Una melodia infinita: l'amore di Lucariello per la musica - Seconda parte - Martedì 30.11.2021
Prosegue con questa seconda parte l'articolo dedicato al libro di Giancarlo Lucariello dal titolo "Una melodia infinita - Ritratto del nostro tempo migliore", edito da Baldini+Castoldi e nelle librerie dall'11 novembre. Come spiegato nella prima parte dell'articolo, la monografia è stata realizzata dal primo ed unico produttore dei Pooh.
La "melodia infinita" è quella che ti dà la sensazione che finisce, ma non finisce mai. Giancarlo Lucariello
Dal libro di Lucariello si evince che il primo nucelo di lavoro si creò tra lui e Roby Facchinetti: «Andavo normalmente a casa sua a sentire se aveva degli spunti, delle idee o dei brani completamente finiti. Su quello che Roby aveva composto compinciava la nostra lavorazione a modificare, a cambiare, a buttare, cercare, a stimolare e arrivare al brano di "melodia infinita"».
Lucariello ha così spiegato cosa identifica una definizione così suggestiva: «La "melodia infinita" è quella che ti dà la sensazione che finisce, ma non finisce mai. Passa, cambia tono, cambia accordo, cambia melodia, dura tanto: non ho inventato niente, perché era Wagner il grande compositore di musica infinita. Infatti parlo di una "melodia infinita", la nostra e "Il tempo, una donna, la città" è una di quelle, come anche "Se sai, se puoi, se vuoi", "L'anno, il posto, l'ora", "Opera prima"... Questi sono i brani che, ascoltandoli, fanno capire il lavoro».
Nel 1971 la collaborazione portò alla pubblicazione dei singoli "Tanta voglia di lei" e "Pensiero", brani che ebbero un grandissimo successo commerciale, con rispettivamente 1 milione e 200 mila copie vendute il primo, più di 1 milione di copie vendute il secondo. I due 45 giri andarono a promuovere l'uscita dell'album "Opera Prima".
Con l'intento di stabilire nel gruppo un equilibrio nei ruoli e scongiurare così la creazione di un frontman, cosa che tra l'altro stava già cominciando ad accadere con Riccardo fogli, Lucariello affidò l'interpretazione di "Tanta voglia di lei" a Dodi Battaglia, fino ad allora concentrato quasi esclusivamente sui suoi virtuosismi alla chitarra. Spiega Lucariello: «Ho avuto subito fiducia ed ho creduto nella possibilità di creare una alternativa a Riccardo. La prima volta che li ho sentiti cantare erano tutti e quattro bravissimi, però pensai: "È talmente forte come guida Riccardo che se un giorno ci lascia...". Già pensavo a questo, ero stato preveggente. Ho creduto in Dodi, gli ho affidato questa cosa: è stato per lui il battesimo da solista e per tutti quanti noi un grande successo, un grande punto di partenza».
1971 - I Pooh con Giancarlo Lucariello a Milano: da sinistra Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Stefano D'Orazio, Giancarlo Lucariello, Riccardo Fogli.
Foto tratta dalla pagina Facebook Classica Oggi. Clicca per ingrandire.
Per rafforzare la posizione dei Pooh in classifica, Lucariello operò una mossa che all'epoca sembrò un azzardo: con "Tanta voglia di lei" in testa alla classifica dei 45 giri più venduti, uscire con un nuovo singolo, "Pensiero". Lucariello ha spiegato in questi termini il motivo di una tale iniziativa: «Volevo assolutamente che loro diventassero in poco tempo, in un anno al massimo, il gruppo numero uno. L'idea è stata quella di dire: "Beh, con 'Tanta voglia di lei' siamo al primo posto, abbiamo questo singolo straordinario". Naturalmente l'industria musicale mi diceva: "No, bisogna aspettare che si consumi!". Io: "No, dobbiamo uscire subito!". I Pooh non potevano dire niente perché erano felicissimi di essere al primo posto».
I risultati diedero ragione al produttore: «Siamo usciti con "Pensiero" e c'è stato un momento dove eravamo primi con "Tanta voglia di lei" e terzi con "Pensiero", poi si sono invertiti in classifica i titoli [...], poi è scivolato piano piano "Tanta voglia di lei" giù [...]. I Pooh c'erano, non era un gruppo dei tanti solamente per il brano estivo. Poi è uscito l'album "Opera Prima", che è stato il nostro primo 33 giri».
1971 - I Pooh vincitori della "Caravella d'Oro" con il brano "Tanta voglia di lei".
Foto tratta dal periodico "Sogno" n.50 del 12.12.1971. Clicca per ingrandire.
Alla produzione discografica si accompagnò la costante ricerca di una precisa e subito riconoscibile identità sonora, molto raffinata e ricca di suggestioni. Un lavoro che fu reso possibile dalla preziosa collaborazione con il Maestro Gianfranco Monaldi, compositore ed arrangiatore ed all'impiego dell'orchestra sinfonica da lui diretta, la quale vide coinvolta fino a sessanta elementi. Un connubio che portò, nel dicembre del 1972, alla realizzazione di un tour teatrale di quattro date che dal 2 all'11 toccò le città di Bari, Napoli, Roma e Milano.
