Pooh - Notizie e novità del 2017 - Aprile

Dodi Battaglia non fermera' la musica - Mercoledi' 12.04.2017

Dodi Battaglia e la Dodicaster

Lo scorso 1 aprile Dodi Battaglia è stato ospite di Punto Radio, emittente di Bologna, nei cui studi il chitarrista dei Pooh ha rilasciato una lunga intervista ed ha risposto alle domande dei fan giunte via telefono e servizi di messaggistica.
A Dodi è stato domandato quale sia stato il criterio che il gruppo ha seguito negli anni nello stilare le scalette per le esibizioni, se le scelte fossero guidate più dalle preferenze del pubblico o da stimoli personali. «Siamo sempre stati su un crinale», ha spiegato il musicista. «Da una parte eravamo tentati di fare i brani che ci divertivano di più, quelli magari più impegnativi, quelli dove ti sentivi più musicista, all'interno dei quali portavamo avanti una maniera di fare musica diversa e innovativa. E dall'altra parte chiaramente non puoi pretendere che chiunque va a sentire i Pooh voglia sentire delle cose prog. Alcuni lo sanno che avevamo anche questo tipo di atteggiamento, ma alcuni invece volevano sentire "Pensiero", "Tanta volgia di lei", "Linda", "Dammi solo un minuto", "Chi fermerà la musica". Per cui siamo sempre stati un po' a cavallo fra queste due scuole di pensiero, trovando così un po' di equilibrio».
Dodi ha poi accennato all'idea del tour teatrale di cui ha già parlato in occasione dell'intervista a RTR 99 Canale Pooh del 21 febbraio e di cui trovate il resoconto nell'articolo "Dodi Battaglia: quando la voglia di suonare non ammette pause": «Mi è venuta l'idea di proporre alla persona che organizza i miei concerti una tournée teatrale dedicata esclusivamente a tutti i brani che non abbiamo mai suonato dal vivo come Pooh. Faccio degli esempi: "Cercami", "Sei tua, sei mia", "Orient Express", "Classe '58", magari canzoni che non sono così popolari, però non per questo sono meno importanti, ma piene di spessore o con testi assolutamente importanti. E devo dire che questa mia boutade [...] ha suscitato molto interesse e non escludo che fra i progetti che farò da qui a un po' oltre al mio cinquantesimo compleanno ci sia anche questa tournée teatrale».

A Dodi è stato domandato quale sia stata, musicalmente parlando, la sua emozione più intensa: «Una molto molto provante è stata quella legata alla vittoria del Festival di Sanremo, perché noi siamo andati lì abbastanza "sguarniti", come si può dire... pronti a tutto, pronti a fare una bella canzone. Invece scoprirsi vincitori è stato abbastanza spiazzante. Sono indeciso tra quel giorno lì, quando ci hanno detto che avevamo vinto il Festival di Sanremo e il giorno in cui sentivo sempre in continuazione, da una radio che c'era sotto a una pensioncina che noi avevamo affittato ad Ischia, un giro di basso... "Ma che cos'è questa cosa? Io ce l'ho già in testa!". Era il giro di basso di "Tanta voglia di lei" e lì ho scoperto dalla frequenza con la quale questo brano veniva eseguito che eravamo diventati famosi, che il disco stava andando molto bene».

I Pooh sono finiti l'anno scorso, io non faccio altro che continuare a fare me stesso, anche perché non vedo alternative: io non sono mai stato così appassionato né per una città, né per una donna, né per una casa, né per una vettura, per qualsiasi cosa, così tanto come lo sono stato per la musica, per cui è veramente quello il filo conduttore della mia vita.

