Red Canzian a RTR 99: quando la vita insegna a mai dire mai - Mercoledì 02.05.2018
Lo scorso 27 aprile Red Canzian, bassista dei Pooh, compositore e interprete di molti brani del gruppo, è stato protagonista di una diretta telefonica con Fabio Martini nel corso della trasmissione "La Strana Nostalgia", sull'emittente romana Radio RTR 99. La chiacchierata dal tono amichevole h avuto anche lo scopo di tranquillizzare ulteriormente il pubblico di Canzian, raggiunto il 24 aprile dalla notizia di un suo importante problema di salute.
«Son quelle "buche" che ogni tanto incontri», ha spiegato Red. «L'importante è poi riuscire a rialzarsi. Sto combattendo dal 2001 con un melanoma, un piccolo neo sulla schiena che ho tolto il 19 luglio del 2001: ero in concerto a Padova coi Pooh e ho fatto il concerto la sera con la cinghia che grattava proprio sopra i punti [...]. Tolto, fatto tutto ciò che c'era da fare, il linfonodo sentinella e quant'altro. Nel 2015, quando ho avuto il problema che ho raccontato alla gente [fu operato d'urgenza per disseccazione dell'aorta causata da un aneurisma, n.d.a.], quando hanno fatto la TAC per l'intervento all'aorta si sono accorti che c'era un linfonodo sotto l'ascella destra, molto grosso, molto intaccato. Per cui un mese dopo l'intervento al cuore ho fatto un altro intervento nel quale sono stati asportati i linfonodi dell'ascella destra e speravo fosse finita. Però ogni sei mesi ho fatto una TAC per monitorarmi e con le TAC arrivano queste belle sorpese, che però voglio dire meno male che le scopriamo! Ho scoperto che c'era questo nodulo sospetto che poi dall'esame istologico che è arrivato qualche giorno fa risultava essere un'altra metastasi di questo melanoma che aveva attaccato il polmone. Ci ho provato come un matto a spostarlo a giugno, perché avevo la tournée e avevo paura che mi succedesse come tre anni fa che perdevo la voce per più di un mese, ero disperato. Invece grazie al cielo la voce è rimasta, anzi in questi giorni ho fatto le prove e va da Dio, ma soprattutto il professore mi ha detto: "Tu sei pazzo se speri che io aspetti giugno a operarti perché siamo vicini a dove hai fatto l'intervento al cuore, per cui se questo si ingrossa io per toglierlo devo andare a grattare intorno, a scavare, andiamo a rovinare il lavoro che han fatto sull'aorta, un danno sull'altro. Operiamo immediatamente". Al che "operiamo immediatamente" per me è stato: bene, entro stasera in ospedale, faccio i prelievi e domani mattina si opera. E così è stato».
La prevenzione è importantissima: facciamo, soprattutto dopo i quarant'anni, cinquant'anni un controllo, almeno uno all'anno, perché se lo becchi in tempo qualsiasi male è combattibile. Red Canzian
Riferendosi sempre al suo problema di salute: «Ho voluto raccontarlo per due motivi, non è che ci tengo a raccontare cose come queste che non sono per niente piacevoli [...]. Il primo: queste cose le devi affrontare con determinazione e grinta e non è possibile farsi fregare da un affarino di due centimetri di diametro, non è possibile. Non ho voluto accettarlo mentalmente, per cui sono andato avanti a combattere e per me la cosa più importante era la tournée da fare. Avevo un obiettivo e quindi dopo tre giorni ero in piedi e al quarto giorno ero a casa che studiavo il basso per la tournée e poi ho cominciato le prove. Seconda cosa: ho voluto dare questo segnale perché la prevenzione è importantissima: facciamo, soprattutto dopo i quarant'anni, cinquant'anni un controllo, almeno uno all'anno, perché se lo becchi in tempo qualsiasi male è combattibile; se aspetti che prenda spazio, non ce la fai più. Quindi mi interessava dare questo segnale».