«Tutte le mie produzioni con i Pooh sono sempre state realizzate con una grande orchestra sinfonica» ha spiegato Lucariello, «perché avevo scelto un arrangiatore straordinario, Gianfranco Monaldi, che ha completato i nostri lavori e perché ho questa grande passione per la classica, per l'opera, perché mi piaceva il "muro del suono" che avevo creato [...]. Eravamo in uscita con "Alessandra"».
Tutti discepoli del lavoro, tutti lavoratori per andare verso una strada unica. Giancarlo Lucariello
Il rispetto dei ruoli, la stima tra le persone impegnate nel medesimo progetto furono i cardini sui quali si mosse l'intero gruppo di lavoro: «Eravamo al servizio della produzione, al servizio di quello che stavamo facendo. Tutti discepoli del lavoro, tutti lavoratori per andare verso una strada unica: oggi ancora ce lo raccontiamo dopo cinqunatacinque anni [...]. Non capisco come si possa lavorare senza essere persone rigorose con se stessi e con gli altri [...]. Sì, io ho voluto tanta disciplina durante il mio lavoro, ma l'esempio ero io [...]: questa secondo me è stata la parte non artistica ma che ha dato la base all'arte dei ragazzi per durare tutto questo tempo. Infatti loro sono durati tantissimo anche senza di me, facendo delle produzioni diverse [...]. Hanno fatto delle cose bellissime». Inoltre: «È chiaro che le produzioni successive sono produzioni senza un progetto lirico sinfonico, però dentro c'è il mio suono[...]. Dietro c'è sempre quel suono, quelle profondità, quegli echi, quella quantità di suono, il "muro del suono"».
Aspetti inconciliabili dei caratteri di Giancarlo Lucariello e Valerio Negrini portarono quest'ultimo a lasciare il suo ruolo di batterista, ereditato da Stefano D'Orazio, rimanendo però la colonna portante del linguaggio poetico dei Pooh: mantenendo saldo il suo ruolo di paroliere, negli anni avrebbe regalato alla musica pop italiana testi di straordinaria intensità e bellezza.
1972 - I Pooh con Valerio Negrini, Giancarlo Lucariello, il Maestro Gianfranco Monaldi e Franco Santamaria in studio a Milano.
Foto tratta dall pagina Facebook Classica Oggi. Clicca per ingrandire.
Nel 1973 nei negozi uscì il 33 giri "Parsifal", evento preceduto dall'uscita dal gruppo di Riccardo Fogli, decisione presa sia per il ridimensionamento subito per quanto riguardava il suo ruolo come interprete, sia per episodi della sua vita privata che, a detta di Lucariello, andavano ad interferire con l'immagine pubblica dei Pooh. Il posto di bassista fu affidato a Red Canzian.
Nel 1974 fu pubblicata la prima raccolta antologia realizzata da un gruppo italiano, "I Pooh 1971-1974", mentre nel 1975 fu la volta di un album inizialmente incompreso dal pubblico dei Pooh, ma che alcuni anni dopo sarebbe divenuto uno dei 33 giri più amati: "Un po' del nostro tempo migliore". Il 1975 avrebbe inoltre segnato la fine della collaborazione di Lucariello con il quartetto, siglata con la pubblicazione dell'album "Forse ancora poesia".
Nel 1976 i Pooh cominciarono ad autoprodursi e ad intraprendere un percorso artistico che avrebbe rivoluzionato completamente il loro sound. Dal canto suo, Lucariello prese ad occuparsi di altri artisti, cosa che già nel 1974 aveva cominciato a fare producendo Caterina Caselli. Nel 1975 produsse Carla Bissi, meglio nota come Alice, per poi collaborare nel 1976 e negli anni successivi con Riccardo Fogli.
«Non hanno voluto più nessun produttore» ha commentato Lucariello, «perchè sono diventati produttori di loro stessi. Ognuno di loro ha potuto manifestare ancora di più tutto quello che io ho voluto che accadesse: che Dodi non fosse solo chitarrista, ma fosse anche un cantante, non fosse solo un cantante ma anche compositore. Che Roby si realizzasse nella sua natura [...], perché se Roby non avesse amato questo mondo... Avevo capito che lo amava perché avevo intuito che era sicuramente di questo mondo di melodie, di composizione».
Nel 1979 Lucariello creò la società di Edizioni Musicali "Parking". Negli anni ha prodotto Viola Valentino, Gianni Togni, Miguel Bosé, Toquinho, New Glory, Tosca, Giovanni Imparato, Al Bano, Giorgia. Nel 1999 ha fondato Classica Oggi, società di produzione di musica e teatro. Oltre ad aver ideato e diretto come regista vari eventi teatrali, Lucariello è stato Consigliere d'Amministrazione della SIAE.
Fine seconda parte. Continua nella terza parte...
Autore - Michaela Sangiorgi