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Le Centoparole di Red Canzian - Seconda parte - Lunedì 07.04.2025

08.11.2024 - Red Canzian a Bologna

Prosegue con questo articolo il resoconto dell'evento tenuto da Red Canzian il 24 novembre 2014 presso il Centro Commerciale Vialarga di Bologna, dove ha presentato il suo nuovo libro "Centoparole - Per raccontare una vita". La prima parte è disponibile alla pagina "Le Centoparole di Red Canzian - Domenica 06.04.2025".

Impariamo a volerci bene, a proteggere il nostro cuore, la nostra anima. Red Canzian

Leo ha in seguito spostato il discorso sull'importanza del sognare. Red ha spiegato quanto sia fondamentale «far capire quanto sia importante credere nella bellezza dei nostri sogni. Noi dobbiamo credere fino in fondo ai nostri sogni perché se noi siamo i primi a non essere così convinti, come possiamo sperare di convincere gli altri? Di voler fare il cantante ero assolutamente convinto: io ero convinto a 14 anni, 15 anni di essere una rock star. Lo sapevo solo io, dovevo convincere solo il resto del mondo. Però ci credevo e ho cominciato a farlo, ho cominciato piano piano a farlo e alla fine mi è andata bene. Ma a moltissimi altri probabilmente che ci credevano non è andata bene, però bisogna sempre partire da zero. Quello che io cerco di [...] trasferire al lettore è che dobbiamo essere assolutamente convinti di quello che è il nostro sogno. Hai notato che continuo a sognare: io spero di non smettere mai di sognare perché noi "grandi" diventiamo grandi troppo in fretta e ci dimentichiamo completamente di quel bambino che era alla nostra partenza della vita, che è il bambino che ci ha fatto poi fare le scelte. Tutto quello che noi abbiamo fatto nella vita si è formato dentro di noi entro i 5, 6, 7 anni: è in quegli anni lì che noi dobbiamo andare ad attingere per trovare l'entusiasmo per andare avanti. E quindi è importantissimo credere ai propri sogni e soprattutto è importantissimo non smettere mai di sognare perché aiuta il cuore, aiuta a star bene, aiuta a confrontarci [...]. È importantissimo imparare a volerci bene, perché se noi vogliamo bene a noi stessi, faremo stare bene anche le persone intorno a noi. Credetemi: quando siamo nervosi quando non stiamo bene con noi stessi, quando abbiamo dei problemi tutte le persone della famiglia intorno a noi stanno male, vivono male perché c'è la tensione, c'è un qualcosa che non può essere serenità. Per cui impariamo a volerci bene, a proteggere il nostro cuore, la nostra anima da tutte le problematiche che girano intorno, rinunciando a qualcosa. Io sto impostando la mia vita per sottrazione: sto togliendo tutto ciò che è superfluo, tutto ciò che mi porta via tempo ed energia e mi toglie dalle cose più belle, più piccole, più importanti che sono i valori veri della vita, che sono comunque la famiglia, il nipotino, i miei figli, mia moglie... cioè le cose nelle quali io mi riconosco e sto bene e mi sento protetto. Perché attenzione: sono tante le cose belle nel mondo [...], ma non sono cose che ci proteggono, anzi ci espongono anche alla facilità di farci male, di sbattere il naso e quindi bisogna star bene con le persone con cui possiamo realmente star bene. Credo sia uno dei segreti della felicità: al capitolo "Felicità" dico che il segreto della felicità è desiderare quello che abbiamo, non quello che non abbiamo. Cominciamo a desiderare e ad apprezzare quello che abbiamo e già è il primo passo per stare bene».
Alla domanda su quale sia il suo rapporto con il nipote Gabriel, figlio di Phil Mer e Cecilia Piubello, Canzian ha risposto con entusiasmo: «Lui è tutto ciò che rappresenta la purezza, perché i suoi pensieri mi fanno bene: mi fanno ricordare quand'ero anch'io così e guardo con speranza ai suoi discorsi di grandissima profondità. Lui è un bambino che a 5 anni, salendo in seggiovia per andare verso il monte Cherz, in mezzo alla nonna e al papà [...], a un certo punto ci chiama e ha detto: "Possiamo non parlare e goderci questo panorama in silenzio?". Un bambino di 5 anni. Capisci che un bambino così ti insegna veramente qual è il valore delle cose [...]. È bello ed è importante ascoltarlo, perché ti rendi conto che quei problemi che avverte adesso probabilmente sono problemi che la generazione che l'ha preceduto gli ha trasferito, o quantomeno ne sente parlare [...]. Ha avuto una famiglia di un certo tipo, con un papà che l'ha portato a vedere i musei quando aveva 3, 4 anni. Bea è una nonna straordinaria che lo segue con un amore incredibile. Chiara è una zia fantastica: anche lei è molto legata a tutto ciò che è bello, a tutto ciò che è arte, per cui cerchiamo di farlo crescere bene ed è il nostro piccolo gioiellino. E poi sono un nonno abusivo, perché mi sono "intrufolato"» ha chiosato Red, in quanto Phil è nato durante il precedente matrimonio della moglie Beatrix Niedewieser.

