Una melodia infinita: l'amore di Lucariello per la musica - Terza parte - Mercoledì 01.12.2021
Si conclude con questa terza ed ultima parte l'articolo dedicato al libro "Una melodia infinita - Ritratto del nostro tempo migliore". Il volume, edito da Baldini+Castoldi e nelle librerie dall'11 novembre, porta la firma di Giancarlo Lucariello. Come spiegato nella prima parte e nella seconda parte dell'articolo, Lucariello fu il produttore che seppre creare un gruppo di lavoro il quale, grazie al talento degli artisti ed alle competenze messe in gioco, fu in grado di portare i Pooh al successo.
Valerio Negrini è stato un grande, è stato importantissimo per i Pooh, è stato determinante. Giancarlo Lucariello
Sfogliando le pagine del libro "Una melodia infinita", ci si accorge presto della presenza di codici QR, piccoli elaborati grafici di forma quadrata che, se inquadrati con la fotocamera del cellulare, funzionano da collegamento a canzoni selezionate dall'autore. Si tratta di un vero e proprio invito all'ascolto: «Sono dei brani per i quali sono orgoglioso di averli concepiti con il grande compositore Roby Facchinetti, di averle portate a termine e portate in quel tipo di produzione [...], fatta da noi, cioè da me, da Roby, da Valerio, da Riccardo, da tutti i nomi cui faccio riferimento. Ma anche da Gianfranco Monaldi, che era il direttore di queste grandi orchestre che ho voluto nella produzione [...]. Quel suono che ho voluto si è creato grazie anche all'orchestrazione fatta da Gianfranco, che purtroppo non c'è più [...]. Io do un grande valore agli uomini. Tutti quegli uomini che io ho scelto, me li sono scelti io: Facchinetti, Negrini... parlo degli uomini, non parlo del gruppo. Il gruppo era fantastico e lo è ancora adesso. Gli uomini erano anche uomini di grande valore e affiancare a noi un orchestratore di quel livello è stata una scelta mia».
I collegamenti riguardano un numero limitato di pezzi: «Ho messo solo tredici brani nella scelta del libro [...]. Non sono quelli che io preferisco, sono quelli che rappresentano bene il libro [...]». Troviamo ad esempio "L'anno, il posto, l'ora", tratto dall'album "Parsifal": «Ho scelto questa canzone pensando ed onorando Valerio Negrini, il quale è stato un grandissimo poeta. Questo era molto più testo che musica, ci sono anche qui musica ed orchestrazione [...]. Valerio Negrini è stato un grande, è stato importantissimo per i Pooh, è stato determinante. L'accoppiata Facchinetti-Negrini lascia un segno nella storia. Parliamo anche di un uomo difficile, come siamo difficili un po' tutti, ma meravigliosamente talentuoso, colto, preparato».
1970 - Valerio Negrini alla batteria. Clicca per ingrandire.
Quello del talento, del valore di un artista è un fondamento in cui Lucariello crede molto: «Dal primo giorno ho detto ai Pooh: "Voi diventerete il gruppo più importante nella storia della musica leggera italiana!". E ci sono riuscito, questo grazie ai loro talenti [...]. Il grande pubblico la prima cosa che chiede è: "Ci canti 'Piccola Katy'?". Mi sembra veramente molto diminuente per quello che c'è dietro al lavoro dei Pooh. Per essere Pooh, poi per i loro concerti, per lo studio, per la qualità da musicisti che hanno, andava messo in risalto altro...».
Lucariello ha spiegato come il brano strumentale "Forse ancora poesia" sia stato importante per la stesura del libro: «Amo profondamente questo brano [...]. La ragione finale per cui ho detto "Scrivo il libro!" è stata quando, andando a vedere su YouTube che cosa si diceva di "Forse ancora poesia", ho trovato un certo NigoG, che non sono mai riuscito a rintracciare [...], che su questa canzone ha immaginato il suo incontro un giorno con il padre [...]. È stata la molla e ho detto: "È destino farlo"».
Una delle regole era: rispetto delle persone che ci amano, che ci seguono. Giancarlo Lucariello
Lucariello ha poi raccontato di Stefano D'Orazio, prematuramente scomparso nel novembre dello scorso anno: «Stefano è stato il primo che ha saputo del mio progetto, nell'ultimo periodo della sua vita sono andato spesso a trovarlo e ci raccontavamo le sue cose, le mie. Stefano l'ho stimato, lo stimo, infatti c'è una dedica particolare sul libro. Era un uomo molto intelligente, colto, aveva voglia di altri mondi, era curioso, simpaticissimo. Ho chiesto il permesso di avere un pezzo del suo libro nel mio libro perché lui mi ha raccontato anche con quella ironia che aveva. Mi faceva piacere sottolinearlo. Stefano era una persona speciale: io credo che una delle ragioni per le quali i Pooh sono durati tutto questo tempo una volta che sono andato via, era la presenza di Stefano, che è stato il grande collante. Tutti artisti, tutti compreso Stefano... ma Stefano è stato determinante. È stato determinante alla composizione Roby, i testi di Negrini e le chitarre di Dodi. Ma Stefano è stato un produttore interno: forse della parte artistica si interessava molto poco, ma l'ha portata avanti, ha portato avanti tutto».
