Il dopo Pooh per Red Canzian, tra progetti e ricordi - Terza parte - Venerdi' 30.06.2017
Nella prima parte di questo articolo, pubblicato il 18 giugno, è stato illustrato l'attuale impegno editoriale che vede Red Canzian collaborare con la figia Chiara nella promozione del libro "Sano vegano italiano", edito da Rizzoli. Nella seconda parte si è dilungato sull'esperienza vissuta come componente dei Pooh.
In questa terza ed ultima parte sono raccolte altre dichiarazioni rilasciate in una serie di interviste tenute da Fabio Martini per l'emittente romana Radio RTR 99 il 21 ed il 27 aprile, l'8 maggio.
Siamo stati testimoni di un tempo che cambiava e forse un pochino lo abbiamo anche influenzato sicuramente con messaggi semplici ma positivi. Red
Dopo l'esperienza risalente al 5 e 6 giugno del 2010 con la mostra organizzata a Mantova dal titolo "Un po' dei nostri tempi e ricordi migliori", tra i fan è vivo l'interesse per il ripetersi di una esperienza simile, se non la realizzazione di un museo vero proprio. Si è espresso in merito Red Canzian, ricollegandosi a tal proposito alle voci riportate da alcuni articoli di stampa, poi smentite dai Pooh, di una vendita del loro materiale scenico, degli strumenti e dei costumi: «Non abbiamo venduto nulla di ciò che relamente ha fatto la nostra storia» ha spiegato Canzian, «quindi la mitica scritta dei Pooh è appesa nei nostri uffici. Quando una volta non esistevano i plotter digitali i nostri fondali di "Uomini soli", di "Amici x sempre", quei fondali enormi che avevamo dietro al palco sono dipinti a mano. Mettevano le cose attaccate ai capannoni, proiettavano la copertina e c'era un omino che piano piano se lo dipingeva tutto: quindi hanno un valore oltre che storico anche di preziosità artistica. La nostra strumentazione ovviamente non la vendiamo: abbiamo fatto questo errore quando eravamo giovani, abbiamo venduto qualcosa e abbiamo rincorso il mondo per ricomprarcelo. Quindi tutto ciò che noi abbiamo è e rimarrà nella nostra storia, compresi i costumi di scena che ogni tanto quando rivedo qualche fotografia devo dire che sorrido anche abbastanza, però abbiamo fatto anche quello. Fare un museo significa avere poi della gente che lo viene a visitare, a vedere. Probabilmente si potrebbe fare un temporary museum, cioè fare una cosa che dura un mese in occasione, che ne so, del Festival di Sanremo del 2030, per i 60 anni della storia dei Pooh; fra dieci anni facciamo un mese di museo in un luogo dove avvengono cose di musica. Così ci credo di più. Però sì, la storia va raccontata e la nostra, a oggi posso dirlo che non devo vendere più niente, la nostra è stata una storia importante, è una storia che ha accompagnato molti italiani per tanti anni. Siamo stati testimoni di un tempo che cambiava e forse un pochino lo abbiamo anche influenzato sicuramente con messaggi semplici ma positivi».
Il bassista trevigiano ha spiegato su quali binari si sta assestando la sua vita artistica ma anche umana dopo il l'ultimo concerto del 30 dicembre 2016 tenuto dai Pooh all'Unipol Arena di Casalecchio di Reno: «Il post Pooh è più sereno di quello che immaginavo, è di riflessione, di creatività, quella grazie al cielo non manca e di un abbraccio continuo che non è ancora finito da quel 30 dicembre, perché ogni volta che incontro qualcuno che c'è stato, non c'è stato a vedere quell'ultimo concerto o che ha visto il concerto durante questo ultimo tour Reunion trovo un amore, un affetto e una predisposizione positiva, d'amore nei nostri confronti: è veramente bellissima e commovente e credo che, anche se so che ha creato dolore in tante persone ma ha creato anche a noi sicuramente dolore interrompere una storia come la nostra, credo però che la nostra storia meritasse di finire in questo modo così straordinario, alla grande. La nostra è una storia che non poteva finire a sfumare come purtroppo tante carriere belle si vedono finire. Io credo che ci vuole il coraggio, la dignità e il rispetto per la propria storia e la propria musica anche nel dire "E' arrivato il momento di fermarsi". Intano la musica nostra c'è, rimane, resterà lì. Credo poi che un uomo a una certa età ha anche il diritto di rimettersi in gioco da solo per fare l'ultimo tratto della sua vita guidando con le sue scelte e sentendosene responsabile del tutto, perché io ho vissuto più coi miei colleghi che con la mia famiglia. Questo forse è il momento per riprendere un pochino in mano anche... che poi lavoro, giro, faccio un sacco di cose, le condivido con la mia famiglia [...]. Siamo stati molto bravi e abbiamo trovato l'accordo praticamente sempre. Per cui il dopo Pooh è così, è questo strano limbo al quale mi sto abituando, però nel quale trovo comunque tanto amore, tanta bella gente».
