Pooh - Notizie e novità del 2017 - Giugno

Il dopo Pooh per Red Canzian, tra progetti e ricordi - Seconda parte - Domenica 25.06.2017

Red Canzian

Nella prima parte di questo articolo, pubblicato il 18 giugno, è stato illustrato l'attuale impegno editoriale che vede Red Canzian collaborare con la figia Chiara: si tratta della promozione del libro "Sano vegano italiano", edito da Rizzoli e dedicato nella prima parte alle tematiche della filosofia vegana, nella seconda alle ricette raccolte per stagione ed illustrate da numerose fotografie.
Canzian ha parlato del presente, del passato e dei progetti futuri in una serie di interviste tenute da Fabio Martini per l'emittente romana Radio RTR 99. Negli incontro del 21 e del 27 aprile il bassista di origini trevigiane si è soffermato sui ricordi relativi all'ultimo album di inediti pubblicato dai Pooh, risalente al 2010, spiegando che "Reporter" fu l'ultimo pezzo scritto con Valerio Negrini, fondatore e paroliere del gruppo: «Eravamo a Castelbrando, vicino a Treviso, in questa location meravigliosa che avevo trovato: il castello è di un mio amico e siamo stati lì tre settimane a preparare "Dove comincia il sole". "L'aquila e il falco" l'aveva scritta di getto ed era venuta subito, perché tra l'altro io avevo portato l'arrangiamento che è esattamente quello che abbiamo poi inciso, non è stato cambiato nulla, quindi aveva proprio quel tiro lì, subito lui è entrato in questo mondo nel raccontare la storia di Attila. A "Reporter" ci siamo girati intorno un po' di volte perché aveva fatto varie prove che non convincevano nemmeno lui: quando Valerio arrivava e mi dava il foglio dicendo «Tò mo», vuol dire che non era convinto. Invece quando scendeva ed era molto orgoglioso e mi diceva «Senti mo str**** di un trevigiano che cosa ti ho scritto!», allora voleva dire che era un successo».

Red si è pronunciato in merito ai lati B dei 45 giri ed in generale ai brani che hanno goduto meno fama delle hit: «Noi di B side straordinari nella nostra storia ne abbiamo molti secondo me, di canzoni bellissime [...]. Ci sono brani, ti parlo di cose scritte con Valerio, come "Linea calda", "Città di donne", canzoni che veramente... "La luna ha vent'anni" secondo me ha un testo meraviglioso che lui scrisse sapendo che stavo per diventare papà di una figlia: io a novembre ho cantanto "La luna ha vent'anni" e il 13 dicembre è nata Chiara, per cui mi ha raccontato l'emozione che io avrei vissuto dopo un mese e mezzo, a correre per vedere com'era questa bimba appena nata [...]. Ci sono tante canzoni belle che abbiamo fatto e dire che non hanno avuto il giusto risalto è anche sbagliato, perché quello che abbiamo fatto noi se è andato così bene vuol dire che era giusto [...]. Di sicuro abbiamo un bellissimo materiale per fare anche delle riletture di dischi messi insieme tematicamente: ci sono delle canzoni che parlano di un certo tipo di cose e che messe insieme potrebbero essere lo stesso album, anche se incisi in momenti diversi. Credo che in una storia così lunga non ci sia niente da dire di più di quello che è già stato detto».

Secondo me da lassù qualcuno ti lancia un sorriso, perché le canzoni di successo nascono quando decidono loro. Red

Alla domanda se un artista ha la possibilità di rendersi conto che una sua canzone sarà un successo anche a trent'anni dalla sua pubblicazione, Red ha risposto: «Come tutti i miracoli piccoli o grandi è inspiegabile. Non ho mai capito perché a volte mi viene una canzone buona e a volte mi vengono delle cose insentibili e sono sempre io che cerco di scrivere e suonare. Secondo me da lassù qualcuno ti lancia un sorriso, perché le canzoni di successo nascono quando decidono loro, non dipende certo da te, altrimenti saremmo tutti quanti miliardari e scriveremmo un successo al giorno. Abbiamo scritto tanta buona musica, tante belle cose però, ripeto, non è facile. Io credo che quando Roby ha scritto "Parsifal" da lassù qualcuno gli ha sorriso, perché sono quelle combinazioni che non sono facili, non sono cose che possono succedere tutti i giorni». Poi, incalzato da Martini: «"Il tempo, una donna, la città" è ancora più complesso, musicalmente più prezioso, ma ovviamente molto più complesso anche nella fruibilità, nella comprensione. Di sicuro è un capolavoro sia musicale che di ermetismo estetico nel testo».

Martini ha fatto notare come Chiara sia entrata a far parte della storia discografia dei Pooh posando per la copertina dell'album "Ascolta" del 2004: «Siamo andati all'acquario di Genova e abbiamo fatto le foto. Però le foto che abbiamo fatto non andavano bene per fare la copertina: andavano bene per gli interni, per altre cose, ma per la copertina non avevano quell'immagine così precisa e chiara. Per cui la foto è stata fatta in studio ed è stata "appoggiata" all'acquario vero di Genova».

