Roby Facchinetti: «La musica ci ama» - Seconda parte - Lunedì 23.12.2019

Prosegue con questo articolo il resoconto dell'intervista
tenuta lo scorso 12 settembre da Roby Facchinetti a Radio RTR 99
in occasione della trasmissione "La Strana Nostalgia"
condotta da Fabio Martini. La prima parte è disponibile al link
Roby
Facchinetti: «La musica ci ama» - Prima parte.
Le note di "Padre del
fuoco, padre del tuono, padre del nulla" hanno
spostato il discorso al settembre del 1976. «Chiude l'album "Poohlover"» ha
spiegato Facchinetti, «e qui torniamo al discorso sulla voglia,
su quella vena un po' prog che esce proprio in questi brani.
Devo dire che è partita con "Parsifal"
e per un po' di anni noi l'abbiamo in qualche modo manifestata
in chiusura dei nostri album. Questo è un altro brano amato
molto da coloro che io chiamo i veri "fondamentalisti poohici",
quelli che sanno tutto, conoscono tutto di noi. Questo è uno dei
brani più amati perché esce completamente da quella vena diciamo
più pop per cementarsi in un mondo musicale un po' più
importante, impegnativo, trattando anche qui Valerio [...]
argomenti che escono dai temi convenzionali».
Martini ha osservato: «[...] forse "Poohlover" è
l'album più impegnato vostro: c'era dentro "Pierre",
c'era "Storia di una
lacrima", c'erano delle canzoni che, tipo "Il
primo giorno di libertà", trattavano temi anche
molto importanti».
Roby: «Ogni brano riguardava un problema sociale. Anche "Gitano"
che parla del concetto dello zingaro. Tu pensa, noi qui parliamo
del '77 dove, molto lontano da ogni sospetto, però all'epoca
c'era, si avvertiva un po' questo problema dell'integrazione. Ma
anche con "Pierre". Tu considera che Valerio [...] due,
tre anni prima mi disse: "Quando mi farai ascoltare una
musica sulla quale potrò in qualche modo parlare di
omosessualità, io vorrei scrivere un testo su questo"
[...]. Un giorno gli feci ascoltare la musica di "Pierre"
e disse: "Su questa musica io vorrei parlare di omosessualità".
E così è nato "Pierre" e anche lì devo dire che fu una
intuizione: la parola "omosessuale" non si pronunciava nel '77,
assolutamente. Un brano che inizialmente era uno dei tanti, poi
oggi è uno dei brani più amati. Io difatti nel mio tour "Inseguendo
la mia musica" lo faccio ogni sera e ogni sera ho
veramente un riscontro e mi emoziona: è un brano che è
estremamente emozionante sia per me, sia per chi lo ascolta
perché ancora una volta Valerio ha trattato questo delicatissimo
argomento con una poesia veramente incredibile».
Riferendosi al singolo di lancio dell'album "Poohlover",
Martini ha osservato: «Voi però avete scento "Linda",
un pezzo bellissimo, però forse un brano che non ha
rappresentato appieno un album che invece aveva delle tematiche
molto delicate».
Roby: «Sì, diciamo che abbiamo puntato sul brano più leggero
dell'album "Poohlover" e secondo me non è stata una
scelta giusta, col senno di poi, perché potevano esserci altri
brani che meritavano questo».
1976, i Pooh.
Clicca per ingrandire.
Il nostro pubblico è sempre stato il nostro vero grande patrimonio. Roby Facchinetti
Per rappresentare l'album "Rotolando
Respirando", pubblicato nel settembre del 1977, è
stata scelta la canzone "Ancora
tra un anno", pezzo che per molti anni ha chiuso i
concerti dei Pooh.
Roby: «È un brano commovente ed è un'autocitazione. La parte
strumentale di questo brano la utilizzammo per diversi anni,
forse venti, come finale [...], perché quello strumentale
lasciava una nostalgia profonda, perché finiva il concerto ed è
sempre stato, dal nostro punto di vista, un bel modo per finire:
lasciare questa nostalgia, questa voglia ancora di risentirci
[...]. Abbiamo sempre ritenuto che quello fosse veramente il
finale perfetto».