L'intervistatore ha chiesto a Dodi se trovi soddisfazione nella sua crescita artistica come solista, oppure se rimpianga il lungo periodo trascorso con i Pooh. «Non lo posso rimpiangere» è stata la risposta, «nel senso che è stato per me un periodo così gratificante, così formativo... io ho visto il mondo! Ero un ragazzino, avevo 17 anni, avevo visto a malapena il mio quartiere, per cui grazie al mio lavoro e a quelle due persone che sono Valerio Negrini e Roby Facchinetti ho avuto la possibilità di capire come funziona il mondo, di come si suona nel mondo, di come sono le regole che governano il mondo. Per cui non posso... "rimpiangere" non è la parola giusta. Io sono grato a questa esperienza che ho vissuto e ai miei colleghi. Ora ci tengo però a dire anche questo, se riesco a spiegarmi bene. Io ho cominciato a suonare a cinque anni, per cui il mio affetto per la musica era ben prima dei Pooh, dei quali ho un rispetto e un'ammirazione infinita, una stima e una riconoscenza infinita. Però credo che sia corretto il fatto di dire che la mia proiezione di me stesso come musicista nasce ben prima dei Pooh, per cui dai cinque ai diciassette anni io già ero musicista. I Pooh sono finiti l'anno scorso, io non faccio altro che continuare a fare me stesso, anche perché non vedo alternative: io non sono mai stato così appassionato né per una città, né per una donna, né per una casa, né per una vettura, per qualsiasi cosa, così tanto come lo sono stato per la musica, per cui è veramente quello il filo conduttore della mia vita. Neanche il mestiere... è la musica in sé, cioè quello è il mio trait d'union, quello che collega assieme la nascita dei miei figli, gli spostamenti quando sono andato a Milano, quando ho vissuto a Roma e le mie crisi, i miei momenti di gioia, i miei momenti di tristezza. Ma in questi momenti la musica mi ha sempre accompagnato e credo di poter dire che non mi abbandonerà mai lei, a meno che non l'abbandoni io. Io non ci penso neanche. Uno che ha suonato "Chi fermerà la musica", sottotitolo "Io no, sicuramente"».

E' difficile oggi sentire qualcuno che canti o suoni in maniera esecrabile: mediamente il livello si è innalzato e di questo dobbiamo prenderne atto sia a livello internazionale che a livello italiano. Mancano un po' i "fenomeni".

Alla domanda su quale sia la differenza che più salta all'occhio tra la musica italiana di qualche tempo fa e quella di oggi, Dodi si è così espresso: «Mi verrebbe da dire che è lo stesso tipo di differenza che si può notare tra la musica italiana e la musica internazionale. E' un pochino più stratificata, ormai si è plafonata. C'erano più picchi, un tempo c'erano artisti che svettavano in una maniera incredibile. Diciamo che è difficile oggi sentire qualcuno che canti o suoni in maniera esecrabile: mediamente il livello si è innalzato e di questo dobbiamo prenderne atto sia a livello internazionale che a livello italiano. Mancano un po' i "fenomeni": credo che in questo caso un pochino i talent che hanno il grande pregio di aver dato la possibilità di fare questo mestiere a tante persone, hanno un pochino livellato, cioè vedi persone che cantano in televisione mediamente bene, ma difficilmente ti capita di vedere Celentano, Mina, Giorgia... Ogni tanto salta fuori un Tiziano Ferro. Per cui c'è il pro e il contro di tutte le cose. La musica italiana è un pochino caduta nelle mani di coloro che fanno più business che musica. Condiziona un pochino anche la maniera di fare musica: quando tu ti metti a scrivere una cosa sai bene che sei costretto a passare in un certo tipo di circuiti, che siano poi radiofonici, di talent, televisivi, piuttosto che di manager, per cui sei già inizialmente instradato verso un certo tipo di prodotto e questo condiziona un pochino. Però bisogna anche dire che, come dicevo prima, soprattutto di conseguenza alle scuole di musica che si sono sviluppate, il livello dei musicisti, in maniera particolare il Italia, è assolutamente fantastico, soprattutto negli ultimi venti anni siamo a grandi livelli anche internazionali».