Ascolta, 2004, copertina della musicassetta

Il suono dei Pooh è sempre stato caratterizzato dalla ricerca e dall'introduzione di elementi innovativi come ad esempio il Minimoog, il sintetizzatore utilizzato ad esempio nell'album "Alessandra" nel 1972. Anche Red ha dato il suo contributo: «Sono stato l'importatore ufficiale del fretless nella musica pop perché nessuno aveva mai usato questo suono in Italia nelle canzoni. Nel '78 in "Ci penserò domani" si sentì il primo assolo di fretless, questo basso che m'ero costruito togliendo i tasti a un basso: avevo visto Jaco Pastorius a New York e mi ero innamorato di questo suono [...]. Nella pausa tra un set e l'altro (era un locale molto piccolo di New York) sono andato a toccare la tastiera che aveva lasciato appoggiato lì, ed ho scoperto perché faceva così: non aveva i tasti. Lui aveva tolto i tasti e c'erano i segnetti di dov'erano una volta infilati. Da lontano vedendo lui che suonava pensavo avesse i tasti, ma non capivo questo suono come faceva a produrlo: poi sono andato lì ed era liscio. Andato a casa, la prima cosa che ho fatto arrivato in Italia col cacciavite è stato togliere tutti i tasti e il mio Gibson Grabber da basso coi tasti è diventato un fretless. Ce l'ho ancora, l'ho restaurato perfettamente quel basso lì: è un grande suono, mono pick up passivo».

I Pooh hanno caratterizzato la loro storia anche con l'attività live, intensa e ricca di effetti speciali: «Ci sono due o tre tour che mi sono piaciuti molto», ha raccontato Red. «Mi è piaciuto moltissimo la tournée teatrale "25 la nostra storia". Quello era uno spettacolo veramente molto molto bello: abbiamo fatto 140 repliche ma non mi sono mai stancato di suonare e di fare quel concerto. Un altro concerto che ho trovato bellissimo è quello del disco live di "Goodbye", dove lavoravamo con Fio Zanotti sul palco e i fiati Declam: questo trio di fiati e la nostra musica avevano preso un peso molto molto bello e molto importante. Un'altra torunée che mi è piaciuta tanto è stata quella di "Opera Seconda" con la grande orchestra, fatta nel periodo in cui Stefano aveva lasciato: l'ho trovata una torunée anche quella molto gratificante a livello di arrangiamenti, di musicalità, era un bellissimo connubio. E poi l'ultima, l'ultima era forte lo spettacolo, era un grande spettacolo.
Avevamo valutato tante possibilità di declinare, interpretare la Reunion: potevano essere 100 date nei teatri, 200 o 400 per far star dentro il mezzo milione di persone [...]. Poi abbiamo pensato di fare grandi spazi all'aperto, addirittura feste con ingresso gratuito, però poi meno male che i manager esistono anche quando c'è da portarci sulla retta via, non soltanto quando c'è da guadagnare, perché uno spettacolo come meritava il nostro finale costava 200 mila Eruo al giorno solo di costi vivi e chi lo pagava?». Poi, rispondendo alla domanda su quanto personale fosse impiegato quotidianamente: «160 persone. A San Siro solo di facchini, di facchinaggio si sono spesi 80 mila Euro: per cui capisci che quando cominci a muovere queste cifre tutto il tuo buon cuore di fare i concerti a ingresso gratuito lo devi un pochino mettere da parte [...]. Allora abbiamo cercato di fare una cosa con dei prezzi contenuti e abbiamo fatto 34 concerti toccando mezzo milione di persone. Tutti sold-out, abbiamo vinto il biglietto di TicketOne come best seller dell'anno, del 2016, più di Vasco, più di Liga, più di tutti. Questa è stata una cosa che ci ha sorpreso perché stiamo parlando di artisti che sono straordinari come "chiamata". La prima volta che Ferdinando Salzano ci propose di fare San Siro abbiamo detto "Sì, occhio però che bisogna anche riempirlo". Quando eravamo da Fazio a fare il lancio il 28 di settembre ci disse "Domani apro la seconda di San Siro". Io ebbi un calo degli zuccheri: "Come? Ma sei sicuro?". "Sì sì, domani apro la seconda di San Siro". Dopo di che voleva aprire la terza e l'avremmo fatta tranquillamente piena, solo che non arrivavamo a Roma perché non c'era abbastanza tempo per spostare tutto il materiale: c'erano due giorni di montaggio per lo spettacolo».

Poi abbiamo trovato il coraggio, ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo fatto delle scelte anche difficili perché abbiamo voluto comunque mantenere tutto quello che avevamo, non cambiare nulla del nostro impianto lavorativo. Red

Come ormai è risaputo i Pooh hanno concluso la loro carriera come gruppo il 30 dicembre 2016 con l'ultimo concerto tenuto all'Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Per rispondere alla domanda su quando sia affiorata la consapevolezza che allo scoccare dei cinquanta anni di attività era tempo di fermarsi, Red ha risposto partendo da qualche anno prima: «Il 2009 quando è andato via Stefano noi abbiamo rischiato di fermarci in quel momento e non era una mia scelta, era una scelta di conseguenza a una cosa che era successa: Stefano se ne andava e quindi poteva anche essere che non avesse molto senso continuare. Poi abbiamo trovato il coraggio, ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo fatto delle scelte anche difficili perché abbiamo voluto comunque mantenere tutto quello che avevamo, non cambiare nulla del nostro impianto lavorativo. Però poi a Bologna ero sereno perché ero anche orgoglioso di essere riuscito insieme ai miei colleghi a portare la nave in porto con le luci accese, perché il mio sogno è sempre stato quello di finire alla grande. Una storia come la nostra non poteva finire in discesa, a sfumare e ritrovarci a fare quello che purtroppo vedo tanti colleghi fare e questo è un peccato, perché credo che tutti coloro che hanno avuto la responsabilità di un grande successo dovrebbero avere anche la responsabilità di mantenere e di preservare la dignità della loro storia, del loro nome [...]. E' stato bello proprio perché si trattava di chiudere una storia che avevamo fatto insieme e Stefano è ritornato. E abbiamo rincarato la dose chiamando anche Richi per cui è stato veramente tutto bello».

Fine seconda parte...

Autore - Michaela Sangiorgi