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Red Canzian in attesa di tempi migliori per raccontare la Venezia del '700 - Martedì 07.04.2020

Red Canzian

Lo scorso 01 aprile Red Canzian ha accolto l'invito dei promotori dell'iniziativa #ARTISTIDACASA ed ha preso parte alla diretta insieme ad un nutrito numero di artisti che si sono messi a disposizione per offrire circa due ore di svago. A condurre l'evento Claudio De Stefani, nel corso del quale il bassista e compositore trevigiano ha fornito qualche anticipazione sull'opera rock alla quale sta lavorando da qualche tempo.

I ruoli finiscono e le persone finalmente rientrano in quell'abbraccio che dovrebbe essere l'abbraccio di tutti i giorni, tutti uguali, tutti simili, tutti sullo stesso livello. Red Canzian

Collegato dalla sua residenza a Silea, Red ha così definito l'eterogeneo gruppo di partecipanti: «È tutta gente molto interessante. Queste son le cose belle come quando avviene un naufragio o avviene qualcosa di eclatante: i ruoli finiscono e le persone finalmente rientrano in quell'abbraccio che dovrebbe essere l'abbraccio di tutti i giorni, tutti uguali, tutti simili, tutti sullo stesso livello. Io devo dire che questo virus sta facendo dei danni pazzeschi e io sono molto triste per tutte le persone decedute, soprattutto gli anziani [...]: gli anziano sono la nostra storia, sono la memoria, sono quelli che potrebbero insegnare tantissime cose ai nostri figli [...]. Mi dispiace molto per tutto quello che è successo, però questo virus sta facendo qualcosa di bello, un po' come "La livella" di Totò: ci sta mettendo tutti sullo stesso livello. Infatti è scoppiato un grande pandemonio attorno a questo virus per le vittime che sta facendo in tutto il mondo, però se tu pensi che ogni giorno muoiono 24 mila bambini di fame nel mondo, allora ti domandi: forse quei bambini contano meno di noi che viviamo nel mondo occidentale ricco e agiato? Ti fanno riflettere queste cose. Questo è un virus che non guarda in faccia a nessuno, è molto democratico. L'unica cosa positiva che vedo in tutto questo è che forse un pochino ci migliorerà, un pochino ci farà diventare più attenti. Io spero che l'uomo, finito il pericolo, non ritorni ad essere stupido come prima [...]. L'ambiente che stiamo vedendo fuori che è realmente cambiato in un mese, è pazzesco! Davanti alla laguna di San Marco hanno visto i delfini saltare. Prima passavano quelle orrende navi, enormi, che oscuravano il cielo. Questo virus non so come è nato, non sono uno scienziato e non voglio sparare concetti o altre cose, ma sicuramente è anche un pochino il conto che la Natura, la Terra ci sta presentando per tutte le stronzate che abbiamo fatto nei suoi confronti».

Credo che quello che la vita ci propone, ce lo propone anche per darci una possibilità di cambiare, di crescere, di migliorare, di modificare il nostro comportamento. Red Canzian

Claudio De Stefani: «Tu sei un grande parlatore, hai bisogno del palcoscenico, vivi di palcoscenico [...], curi nei minimi particolari ogni singola cosa. Ci sono delle frasi che mi sono rimaste impresse, tipo: "La mia vita è una vita che ho sempre cercato di vivere a modo mio, cadendo, rialzandomi, piangendo, sorridendo, ma senza mai smettere che la strada era quella che avevo scelto". Quanta tenacia ci vuole, Red?».
Red Canzian: «Ho avuto un padre straordinario, per farci crescere senza soffrire del fatto che eravamo molto poveri, è andato perfino a lavorare in miniera, a Marcinelle. Ha fatto il camionista per quarant'anni con un rene che si era distrutto in un incidente e che solo dopo anni ha scoperto di non avere più. Un padre che, nonostante tutto quello che ha avuto, riusciva sempre a sorridere e allora questa forza, questa tenacia te la dà proprio la persona che ti ha fatto crescere, che ti è stata vicino. Tu mi conosci, non mi eccito troppo per le cose belle e non mi dispero mai troppo per le cose brutte: io credo che quello che la vita ci propone, ce lo propone anche per darci una possibilità di cambiare, di crescere, di migliorare, di modificare il nostro comportamento. Per cui se una cosa è bella, non mi sono mai seduto sugli allori, ho sempre continuato a guardare con attenzione e pignoleria tutte le cose che faccio. Se una cosa è brutta o se una porta si chiude, io son veramente dell'idea che potrebbe riaprirsi un portone e allora non mi faccio abbattere, come in questo momento. Sto seguendo le regole perché è giusto stare a casa, è giusto evitare il contagio, perché questo virus non ha le gambe, siamo noi le sue gambe, per cui se noi stiamo fermi, lui rimane fermo. Però non vedo l'ora che riparta la vita: io ho voglia di abbracciare, tu mi conosci! Io sono "un fisico", uno che deve stringere le persone che incontra e allora spero che finisca presto anche perché in questi giorni io sarei stato a Milano a fare le prove. Per cui ti dico: non mi spaventa né quando rido, né quando piango».

