La Luna ha cinquant'anni - Lunedì 22.07.2019
La Luna è da sempre fonte di suggestione per l'uomo e di ispirazione per gli artisti, complice il suo aspetto mutevole dovuto all'illuminazione ricevuta dal Sole ed al fenomeno delle fasi, conseguenza della posizione nell'orbita che la lega alla Terra, il quale si è sempre accompagnato ai veri e propri eventi costituiti dalle eclissi, frutto dell'allineamento prospettico che periodicamente vede coinvolti il Sole, la Luna ed il nostro pianeta.
Nel vasto repertorio dei Pooh la Luna ha fatto la sua comparsa in molteplici canzoni, come protagonista o citata. Il primo esempio lo troviamo nel brano "Il cane d'oro", pubblicato sull'album "Contrasto" nel 1968. Il testo con tutta probabilità è di Valerio Negrini, anche se attribuito ad Armando Sciascia perché in quegli anni il paroliere non era ancora inscritto come autore alla SIAE. Si tratta di una leggenda che vede coinvolto un cane in grado di donare la felicità al suo possessore. La Luna è un elemento indispensabile per la sua cattura, in quanto vulnerabile quando impegnato ad ululare al satellite.
Secondo brano del disco è "La leggenda della luna": si tratta di una canzone d'amore, dove il protagonista chiede ad una fata evocata dal plenilunio di svelargli il destino della donna amata e perduta, implorandola di convincerla a tornare. Questo brano è stato successivamente inserito nell'album "Memorie" con un nuovo arrangiamento ed il titolo "La fata della luna".
Nel singolo "Un minuto prima dell'alba" del 1969 Negrini accenna alla Luna come elemento del paesaggio che si smarrisce nella nebbia. Due anni dopo, nella canzone "Opera prima" tratta dall'omonimo album, la Luna diviene "smarrita" poi "giovane", mentre con la sua luce illumina una principessa da lungo tempo addormentata in un bosco di girasoli di pietra.
Nel 1973 l'album "Parsifal" si apre con "L'anno, il posto, l'ora", il racconto degli ultimi istanti di vita di un aviatore che ha ormai perso il controllo del proprio velivolo e sta precipitando. Si prepara all'ineluttabile tragico destino pensando alle persone care ed immaginandole nella loro quotidianità, alla casa in cui orami è giunta l'estate e di notte viene illuminata dalla luce della Luna.
Da "Poohlover" del 1976 abbiamo "Storia di una lacrima", dove quest'ultima viene trasportata dal vento nel cielo e, convinta della sua invincibilità, sfida con sfacciataggine le stelle ed il nostro satellite.
In "In diretta nel vento" la Luna veglia sulla città e dà risalto alle antenne delle prime radio libere, mentre in "Ancora tra un anno" è assente dal cielo, ma verrà presto rintracciata grazie all'aereo. Entrambi sono pezzi appartenenti all'LP "Rotolando respirando" del 1977.
E' in "Boomerang" del 1978 con il brano "Il ragazzo del cielo (Lindbergh)" che la Luna torna ad assumere un ruolo di primo piano: diviene la spettatrice incuriosita della prima trasvolata in solitaria dell'Oceano Atlantico, portata a compimento da Charles Lindbergh il 21 maggio del 1927. Interroga l'aviatore e gli fa compagnia nelle lunghe ore di volo, interessata al suo destino.
In "La leggenda di Mautoa" la Luna ascolta il racconto dell'indio condannato alla solitudine, mentre in "Air India" il suo riflesso ammanta le ali dell'aereo diretto verso l'Italia. In "Classe '58" è un elemento del paesaggio che il militare osserva dal tram nel fare rientro in caserma.
Nell'album "Viva" del 1979 la Luna è unicamente un elemento del paesaggio che viene inondato dalla sua luce, oppure un modo per segnare il passare del tempo: eccola in "Io sono vivo", "Notte a sorpresa", "L'ultima notte di caccia".
Stessa condizione nell'album "...Stop" dell'anno successivo: "Vienna", "Ali per guardare, occhi per volare", "Quasi città". In quest'ultimo caso l'assenza della Luna va a sottolineare lo squallore di una situazione di sopruso.
"Buona fortuna" del 1981 è l'album in cui il satellite viene più menzionato: si parte con la title-track per passare poi a "Compleanno di maggio", "Fuori stagione", "Dove sto domani", "Replay", "Fotografie". In "Gente della sera" diviene un oggetto prezioso rinvenuto per caso.
In "Tropico del Nord" del 1983 la Luna è la testimone di tante piccole e grandi speranze: per la "Cara sconosciuta" quella di partecipare al concerto; di ricongiugersi al proprio amore in "Grandi speranze"; in "E' vero" è una cosa preziosissima alla portata di tutti; in "Colazione a New York" fa parte del paesaggio della città statunitense.
Negli anni seguono
"Io vicino io lontano", "Come saremo", "Il giorno prima" (da "Aloha", 1984); "Gli anni più importanti della nostra vita", "Asia non Asia" (da "Asia non Asia", 1985); "Terry B.", "Amore e dintorni" (da "Giorni infiniti", 1986).
In "Acqua dalla luna", da "Il colore dei pensieri" del 1987, la persona amata viene paragonata ad una cosa ritenuta impossibile da trovare sul suolo selenita: l'acqua. Segue "Due donne" ("Oasi", 1988).
Buzz Aldrin. Neil Armstrong nel riflesso del casco. Clicca per ingrandire.