Sono stato molto fortunato perché ai tempi avevo dei rapporti abbastanza continuativi con gli Stati Uniti, vi andavo spesso, per cui non è come oggi che basta schiacciare un tasto e sei già online in giro per il mondo. Ai tempi bisognava proprio andare a New York a prendersi i dischi, piuttosto che gli spartiti per imparare a suonare.

Dodi ha spiegato quali siano stati le basi della sua formazione musicale rispondendo alla domanda su quale sia stato il suo approccio con la chitarra e quali siano stati gli artisti ai quali si è ispirato: «Il primo artista che mi ha dato la "scintilla", che mi ha fatto scattare la grande passione è stato un chitarrista degli Shadows che si chiama Hank Marvin: casualmente imbracciava ai tempi, imbraccia ancora adesso, la stessa chitarra che mediamente adopero anch'io per fare i concerti che è appunto una Fender Stratocaster e il suono, la maniera di suonarla e l'approccio musicale mi ha condizionato. Con l'avvento dei Beatles, di Jimi Hendrix e di tutto ciò che è stato il prog, del quale la chitarra è stata grande protagonista, mi ha coinvolto e ho seguito. Poi devo dire che sono stato molto fortunato perché ai tempi avevo dei rapporti abbastanza continuativi con gli Stati Uniti, vi andavo spesso, per cui non è come oggi che basta schiacciare un tasto e sei già online in giro per il mondo. Ai tempi bisognava proprio andare a New York a prendersi i dischi, piuttosto che gli spartiti per imparare a suonare questa roba qua. Per cui sì, diciamo che quello che mi ha formato è stata una mia prima esperienza musicale legata alla fisarmonica, Hank Marvin, gli Shadows, i Beatles, Jimi Hendrix, Led Zeppelin, John McLaughlin, Al Di Meola e via via il resto del gruppo. Tutti gli altri chitarristi che sono bravissimi, nonostante poi abbia fatto una piccola parentesi legata alla scuola jazz con Joe Pass, Barney Kessel per avere così una infarinatura di quello che è una maniera di suonare anche diversa».

Il discorso si è poi spostato sulle chitarre che due grandi case produttrici gli hanno dedicato: «Ho avuto l'onore di essere stato scelto dalla Fender insieme a tanti altri chitarristi, fra i quali Steve Vai, Satriani, Eric Clapton, Jeff Beck, in quanto progettista di uno strumento che avrebbe dovuto rispondere alle mie esigenze di musicista e quelle di chi voleva suonare con il mio stile musicale. La Fender mi ha dedicato questa chitarra che è stata costruita su mie specifiche e poi è stata messa in vendita anche nei negozi. Poi durante l'ultimo tour mi sono state donate due chitarre anch'esse su mie specifiche, egregie, chitarre bellissime che ho utilizzato. E non ultima anche la Maton, una produttrice di chitarre acustiche che sono le stesse chitarre che imbraccia Tommy Emmanuel: anche loro mi hanno voluto dedicare uno strumento, per cui diciamo che avere uno strumento studiato sulle proprie specifiche ti facilita molto».

Alla domanda se abbia mai pensato di diventare un docente di chitarra, Dodi ha risposto: «Nei due anni che hanno preceduto il cinquantennale dei Pooh, avendo avuto un po' più di tempo a disposizione, mi sono dedicato un po' ai seminari. Devo dire che già aprima avevo fatto un paio di libri [...] in cui raccontavo la mia maniera di approcciare lo strumento, perché io credo che per imparare a suonare basta andare in una qualsiasi biblioteca che tratti argomenti musicali, ce n'è a iosa di metodi e di cose di questo tipo. Per cui l'unica cosa che io ho potuto fare è dare una mia visione di una maniera di suonare [...]. Però devo dire che soprattutto quest'anno [...] sono subissato da proposte per andare a tenere ii seminari e ho deciso di non farli perché sarebbe troppo tempo. Ma sto pensando proprio adesso, tra le varie cose che voglio organizzare, di fare una specie di collegamento e di filmati, o di network, o di "catena" in cui chi ha intenzione di capire come io intendo la mia maniera di suonare possa collegarsi piuttosto che avere queste informazioni tramite web. E' una cosa credo interessante che a oggi posso fare perché ho appena finito di ultimare il mio studio a casa. Ho raccimolato tutti gli strumenti che facevano parte di una collezione di amplificatori e chitarre che avevo a Milano, li ho riportati a casa, adesso pian pianino me li coccolo, me li sistemo bene e avrò occasione appunto di fare per ognuno di essi un filmato di presentazione per le chitarre, per gli amplificatori, per gli stili, per le canzoni... Devo fare mente locale ma è una delle tante piccole cose che ho intenzione di fare».

