Pooh - Notizie e novità del 2018 - Marzo

Red Canzian ricomincia con il bisogno di vivere e condividere la musica - Prima parte - Martedì 13.03.2018

Red Canzian a Sanremo

Martedì 27 febbraio Red Canzian è stato ospite in studio della romana Radio RTR 99 dove, nel corso della trasmissione "Contact", ha parlato del suo nuovo progetto discografico dal titolo "Testimone del Tempo", della partecipazione al Festival di Sanremo e del tour che prenderà il via nei primi giorni di maggio. Ad interloquire con lui Jodie Alivernini e Fabio Martini.
Il bassista dei Pooh ha dato il via all'incontro spiegando quale è stato il criterio adottato per selezionare i brani che sono andati a comporre il suo terzo album solista: «Io e i musicisti con cui ho lavorato ci siamo messi in sala d'incisione in cerchio [...] con gli strumenti e abbiamo cominciato a suonare i pezzi. Ho selezionato tredici brani tra sessantasette che avevo scritto. Non dico che li abbiamo suonati tutti, però ascoltavamo i miei provini [...]. Li abbiamo valutati tutti e alcuni li abbiamo suonati prima di scartarli perché poi capivamo che non "giravano" come volevamo». Poi, riferendosi alle produzione discografiche del passato: «I dischi di una volta avevamo voglia di ascoltarli per tanti giorni di seguito e non ti stancavi mai perché erano dischi non fatti in maniera meccanica, non fatti col computer, ma fatti assolutamente a mano: nel suonare a mano c'è anche quella forma di piccolo errore che dà la creatività e che dà l'originalità della cosa».

Canzian ha spiegato come è nato il brano che chiude la tracklist del suo album: «Non mi sono voluto porre limiti e ho scritto. Poi ci sono delle canzoni che a tre minuti e quaranta han detto tutto e quindi è inutile andare avanti perché rischi di "sbrodolare". Ma questa "Cantico" è nata da una fusione... Io la chiamo la musica classica di oggi, l'opera di oggi. E' stato difficile metterla insieme perché è uno sviluppo, una enunciazione, una esortazione, un momento in cui c'è la riflessione, c'è anche l'energia, l'arrabbiatura e poi l'apertura: "E' bellissimo pensare che ci sia un'isola..." e lì entri in un mondo che diventa tutto azzurro, si apre tutto, poi tutta la grande coda strumentale. Non è facile scriverle queste cose e una volta scritta in finto inglese, dicevo: "Chi ci scrive un testo qua sopra?". Ero per fortuna andato a vedere Renato Zero in "Zerovskij" a Verona all'Arena pochi giorni prima e ho detto: "Solo lui può scrivere un testo così!". Mi serviva una mano, un autore visionario, uno che avesse la maniera di immaginare... Ha chiamato Vincenzo Incenzo, hanno lavorato insieme: Vincenzo è un'altra persona straordinaria che sono stato felice di incontrare. Insieme mi hanno confezionato questo testo che è perfetto con la musica, è folle come la musica. Perché tutto sommato la musica Prog era follia, perché cambiava tempo improvvisamente: in questa canzone cambiamo tempo tredici volte. Però è quella follia sana, che sviluppa la fantasia, che ti permette di divertirti: sono stato proprio contento di farlo sto pezzo».

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Ho lasciato passarre quest'anno, ma ogni giorno che passava cresceva di più la voglia di placoscenico, la voglia di viverla e di condividerla la musica: il mio bisogno è quello. Red Canzian

Red ha spiegato qual è il suo rapporto con la musica nel dopo-Pooh: «Quella di fare musica è una voglia che non si interrompe, anzi! Io ho fatto quest'anno di silenzio finiti i Pooh perché mi sembrava volgare mettermi a lavorare subito pubblicamente. Ci sono dei momenti in cui serve un po' di silenzio, non sono di quelli che divorziano il venerdì sera e il lunedì si sposano con un'altra, non mi verrebbe. Ho lasciato passarre quest'anno a parlare del libro che ho scritto con Chiara, a fare presentazioni vegane e quant'altro, ma ogni giorno che passava cresceva di più la voglia di placoscenico, la voglia di viverla e di condividerla la musica: il mio bisogno è quello. Ho visto una foto a casa di mia mamma tempo fa dove avevo 7 anni, in Via Bafile a Jesolo, in piedi su una sedia impagliata che cantavo "24000 baci": lo ricordo perché l'ho chiesto a mia madre quando stava ancora bene che foto era quella e lei mi disse appunto: "Tu cantavi la canzone di Celentano". Quindi questa voglia di stare in mezzo alla gente ce l'avevo anche da piccolo: probabilmente è un dono innato». Poi, riferendosi ai primi due dischi pubblicati come solista, "Io e Red" del 1986 e "L'istinto e le stelle" del 2014: «Gli altri due sono stati due album in cui io sapevo che sarei tornato in "famiglia", coi miei amici, per cui non dico che non mi sono impegnato, mi sono sempre impegnato per fare degli album, ma è proprio dentro di te che approcci in un modo diverso [...]. Invece adesso è il mio primo album da "maggiorenne", per cui devo camminare con le mie gambe, sono "uscito di casa" e quindi devo comportarmi innanzitutto bene».