In questa tournée l'abbraccio della gente sarà la cosa che sicuramente è più importante per me, proprio perché sono arrivato "al pelo" a farla questa torunée, sono riuscito proprio grazie alla determinazione, all'importanza che ha per me. Red Canzian
Martini ha osservato come il tour che prenderà il via questa sera sia centrato su di uno spettacolo molto impegnativo. «Credo di avere veramente bisogno di stare in mezzo alla gente», ha ammesso Red. «Ho bisogno del palcoscenico, ho bisogno di qualcuno... non pretendo che mi applauda, ma che mi ascolti, perché è la mia maniera di concepire la vita, è in continua comunicazione, ecco perché scrivo libri, ecco perché dipingo, ecco perché faccio un milione di cose: proprio perché io ho bisogno di comunicare con la gente. In questa tournée l'abbraccio della gente sarà la cosa che sicuramente è più importante per me, proprio perché sono arrivato "al pelo" a farla questa torunée, sono riuscito proprio grazie alla determinazione, all'importanza che ha per me: questo spettacolo è il mio gioiellino, è il mio bambino adorato, è un anno e mezzo che ci lavoro ed ho la presunzione di pensare che non sia mai stato fatto uno spettacolo così preciso, filologico e attento alla narrazione della storia del nostro paese. Son due ore e più di filmati, quaranta canzoni partendo da lontano, dal 1956 fino ai giorni nostri, fondendo la musica dei Pink Floyd e quella dei Pooh, andando a riprendere filmati vecchi, particolari, narrazioni, quella Londra dove tutto cambiava e che stava cambiando il mondo. E' un libro di storia aperto che per chi come me l'ha vissuta sarà un belllissimo ripasso, anche se devo dire che io non sono mai nostalgico in questo spettacolo, però è un bel ripasso perché la storia è importante anche se non è nostalgia e per chi non l'ha vissuta sarà ancora più importante perché capirà da che parte arriva la musica che stiamo ancora suonando oggi, ancora cantando oggi. Se non ci fossero stati i Beatles, se non ci fossero stati certi movimenti, la musica rock, il prog e quant'altro, forse tante delle cose che ci sono oggi non ci sarebbero».
Ho un pochino recuperato il Red degli inizi, perché quando riparti ti vai a riconoscere, a ritrovare nelle tue certezze. Red Canzian
Martini ha proposto l'ascolto del brano "Ognuno ha il suo racconto", osservando come la canzone presentata al Festival di Sanremo racchiuda quanto detto fino a quel momento. «C'è la fotografia della mia vita», ha convenuto Canzian.
Martini: «Che ricordo hai del Festival?».
Red: «Bello, positivo. Sinceramente mi son divertito e mi è piaciuto, perché sono andato a fare il mio mestiere, l'ho fatto bene e ho fatto capire probabilmente che io sono uno con una maniera abbastanza energica, grintosa di suonare, di cantare, di vivere questo mestiere. Ho un pochino recuperato il Red degli inizi, perché quando riparti ti vai a riconoscere, a ritrovare nelle tue certezze».
Red ha così commentato la messa in onda del singolo dei Capsicum Red dal titolo "Ocean": «Questi sono proprio gli albori. Questo pezzo lo farò dal vivo e sono riuscito a trovare nelle teche della Rai il filmato originale della sigla che con un lavoro immane ho messo a tempo sulla velocità con cui lo eseguiamo oggi: non c'era il "click" una volta, si andava avanti e indietro col BPM continuamente. Per cui ho preso il "click" di come lo suoniamo noi adesso, l'ho messo a tempo e quindi mentre noi suoniamo "Ocean" si vedranno le immagini della sigla di quando io avevo 18 anni».
Martini ha osservato che tutti dobbiamo essere un po' grati ai Beatles. «Assolutamente», ha convenuto Canzian. «Il loro è stato il vero "Big Bang", quello che ha cambiato il mondo perché venivamo dal rock 'n' roll e infatti farò "Tutti Frutti" di Little Richard. Poi il rock 'n' roll dal '58 assume anche una "faccia" più morbida, più dolce, più tenera e quindi canterò "Love me tender" di Elvis Presley. Ma poi tutto viene cambiato dei Beatles e allora ho trovato un vecchio filmato del 16 febbraio del '64 dove Ed Sullivan, che era un po' il nostro Maurizio Costanzo, il famoso Ed Sullivan Show che ha avuto i più grandi artisti del mondo, da lui a New York che li presenta. Infatti dice: "Ladies and gentlemen the Beatles!" ed è bellissimo: loro vestiti di grigio che fanno l'inchino fino a terra e noi cominciamo a suonare "She loves you"».