I grandi musicisti sono anche in Italia, non solo in America o in Inghilterra! Fio Zanotti

Nella lunga chiacchierata si è inserito telefonicamente Fio Zanotti, musicista, compositore, arrangiatore, produttore e direttore d'orchestra, anche lui di origine bolognese e amico d'infanzia di Battaglia. Pretesto del collegamento è stato fargli raccontare come nacque il gruppo Adelmo e i suoi Sorapis: «Succede che era quattro anni che andavamo a fare, diciamo, i somaroni a Cortina, in vacanza a fare glli asini come sempre, praticamente a fare a nostro modo la supercazzola: noi eravamo gli "amici miei" della musica. A un certo punto Zucchero mi chiama, io stavo facendo un pezzo per Sanremo, mi dice "Fio, dobbiamo fare i Sorapis!"[...]. "Ma dai Zucchero, dici sempre così poi non lo fai mai". Lui invece dice: "Fio, o vieni in studio subito o lo faccio da solo!". Io ho capito che non stava scherzando, ho lasciato le cose che stavo facendo, sono andato da lui e Maurizio Vandelli: in nove ore sono nate sette, otto cose. Era chiaro che ci doveva esserci Dodi "in porta" [...]. Finiamo il disco più veloce del West, in nove ore nascono nove canzoni, cosa mai successa. Dodi era negli Stati Uniti, io lo chiamo: "Dodi appena puoi arriva con le chitarre perché stiamo improvvisando!". Zucchero mi diceva: "Mi raccomando Fio, poi fai gli arrangiamenti". Dico: "No, Maurizio Maggi registra in diretta, registra su due piste perché...". Poi io non mi ricordo più niente. Praticamente abbiamo fatto il disco su due piste sovrapponendo quello che avevamo fatto quel giorno lì. E' arrivato Dodi, ha fatto delle robe pazzesche: basti dire che c'era un punto dove Zucchero diceva "Abbassa la fisarmonica!" e io invece ho detto "Dodi lì fai un solo di chitarra così gli facciamo subito la supercazzola!". E Dodi ha fatto un solo bellissimo [...]. Un a settimana finito il disco, Dodi è arrivato, si è come sempre superato e l'abbiamo mixato in due giorni; il disco è andato in classifica e credo abbia venduto, non voglio sbagliare, ma siamo sulle 350 mila copie, andò primo in classifica, eccetera eccetera».
Fio ha poi raccontato dell'attività live del gruppo: «Abbiamo fatto cinque concerti: uno a Milano, uno a Bologna in un'osteria, uno al Piper di Roma, uno addirittura nella chiesa della Natività che credo non ci abbia mai suonato nessuno e l'ultimo sul bagnasciuga di Maiti, abbiamo fatto questo concerto bellissimo così, improvvisando».
Non sono mancati gli elogi per il chitarrista: «Nella mia carriera ho avuto la fortuna effettivamente di suonare con tanti musicisti: ho suonato anche con Eric Clapton, ho suonato con Michael Thompson, addirittura ho usato Michael nel disco di Adriano Celentano. Vi posso assicurare, non perché Dodi è mio fratello, ma Dodi è uno dei migliori chitarristi non d'Italia, non d'Europa, ma del mondo [...]. Dodi tu hai un modo di suonare che sei tu, che ti si riconosce su chiunque, come lo è Eric Clapton, come lo è Michael Thompson, cioè siamo a questi livelli caro popolo italiano. Sappiamo che i grandi musicisti sono anche in Italia, non solo in America o in Inghilterra!».

