglia si appoggia leggera sulle efficaci linee di basso e sul semplice disegno ritmico che si raccorda con la chitarra acustica, che passa da un semplice strumming ad un articolato arpeggio nella seconda strofa, in cui fa da lieve contrappunto un flauto ottavino. Sul finale della seconda strofa la voce viene rinforzata dal resto del gruppo, che con gli archi si inerpicano nel ritornello (il quale presenta il riconoscibile tocco di Facchinetti, coadiuvato per la scrittura degli archi, come sempre, dall'indispensabile Gianfranco Monaldi), ad accompagnare il protagonista fino al ufficio dove lavora.
Per il ritorno alla strofa, tornano anche il sinuoso arpeggio di chitarra ed il flauto che, come un pensiero leggero e fantasioso, accompagnano la mente dell'"Alter-Valerio" all'inseguimento di un pensiero, qualcosa che lo allontana per un attimo dal grigiore della quotidianità. La mente si incammina su quel "meridiano o qualcosa ma passa proprio qui" di cui qualcuno gli ha parlato. Un sottile pensiero che inaspettatamente porta anche l'improvvisa coscienza della sua condizione, dell'essersi lasciato attraversare tanto da quell'immaginario "filo che fa il giro del mondo" quanto dall'indolenza.
Sulla ripresa del ritornello, con gli archi che figurativamente stagliano questa improvvisa, dolorosa consapevolezza di aver accantonato e dimenticato i propri sogni e la sua fantasia, "disperdendo quell'ansia" che era sua "di raccogliere dialoghi d'aria e farne poesia". Il Valerio alternativo, immobilizzato dalle sue remissive scelte da travet, si collega così con il vero Valerio, che lo ha in tal modo descritto nel testo di una sua canzone, chiudendosi con le voci che sfumano rispetto agli archi, che restano ponderosi per essere sfumati poi anche loro, come a far da cornice ad uno specchio su un altro mondo.
Uno dei testi meno conosciuti di Valerio, ma forse quello che più descrive il cosciente approccio a quello che è ora il suo mestiere di scrittore, poeta ed autore dei testi di un gruppo che lui stesso ha fondato ben nove anni prima.

«Dossier "Parsifal i 40 anni": Dialoghi» non termina qui.
Prossimo appuntamento con «Dossier "Parsifal i 40 anni": Lettera da Marienbad».