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Dodi Battaglia: laureato nell'universita' del palcoscenico - Martedi' 02.08.2017

Dodi Battaglia con il diploma e la corona d'alloro

Lunedì 24 luglio​ a Matera Dodi Battaglia è stato protagonista di un evento molto importante a livello professionale, personale, ma anche per quanto riguarda il panorama musicale nazionale: il conseguimento del diploma accademico honoris causa di secondo livello in "Chitarra elettrica jazz" presso il Conservatorio "Egidio R. Duni" di Matera, città nominata "Capitale Europea della Cultura 2019". Per la prima volta un artista ha ricevuto tale riconoscimento per la propria attività come musicista, un attestato diverso dalle lauree honoris causa in comunicazione assegnate in precedenza ad artisti come Lucio Dalla e Vasco Rossi.
La partecipazione alla lectio magistralis tenuta da Dodi, aperta al pubblico e gratuita, ha avuro inizio alle ore 18:30 presso l'Auditorium "R. Gervasio", in Piazza del Sedile a Matera. Presenti in sala il Presidente dell'Istituto Arnaldo Greca, il Direttore Piero Romano, il Consiglio Direttivo e studenti del Conservatorio. Sono intervenuti il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, il Presidente della Provincia di Matera Francesco Di Giacomo, il Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, me tre a moderare la serata è stato convocato il critico musicale de "Il Mattino" Federico Vacalebre.

 

Dobbiamo prendere atto di quello che siamo noi italiani, di quello che esprimiamo con la nostra arte, con la nostra maniera di fare. Dodi

Un Dodi Battaglia visibilmente emozionato ha preso la parola nell'auditorium gremito di spettatori. Il chitarrista dei Pooh, rivolgendosi ai presenti, ha così cominciato: «Buona sera a tutti, grazie di essere qui... ma voi volete mettere a repentaglio le mie coronarie oggi!». Poi, dopo essersi stretto a Vacalebre: «Ho abbracciato lui perché in lui riconosco tutte le fantastiche parole che avete avuto nei miei confronti, nei confronti della musica e nei confronti di un atteggiamento bello, intelligente, moderno, vicino a quello che diceva Piero», riferendosi al Direttore del Conservatorio. «Ci vuole qualcuno che» ha proseguito, «e non sono io, ci vuole qualcuno che a un certo punto abbia il coraggio di cambiare la normalità, gli stili. Mi ricordo, quando sono venuto proprio qui a fare il concerto a Matera, forse ancora prima di quello degli anni '80, ne parlavo con i ragazzi per strada. Mi dicevano: "Sai qui non succederà mai niente". Dico: "Ma non è vero!". Torno oggi e vedo una realtà cambiata, una intelligenza di quelle che portano avanti veramente una città che dev'essere un vanto nostro. Quando prima sentivo dire "Dobbiamo renderci conto che noi abbiamo i grandi della musica, i grandi del teatro, i grandi musicisti", non dobbiamo vergognarci [...]. Dobbiamo dare veramente il valore, dobbiamo prendere atto di quello che siamo noi italiani, di quello che esprimiamo con la nostra arte, con la nostra maniera di fare. Noi facciamo delle cose bellissime, ne parliamo... ma poi ci nascondiamo...
Oggi sono veramente contento di quello che ho sentito dire. Ripeto, voi mi avrete sulla vostra coscienza... Ognuno di voi mi ha emozionato, mi ha preso il cuore, l'anima. Per me questo sarà un giorno memorabile, soltanto confrontabile con quella che è stata la nascita dei miei figli, fino adesso l'emozione più grande della mia vita [...].
Prendo non una frase mia, ma una frase che mi ha regalato l'amico Andrea Mingardi: "Tu ti sei laureato nell'università del palcoscenico" ed è la verità, la verità che noi ci siamo fatti veramente le ossa lì. E una cosa tengo a dire vedendo questo pubblico fantastico: ho visto delle facce che magari voi non conoscerete ma che io ho visto venire qui alcune da Vicenza, alcune da Milano, alcune dall'Umbria. E' questo il vero motivo di aggregazione di questa serata: portare nei confronti del Direttore del Conservatorio, di tutto il Consiglio Accademico questa nuova maniera di fare istruzione, di portare avanti la cultura italiana, portare i riflettori su questa città, su questo accadimento. Io sono transitorio, un domani farò un'altra cosa, ma la cosa bella è che abbiamo "sfondato"... E' un momento epocale questo, io non me ne prendo il merito, voglio dare il merito a chi ha pensato di fare questo evento dedicato a me, ma io son solo un pretesto. Il merito di questa cosa sono le persone che si sono rese conto che la musica stava cambiando, che la comunicazione stava cambiando, che Matera stava cambiando, che il Conservatorio stava cambiando, io son soltanto un testimonial di questa operazione, per cui devo dire grazie a coloro che intelligentemente e con grande sensibilità in maniera particolare per la musica hanno voluto fare questa iniziativa [...].
Grazie dal profondo del mio cuore! [...] ho avuto un'emozione simile la prima volta che ho avuto una chitarra fra le mani. Sì, lì ho vibrato nella stessa maniera in cui sto vibrando oggi... non so come ringraziarvi... [...] Auguro a queste persone, a questa città, al Conservatorio tutto il bene possibile immaginabile al di là di quello che è Matera, perché i nostri giovani devono capire un concetto che aveva già espresso giustamente Federico: chi ha come me la passione per la musica ha soltanto un obiettivo grandissimo, come tutte le passioni che ci governano, riuscire a fare questo di mestiere. Chi si fa dieci anni di conservatorio non è che vuol fare il dentista: vuol fare il musicista! Vuole andare a suonare, vuole andare sul palcoscenico! E allora quando sei sul palcoscenico tu devi fare una musica che assomigli all'audience che vai a rappresentare, devi parlare lo stesso linguaggio. Io non sono d'accordo soltanto su una cosa di alcuni degli artisti che io e Federico non amiamo, gli artisti che a un certo punto si mettono su una montagna e lì dicono che hanno l'ispirazione. Non è così [...]. Insieme ai miei colleghi abbiamo venduto più di cento milioni di dischi, siamo quelli che [...] dopo Mike Bongiorno abbiamo preso un numero maggiore di Telegatti. Voglio dire, noi abbiamo la grande fortuna di raccontare quella che è la storia della gente, tu devi stare in mezzo alla gente e andare a spingere il carrello della spesa con tua moglie se vuoi raccontare la storia della gente, ma se stai in cima alla collina nella villa in Brianza ma che cosa racconti alla gente? Questo è».