Dodi ha dato qualche informazione relativa al tour solista, cominciato con la data zero di Lanciano dello scorso 9 aprile. Riferendosi ai musicisti che compongono la band che lo accompagna, ha spiegato: «Sono molto validi, alcuni di loro gestiscono oppure insegnano in una scuola di musica molto importante di Lanciano. Diciamo che ci siamo "sfiorati" un paio di anni fa nel periodo in cui io in occasione del disco con Tommy stavo cercando appunto dei musicisti che mi avrebbero affiancato; poi non c'è stata l'occasione, sai quelle cose che non devono andare in porto. Invece quest'anno, con un attimino più di calma, ci siamo incontrati, abbiamo fatto delle prove, ci siamo trovati, abbiamo visto se ci assomigliavamo e abbiamo così corretto anche un po' il tiro. Abbiamo integrato questo gruppo con un cantante che mi affiancherà, molto giovane ma molto in gamba, che si chiama Costanzo Del Pinto e insieme abbiamo trovato un suono, perché non credo sia sufficiente essere bravi strumentisti per essere una proposta musicale. Bisogna capire bene quello che serve all'artista che stai accompagnando sul palco, dare i giusti pesi, io poi son solito dire che per essere bravi musicisti bisogna essere innanzitutto intelligenti, saper suonare poco quando è il caso e tanto quando è il caso, cioè avere i giusti equilibri».
Alla domanda di un fan se sono previste esibizioni a Palermo, Battaglia ha risposto: «Non ti nego che è già da un paio di anni [...] che dico al mio manager "Ma cerchiamo di andare in Sicilia, in ogni caso a Palermo", dove perl'altro ho tanti amici [...]. Quest'anno devo dire non ho ancora niente di definitivo, ma sicuramente, non so se sarà a Palermo o qualche posto lì vicino, direi 99,9% riuscirò a convincere il mio manager. Lo sforzo per venire a Palermo a livello di musicisti, di service, di attrezzature che devono partire dal centro Italia e arrivare fin giù chiaramente è importante [...]».

Spesso mi chiamano per andare a insegnare quello che io so e invece io preferisco imparare quello che sanno gli altri.

A Dodi è stato chiesto se in futuro ha intenzione di fare qualcosa insieme agli altri componenti dei Pooh: «Non posso non dire che ogni volta che mi capiterà l'occasione di fare delle cose in maniera particolare poi legate alla beneficenza, chiamerò Riccardo perché è qui dietro l'angolo. Ma per quanto riguarda il resto mai dire mai, io non metto mai limiti alla provvidenza. Ben volentieri e non nego che qualsiasi altra esperienza in campo musicale che poi sia Fio Zanotti piuttosto che Zucchero o chiunque altro abbia da, ripeto, insegnarmi qualcosa, perché spesso mi chiamano per andare a insegnare quello che io so e invece io preferisco imparare quello che sanno gli altri».
Poi, riferendosi a progetti futuri: «La mia idea sarebbe quella di dedicarmi una serata in occasione magari del mio compleanno nel 2018, in occasione di cinquant'anni da quando quel giorno Valerio Negrini e Roby Facchinetti vennero da me per chiedermi di fare parte dei Pooh, dopodiché io a settembre cominciai a farne parte [...]. Abbiamo l'intenzione di organizzare una serata in mio onore, non a scopo di lucro, ma per raccogliere tutti gli amici che mi hanno accompagnato nel corso di questi anni e di fare una serata dedicata a cinquant'anni di attività vera mia, personale».