Sarà la narrazione moderna di un '700 meraviglioso che Venezia viveva. Red Canzian

Claudio De Stefani: «Io so che c'è quest'opera rock che tu stai mettendo in piedi, parla di Venezia, una Venezia però legata al '700, quindi sarà una storia decisamente originale. Puoi svelarci qualcosa?».
Red Canzian: «Ovviamente non posso dirti il titolo. Ti dico soltanto che ho dedicato due anni della mia vita a scrivere due ore e mezza di musica. È finita, è completa. In questi giorni sto lavorando a creare i fondi, le scene grafiche che serviranno nella narrazione perché saranno dei ledwall e comunque una narrazione moderna di un '700 meraviglioso che Venezia viveva, un '700 nel quale la Serenissima insegnava l'arte, la letteratura, la pittura e qualsiasi cosa al mondo. Stiamo parlando della Venezia di Vivaldi, di Goldoni, di personaggi incredibili, di Tiepolo, di Casanova. È la Venezia più bella. Quindi sto scrivendo queste ultime fasi, gli ultimi ritocchi sui dialoghi, dopo di che cominceremo a provare, a metterla in scena e 2021 andremo in scena. Però a ottobre faccio la conferenza stampa, per cui racconterò tutto!».

Red Canzian durante la diretta.
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È talmente bello vedere tutto quello che ti succede intorno! Red Canzian

Claudio De Stefani: «La tua vita, dopo il 25 febbraio 2015, com'è cambiata?».
Red Canzian: «Abbiamo festeggiato da poco il quinto anno. È cambiata nel senso che son più felice di vivere, nel senso che tutto prende un peso e un valore diverso. Per chi non lo sa, io nel 2015 ho avuto una cosa che si chiama disseccazione aortica, una brutta cosa dalla quale tre su cento si salvano. Mi è scoppiata l'aorta completamente e quindi ho rischiato molto. Però, per dirti con quale leggerezza io affronto anche le sfighe, sono entrato in sala operatoria e ho raccomandato a quello che mi stava per intubare di stare attento perché io dovevo cantare, di non andar giù con il tubo con violenza. Non mi preoccupavo che stavo morendo: il mio problema era la voce! Dopo cinquanta giorni da questo intervento, contro ogni indicazione e suggerimento e approvazione dei medici, ho fatto un conerto. Sono ripartito da Bolzano perché è la città di Bea [ndr: la moglie di Canzian], ma soprattutto perché era tanto che avevo voglia di andare a cantare in quella città ed è stato un concerto bellissimo. C'era gente da tutta Italia che è arrivata per vedere se sopravvivevo, ma la cosa più buffa è che c'erano tutti i medici che mi avevano curato sia a Roma, sia a Garda durante la riabilitazione, sia la sorella di Bea che è medico, erano tutti in prima fila. Nelle prime tre canzoni erano serissimi perché han detto: "Stiamo a vedere se questo muore!". Dopo il terzo pezzo, che han visto che io cantavo tranquillamente, hanno cominciato a sorridere. Ma la cosa più bella, quando sono entrati in camerino, li ho abbracciati e li ho sentiti pieni di roba sotto: erano "armati", sembravano Rambo, pieni di punture... qualsiasi cosa per riuscire a salvarmi qualora... Dopo quel 25 febbraio ti assicuro che è tutta una passaeggiata perché, superati questi ostacoli, è talmente bello vedere tutto quello che ti succede intorno!».

È inevitabile, come fan ma anche umanamente parlando, tornare con la mente a quel 2015 e rievocare l'apprensione, la preoccupazione provate e condivise con tante altre persone per le condizioni di salute di Red. Il destino e la bravura dei medici hanno fatto sì che la sua attività artistica continuasse fruttuosamente, permettendo a tutti noi di godere della sua creatività e dell'inesauribile ottimismo che in occasione di ogni evento live condivide dal palco.
Ora non ci resta che attendere il 2021, sperando che al COVID-19 venga posto presto freno con la produzione di un vaccino e riprendere così a condurre le nostre vite al di fuori delle abitazioni, magari con maggiore consapevolezza e responsabilità.

Autore - Michaela Sangiorgi