Con gli amici difficilmente, se è un'amicizia vera, racconti delle bugie, perché un amico ti apre il cuore. Red Canzian

Alesandro Leo ha spiegato: «Famiglia e amicizia sono due parole che vanno di pari passo. Tu hai sempre fatto dell'amicizia un valore cardine della tua vita e faccio riferimento agli amici di cui parli nel libro [...]. Avete dato la prova di un'amicizia che dura una vita. Com'è il rapporto tra te ed i tuoi amici? Quali sono secondo te i valori fondanti dell'amicizia anche quando c'è il lavoro di mezzo?».
Red: «Credo che la cifra di riconoscimento stilistica dei Pooh, oltre alla musica, forse prima della musica, sia proprio il sentimento dell'amicizia. Tra vent'anni credo che si ricorderà "Tanta voglia di lei" e "Pensiero", ma credo si ricorderà ancora di più l'amicizia dei Pooh, perché in un tempo come questo in cui tutto dura poco, noi fra un anno festeggeremo i nostri sessant'anni [...]. L'unico rammarico è arrivare a festeggiarli senza Stefano, perché per il resto saremmo stati tutti insieme. E quindi il valore dell'amicizia è molto importante. Noi discutiamo, discutiamo sempre su qualsiasi cosa, perché ognuno di noi vuole il massimo del suo pensiero all'interno di un progetto. Però le nostre discussioni finiscono sempre con un abbraccio, per cui non rimane mai qualcosa da chiarire e poi l'amicizia dei Pooh è un'amicizia costruita nel tempo, perché noi siam partiti come colleghi da quattro città diverse e siamo diventati amici nel tempo, lavorando insieme. A oggi potrei dire che siamo diventati fratelli, ma è una cosa che abbiamo costruito nel tempo, perché non eravamo, come tutti i complessini, compagni di scuola che si mettevano nella stessa città, nello stesso quartiere a metter su un complessino. Noi siam partiti uno da Treviso, uno da Bergamo, uno da Roma e uno da Bologna, per cui veramente è stata una selezione naturale che abbiamo accettato; io poi sono l'ultimo arrivato, per cui sono arrivato a chiudere il cerchio nel '73, sono 52 anni che stiamo insieme. Il '73... è una roba pazzesca, se ci pensi, una vita con loro».
Canzian ha proseguito, spiegando così la sua voglia di normalità: «E poi ho i miei amici, quelli a Treviso [...]. Loro si arrabbiano perché non racconto mai di musica, perché vorrebbero sapere cosa combiniamo. E invece a me piace ascoltare cosa combinano loro e soprattutto quando sono a casa mi piace staccare la spina, mi piace parlare di vino, parlare di cibo, parlare dei figli, parlare di quelle cose che frequento poco perché sono sempre in giro. Però l'amicizia è una cosa molto, molto importante. Infatti nel libro [...] ho tolto la parola "amore", anche se è stampata in mille capitoli, ma ho scelto la parola "amicizia". In amore puoi anche mentire, magari per non creare problemi, per smussare gli angoli in certe situazioni; ci sono delle bugie "buone". Con gli amici difficilmente, se è un'amicizia vera, racconti delle bugie, perché un amico ti apre il cuore, tu devi aprire il suo cuore, per cui credo molto nel valore dell'amicizia».
L'intervista è proseguita coinvolgendo il pubblico: ad alcuni dei presenti è stato chiesto di pescare da una ciotola le parole affrontate nella stesura del volume. «"Abbraccio"» ha spiegato Red, «è il primo capitolo del libro. L'ho scritto con veramente tanta attenzione, perché l'abbraccio è una cosa meravigliosa. Io ricordo l'abbraccio di mio padre: faceva il boxeur in gioventù ed è rimasto sempre un uomo molto solido, con due spalle belle dritte, forti e quando mi abbracciava che magari tornavo alla fine di una tournée [...] mi ricordo che era un abbraccio meraviglioso, perché non avevamo bisogno di dirci tante cose. Era un abbraccio senza parole, ma pieno comunque di messaggi e assomigliava quasi a una preghiera per esserci finalmente ritrovati insieme. Poi c'è l'abbraccio con mia moglie, che oltre all'amore e alla passione che ci unisce è un abbraccio di riconoscenza per tutto quello che lei ha fatto e fa per me quotidianamente. C'è l'abbraccio con Chiara, che pur essendo una donna di 35 anni, bella, intelligente, io continuo a considerarla la mia bambina e quindi l'abbraccio con quello spirito. L'abbraccio con Phil, come papà, un papà quasi "abusivo": non finirò mai di ringraziare Phil [...] per essermi diventato figlio in maniera così gentile, garbata e senza mai opporsi alla nostra storia» riferendosi alla relazione con la-madre, «anzi aiutandola, favorendola. E poi c'è il mio abbraccio con Gabriel: quando mi corre incontro e mi butta le braccia al collo lì ti rendi conto veramente che l'amore è l'unica cosa nella vita che hai».