Poi, riferendosi al record di vendite dei biglietti per gli eventi live ed all'album "L'ultima notte insieme" ancora in classifica, Red ha considerato: «E' stato un anno incredibile e tutto ha assomigliato a quello che volevamo fare per concluderere questa storia veramente meravigliosa, concluderla come questa storia meritava, alla grandissima. Abbiamo avuto mezzo milione di persone ai nostri concerti nel 2016 [...]. Sapevamo che sarebbe stato un momento meraviglioso, di grande empatia, di grande abbraccio, ma supporlo così grande forse poteva essere un po' presuntuoso e invece è andata al di sopra di ogni aspettativa».
Foto dei premi pubblicata sulla pagina Facebook di Red Canzian.
Un quesito che più agita le fantasie dei fan è forse quello reativo all'esistenza o meno di brani inediti rimasti nel proverbiale "cassetto". Ad un progetto relativo alla trasposizione in musical della storia di Parsifal ne ha già accennato Dodi alcuni mesi fa, il quale nell'intervista del 21 febbraio rilasciata a Fabio Martini affermava che: «Avevamo iniziato un progetto che proponeva di trasformare il nostro "Parsifal" in un musical, cioè di farlo più ampio, fare una storia più completa. Valerio aveva già iniziato a lavorare per questo. Per quanto invece riguarda il discorso di cose che noi abbiamo fatto che magari abbiamo nel cassetto, qualche testo, qualche provino... non ne abbiamo tantissimi, però io qualche cosa ho e proprio ieri ho sentito uno di questi brani rimasti sulla scrivania del computer: mi sono un po' commosso, mi sono emozionato sentendo quella roba lì. Risale a quattro, cinque anni fa». E' possibile leggere i contenuti dell'intera intervista nell'articolo "Dodi Battaglia: quando la voglia di suonare non ammette pause".
Canzian si è così espresso in merito all'argomento: «E' rimasto in sospeso perché è morto Valerio, non perché ci siamo fermati. Quello è un disco che noi avevamo cominciato a fare, a lavorare a livello di composizione musicale. Poi purtroppo è successo quello che è successo e il progetto si è fermato».
Alla domanda se i Pooh senza il fondatore e paroliere Valerio Negrini non avrebbero avuto forse senso, Red ha risposto: «Valerio era la reale anima narrativa della nostra musica: è impossibile pensare a un progetto nuovo senza di lui. Questo è anche uno dei motivi per cui ritengo giusto che siamo stati bravissimi a portarla fino a qua la storia, nonostante lui se ne sia andato da più di tre anni. Secondo me il giusto iter è stato questo, anche per una forma di rispetto: questa storia l'ha iniziata lui, l'ha raccontata all'80% lui con le sue parole, con le sue storie, con le sue visioni, con i suoi voli poetici straordinari e sinceramente è un po' come sedersi su una sedia senza una gamba: rischi di cadere o comunque di non essere seduto bene. Quando la magia finisce e in questo caso purtroppo per fatti che noi non possiamo certo controllare come la vita e la morte, quando finisce una storia, quando finisce una magia come quella che si era creata per una casualità, perché noi siamo stati i Pooh per caso, perché ci siamo incontrati noi e non altri quattro, cinque con Valerio. Perché io credo che se era soltanto un elemento diverso da noi cinque, probabilmente non saremmo arrivati qua. Abbiamo avuto la fortuna di beccare un cocktail pazzesco, dove ognuno completava l'altro, dove ognuno aveva un interesse che l'altro non aveva, quindi era molto difficile scontrarsi».
Roby lo sa io adoro "Uomini soli" perché è un matrimonio perfetto tra testo e musica, ma quell'apertura musicale è veramente cuore puro. Red
Il discorso si è poi spostato sull'attività solista dei singoli artisti. Red si è espresso in merito ai suoi futuri progetti live: «Non possiamo scendere a compromessi e fare cose in luoghi, spazi e modi che non assomigliano alla nostra storia, perlomeno io non voglio farlo. Anche se canterò delle cose dei Pooh nei prossimi concerti che farò (è ovvio, è la mia storia, è la mia vita) però non vorrei puntare tutto ed esclusivamente, perché mi sembra troppo fare un concerto solo di canzoni dei Pooh perché mi sembrerebbe quasi di togliere, di rubare qualcosa alla nostra storia, ai miei amici, ai miei colleghi. Certo che ci sono delle canzoni che non posso non fare perché alcune le ho scritte io e fanno parte della mia vita, raccontano la mia vita, ma anche alcune canzoni che ha scritto Roby che sono veramente la storia anche mia perché l'ho condivisa per 40 anni, 44 anni, le canterò. Però ci sono delle canzoni che invece rispetterò come canzoni del gruppo, che non toccherò perché si può farne a meno. Comunque io credo che uno debba anche trovare un suo modo di andare avanti, di raccontarsi e infatti io faccio questi prototipi di spettacolo che saranno poi sviluppati bene più avanti, che sono un escursus attraverso la musica che ha attraversato la mia vita, passando dai Beatles a Elvis Presley a Gino Paoli perché sono tutte canzoni che mi hanno formato. Io quando canto "Il cielo in una stanza" mi emoziono. Quando canto "Torna a Surriento", perché la musica napoletana secondo me ha influenzato tantissimo quella italiana, io mi emoziono come quando canto "Uomini soli" perché è una musica talmente bella e importante; Roby lo sa io adoro "Uomini soli" perché è un matrimonio perfetto tra testo e musica, ma quell'apertura musicale è veramente cuore puro».