Ma Stefano non fu il solo D'Orazio coinvolto nella gestione delle attività organizzative dei Pooh: anche i genitori del batterista furono coinvolti: «Una delle cose che penso di aver dato ai ragazzi al di fuori di quelle artistiche, sono le regole per durare nel tempo. Perciò grande rigore, cosa che io ho: credo che oggi, o domani, o sempre senza rigore non si va da nessuna parte [...]. Non a caso i Pooh sono un gruppo che è durato quasi 60 anni. Una delle regole era: rispetto delle persone che ci amano, che ci seguono, per chiunque ci scrive. Fu una intuizione, me la suggerì Stefano: "Ci sono mio padre e mia madre che sono in pensione". Dissi: "Perfetto, andiamo a trovarli e gli diamo questo incarico" [...]. Hanno sempre risposto a tutti ma facendo leggere ai Pooh prima che partissero le lettere e firmarle [...]. Anche questa è un'altra regola: senz'anima, senza cuore, senza sensibilità, senza il talento (ma il talento non basta) dove si va? Non si va da nessuna parte. Ma se metti insieme tutte queste cose poi le regoli, questa è stata la chiave. Ma di base ho incontrato degli uomini talentuosissimi: non avrei mai scelto un gruppo di uomini non talentuosi. Intanto un grandissimo compositore che è Roby Facchinetti. Un talentuosissimo Dodi Battaglia strumentista eccezionale. Riccardo è un leader vero. Negrini è un ottimo batterista, ma soprattutto un creatore di parole di una sensibilità diversa dal comune, speciale».
1971 - I Pooh. Clicca per ingrandire.
La musica ha scelto me perché è stata il centro della mia vita. Giancarlo Lucariello
Il volume di quasi duecento pagine, dedicato al figlio Alessandro, è diviso in sezioni che prendono il nome dal mondo dell'opera: "Overture", "Atto primo", "Intermezzo", "Atto secondo". Mentre nelle prime due sezioni troviamo il racconto di Lucariello relativo alla sua collaborazione dei Pooh, nell'"Intermezzo" il giornalista Andrea Pedrinelli ci offre una sua analisi della suite Parsifal", seguita dai due saggi a firma del compositore Marco Betta e Marcello Aitiani, a sua volta compositore e pittore. «Nel mio libro ho dato spazio a due saggi» ha spiegato Lucariello, «porto il livello del racconto di quel periodo anche ad ascoltatori, ad un pubblico più colto, che ama il teatro, che ama la musica, per i ragazzi che possono forse, guardandosi indietro, trovare delle strade per guardare avanti. È questo l'intento. Quando ho trovato questa idea ho trovato chi ci ha creduto fortemente ed ho realizzato il libro».
Lucariello ha spiegato in questi termini il suo personale rapporto con la musica: «La musica ha scelto me perché è stata il centro della mia vita. Ancora oggi ascolto musica, non quella che ho fatto io ma quella che mi piace. Quando ascolto la musica non ascolto in sottofondo, ballando... Io ascolto la musica, è un rito. È come si ascoltano i concerti: anche a casa quando ascolto la musica la voglio ascoltare in silenzio, concentrato, da solo o in compagnia delle persone che stimo o amo [...]. La musica va rispettata e con la musica mi emoziono, vivo, penso, mi completo».
Il libro si conclude con una breve poesia:
La melodia infinita
Io sono l'amore,
che vola nella luce in un viaggio mai finito,
io sono il canto dei ricordi che raccoglie le tue lacrime,
io sono la vita.
Lucariello ha spiegato così la stesura di quei versi: «Ho pensato alla "melodia infinita" come ad una signora che si presenta alla fine del libro e dice: "Io sono l'amore" [...]. È la "melodia infinita" che ci parla e quella è la dedica che ho fatto a tutti quelli che mi chiedevano una dedica. Firmo, la personalizzo ma questa è la dedica che voglio lasciare per questo libro».
Fronte e retro del cofanetto "Una Melodia Infinita".
All'iniziativa editoriale è legato inoltre un cofanetto disponibile dal prossimo 10 dicembre. In esso saranno raccolti i cinque album frutto della collaborazione dei Pooh con Lucariello: "Opera Prima", "Alessandra", "Parsifal", "Un po' del nostro tempo migliore", "Forse ancora poesia", pubblicati tra il 1971 ed il 1975. Ai vinili si accompagnerà un saggio di Andrea Pedrinelli. Etichetta Warner, EAN 5054197115417.
Chi nel libro spera di trovare dettagli sugli aspetti tecnici ed organizzativi della realizzazione dei cinque album non verrà accontentato. Lucariello ha preferito dare spazio ai ricordi ed alle emozioni, alternandoli a riflessioni e considerazioni personali. A mio parere è di grande interesse il passaggio in cui descrive come pianificava la disposizione in sala d'incisione di artisti e strumenti: tutto si esprimeva attraverso schizzi e colori.
È un vero peccato che Lucariello non abbia raccontato il prosieguo della sua carriera come produttore dopo la collaborazione con i Pooh. Il suo libro sortisce l'effetto di lasciare una sorta di grande "appetito" di conoscenza per quanto riguarda il suo percorso professionale con e dopo il grande gruppo bolognese.
Autore - Michaela Sangiorgi