Occorre attendere il 1990 perché compaia su album un testo in cui viene fatto riferimento all'impresa compiuta il 20 luglio del 1969, quando Neil Armstrong e Buzz Aldrin entrarono nella storia come i primi rappresentati del genere umano a calpestare il suolo lunare, mentre Michael Collins, pilota del modulo di comando, li attendeva in orbita per poi fare ritorno sul nostro pianeta. Ecco il racconto di Red Canzian, pubblicato sulla sua pagina Facebook lo scorso 20 luglio: «Me lo ricordo bene quel 1989. Era luglio, [...] eravamo in preparazione dell'album "Uomini soli". Era appena arrivato Emanuele Ruffinengo, questo nuovo arrangiatore che ci ha seguito poi per anni, che io avevo sperimentato in un lavoro, in una mia produzione che mi aveva entusiasmato e infatti fece dei lavori fantastici con noi, compreso appunto "Uomini soli". Stavamo lavorando a capire cosa raccontare nelle canzoni: erà già nata "Napoli per noi" che aveva scritto Stefano [...]. "Uomini soli" non era ancora del tutto definita e poi c'era questa ballad che io avevo scritto, questa musica. In quei giorni si sentiva parlare del ventennale dello sbarco sulla Luna in televisione e quella sera mi ricordo che con Valerio ci lasciammo così, senza un'idea precisa su cosa raccontare in questa canzone. La mattina dopo lui arrivò e come sempre, col foglio in mano come faceva quando aveva avuto una idea che sapeva e sentiva giusta, entrò in studio sventolando il foglio: "Ho l'idea!". La provammo subito al pianoforte ed era nata "La luna ha vent'anni", la storia di questo padre a cui nasce una figlia proprio la notte dello sbarco sulla Luna, quella notte in cui non ci fu nessuna rapina perché tutti erano davanti al televisore e questo padre che corre veloce come il campione automobilistico Nuvolari per arrivare in ospedale a vedere sua figlia. Questo augurio a questa figlia che dice: "La Luna ha vent'anni, vent'anni come i tuoi e io ti auguro che nessun uomo possa violarti come qualcuno ha fatto con la Luna" [...]. Per noi che facciamo musica, per noi che facciamo canzoni è un pensiero che io continuo ad avere... Non sono contrario al progresso, però insomma la Luna è qualcosa da lasciar stare: rappresenta l'ispirazione per quante poesie, per quanti libri, per quante canzoni, per quanti film... E allora sapere che qualcuno la "violenta" in qualche modo sbarcandoci, non m'è piaciuto allora anche se ero giovane e come idea non mi piace neanche adesso, fermo restando che il progresso deve andare avanti e tante cose sono state scoperte, inventate grazie anche alla ricerca e ai viaggi spaziali. Però insomma noi romantici restiamo anche con un pezzetto di cuore legato alla poesia che la Luna rappresenta».
Nello stesso album, troviamo la Luna a fare da spettatrice alle violenze perpretate in piazza Tien An Men in "Città proibita".
Red Canzian. Clicca per ingrandire.
Nel 1992 con "Il cielo è blu sopra le nuvole" la Luna permette di vedere Maria che torna sulla spiaggia ("Maria marea"), mentre viene di nuovo citata la conquista del satellite in "50 primavere" ed è simbolo di conquista in "La donna infinita". Seguono "Vorrei" ("Musicadentro", 1994); "Devi crederci" ("Cento di queste vite", 2000); "C'era una volta", "Vita", "Galleggiando" ("Pinocchio", 2002). In "Domani" l'assenza della Luna simboleggia l'addio ("Ascolta", 2004).
La presenza degli uomini sul nostro satellite viene citata per l'ultima volta in "Dove comincia il sole", title-track dell'ultimo album di inediti dei Pooh. In "L'aquila e il falco" viene rivestita della simbologia che la associa alla Morte, mentre in "Amica mia" la misura della sua distanza diviene mezzo per indicare l'importanza di una donna.
I Pooh nominano per l'ultima volta la Luna nel testo firmato da Stefano D'Orazio e comparso nell'album live "L'ultima notte insieme", dedicato al tour di addio del gruppo tenuto nel 2016: in "Ancora una canzone" diviene l'interlocutrice alla quale chiedere di fermarsi in cielo un poco più del solito, perché la musica che viene condivisa da quel palco divenga un momento da prolungare all'infinito nei ricordi di quanti sono presenti.
Considerata la quantità di brani in cui è stata coinvolta od anche solo nominata, viene da pensare che la Luna avesse una parte importante nell'immaginario di Valerio Negrini. Forse è inevitabile tirarla in ballo nelle canzoni d'amore, ma è anche stata citata molte volte come spettatrice di eventi e di piccole storie, di sentimenti disperati e di speranze cullate con tenerezza. La sua distanza l'ha resa una osservatrice imparziale, una muta testimone del nostro quotidiano affannarci, sbagliare, ritentare.
La Luna è divenuta la misura del potenziale umano, ma rimane il luogo sicuro cui inviare i nostri pensieri e quei sentimenti che non possono essere espressi. Anche se sembra immobile in quel firmamento che conosce tempi e meccanismi diversi dai nostri, percorre lo Spazio accompagnando la Terra in "un ballo che continua / in mille passi brevi", un valzer cui, volenti o nolenti, noi stessi prendiamo parte.
Autore - Michaela Sangiorgi