Dodi Battaglia a RTR 99 - Prima parte: Il "Dodi Day", le persone da ringraziare - Lunedì 30.04.2018
Lo scorso 18 aprile Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh, nonché compositore e recentemente paroliere nell'album "Dov'è andata la musica", è stato ospite dell'emittente romana Radio RTR 99, in studio con Fabio Martini nel corso della trasmissione "La Strana Nostalgia".
Il livello artistico dei brani che noi scrivevamo rispecchia quel momento, rispecchia noi come musicisti: sono brani che rispecchiano un momento creativo importante. Dodi Battaglia
L'incontro si è aperto con il brano "Grazie" e Martini ha esordito osservando quanto fosse bello aprire un nuovo album e appoggiare il vinile sul giradischi, ascoltare le canzoni una dopo l'altra. Dodi ha spiegato: «Penso che delle persone che un giorno scrivono "Tanta voglia di lei", "Noi due nel mondo e nell'anima", "Ci penserò domani", "Chi fermerà la musica", "Pensiero", "Uomini soli" non è che il giorno dopo scrivono delle cose orrende: facevano tutte parte di un progetto comune. Quando tu ti metti a scrivere una canzone, scrivi una canzone: è poi la gente che decreta. Il livello artistico dei brani che noi scrivevamo rispecchia quel momento, rispecchia noi come musicisti: sono brani che rispecchiano un momento creativo importante. Parto dal presupposto che non puoi scrivere il giorno prima "Tanta voglia di lei" e "Ci penserò domani" e il giorno dopo delle cose brutte, per cui erano tutte a un certo livello e quando io sono sceso dal palcoscenico il 30 di dicembre ho cercato soltanto semplicemente di dare un seguito a quelle che erano le cose che mi dicevano le persone quando scendevo dal palcoscenico nel corso degli ultimi trent'anni. Mi dicevano: "Bello, bellissimo, fantastico, luci, laser... ma perché non avete fatto questo e quest'altro?". Io nel corso di tanti anni avevo immagazzinato questo imput e queste canzoni».
Dal 1° di giugno, io sono entrato nel grande mondo della serie A della canzone, di lì a settembre ho cominciato questo grande percorso che è durato quarantotto anni. Dodi Battaglia
Battaglia ha poi proseguito spiegando in cosa consiste la manifestazione dal titolo "Dodi Day": «Ho passato tanto tempo, più di dieci anni, ad aspettare il grande cinquantennale dei Pooh. C'era stato qualche segnale di voglia magari di interrompere il nostro tour, invece qualcuno di noi, io compreso, ha detto: "No ragazzi, noi dobbiamo arrivare a un grandissimo risultato: il fatto di stare cinquant'anni insieme. Questo è il nostro grande obiettivo". E già mi imaginavo quello che è accaduto: un grande tour e mi sono immaginato anche quell'ultima serata del 30 di dicembre appunto di due anni fa. Però mentre si parlava di questo progetto molto bello, molto importante, io ogni volta dicevo: "Ma cinquant'anni di musica, cinquant'anni di musica... ma io di questi cinquant'anni ne ho fatti quarantotto. E allora quegli altri due chi me li dà?". Allora ho detto: "Voglio anch'io, oltre a festeggiarlo con i Pooh, festeggiare i miei cinquant'anni di attività!". Devi sapere che nel 1968, prima dell'estate, in occasione del mio compleanno che è appunto il 1° di giugno, Valerio Negrini mi disse appunto che io, di lì a settembre, sarei entrato a far parte di quello che per me era un sogno fantastico: i Pooh erano già conosciuti, erano molto importanti, in maniera particolare a Bologna. Per cui in quel momento, dal 1° di giugno, io sono entrato nel grande mondo della serie A della canzone, di lì a settembre ho cominciato questo grande percorso che è durato quarantotto anni. Ma non per quello non ho smesso di immaginare i miei cinquant'anni di attività che coincidono proprio col 1° di giugno del 2018 e allora in una prima fase abbiamo avuto contatti per esempio con il Comune di Bologna e altri Comuni. Non sono andati in porto per delle problematiche logistiche di Legge Gabrielli, adesso non andiamo nel dettaglio perché sai bene che a oggi per fare dei concerti nei grandi spazi non è così semplice, non è sufficiente mettere un palcoscenico e invitare della gente: ci sono delle misure di sicurezza molto importanti che sono state giustamente credo inserite nella maniera di fare i concerti. In un primo momento iavremmo dovuto farlo a Bologna, la mia città, avrebbe dovuto in quel senso fare un tributo a uno dei tanti musicisti che ne fanno parte.
Poi ci sono state alcune alternative che abbiamo vagliato e alla fine abbiamo deciso di farlo a Bellaria Igea Marina, perché è uno dei traguardi classici dei bolognesi: ai tempi quando non c'erano i limiti di velocità [...] in tre quarti d'ora si arrivava e si andava al mare. Devo riconoscere questo atteggiamento che ha avuto l'Amministrazione di Bellaria già da tempo: io a Bellaria già ho fatto un concerto l'anno scorso; sono stato presidente di una giuria che premiava i gioani artisti e voglio dire è un atteggiamento che un'Amministrazione dimostra nei confronti della vitalità di un Comune che è aperto a delle nuove esperienze, che vuole dare spazio a delle cose belle da fare e già questa simpatia si era manifestata nel corso degli anni. Loro hanno abbracciato questo mio progetto con grande entusiamo, anche perché io non voglio soldi, non voglio fare un compleanno nel quale invito i miei amici a pagare 5, 10 o 50 Euro a testa. Loro hanno accettato questo invito, hanno messo a disposizione un budget per avere i service molto importanti e avremo un bellissimo spazio nel lungomare: questo avverrà il 1° di giugno di quest'anno [...].