Martini: «Voi Pooh eravate definiti "i Beatles italliani"».
Red: «Sì, un po' per l'utilizzo delle voci, un po' per l'utilizzo della musica ritmata pop, rock, beat, chiamala come vuoi, mescolata alla melodia, che era tipica anche dei Beatles con tutte le dovute proporzioni e rispetto. Hanno fatto anche un libro: "I Beatles italiani si chiamano Pooh"».
Canzian: «Racconto anche che la musica stava cambiando il mondo, ma il mondo in qualche maniera stava influenzando la musica, per cui un menestrello come Bob Dylan cominciò a scrivere delle canzoni di protesta, quelle che attaccavano, accusavano o comunque puntavano il dito su certi problemi e quindi quando canto "The answer, my friend, is blowin' in the wind": di questa canzone [...] si vedranno le immagini della guerra in Vietnam, i giovani americani che facevano le proteste contro la politica di Nixon e quelle cose assurde che ogni guerra può portare. Dopo di che faccio anche un'altra cosa: parlo della nostra guerra che c'era in Italia in quegli anni, di questo nostro piccolo Vietnam che si stava svolgendo su al Brennero, quando i Pooh scrissero "Brennero 66". Canterò "Brennero 66", verranno proiettate tutte le immagini di allora dei tralicci dell'alta tensione tirati giù con gli attentati dinamitardi, i nostri Finanzieri che sono morti e quindi canterò "Brennero 66". Poi diventerà tutto nuovamente festoso e allegro con la California dei festival pop, con Woodstoc, "L'isola di Wight", i Mamas and Papas che cantano "California Dreamin'" e riescono ad essere allegri anche se è una canzone scritta a New York in una giornata di neve. E poi Elton John e poi Lucio Battisti e poi fonderò un pezzo dei Pink Floyd con un pezzo dei Pooh».
Forse in qualche momento non abbiamo avuto il coraggio che poteva avere la nostra storia nel prendere una direzione un pochino più attenta, o meglio continuare su quelle cose che siamo stati forse tra i primi a fare. Red Canzian
Il discorso si è poi spostato sul fondatore e paroliere dei Pooh. Red, riferendosi a brani famosi come "Piccola Katy" o "Pensiero": «Abbiamo fatto tanto altro e il grande merito di questo altro va dato al grande Valerio Negrini: era un uomo che non vivendo la realtà del successo quotidiano dei Pooh con noi, perché lui era a casa e faceva una vita più attenta, più particolareggiata, leggeva molto, viaggiava e quant'altro, lui è riuscito a interpretare anche i disagi. Io mi ricordo nel momento quando cominciarono le prime immigrazioni i brani come "Senza frontiere". Quando ci fu il problema di quella rivolta giovanile in piazza Tienanmen in Cina, quando ci fu il discorso del muro di Berlino prima che Stefano scrivesse "Lettera da Berlino Est" lui scrisse "Dall'altra parte". Ci fu un percorso di attenzione storica, purtroppo la gente si sofferma sempre... per carità, non è mica una colpa, perché è colpa anche nostra che abbiamo cantato più "Tanta voglia di lei", "Pensiero" e "Chi fermerà la musica" più di quanto non abbiamo cantanto "Lettera da Berlino Est", o "Dall'altra parte" o altre canzoni».
Martini: «Se tu oggi dovessi fare una piccola critica ai Pooh, quale sarebbe?».
Red: «A un colosso come Valerio Negrini, alla sua intelligenza, alla sua bravura, alla sua sensibilità comunque tu ti muova gli hai sempre dato troppo poco: lui era talmente grande, che comunque avremmo potuto dargli di più e attingere di più dalle sue cose e forse ascoltarlo quando lui proponeva delle cose sicuramente non commerciali, ma assolutamente più grandi. Lì forse ci ha fregato un pochino la paura di perdere un pubblico che avevamo conquistato con fatica, perché sai all'inizio ci furono alti e bassi. Per cui forse in qualche momento non abbiamo avuto il coraggio che poteva avere la nostra storia nel prendere una direzione un pochino più attenta, o meglio continuare su quelle cose che siamo stati forse tra i primi a fare. Noi all'epoca con "Brennero 66", con altre canzoni di impegno eravamo paragonabili ai Nomadi di Guccini che fecero "Dio è morto", più che altre cose di un certo spessore».