A sottolineare la diversità rispetto alle lauree honoris causa in comunicazione in precedenza attribuite da altri atenei, Vacalebre ha annunciato l'inizio della lectio magistralis di Dodi tenuta con il suo strumento d'eccezione, la chitarra. Il primo brano ad esere eseguito è stata la parte strumentale di "Parsifal" dall'omonimo album che costituì una sorta di spartiacque nella produzione artistica dei Pooh, gettando le basi della sonorità e dello stile interpretativo di Battaglia e dell'intero gruppo. A seguire "Primavera a New York", dall'album acustico "D'Assolo" del 2003.

Imbracciata nuovamente la chitarra elettrica, Dodi ha introdotto il brano con queste parole: «Devo spendere due parole a proposito di Valerio Negrini. Io son figlio unico, ma lui è stato veramente un fratello maggiore per me: mi ha insegnato come si fa a stare sul palcoscenico, ad approcciarsi a questo lavoro. Mi ha insegnato che per fare il musicista occore seguire una semplice teoria: se Dio ci ha fatto con due orecchie e una bocca vuol dire che dobbiamo ascoltare il doppio di quello che diciamo. Io abbraccio in pieno questo tipo di atteggiamento e dovete sapere che un giorno le canzoni nascono perché sei innamorato, perché vuoi esprimere un grande concetto, delle volte perché hai un semplice contratto discografico da rispettare altrimenti ti arriva la lettera dall'avvocato. In questo caso io ho scritto questo brano inizialmente col pianoforte poi l'ho sviluppato, l'ho scritto senza nessuna finalità al di là di quella di dare un grande saluto a un grande fratello che si chiama appunto Valerio Negrini. Questo brano si chiama "Vale".
"Vale" è l'ultimo brano della tracklist dell'album "Dov'è andata la musica", publbicato nel 2015 insieme all'australiano Tommy Emmanuel, riconosciuto a livello mondiale il miglior esponente in ambito chitarristico della tecnica finger style e dal quale Dodi ha preso ispirazione nell'incizione dell'album "D'Assolo".

