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Roby Facchinetti: cinquanta anni vissuti sul palco dei Pooh - Martedi' 07.03.2017

Roby Facchinetti

RTR 99 Canale Pooh, la web radio nata per iniziativa di Fabio Martini ed interamente dedicata alla produzione discografica dei Pooh, ci ha regalato una nuova intervista, in questo caso al compositore ed interprete di tanti brani del gruppo, Roby Facchinetti.

La nostra grande storia è stata così generosa con noi e così bella, straordinaria che non poteva finire in calando.

Martini ha dato il via all'intervista ricordando una frase ripetuta in più occasioni durante il Tour Reunion - L'ultima notte insieme tenuto l'anno scorso: «Speriamo che la nostra musica sopravviva dopo di noi». Frase che sta alla base della nascita della web radio dedicata ai Pooh.
Roby ha spiegato: «Questo era il nostro sogno, al di là della Reunion, al di là dell'avere deciso di chiudere, perché come abbiamo detto tantissime volte abbiamo pensato che fosse l'occasione migliore per chiudere alla grande la nostra storia. Ripeto: per noi, per la nostra musica, anche per il nostro pubblico [...] Anche a tutt'oggi mi chiedono "Ma perché? Ma perché?". E allora dico: "Guarda, questa decisione chiaramente non è stata facile neanche per noi". "Ti capiamo, sappiamo". Abbiamo assistito a delle scene incredibili di amici che hanno vissuto questa cosa con grande dolore. Però è anche vero che la nostra grande storia è stata così generosa con noi e così bella, straordinaria che non poteva finire in calando, doveva finire alla grandissima e ce la siamo sempre immaginata, sempre raccontato fra di noi che sarebbe stato giusto così. Però ti assicuro che è andato al di là di ogni previsione, perché questa Reunion ha scatenato un insieme di sentimenti, di interesse, anche dovuto al fatto che abbiamo detto che era comunque l'ultima tournée. Però una reazione così, una partecipazione così totale, straordinaria non la immaginavamo veramente, ed è accaduto. Ed ora abbiamo finito questa nostra storia veramente alla grandissima; certo, con grandissimo dolore da parte del nostro pubblico, da parte nostra [...]. E' il nostro sogno immaginare che la nostra storia, la nostra musica possa vivere anche dopo noi, anche al di là di noi e questo sta avvenendo ed è credimi un grandissimo regalo [...]».

E' come se improvvisamente, con questo nostro cinquantennale, la Reunion, richiamare sul palco sia Stefano che Riccardo, ha creato un interesse tale che anche il detrattore più detrattore si è sentito in dovere di dire: "Vediamo un attimino che cosa sta succededendo".

Roby ha poi spiegato quali erano le dinamiche all'interno del gruppo quando si trattava di selezionare i brani che sarebbero finiti nella tracklist di una LP o nella setlist di un concerto: «Per noi tutto era importante e quando si decideva di fare quel brano e di portarlo, di inciderlo, comunque di inserirlo in un album è perché tutti eravamo convinti, altrimenti non l'avremmo mai fatto. Io credo questo sia sempre stata la nostra forza: la condivisione. Questa è una cosa che fa parte del nostro successo perché alla fine anche se uno su quattro poteva essere convinto del contrario, poi si discuteva: è questa la grande bellezza e la forza dei Pooh, si discuteva magari anche due giorni, però alla fine si riusciva comunque a condividere un'idea che era modificata nel frattempo, l'avevamo in qualche modo anche stravolta, però eravamo tutti convinti e si faceva sempre di fare la cosa di cui tutti in qualche modo eravamo convinti. E' chiaro che quando si scopriva che certi giornali o certi giornalisti non apprezzavano fino in fondo quello che si faceva... poi nel tempo ahimè abbiamo scoperto che la maggior parte di questi giornalisti in effetti non conoscevano i Pooh [...]. Per cui conoscevano i Pooh nel modo più superficiale, o criticando nel bene e nel male solo magari la canzone di successo. Fortunatamente in questi ultimi anni devo dire che molti di questi giornalisti si sono ricreduti e la Reunion, torniamo alla Reunion che ha fatto anche questo miracolo, ha messo d'accordo tutti, tutti, tutti. Perché non c'è stata una testata, un giornalista che non sia stato a un nostro concerto, a San Siro piuttosto che all'Olimpico, piuttosto che nei palazzetti dello sport e tutti hanno scritto delle cose straordinarie, cose che non avevano mai scritto su di noi e la Reunion ripeto ha fatto anche questo miracolo. E' chiaro che non possiamo che essere contenti anche di questo: è una cosa bellissima perché è come se improvvisamente, con questo nostro cinquantennale, la Reunion, richiamare sul palco sia Stefano che Riccardo, ha creato un interesse tale che anche il detrattore più detrattore si è sentito in dovere di dire: "Vediamo un attimino che cosa sta succededendo"».