Alla richiesta di poter ascoltare brani inediti durante il tour del 2017, Battaglia ha risposto: «Ci ho anche pensato [...]. Chi viene a sentire il tour questa estate deve sentire un po' un riassunto di quelli che sono stati i miei quarantotto anni di professionalità, per cui all'interno di questo spettacolo ci saranno dei brani miei personali, dei brani che ho fatto nei miei dischi solisti, dei brani che ho fatto nei miei dischi con i Pooh: un po' un compendio di quella che è la mia maniera non soltanto di suonare, ma anche di cantare, di scrivere e di approcciarmi al suono. Poi, siccome le cose nascono da sole, in occasione di questa, vorrei chiamarla "festa", dedicata a Dodi Battaglia che avverrà nel 2018, sarà bello fare un inedito dedicato a questa operazione, magari con degli amici musicisti o chitarristi, o cantanti, perché no?».
Un ultimo accenno è stato dedicato alle passioni che esulano dal mondo musicale: «Oltre alla chitarra la mia seconda grande passione è stata quella dei motori: ho corso in macchina per tanti anni, mi son tolto anche delle belle soddisfazioni, ho vinto delle gare, ho fatto dei rec sulla pista, ho messo di dietro diversi personaggi. Oltre appunto all'automobilismo ho coltivato tanti altri sport: in palestra, ho fatto windsurf, faccio sci, ho giocato a tennis, ne ho fatte di tutti i colori perché sono un po' fatto così e perché ho sempre cercato di non lasciarmi andare fisicamente al di là dell'aspetto estetico, perché se vuoi stare tre ore sul placoscenico con un certo tipo di mobilità non ti puoi portare in giro 30 o 40 chili in più, perché gravano poi alla fine. Fa sempre parte di una certa maniera di essere musicista, di fare bene il mio mestiere».

 

Di settimana in settimana il calendario del tour di Battaglia si arricchisce sempre più. Ecco le date al momento confermate:

  • APRILE
    16 aprile - Bellaria (RN), Piazza Matteotti. Ospite di una manifestazione. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
    22 aprile - Giulianova (TE), Piazza Buozzi. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
  • MAGGIO
    22 maggio - Casarano (LE), Piazza Indipendenza. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
  • GIUGNO
    05 giugno - Pescara Colli (PE), Largo Madonna. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
    10 giugno - Sala Bolognese (BO), Arena Spettacoli zona Fiera in via Gramsci. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
    13 giugno - Tortora (CS). - Ore 21:30 - Evento gratuito.
    24 giugno - Giove (TR), campo sportivo. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
  • LUGLIO
    01 luglio - Porto Sant'Elpidio (FM), Parco Hotel Gambero, Via Mazzini 1. Telefono: 0734-901944. - Evento su prenotazione. Prossimamente prevendita anche online.
    08 luglio - Olevano di Lomellina (PV). - In prevendita su VIVATICKET https://goo.gl/9cBozn
    20 luglio - Troia (FG), Piazza Regina Margherita. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
  • AGOSTO
    19 agosto - Cese di Avezzano (AQ), piazza centrale. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
    16 agosto - San Giorgio al Tagliamento (VE), piazza della chiesa. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
    25 agosto - Sapri (SA), lungomare. - Ore 21:30 - Prossimamente in prevendita.
    26 agosto - Borgo Giuliano (PZ). - Ore 21:30 - Evento gratuito.
    30 agosto - Zero Branco (TV), Palatenda. - Ore 21:30 - Prossimamente in prevendita.
  • SETTEMBRE
    15 settembre - Lanciano (CH), Piazza Plebiscito. - Ore 21:30 - Evento gratuito.
  • DICEMBRE
    09 dicembre - Merano (BZ), Sala Kursaal, Corso della Libertà. - Dodi Battaglia & Merano Pop Symphony Direttore R. Federico in "Concerto di Natale 2017". - Ore 20:30 - Prossimamente in prevendita.

 

Dall'1 aprile ha aperto i battenti il sito web del chitarrista bolognese: www.dodibattaglia.com. La pagina al momento accoglie l'essenziale: le note biografiche, le date del tour 2017, la discografia. Nelle intenzioni di Battaglia vi è di realizzare un progetto molto più articolato e complesso, di cui parlerà in futuro.

Autore - Michaela Sangiorgi