Valerio Negrini, fondatore e paroliere dei Pooh. Clicca per ingrandire
Nello scorrere la scaletta dello spettacolo di Red è stata notata la presenza del brano "Eleonora, mia madre", tratto dall'LP "Un po' del nostro tempo migliore" pubblicato dai Pooh nel 1975, il primo testo scritto da Stefano D'orazio. «Infatti io la faccio perché è un pezzo che sento vicino, mi appartiene», ha osservato Red. «Stefano ha fatto un testo di una tenerezza, di una intensità commoventi. Il video è meraviglioso perché c'è una enorme tastiera di pianoforte proiettata e ogni tasto si trasforma in una ballerina durante il walzer finale e ha veramente il sapore delle cose antiche che però diventano attualissime, viste sul palcoscenico e interpretate con questo linguaggio di narrazione così moderno come quello del video. Poi canterò "Uomini soli" perché è di tutti e quattro: a cuore lo sento un pezzo assolutamente mio. Canterò una canzone acustica divertente di "Chi fermerà la musica" che facevo con Chiara quand'era piccolina: lei la fischiettava, quindi la facciamo un po' con quel sapore lì».
"Ali per guardare, occhi per volare" sono meno di due minuti di canzone, ma è un piccolo gioiello di sintesi e di poesia peraltro su una musica di un Roby Facchinetti estremamente ispirato. Red Canzian
Un altro brano molto intenso che verrà proposto è "Ali per guardare, occhi per volare", dall'album "...Stop" del 1980. «Qui è proprio quando parlerò di Valerio» ha spiegato Red, «del valore poetico di Valerio e tra l'altro questo pezzo lo canterà Chiara. Sono meno di due minuti questa canzone, ma è un piccolo gioiello di sintesi e di poesia peraltro su una musica di un Roby Facchinetti estremamente ispirato: questo è il Facchinetti pucciniano che io adoro. E' una musica bellissima, è un testo di Valerio che è da pelle d'oca e Chiara lo canterà con una serie di tramonti continui che si sovrappongono e cambiano in continuazione dietro di lei: lì parlo dell'importanze e del valore della parola, di quanto Valerio abbia dato. Lì introduco un altro nuovo amico che con le parole ci sa fare: è Ermal Meta, introduco il pezzo "La notte è un'alba". Ha tutto un senso, non c'è niente messo lì per caso: ogni canzone è legata a quella che viene dopo, a quella che veniva prima perché tutto deve avere un senso in questa narrazione».
Martini: «Sarà un viaggio nelle nostre vite».
Red: «Esatto, perché di striscio queste canzoni ci hanno colpito tutti. A un certo punto [...] dico che sembrava ormai che la musica fosse in mano ai complessi, alle band, ai gruppi [...]. Poi ci furono però alcuni cantautori straordinari che alzarono la testa e imposero la loro musica con canzoni che sono state veramente la colonna sonora della nostra vita. Allora c'è Chiara con "Your song" di Elton John e io che canto "Emozioni" di Battisti con una striscia di video sottilissima dietro di me che prende tutto il palco, dove si vedono soltanto dei fili d'erba che si muovo al vento, perché una canzone come quella ha bisogno di due fili d'erba ed è già raccontata e narrata nel modo più giusto. E' veramente bello».
Come i Pink Floyd si sono ritrovati, io non pongo limiti alla provvidenza. Ripeto: tra di noi non c'è il minimo ostacolo affinché questo possa succedere. Red Canzian
Martini ha osservato: «Viviamo in una società che dimentica in fretta tutto, io ho notato invece che sta avvenendo l'operazione opposta nelle menti delle persone, cioè c'è una voglia di voi Pooh incredibile. E' bellissimo anche questo, fa riflettere, fa pensare, forse questo fa capire veramente che voi avete scritto qualcosa di indelebile per sempre».