Martini ha ricordato: «Vi rivedo adesso sul palco che andavate
su e giù a salutare, stringevate le mani, che bello».
Roby: «Quante mani! Che poi quelle mani sono diventati non dei
semplici fans, ma degli amici [...]. Il nostro pubblico è sempre
stato il nostro vero grande patrimonio e lo stiamo vivendo anche
adesso, perché ci seguono comunque sempre ogni sera: rimane
dentro questo rapporto che poi è nato nel tempo e sono diventati
parte della grande famiglia dei Pooh che continua ad esserci
anche se i Pooh hanno finito la loro grande storia nel 2016».
L'album "Boomerang"
del settembre del 1978 è stato introdotto con "Quaderno
di donna", brano del quale Martini ha sottolineato
come la tematica sia legata alle proteste ed alle manifestazioni
del movimento femminista.
Roby ha così puntualizzato: «Che abbiamo vissuto e proprio in
questo brano si tratta appunto di questa ormai donna, di questo
incontro dopo tanti anni ed è bellissimo. Non so se tu hai visto
il film "Come eravamo", con Barbra Streisand. Nel
finale, veramente commovente, c'era Barbra Streisand, una donna
legata anche al femminismo, ai diritti della donna; invece
Robert Redford era uno scrittore disposto a fare qualsiasi cosa
pur di arrivare al successo. C'è questo incontro in cui si vede
Barbra Streisand che comunque è rimasta lei, coerente col suo
personaggio e le sue idee, mentre lui invece è diventato
sicuramente un artista di successo, però come? Con tremila e
cinquecento compromessi e chissà quante altre cose. C'è questo
incontro in "Quaderno di donna": si capisce che lei
comunque è rimasta sempre lei, coerente con le sue idee e
il protagonista invece non si sa [...]. Rivedo il finale, ogni
volta che ascolto questo brano, questo finale di "Come
eravamo" e mi immagino la stessa cosa in questo incontro
dopo tanti anni, con lui che le chiede: "Com'è? Come va?"
e si capisce che lei è rimasta lei, è rimasta quella di sempre,
coerente e fedele alle sue idee».
1978, i Pooh e gli effetti laser del Tour
Boomerang.
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Valerio è stato anche in questo caso bravissimo nel sentire l'esigenza di raccontare anche la parte più nascosta. Roby Facchinetti
Martini ha proseguito l'excursus nella storia discografica dei
Pooh citando un altro album degli anni '70 ed anche l'autrice di
questo articolo: «"Viva"
è uscito nel settembre del '79 e quindi ha come dire il
compleanno tondo, quarant'anni, poi mi son trovato davanti a un
mare di altre cose. Ho contattato anche Michaela Sangiorgi , ho
detto "Senti, ti risultano bene tutti questi dischi qui?
Perché Roby se li ricoda tutti!"».
Roby: «Perché veramente a Michaela non sfugge niente. È il
nostro biografo! Uno dei nostri biografi!».
Martini: «Sì [...]. "Viva", copertina bellissima». Poi,
riferendosi a "...In concerto":
«Anche qui c'è un momento intimo che tu condividi con il
pubblico».
Roby: «È un'autocitazione: credo che una delle nostre forze sia
stata anche quella di raccontarci al di là del palcoscenico.
Questo è un brano a cuore aperto, dove si scopre l'artista e ciò
che va al di là del personaggio che è sul palco, perché qui
confessa veramente quello che prova quando si spengono le luci,
quando si ritorna in albergo [...]. Questo appunto come in "Pronto,
buongiorno è la sveglia...": raccontare la nostra
vita, la parte anche più intima e devo dire che Valerio è stato
anche in questo caso bravissimo nel sentire l'esigenza di
raccontare anche la parte più nascosta. Questo è un altro brano
che è amato moltissimo dal nostro pubblico proprio per questo,
perché noi ci raccontiamo a cuore aperto e questa è sempre stata
una cosa che hanno ammirato, credo sia uno dei nostri punti di
forza».
Fine seconda parte. Continua nella terza parte...
Autore - Michaela Sangiorgi