Alla domanda di Martini su quali sentimenti si siano affastellati nel cuore di Facchinetti una volta intonato il brano "Solo voci" a Bologna, in occasione dell'ultimo concerto dei Pooh tenuto il 30 dicembre, Roby ha risposto: «Tu considera che io sto parlando con te e io ho ancora un piede su quel palco, giuro. Già la parola Bologna... mi si sta muovendo tutto dentro, perché è una cosa indimenticabile l'ultimo concerto. Ogni brano per me era automatico pensare "Oddio, questa è l'ultima volta che questo brano lo facciamo insieme!". Non è stato facile e questa sensazione continuo ad averla, perché ci sono delle emozioni che... non c'è niente da fare, io non riesco poi a far finta di niente. Non si possono cancellare e dire... son passati due mesi quasi e adesso sono... una storia, cinquant'anni e io li ho fatti tutti quei cinquant'anni e anche se so da una parte che, come si diceva prima, abbiamo fatto bene, abbiamo fatto una cosa grande, straordinaria, chiudere alla grandissima, di più... Però questa decisione è costata e sta costando un grande prezzo perché io non posso, non riesco a far finta di nulla. Tornando a "Solo voci", è un grande ringraziamento alla nostra storia, a tutte le persone che ci sono state vicine, a tutti quelli che in qualche modo ci hanno permesso di fare questo lavoro, a tutti: al pubblico, alle nostre famiglie, ai nostri figli, alle nostre compagne, ripeto al nostro pubblico, alla vita, alla musica. E allora lì il groppo alla gola io l'ho avuto purtroppo in diversi punti, il famoso groppo e quando c'è il groppo alla gola credimi, non si riesce neanche a parlare. A cantare, credimi, non ce n'è. Però è giusto che sia così, questa è stata una grandissima cosa, nessuno ha messo insieme un finale di carriera in questo modo. Noi [...] abbiamo vissuto una vita innanzitutto di gruppo: il fatto di richiamare sul palco questi amici per poter condividere anche con loro, giustamente, perché hanno fatto parte della nostra storia, non potevano non esserci anche loro. Credo che questo abbia suscitato nel nostro pubblico e non [...] l'emotività, l'emozione, in un mondo dove è difficile emozionarsi, anzi la gente forse si vergogna a dire che si è emozionata e invece dovrebbe essere una cosa normale».

Alla domanda sul motivo che ha spinto il gruppo a togliere dalla scaletta il brano "La mia donna", Roby ha spiegato: «L'abbiamo tolta perché dopo San Siro "La mia donna" era collocata verso il finale e nel concerto aveva una posizione che non ci piaceva. Lì invece c'era bisogno di arrivare verso il finale, difatti abbiamo anticipato "Dimmi di sì", "Canterò per te" [...]. Dovevamo arrivare al finale, ai bis belli carichi».

Martini ha chiesto conferma sulla prossima realizzaione di un DVD dedicato al concerto di addio dei Pooh. «E' una questione di tempi» ha precisato Facchinetti, «non li abbiamo ancora sentiti, però è una serata unica, irripetibile, è l'ultima, veramente l'ultima fotografia e non possiamo non condividerla anche con il nostro pubblico. Il pubblico che c'era e ancora di più per il pubblico che quella sera lì magari non c'era per altri motivi. Diciamo che è in programma».

E' come ricominciare da capo, come rimettersi ancora in gioco e devo dire che mi piace questo ruolo perché è comunque stimolante.

Roby ha spiegato quali programmi artistici lo attendono: «Da grande io credo che farò il musicista, mi dedicherò alla musica e a tutti i miei progetti: uno è un attimino immediato ma se ne parla ampiamente dopo l'estate; un altro un po' più lontano nel tempo, però io cercherò di continuare a fare il mio lavoro con tutta la passione che ho sempre avuto, magari anche di più. Questo è il grande vantaggio del gruppo: condividere sempre nel bene e nel male. Prima i progetti erano comunque spalmati in tutto quello che comportava su quattro persone, cinque con la Reunion. Adesso sei tu da solo: può essere stimolante da una parte perché devi dimostrare a te e ancora al pubblico che in qualche modo potrà seguirti, però sei da solo ed è stimolante. Però è anche molto faticoso, molto di più: mi sto accorgendo in questo periodo che sto lavorando di più rispetto a quando eravamo appunto insieme, quando ero un Pooh, però è giusto così [...]. E' come ricominciare da capo, come rimettersi ancora in gioco e devo dire che mi piace questo ruolo perché è comunque stimolante».

All'osservazione di Martini di quanto si percepisca che al compositore bergamasco manchino i Pooh, Facchinetti a replicato: «Prima ho detto non a caso che cinquant'anni non si possono cancellare e per cinquant'anni i Pooh sono stati la mia famiglia vera [...] Ognuno di noi è stato di più con i Pooh, più sul palcoscenico che con le proprie famiglie. Io a questo non sono ancora abituato, per cui mi mancano, manca di vederci, mancano le nostre riunioni, mi mancano anche le nostre discussioni, belle, sane, anche accese perché per noi ogni cosa era importante. Quando ero convinto di un'idea in qualche modo facevo sempre di tutto per convincere gli altri che la mia idea fosse quella giusta in quel momento, molte volte anche sbagliando [...]. Il bello di portare ognuno di noi un'idea sul tavolo, una propria idea e questa idea dopo un'ora, un giorno, mezza giornata diventava di tutti e con l'umiltà di accettare che l'idea era di tutti. Ognuno di noi, quando eravamo in quattro poteva valere il 25%, però insieme i Pooh valevano un milione, 1000% e questo noi lo abbiamo sempre capito questa è stata una delle nostre grandi forze».

 

L'emozione di Roby nel rispondere alle domande dell'intervista è stata concreta e palpabile. Se da un lato il cuore di noi fan sarà sommerso ancora per molto tempo dal dolore per l'addio ad un gruppo, quello dei Pooh, che per anni ha costuito la colonna sonora di tante vite, rimane la consolazione di sapere che le singole carriere artistiche avranno ancora molto da offrirci.

Autore - Michaela Sangiorgi