Red: «Sono felice di questo perché noi quando abbiamo dato, abbiamo sempre dato e tu lo sai, con onestà e col cuore. Per cui se sono rimaste le nostre canzoni, se la gente si riconosce in quello che abbiamo fatto e continua ad averne voglia o bisogno, grazie a Dio la musica e i dischi rimangono, può solo che farmi piacere. Noi siamo molto legati alla nostra storia e al nostro "popolo dei Pooh" [...]. Vado a fare programmi, in giro, interviste; quando dico che abbiamo concluso la nostta storia, dicono: "Sì, sì, ma noi non ci crediamo che avete concluso. Voi tornerete prima o poi". Prima o poi può essere tutto; ho imparato nella vita, soprattutto quando ti succedono certe cose, che dire "mai" è la cosa più sbagliata: nessuno di noi può dire "mai", può dire "sempre". Può dire soltanto: "Vediamo cosa Dio ci regalerà". Per cui noi non ci siamo lasciati a chitarrate in testa, per cui potrebbe essere benissimo che un giorno ci ritroviamo e facciamo qualcosa insieme. Di sicuro non rifaremo più le tournée, i dischi e le cose in maniera continuativa perché credo che ognuno di noi abbia diritto anche di viversi una sua realtà. Ieri sono stato un'ora al telefono con Roby, sembravampo due innamorati per le cose belle che ci siamo detti, io lo ringraziavo del post meraviglioso che ha messo lui. Abbiamo un rapporto talmente bello che tutto può essere».
Martini: «E' cambiato tutto, ma trovare anche un motivo per fare un incontro e fare due concerti...».
Red: «Ma sì».
Martini: «E' chiaro che avete dovuto mettere un punto e dire: "Noi abbiamo fatto cinquant'anni ed è un miracolo di bellezza. La storia finisce qui. A questo punto se si trova il motivo giusto, se si trova la sensazione, l'emozione giusta, rivedersi e fare tre concerti, casomai uno dietro l'altro, rivedersi casomai una volta ogni sei mesi, ogni anno e fare un happening di tre giorni tutti insieme". Forse ne abbiamo anche bisogno, senza nulla togliere a quello che fate da soli».
Red: «Se questo deve essere una prova che i rapporti importanti durano nel tempo, anche domani mattina lo farei [...]. Però come i Pink Floyd si sono ritrovati e hanno fatto sei pezzi insieme in occasione di una cosa di beneficenza o quant'altro, io non pongo limiti alla provvidenza. Ripeto: tra di noi non c'è il minimo ostacolo affinché questo possa succedere. Deve avere una logica, perché è inutile lasciarsi per rimettersi insieme dopo un anno, cioè deve esserci un motivo, una cosa, quando verrà il tempo se verrà e nel modo giusto. Però ripeto: nessuna preclusione a nulla, né al farlo, né al non farlo».
Questa sera a Cascina, in provincia di Pisa, Red terrà la data zero del tour "Testimone del
tempo". Sarà una ripresa artistica importante per Red Canzian, soprattutto dopo il problema di salute che ha dovuto affrontare. Sul palco con lui troveremo: Chiara Canzian (vocalist, armonica e percussioni), Phil Mer (batteria, percussioni, piano e direzione musicale), Daniel Bestonzo (pianoforte, tastiere, fisarmonica), Alberto Milani (chitarre elettriche), Ivan Geronazzo (chitarra elettrica, chitarra acustica e mandola). La tournée verrà prodotta e organizzato da F&P Group, con prevendita su www.ticketone.it:
- 02 maggio – Città del Teatro di CASCINA (PI)
- 04 maggio – Gran Teatro Geox di PADOVA
- 05 maggio – Gran Teatro Morato di BRESCIA
- 07 maggio – Teatro Nuovo Giovanni da Udine di UDINE
- 09 maggio – Teatro Creberg di BERGAMO
- 12 maggio – Teatro Colosseo di TORINO
- 13 maggio – Teatro Openjobmetis di VARESE
- 16 maggio – Teatro Augusteo di NAPOLI
- 18 maggio – Teatro Verdi di FIRENZE
- 19 maggio – Teatro Lyrick di ASSISI
- 20 maggio – Auditorium Parco della Musica di ROMA
- 22 maggio – Teatro Metropolitan di CATANIA
- 23 maggio – Teatro Golden di PALERMO
- 25 maggio – Teatro Team di BARI
- 27 maggio – Teatro degli Arcimboldi di MILANO
Autore - Michaela Sangiorgi