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Dossier "Parsifal i 40 anni": Solo cari ricordi - Domenica 08.09.2013

Rigo di spartito

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti
  • Voci soliste: Red Canzian, Roby Facchinetti
  • Timing: 4:49 ca.

"Quarta scala", "Grazie, lo so"
"Da settembre è vuoto però"
"So anche questo, grazie, non dica più niente, amico: mi ha già visto, lo sa!"
Hai lasciato in angoli bui
pochi oggetti inutili e tuoi
la bottiglia vuota di vino di resina comprata in viaggio da noi
Non rimane molto del tuo tempo insieme a me
come un libro letto in fretta io smarrii di te
forse il senso giusto o forse qualche cosa in più
non rimane molto per rimpiangerti di più
Giorni rapidi e strani
parlare in inglese
e quei viaggi insieme noi
le frontiere nell'alba
sapore di vento
e sole addosso a noi
Si fingeva di avere
nemmeno una lira
per vivere di più

questa casa da poco
fu parte del gioco
che un giorno ti stancò
Lessi qui sul muro il tuo messaggio, e ancora c'è
scritto in italiano “non cercare più di me”
Desolata, inutile ironia, che mi ferì
la mia roba in ordine sul letto, tutta lì
Non sbagliavo, è proprio così
non mi dice niente star qui
non c'è proprio l'aria di cari ricordi che mi dia bisogno di te
La finestra non aprirò
con la luce non scoprirò
contro i muri spazi puliti
lasciati da qualcosa che non c'è più
Non rimane molto del mio tempo insieme a te
non rimane molto da rimpiangere per me
Non rimane molto del mio tempo insieme a te
non rimane molto da rimpiangere per me

 

Con il testo di Valerio Negrini e musicato da Roby Facchinetti in tonalità di Si bemolle minore, apparve anche come facciata B del singolo "Infiniti noi". "Solo cari ricordi" è il racconto di un uomo che ritorna nella casa dove prima viveva con una ex di origini straniere, cercando di convincere se stesso che non ci sia niente da ricordare di quella storia finita quando lei è andata via senza dare alcuna spiegazione.
I pochi oggetti visibili nella penombra però richiamano sprazzi di ricordi della vita spensierata da innamorati e dei viaggi fatti con lei. Il gioco del "negare" a se stessi diventa sempre più difficile, quando anche il vedere tutte le proprie cose messe in ordine dove prima regnava il disordine è fonte di ulteriore determinazione nel non voler aprire la finestra per illuminare una casa piena di fin troppi ricordi.
Come nel caso di "L'anno, il posto, l'ora", anche questa canzone è aperta dalla voce di Red Canzian, a parere di chi scrive non abbastanza valorizzata nelle sue precedenti incisioni con la Bla Bla Records, ai tempi dei Capsicum Red. La voce del giovane trevigiano viene valorizzata dai Pooh nei suoi toni caldi e atipici rispetto alle usuali tonalità alte che sono state sempre peculiarità principale del gruppo, sposandosi bene con la voce di Battaglia ed in special modo con quella di Facchinetti.

I Pooh

Vocalmente a Canzian è affidato dall'inizio il racconto dell'occasionale ritorno del protagonista nella sua vecchia casa adagiato su un insolito arpeggio di chitarra acustica che apre la ballata in un tempo moderato in 2/2. Tale arpeggio alla fine di ogni strofa viene incalzato ritmicamente dagli archi e dalla batteria di D'Orazio, quasi ad indicare un'aumentata sensibilità emotiva del protagonista (nella prima strofa in relazione al breve e quasi stizzito scambio di parole con l'usciere dello stabile, nella seconda a causa del riaffiorare dei ricordi alla vista di una bottiglia di vino comprata in Grecia).
Dopo un ritornello che si apre su di un tempo più lento ed in 4/4 corale, volto ad esprimere il tentativo del protagonista di convincersi che non ci sia niente da ricordare, alla voce solista di Facchinetti tocca tramite i flashback ricordare i giorni avventurosi dei due innamorati. Il contrappunto degli archi ed una chitarra acustica sostengono la ritmica di D'Orazio a cui, nella parte che rievoca la fine della storia, si aggiugnono gli accordi di piano che riportano il protagonista nella stanza vuota; nel contempo si ha la ripresa del tempo in 2/2 dell'inizio e della voce solista di Canzian, sempre accompagnata dalla chitarra acustica di Battaglia.
La ripresa del ritornello in 4/4, enfatizzata dall'aumento di tonalità del brano in Do minore, riafferma infine la volontà di dimenticare una storia di cui non vale la pena di ricordare niente. Mentre si conclude la parte vocale potremmo immaginare il protagonista che, sulle note dell'intenso ed efficace assolo di chitarra elettrica (in SOL Minore, quindi di ben sei toni superiore rispetto alla tonalità iniziale) che fa la sua comparsa solo in questa parte, richiude la porta alle sue spalle e si allontana scendendo le scale.

«Dossier "Parsifal i 40 anni": Solo cari ricordi» non termina qui.
Prossimo appuntamento con «Dossier "Parsifal i 40 anni": Io e te per altri giorni».