Vacalebre ha sottlineato come Battaglia passi dalla chitarra acustica a quella elettrica con estrema facilità, alternando stili, sonorità e melodie. Dodi, rientrato in possesso della Maton, ha così introdotto un secondo brano dell'album "D'Assolo": «Dovete sapere che io sono di Bologna. Per me il mare adesso è molto vicino, ci sono i treni, le autostrade. Quand'ero bambino andare al mare era veramente un grande avvenimento, mio padre cominciava a tirere su il cofano della 500 un mese prima per paura che fondesse il motore. Questo fatto di andare al mare mi è rimasto impresso ed ho voluto scrivere un brano che appunto si chiama "Treno per il mare"».

E' stata veramente una grande occasione per ritrovare una unione che magari si era persa, per rimboccarci le maniche e in un certo senso voler dimostrare a noi stessi, al pubblico, al mondo che eravamo ancora vivi, avevamo ancora delle cose da dire. Dodi

Al termine dell'esecuzione Vacalebre ha ricordato l'addio ai Pooh dato dal batterista Stefano D'Orazio nel 2009, permettendo così a Dodi di spiegare come il gruppo riuscì a superare un periodo così pieno di incertezze: «C'erano due scuole di pensiero. Una diceva: a questo punto l'immagine dei Pooh è venuta a essere compromessa, non saremo mi più il gruppo di un tempo, è ora di chiudere bottega, di ritirarci. Invece un'altra scuola di pensiero un pochino più propositiva, più positiva, più bella, più solare era quella di portare avanti questo grande sogno perché meritava di essere portato avanti, perché meritva di arrivare al grande traguardo [...] dei cinquant'anni di carriera. E' stata veramente una grande occasione per ritrovare una unione che magari si era persa, per rimboccarci le maniche e in un certo senso voler dimostrare a noi stessi, al pubblico, al mondo che eravamo ancora vivi, avevamo ancora delle cose da dire. E allora io credo che abbiamo fatto la scelta corretta in quel momento, al di là della vendita dei dischi, dei concerti perché da quel momento in poi quando ti guardi allo specchio dici: "Ho fatto una bella scelta!"».
Il chitarrista ha eseguito per il pubblico la parte strumentale di "Dove comincia il sole", dall'omonimo album del 2010 pubblicato nella formazione a tre componenti: Dodi Battaglia, Red Canzian, Roby Facchinetti. Un brano dedicato, nelle parole di Valerio Negrini, ad un mondo ideale, se non utopistico.

Dodi ha dedicato una parentesi alle sue collaborazioni: «Ho avuto la grande fortuna nella mia vita di fare il mestiere che ho sempre sognato, di incontrare delle persone stupende che mi hanno insegnato questo mestiere, di continuare ad incontrarne ancora». Poi riferendosi a Guido elmi, recentemente scomparso: «Voi pensate che il mio amico di scuola è diventato poi il produttore di Vasco Rossi. Lui un giorno mi ha chiesto: "Ma insomma perché non vieni in sala di incisione?". Io a quei tempi ero diventato abbastanza famoso perché mi ero specializzato in arpeggi, dopo ve ne farò sentire alcuni. Lui mi ha detto: "Prendi una chitarra, prendi la tua strumentazione e vieni in sala di incisione". La mia strumentazione stava arrivando dalle Hawaii dove eravamo andati a fare un disco: "Non ho nulla con me". Dice: "Prendi una chitarra e la attacchi al banco". Questo ho fatto e quel giorno è nato questo brano», ha spiegato eseguendo alcuni accordi di "Una canzone per te". Poi ha ripreso: «La cosa curiosa per quelli che si apprestano ad imparare cosa vuol dire suonare gli strumenti musicali, le chitarre, è che ho fatto quel brano, che a tutt'oggi quando la sentite in radio questa chitarra "buca", viene fuori dagli altoparlanti [...], l'ho fatto in diretta nel banco, per cui è il massimo della semplicità [...]. Mi ha chiamato anche una seconda volta questo mio amico produttore, siccome il brano non era andato male. Dice: "Andiamo in sala d'incisione, ne facciamo un altro". Ho preso la chitarra, in questo caso ho preso la sua, abbiamo fatto questa roba qua», poi accennagli accordi di "Toffee". «E poi ne ho fatto un altro ancora, il terzo, siccome [...] dopo due squadra vincente non si cambia», eseguendo l'arpeggio di "Va bene, va bene così".