Ogni giorno io e il mio agente Aldo Ciavarella siamo [...] a telefonare ai vari amici che saranno su quel palcoscenico insieme a me e devo dire che le adesioni sono tante, importanti e soprattutto legate alla mia storia: [...] ho chiamato tutti gli artisti coi quali ho collaborato o coi quali ho avuto un rapporto di stima, di amicizia, di considerazione reciproca. Credo che saranno tanti e importanti e belli, duetteranno con me e sarà una bellissima occasione per stare insieme. Mi arrivano un sacco di messaggi di gente che parte dalla Siciia, di gente che viene dalla Germania e non soltanto da Rimini o Forlì. Per cui sarà una bellissima occasione per festeggiare insieme».
Locandina del Dodi Day. Clicca per ingrandire
Il primo da ringraziare è Valerio Negrini, il quale insieme agli altri miei amici e colleghi ha voluto il mio inserimento all'interno del gruppo e ha calzato le mie musiche di parole che ogni sera io canto e sono emozionatissimo. Dodi Battaglia
Martini ha chiesto: «Devi qualcosa a qualcuno, musicalmente parlano?».
Battaglia: «A tanti, tantissimi. Io quando faccio i miei concerti dal vivo non c'è mai una serata in cui non ringrazio la buona stella che mi ha guidato nel corso di questi anni e la fortuna appunto che mi ha messo in contatto con tante persone importanti, che mi hanno insegnato prima di tutto come si sta sul palcoscenico, mi hanno insegnato che cos'è questa roba tonda sulla quale camminiamo quotidianamente che si chiama Terra. Quelli che devono essere i rapporti di rispetto e di considerazione nei confronti degli altri, in maniera particolare poi dei musicisti, di ciò che è stata poi la mia maniera di sopravvivenza, proprio la musica, di grande rispetto nei confronti di coloro che poi venedo a vedere i miei concerti e comprando i miei dischi mi hanno dato la possibilità di fare quello che ho sempre sognato da bambino. Questa è stata la mia più grande avventura: se io mi rivedo quando avevo 5 anni con una fisarmonica in mano che era più grande di me, il quel periodo il mio obiettivo era quello di diventare un musicista, un bravo musicista, non volevo diventare né ricco, né famoso come tanti che volevano andare in televisione. No, io volevo diventare uno che andava sul palcoscenico e faceva quello di mestiere, per cui io mi rivedo con una sorta di tenerezza, non di nostalgia [...].
Il primo da ringraziare è Valerio Negrini, il quale insieme agli altri miei amici e colleghi ha voluto il mio inserimento all'interno del gruppo e ha calzato le mie musiche di parole che ogni sera io canto e sono emozionatissimo. Poi Roby Facchinetti che durante un viaggio, me lo ricordo ancora, in un furgoncino lui con gli occhioni mi guardò [...], io avevo 17 anni per cui se mi avessero detto qualsiasi cosa avrei detto: "Sì, ok, cosa devo fare?". Lui mi disse: "Tu devi diventare il più grande chitarrista italiano!". A me! A 17 anni! Suonavo la chitarra da due anni, non sapevo nulla e mi disse: "Tu devi diventare persino più bravo di Alberto Radius!" [...]. Devo dire grazie a loro di avermi dato i consigli, di avermi instradato.
Sono state tante le persone che ho conosciuto nel corso degli anni: mi viene da pensare ad esempio a una ventina d'anni fa quando conobbi Tommy Emmanuel, quando lo sentìì suonare dissi: "Questo è veramente un "marziano", cosa darei per riuscire ad andare su di un palcoscenico insieme a lui!". E questo è accaduto. Per cui grazie a lui e grazie alla fortuna che ho avuto. Piuttosto che Maurizio Salvadori, è stato il nostro manager per tanto tempo, col quale abbiamo cominciato a fare i primi grandi concerti nei teatri, negli stadi. Mi ricordo guardavamo la Formula 1 piuttosto che andavamo a vedere la gare a Monza, perché sia io che lui eravamo appassionati, abbiamo sognato un di giorno andare a correre veramente in macchina. Poi mi sono ritrovato anche lì, dopo anni, a correre con una tuta addosso, a fare dei record nelle piste, a vincere anche delle gare. Per cui devo dire che io son sempre solito dire: "Aiutati che Dio t'aiuta", cioè io ho sempre avuto delle grandi intuizioni, compreso quelle che dicevamo prima, il fatto di portare a termine cintuant'anni di musica, portare a termine cinquant'anni della mia carriera, correre in macchina, diventare un buon strumentista e mi son sempre dato da fare per fare questo, non ho aspettato che le cose cambiassero».
Dodi ha poi accennato all'importante riconoscimento ricevuto presso il Conservatorio di Matera lo scorso 24 luglio di cui ho scitto nell'articolo dal titolo "Dodi Battaglia: laureato nell'universita' del palcoscenico": «Recentemente ho avuto una grandissima soddisfazione: sono diventato professore di musica, cosa che era la mia ambizione quando ero ragazzino [...]. C'è stato qualcuno dal Conservatorio di Matera che ha pensato a me, insieme ad Ennio Morricone, per cui siamo in grande compagnia, per attribuirmi questa laurea honoris causa in chitarra jazz di secondo livello, per cui posso anche rispondere ai bandi di concorso "Cercasi chitarrista di fila"», ha aggiunto scherzando.
Fine prima parte. Continua...
Autore - Michaela Sangiorgi