Come prima canzone da trasmettere Red ha scelto la terza traccia: «Ascolterei un brano che amo tantissimo e che vedo commuovere tutti, un brano nel quale io ho rincarato la dose con una introduzione molto romantica di Fretless, l'ho scritto con Ermal Meta e si intitola "La notte è un'alba". Ermal è un autore delicato, profondo, è un nuovo straordinario amico».
Al rientro in studio Canzian ha spiegato un altro aspetto del suo processo creativo: «Una volta scelte le tredici canzoni sono andato a immaginare chi poteva essere, nel giro dei miei amici, quello che di più avrebbe potuto scrivere il testo. Avevo scritto tutte le musiche e molte le avevamo già arrangiate, cantando io in finto inglese [...]. Invento, non so neanche quello che dico. Una volta Phil e i ragazzi della band hanno provato a tradurre un testo mio: sembravo un ubriaco che diceva delle cose strane in inglese [...]. Questa maniera però è un po' un problema perché ti porta a cantare con le tronche e l'autore del testo diventa matto, perché l'italiano ne ha poche di tronche e quindi non è facile, però io le scrivo così le canzoni da sempre. Avevamo montato tutte le tredici canzoni e avevamo detto: "Adesso troviamo a chi darle". C'era quel pezzo che è l'unica cover del mio album, quella scritta da Ford che incise Johnny Hallyday che è "Meravigliami ancora", nella sua versione si chiamava "Vartan" e parlava di noi che non abbiamo più vent'anni ma abbiamo ancora voglia di andare avanti, di fare cose, di crederci. Perfetto per fare questo era Enrico Ruggeri perché lui nel mio primo album del 1986, "Io e Red", scrisse "Capita a volte che poi ci si trovi soli" che parlava di noi in tournée e qui era più o meno lo stesso argomento, infatti Enrico ha centrato benissimo. Tra l'altro questo pezzo dovevo farlo in duetto con Johnny Hallyday, solo che a ottobre la sua manager ci ha chiamato dicendo che era impossibile perché stava sempre più male [...]. Poi avevo un pezzo divertente, il titolo lo avevo già trovato io: "Per cercare di capir le donne" [...]. Il più grande esperto di quello che le donne dicono è Enrico, allora gli ho dato il pezzo [...]: è venuta bene, un po' divertente e un po' ironica, ma sul finale è molto seria. Poi avevo queste due canzoni poetiche, una d'amore, "Da sempre", la tipica ballata alla Canzian d'amore e "La notte è un'alba". Volevo conoscere Ermal Meta perché mi piaceva questa delicatezza di questo pezzo, mi chiamava verso di lui. L'ho chiamato e gli ho detto: "Senti, vorrei conoscerti [...] perché secondo me sei molto forte". Passati due, tre giorni ci siamo visti a Milano [...]. E' un ragazzo che ha un mondo dentro meraviglioso [...]. Gli ho dato la musica alle otto di sera, alle dieci del mattino avevo in mano "La notte è un'alba" [...]. Vincenzo Incenzo con Renato Zero ha fatto "Cantico", poi gli ho dato anche un pezzo che canto con Chiara che si intitola "Quello che sai di me": è proprio un dialogo mio nei confronti di Chiara, dove Chiara ripete esattamente quello che dico io in una tonalità diversa, per cui in qualche maniera mi conforta, approva le cose che io le sto dicendo ed è molto commovente, molto bello. Poi Miki Porru, abbiamo fatto il pezzo di Sanremo insieme, poi abbiamo fatto il primo pezzo vegano scritto da un vegano, "Cosa abbiamo fatto mai", che parla delle nefandezze dell'uomo nei confronti della natura».

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Da Roby ho imparato tantissimo armonicamente perché è un uomo ricco di emozioni continue. Red Canzian

Red ha spiegato il perché del suo attuale stile compositivo: «E' una forma di rispetto la mia, non è che mi sono allontanato per rinnegare: mi sono allontanato perché mi piace che i Pooh li facciano i Pooh e io voglio in qualche maniera usare tutto ciò che ho imparato, perché a stare con dei musicisti come i miei amici si impara tanto e in questi anni ho imparato tanto [...]. Da Roby ho imparato tantissimo armonicamente perché è un uomo ricco di emozioni continue. Però quella musica l'ha marchiata lui, l'ha timbrato lui con quello stile, quel mondo e io non mi permetterei mai di scimmiottarlo. Proprio perché rispetto la musica dei Pooh ho cercato di staccarmi [...] e sono andato a pensare alla musica che dai 12 anni in poi mi ha fatto innamorare della musica, per cui sono andato a tirare fuori gli arpeggi della "Casa del sole" prima che la incidessero i Pooh nel "Beat ReGeneration". L'arpeggio in Do della "Casa del sole" piuttosto che quelle canzoni... "La bambolina che fa no", il primo rock... Quando avevo 6 anni impazzivo a girare le manopole della radio e c'era Little Richard che cantava "Tutti Frutti": a me sembrava uno scioglilingua, mi divertiva questo "Wop-bop-a-loo-mop alop-bom-bom", era bellissimo! Allora sono partito da lì: ecco perché il pezzo rock di Sanremo; quel pezzo lì l'ho fatto senza pensare di andare a Sanremo, è stata una idea dei miei discografici di presentarla poi a Claudio ed è andata bene, è piaciuta. Però era un pezzo nato a prescindere da Sanremo, era nato con la voglia di fare un pezzo rock. Sono salito sul palco senza basso perché ho detto che se devo ricominciare, la gente deve cominciare a dire "Red il cantante"».


Fine prima parte. Continua...

Autore - Michaela Sangiorgi