Battaglia ha spiegato di essere vicepresidente di Nuovo IMAIE, l'Istituto di gestione collettiva dei diritti di proprietà intellettuale degli Artisti Interpreti Esecutori. Fondato e gestito da soli artisti, si occupa di riscuotere e distribuire i diritti agli attori, cantanti, doppiatori, musicisti, direttori d'orchestra, derivati dalle utilizzazioni delle loro opere registrate.
La lectio magistralis è proseguita con l'esecuzione di altri capisaldi della sua carriera come "La mia donna", "Tanta voglia di lei", "Piccola Katy".

L'attesa consegna del diploma ha visto il Direttore del Conservatorio Piero Romano prendere la parola: «Donato Battaglia in riconoscimento per le Sue elevate doti civili, morali, professionali, sociali, per l'eccellenza dei Suoi meriti nella ricerca, nella tecnica e nell'adempimento dei risultati in ambito musicale, per la responsabilità educativa dei messaggi etici, di valorizzazione della dignità della persona, come promotore dei valori della cultura e dell'arte, enfatizzanto il valore formativo della stessa, divenendo maestro di emozioni, segnando i tratti di una identità culturale territoriale e generazionale nei quali riconoscersi, in nome del Presidente della Repubblica e grazie ai poteri che mi conferisce la legge, oggi Donato Battaglia in arte Dodi nato a Bologna l'1 giugno 1951 consegue il Diploma Accademico di secondo livello honoris causa in chitarra elettrica. Complimenti!».

Dodi e la Commissione del Conservatorio di Matera
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Piero Romano ha poi ripreso la parola: «La lettera del Ministero [...], leggo solo l'ultima parte come mi consiglia il sottosegretario. Tra le peculiarità che voglio infine segnalare a conferma dell'eccellenza tecnica riconosciuta, fabbriche del livello della Fender e della Maton hanno realizzato delle chitarre secondo le sue specifiche indicazioni. Per tutti questi indiscutibili contributi alla didattica e all'arte musicale sono ben lieto di questa onorificenza e spero che il suo esempio sia ispirazione per molti giovani artisti. Sottosegretario di Stato all'Istruzione Università e Ricerca Vito De Filippo».

Dodi a sua volta ha voluto omaggiare il Conservatorio: «Ho pensato quale ricordo di questa giornata di lasciare un piccolo segno. Voi sapete che io sono testimone di una grande casa produttrice di chitarre che si chiama Fende, la quale ha fatto un modello che si chiama Stratocaster e siccome oggi si parla un pochino di quella che è la mia carriera, ho voluto prendere due chitarre esattamente come sono state la prima che ho avuto nel fare i primi successi con i Pooh e ho pensato di fargli incidere una cosa sopra, "Matera 24 luglio 2017" [...], una delle quali voglio lasciarla all'amico Piero e l'altra voglio lasciarla sempre all'amico Piero che la consegnerà poi al Conservatorio per cui mi piacerebbe rimanesse sempre a ricordo di questa giornata».

Le Fender donate da Dodi al Conservatorio di Matera e al Direttore
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"Pensiero" è stato il brano che ha concluso una giornata certo indimenticabile per Dodi e importante per il panorama musicale italiano, quello pop, mai in perfetta sintonia con il mondo accademico.
Dodi Battaglia rappresenta da anni una eccellenza nel panorama chitarristico nazionale. A parere di chi scrive avrebbe potuto svettare ancora di più ed ottenere maggiore visibilità in ambito internazionale, ma le sue capacità ed i guizzi compositivi sono sempre stati diretti in funzione della crescita artistica dei Pooh. Vivere in funzione di un gruppo comporta il rinunciare a personalismi in ambito dell'espressività artistica in funzione della costruzione di un sound corale riconoscibile e definito. Ora che i quarantotto anni di militanza nei Pooh si sono conclusi, mi auguro ci sia l'opportunità di assistere ad una ulteriore evoluzione artistica di Dodi, al raggiungimento di una espressività che ci permetta di continuare a meravigliarci del suo talento.

Autore - Michaela Sangiorgi