Martini ha chiesto come sia stato reinterpretare "Solo cari ricordi", riproposta durante i recital tenuti nel 2014: «E' bellissimo cantarla perché è un fim e mi ricordo quando Giancarlo Lucariello, che era il produttore di allora e che insieme ai ragazzi mi aveva scelto, mi disse "Dai prova a cantarla tu". Mi ricordo ancora che scesi i gradini che dalla regia portavano nello studio che era leggermente più basso alla sala di ripresa, eravamo in Via Moretto da Brescia a Milano, nei vecchissimi studi della CGD e io andai lì e cantai "Quarta scala, grazie...". Rifarlo dal vivo e vedere che la gente lo apprezzava così tanto è stato veramente molto bello. Lo farò, ma farò anche "L'anno è il '73..." credo, perché quelle sono proprio le cose che hanno toccato la mia vita».
I Pooh, grazie la prolificità di Valerio Negrini nello scrivere, è il gruppo pop italiano che più ha saputo spaziare in fatto di argomenti e temi trattati. A riprova è la collezione tematica realizzata da noi di www.iPooh.it e pubblicata da Mondadori tra il 2015 ed il 2016, dal titolo "Pooh 1966 - 2016 - La collezione". «Abbiamo parlato dell'immigrazione quando il problema non c'era», ha spiegato Red. «In "Oasi" c'erano già due braccia che si stringevano, due mani che si incrociavano. In "Senza frontiere" parlavamo di cose che purtroppo sono problemi che si sono sviluppati adesso, negli ultimi anni [...]. Valerio Negrini è stato un precursore e ha scritto delle pagine indimenticabili [...]. Sono fotografie precise di un momento storico che stavamo vivendo. Quando Vasco ha scritto quel capolavoro della "Vita spericolata", racconta esattamente non solo quello che lui era in quel momento, ma quello che migliaia di giovani erano in quel momento, un momento in cui si passava da un periodo di un impegno di un certo tipo e ci si perdeva in un disimpegno di un certo tipo. Quindi questa voglia di ritrovarsi, di diventare nuovamente ribelli di serie A è meraviglioso e queste sono fotografie di una socialità che valgono quanto un articolo dei più grandi giornalisti che abbiamo. Grazie, perché se noi abbiamo fatto quello che siamo riusciti a fare è perché voi avete capito quello che stavamo facendo».
Quasi concluso il vero e proprio tour di presentazione del libro "Sano vegano italiano", molto probabilmente nei prossimi mesi Canzian si dedicherà in modo più intenso al lavoro di rifinitura del suo nuovo album. Al momento si sa con certezza che per i testi si ha la collaborazione di Miki Porru, come già avvenuto per "L'istinto e le stelle" del 2014. Red ha anticipato alcune strofe in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook lo scorso 20 maggio:
"Ne ho dipinta di primavera
ne ho incontrata di gente cara
sono contento di me..."
Vedere come gli anni trascorsi dedicandosi anima e corpo al progetto artistico che tutti conosciamo come Pooh non abbiano minato o, ancor peggio, spento la voglia di fare e l'ispirazione di Red è di conforto ai tanti fan che, come chi scrive, seguono con interesse le iniziative dell'artista trevigiano. Ai primi passi mossi con l'ingenuità e la determinazione dell'adolescente sono seguiti la lungimiranza e la capacità propri di chi per tanti anni ha lavorato sul campo e si è esposto in prima persona, sia che si trattasse di dipingere le grandi ali di una scenografia, o di sviluppare l'idea per la copertina di un album, o di intrattenere i contatti con la stampa.
Ora che per Red è cominciato il secondo tempo della sua vita artistica non rimane che attendere il pieno sviluppo delle sue iniziative discografiche e teatrali, certi che nelle tracce audio e sul palco ascolteremo e vedremo esprimere quella parte di estro ed inventiva prima relegati in un angolo perché molto personali e non funzionali ai progetti del gruppo.
Fine terza e ultima parte.
Autore - Michaela Sangiorgi