08.11.2024 - Red Canzian a Bologna

Red Canzian ed Alessandro Leo durante l'incontro al Centro Commerciale Vialarga, a Bologna.
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Valerio e Stefano: entrambi sono stati straordinariamente importanti per la nostra storia. Red Canzian

Red ha affrontato la parola "teatro": «È un luogo perfetto per fare questo mestiere, per fare la musica: è il luogo dove io preferisco suonare. Mi piace San Siro, mi piacciono gli stadi, mi piacciono i palasport, mi piacciono le arene ma credetemi: suonare in un teatro è la maniera perfetta [...]. Poi il teatro è rappresentazione, non è solo musica: in teatro racconti anche per immagini [...]».
Di "poeta" ha detto:«Questo è un capitolo che mi piace molto, perché alla parola "poeta" ho parlato di Valerio e di Stefano; voglio far capire il modo diverso che loro due avevano di scrivere e di interpretare la vita. Comunque due modi assolutamente straordinari, perché Valerio era uno storico: lui ti raccontava delle grandi storie anche lontane. Stefano era un poeta della quotidianità: aveva un linguaggio veloce, molto legato al presente. Ma entrambi sono stati straordinariamente importanti per la nostra storia e non a caso adesso abbiamo veramente grandi difficoltà a immaginare dei dischi nuovi senza le loro parole. Loro sono stati veramente la nostra voce e hanno dato dei messaggi in tempi non sospetti assolutamente importanti, a cominciare da quello che ha scritto Valerio nel '73 con "Parsifal", o nel '76 con "Pierre", parlando di problematiche che oggi sembrano facili, ma allora erano dei tabù. E Stefano lo stesso quando ha scritto "C'è bisogno di un piccolo aiuto", rivolgendosi a questo Dio che ogni tanto sembra distratto e ci lascia andare per la nostra strada senza darci una mano».
Un'altra parola del cuore per Red, anzi un nome, è Phil: «È diventato batterista perché da piccolo mi sono accorto che lui aveva un senso del ritmo... Il fustino del Dash con due cucchiai di legno, di quelli da cucina, faceva delle cose con un ritmo che dicevo: "Non è possibile!". Aveva 5 anni, 4 anni e mezzo. Dopo Bea lo portò a un concerto nostro e lì veramente lui impazzì e Stefano gli regalò le prime bacchette: è da lì che è nata tutta la sua passione. Ma credo che il fatto che lui potesse diventare batterista è nato quando lui era ancora in pancia di Bea: lei venne a un nostro concerto [...], era settembre e lui è nato il 13 ottobre [...]. Vedevi la pancia con i calci: si era eccitato alla musica, aveva cominciato a picchiare. E lei disse: "Questo diventerà un batterista!"». E come vedete, è avvenuto esattamente così».
Di Chiara, la figlia che ha avuto da Delia Gualtiero, Canzian ha raccontato: «Sta crescendo così bene in questo periodo: in questi ultimi anni ha fatto una crescita a livello emozionale, intellettuale, umano. Siamo legatissimi, con tutta la famiglia ha un rapporto straordinario: con Bea, con Phil si sentono sempre. Chiara è stata la regista residente di "Casanova", oltre che essere vocal coach e cover di tre personaggi femminili: quando si ammalavano li ha sostituiti [...]. Verrà in Cina con me come assistente della regia; poi abbiamo tanti altri progetti da fare insieme. Stiamo già pensando ad altri lavori». Approfondimenti sul musical "Casanova" sono nei nostri articoli "Red ci riporterà a teatro con "Casanova Opera Pop", "Casanova OperaPop": fascino e intensità dell'emozione".

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Autore - Michaela Sangiorgi